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Dall’analisi quantitativa delle conversazioni effettuate nei focus group sono

emersi alcuni dati concernenti le modalità con cui viene vissuto il bilinguismo dal

campione di bambini intervistati.

4.1. La lingua più parlata

Il 45% dei bambini ha affermato che nella quotidianità la lingua da loro

utilizzata maggiormente è l’italiano, contro il 23% che utilizza più la madrelingua.

Il 32% utilizza in maniera equivalente entrambe le lingue (cfr. grafico 7).

In casa, o comunque con i familiari, il 43% dei bambini utilizza entrambe le

lingue, il 41% utilizza solo la madrelingua ed il 16% utilizza solo l’italiano (cfr.

grafico 8).

GRAFICO 7: la lingua parlata più spesso durante il giorno. GRAFICO 8: la lingua parlata in casa o con i familiari.

4.2. Quale lingua?

Nelle discussioni è stata affrontata la questione della lingua preferita per i

bambini, allo scopo di capire le loro motivazioni e quindi la loro percezione di

madrelingua e lingua seconda (cfr. grafico 9). La maggior parte del campione, ossia

il 45%, ha affermato di preferire l’italiano sostenendo soprattutto che fosse la

lingua per loro più spontanea. Solo il 12% preferisce la propria madrelingua,

mentre per il 29% del campione non c’è una lingua preferita, bensì le due sono

apprezzate in ugual misura.

Il 14% del campione ha affermato di preferire una lingua diversa da quelle

che costituiscono il proprio bilinguismo, in particolare sei alunni preferiscono la

lingua inglese, studiata a scuola, uno di loro preferisce il francese ed un altro lo

spagnolo.

4.3. La conoscenza della madrelingua

Solo il 32% del campione ha affermato di aver studiato la propria lingua

nativa. Nella fattispecie, il 20% del campione totale frequenta o ha frequentato dei

corsi di madrelingua, mentre il 12% la studia in casa sotto la guida di genitori,

parenti o connazionali. Il restante 68% del campione ha affermato di non aver mai

studiato la madrelingua e di saperla solo parlare, spesso senza saperla né leggere

né scrivere (cfr. grafico 10).

GRAFICO 9: la lingua preferita dai bambini. GRAFICO 10: la frequenza dello studio della madrelingua.

I dati appena presentati rappresentano le frequenze assolute, in quanto sono

stati calcolati sul campione totale.

Di seguito, i dati emersi attraverso l’analisi delle frequenze relative, frutto

dell’osservazione delle diverse aree di origine dei bambini intervistati.

4.4. L’area est europea

Come affermato precedentemente, la Romania è il paese d’origine per il

maggior numero di bambini intervistati (20 alunni). Insieme alla Romania, dall’est

Europa provenivano alunni di nazionalità croata, moldava, albanese, kosovara e

bielorussa. In tutto erano 28 gli alunni d’origine est europea, quindi la metà del

campione totale.

I dati emersi dall’analisi di questa sezione del campione non presentano

differenze significative rispetto all’analisi dell’intero gruppo. L’unico dato

divergente è rappresentato dallo studio della madrelingua: l’89% dei bambini con

nazionalità appartenente all’area est europea, infatti, ha affermato di non aver mai

studiato la propria lingua nativa, contro il 68% del campione totale. Lo studio della

madrelingua, nell’area geografica est-europea, sembra scarsamente diffuso.

4.5. I paesi arabi

All’interno dei focus group erano presenti 12 bambini i cui genitori

provengono da paesi di lingua araba: il Marocco, la Tunisia, l’Algeria e l’Egitto.

Il 58% degli alunni di questa sezione del campione ha affermato che l’italiano

è la lingua da loro usata più spesso (contro il 45% del campione totale). Questo

dato potrebbe essere spiegato, almeno in parte, considerando il fatto che

l’insediamento sul territorio veronese dei migranti provenienti dal nord Africa

risale ad alcuni decenni fa (Cestim, 2016) e ciò potrebbe aver favorito l’uso della

lingua italiana.

Tuttavia, il dato più significativo all’interno di quest’area culturale riguarda

paradossalmente lo studio della madrelingua. Se il 68% del campione totale di

alunni dichiara di non avere mai studiato la lingua nativa, la maggior parte dei

bambini di questa sezione (58%) ha imparato a leggere e scrivere l’arabo. Questo

dato potrebbe essere spiegato tenendo presente lo stretto legame esistente tra lo

studio dell’arabo e lo studio del Corano. Tutti i bambini raggruppati in questo

sotto-campione praticano la religione islamica. Dai dati emerge un maggior legame

delle famiglie con la cultura d’origine, nella quale la religione ha un peso

consistente.

4.6. L’Africa centrale

Nei focus group hanno partecipato anche quattro bambini i cui genitori sono

originari della Nigeria. La comunità nigeriana è piuttosto radicata sul territorio

veronese e trova nella religione un punto di riferimento per l’integrazione in

quanto la maggior parte dei nigeriani, così come gli italiani, sono cristiani cattolici.

In questo sottogruppo sono riuniti questi bambini nigeriani ed un alunno la cui

famiglia proviene dalla Guinea Bissau. Siamo nell’Africa centrale.

Gli alunni con questo background geografico-culturale hanno in comune una

particolarità rispetto a quelli di altre nazionalità: per tutti loro, le lingue tra cui

sono cresciuti non sono solo due, bensì tre. Accanto all’italiano come lingua

seconda, alla madrelingua che è l’inglese, nel caso della Nigeria, e il portoghese, nel

caso della Guinea Bissau, troviamo altre lingue minori parlate dai genitori. Tra

quelle nominate dai bambini vi sono l’igbo (Nigeria) e il creolo (Guinea Bissau). I

bambini conoscono queste lingue solo ad un livello superficiale, infatti dichiarano

di essere in grado di comprenderle ma non di saperle parlare fluentemente.

4.7. L’area asiatica

In questa sezione del campione troviamo i dati riguardanti i bambini i cui

genitori sono originari della Cina, dell’India e dello Sri Lanka. Secondo le

testimonianze riportate nei focus group, l’80% di questi alunni frequenta (o ha

frequentato in passato) dei corsi per imparare a leggere e scrivere nella lingua

nativa. È questo il gruppo che detiene la più alta percentuale di alfabetizzazione

nella madrelingua rispetto ai gruppi di bambini con altri background

geografici-culturali coinvolti in questa ricerca.

I bambini di origine indiana e srilankese, in particolare, hanno affermato di

saper parlare bene anche la lingua inglese, poiché lingua ufficiale sia in India sia in

Sri Lanka. Questi bambini, specialmente nella comunità srilankese, frequentano

corsi extra-scolastici per migliorare le proprie competenze in tale lingua. Questo

dato evidenzia un alto investimento genitoriale nel mantenimento e

perfezionamento della lingua inglese.