Ho ritenuto importante fare un piccolo approfondimento sugli articoli teorici
emersi dalla systematic literature review. Dalla lettura di questi contributi, infatti,
è possibile ottenere una parziale panoramica sulle attuali questioni aperte nel
campo del bilinguismo nei minori.
Ho considerato come contributi teorici tutti quelli che non si occupavano di
ricerche sul campo. Si tratta soprattutto di revisioni della letteratura, di
presentazioni di metodologie didattiche e nuove tecnologie, di riflessioni degli
autori sul modo in cui viene affrontata la presenza dei bambini bilingui all’interno
di determinati contesti.
Di seguito presento brevemente i contributi teorici analizzati. Le aree di
interesse più trattate in questi articoli sono la didattica bilingue ed il ruolo della
famiglia nel mantenimento della lingua nativa.
2.1. La didattica bilingue
Gli studi sul bilinguismo si interessano in modo approfondito delle
metodologie didattiche più efficaci da utilizzare con gli apprendenti bilingui.
Secondo le ricerche analizzate, l’impiego di una didattica bilingue sembra
essere molto diffuso negli Stati Uniti. In particolare, vista la massiccia presenza di
immigrati di origine latino-americana, le classi bilingui spagnolo-inglese sono le
più diffuse. Qui i bambini con un background migratorio possono frequentare le
lezioni alternando L1 ed L2, in modo da apprendere e studiare entrambi gli idiomi.
Sono presenti diversi tipi di programmazioni bilingue, che differiscono a seconda
della presenza più o meno consistente della L1 durante le lezioni (Espinosa, 2015,
p. 48).
La letteratura auspica l’attuazione della didattica bilingue principalmente per
due motivi:
o il corretto apprendimento della madrelingua aiuta il bambino ad
apprendere più facilmente la seconda lingua (Goldenberg & Wagner, 2015;
Espinosa, 2015; Alamillo, Yun & Bennett, 2017);
o l’uso delle lingue minoritarie nell’ambiente scolastico le valorizza ed aiuta
gli alunni che le parlano ad appropriarsi di tali codici ed aumentare la
propria autostima (Evans & Avila, 2016; García & Otheguy, 2017).
Gli articoli citati si soffermano soprattutto sulle normative statali, suggerendo
che queste si occupino di rendere il plurilinguismo un elemento sempre più
strutturale all’interno del sistema scolastico. Con la progressiva introduzione della
didattica bilingue nelle scuole, inoltre, si sottolinea come sia necessario modificare
anche le modalità di formazione del personale docente (Oliva-Olson, Estrada &
Edyburn, 2017).
2.1.1. Altre metodologie
Numerosi contributi esaminati si occupano di vagliare le possibili
metodologie e strategie didattiche per l’insegnamento della L2 (Nag, Snowling &
Asfaha, 2016; Barrow & Markman-Pithers, 2016; Latipova, Krapotkina &
Koudrjavtseva, 2016; Dolean, 2015). Si tratta di articoli rivolti agli insegnanti che
spesso, si dice, non sono adeguatamente formati per affrontare il bilinguismo dei
bambini con background migratorio.
Tre di questi contributi (Håkansson, 2017; Ebert & Kohnert, 2016; Cioè-Peña,
2017) approfondiscono la particolare condizione dei bambini bilingui con bisogni
educativi speciali e/o disturbi specifici dell’apprendimento. Viene sottolineato
come, trattandosi di alunni che fanno parte di due categorie a rischio di esclusione,
gli insegnanti dovrebbero prestare molta attenzione al fenomeno e le normative
scolastiche dovrebbero predisporre delle strategie inclusive ad hoc per questi casi.
La letteratura sulle metodologie didattiche mette in risalto anche il legame
tra il bilinguismo e la formazione identitaria. I contributi di Wagner (2016) e di
Subero, Vujasinovic & Esteban-Guitart (2017) si occupano di revisionare l’efficacia
delle strategie didattiche che danno risalto agli elementi identitari degli studenti
bilingui. Viene sottolineata la necessità di offrire ai bambini l’opportunità di
condividere il proprio background culturale all’interno della classe, in modo da
valorizzare anche le lingue e le culture meno conosciute. A questo proposito, i
contributi di Bunnell (2015) e di Rosado, Amaro-Jiménez & Kieffer (2015)
presentano anche possibili interventi didattici di tipo interculturale, focalizzati non
solo sulle lingue ma su tutto il repertorio culturale degli alunni non autoctoni.
2.2. Il ruolo della famiglia nel mantenimento della lingua nativa
Se la didattica bilingue si preoccupa di insegnare entrambe le lingue agli
alunni, anche la famiglia ha un ruolo importante nella formazione del bilinguismo.
Lo studio di Law (2015) sottolinea, nello specifico, la necessità di informare
le famiglie immigrate del proprio ruolo nel mantenimento della madrelingua dei
figli. I genitori, infatti, spesso non sono consapevoli dell’importanza delle proprie
scelte in questo senso, o in altri casi sono fuorviati da falsi miti che li esortano a
parlare in L2 ai propri figli. Law propone una soluzione inserendo nel suo articolo
una piccola lista di buone pratiche indirizzata ai genitori per guidarli in questo
compito.
L’analisi di Curdt-Christiansen e Sun (2016) ha analizzato la normativa in
merito vigente a Singapore. Qui l’inglese è una delle lingue ufficiali, ampiamente
utilizzata a livello istituzionale e molto diffusa anche tra i giovani autoctoni, che
usano sempre meno le lingue native, quali il malese o il tamil. Le normative
esaminate nello studio evidenziano l’importanza di mantenere la lingua nativa,
esortando le famiglie e le scuole a prendersi cura anche di questo fondamentale
patrimonio linguistico-culturale.
Due articoli (Chan & Sylva, 2015; Anderson, Anderson & Sadiq, 2017) si
occupano delle modalità di apprendimento della L2 nei bambini e nelle famiglie di
recente immigrazione, ma fanno allo stesso tempo un approfondimento
sull’importanza di mantenere anche la lingua materna, sfruttando l’ambiente
familiare.
Una soluzione pratica per i genitori è offerta da un team di ricercatori greci
(Revithiadou, Kourtis-Kazoullis, Soukalopoulou, Konstantoudakis & Zarras, 2015),
il quale ha proposto un software dedicato ai bambini di madrelingua albanese e
russa. Con questo gioco didattico digitale, le famiglie con background migratorio
possono motivare i figli all’apprendimento e al mantenimento della lingua materna
restando all’interno dell’ambiente domestico.
Nel documento
CRESCERE TRA DUE LINGUE La voce dei bambini di seconda generazione nella scuola primaria
(pagine 43-46)