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Analisi del livello di partecipazione e collaborazione all’interno del partenariato

4.4 ANALISI DELL’ESPERIENZA

4.4.3 Analisi del livello di partecipazione e collaborazione all’interno del partenariato

Come abbiamo visto nel paragrafo dedicato alla descrizione del progetto, gli attori significativi coinvolti nella fase di progettazione sono rappresentati dal personale del CAG della Vigolana e la consulente esterna, formata e competente nell’ambito del coordinamento di progetti europei. All’interno di tale gruppo di lavoro è stato definito inizialmente, in collaborazione, il tema da affrontare con i giovani partecipanti nella fase di realizzazione dello scambio. Ognuno ha assunto poi un ruolo specifico: la coordinatrice esterna all’equipe del CAG ha formulato il progetto, definendo gli obiettivi e il personale del Centro di Aggregazione si è occupato della programmazione, dettagliata, delle attività. In seguito il formulario, contenente i diversi elementi del progetto, e il piano della settimana sono stati condivisi all’interno del gruppo, integrati e modificati, secondo i contributi di ogni membro. Questa modalità non ha incentivato in modo significativo la mobilitazione e la messa in rete delle diverse e varie conoscenze, esperienze, competenze e, di conseguenza, lo sviluppo di un processo di apprendimento reciproco. Come si può notare, nel percorso di progettazione non sono stati coinvolti in maniera attiva gli enti appartenenti ai Paesi europei partner del progetto, i quali non hanno perciò assunto un ruolo rilevante. Si può evincere che gli obiettivi, le strategie, il tema dello scambio, il piano delle attività e gli altri elementi del progetto non sono stati elaborati e definiti in concertazione con gli enti e le organizzazioni

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partner: si deduce che non vi è stata co-progettazione. Gli attori coinvolti nel progetto, appartenenti agli altri Paesi europei, non hanno avuto l’opportunità di esprimere i propri interessi e punti di vista, le proprie aspettative né di partecipare attivamente ai processi decisionali, relativi alla definizione degli obiettivi, delle strategie e delle azioni. Essi non hanno potuto perciò mettere in campo i propri saperi, le proprie competenze, le proprie abilità e le proprie esperienze. In generale, quindi, il percorso di progettazione non ha rappresentato, nel caso in esame, un’occasione di apprendimento reciproco, di scambio e di mobilitazione delle risorse.

È importante ricordare che nel mese di aprile si è realizzato un meeting finalizzato alla preparazione dello scambio, che ha visto la partecipazione dei leader di gruppo appartenenti ai Paesi europei partner.

“Quei due giorni di aprile sono stati idilliaci, sembrava avremmo fatto tutto assieme, eravamo d’accordo di fare ognuno una parte e questo sembrava chiaro a tutti. Avevamo preso anche decisioni importanti rispetto alla realizzazione, anche a livello logistico. (…)” (Elena, educatrice del CAG – Focus group)

Questo momento di incontro ha rappresentato un’occasione significativa per i leader dei cinque gruppi nazionali: sono entrati in relazione, si sono confrontati, hanno raggiunto un buon livello di condivisione e di collaborazione. In queste giornate sono state condivise le rispettive motivazioni ed aspettative e programmate alcune attività, in concertazione con tutti gli attori coinvolti. Sono stati inoltre concordati e distribuiti i compiti, nell’ottica di organizzare in maniera collaborativa lo scambio: in questa direzione gli educatori del CAG della Vigolana e i leader dei gruppi stranieri hanno concordato di mantenere, da aprile ad agosto, una comunicazione diretta e continua, tramite Email, Whatsapp, Dropbox.

“(…) Poi però c’è stato il vuoto, non abbiamo sentito più nessuno. Sicuramente ci è mancata tanto la comunicazione con gli altri tutor. Forse perché la comunicazione non l’abbiamo gestita direttamente noi. Oppure perché i tutor non hanno preso tanto sul serio il progetto. Forse non avevano ben chiaro il loro ruolo. C’è stato anche un cambio di tutor in corso.” (Elena, educatrice del CAG – Focus group)

Come si può comprendere dalla presente considerazione, dal meeting in poi il livello di collaborazione tra i leader dei gruppi nazionali coinvolti nel progetto è risultato inaspettatamente limitato. Le educatrici del CAG hanno infatti tentato di mantenere con continuità gli scambi di comunicazione, non ricevendo i riscontri attesi dai tutor stranieri. Quest’ultimi, contrariamente agli accordi presi, hanno risposto di rado alle mail, non hanno rispettato la loro parte di organizzazione delle attività e caricato i relativi documenti in Dropbox, alcuni non hanno scaricato l’applicazione di Whatsapp.

“Noi ci saremmo accontentati di un livello diverso, non dico la logistica. Ovvio che anche l’aiuto a livello organizzativo in quella settimana sarebbe stato utile. Però ci saremmo accontentati di una partecipazione

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nel senso di preparare il gruppo e le attività. Era quello l’importante e non c’è stato.” (Elena, educatrice del CAG – Focus group)

Nella fase di realizzazione dello scambio i tre38 leader dei gruppi stranieri partecipanti hanno dimostrato

un basso livello di collaborazione: non hanno portato un contributo significativo nell’organizzazione e nella gestione delle attività previste nell’arco della settimana e nemmeno degli aspetti logistici. Essi hanno assunto un atteggiamento non collaborativo, più individualista e passivo, da “ospite” piuttosto che da “protagonista”. In relazione al basso livello della loro partecipazione attiva, può essere stato rilevante il non aver realizzato a cadenza quotidiana gli incontri, tra i leader di gruppo, previsti con l’obiettivo di definire il programma di ogni giornata e attività nel dettaglio. Questi non sono stati realizzati con la frequenza stabilita, a causa di questioni organizzative.

“Bernd, che forse è il più vicino a noi, è il tutor che ha partecipato di più. (…) E forse questa dimensione non va sottovalutata: il fatto di farlo come lavoro e di aver maturato anche una serie di competenze” (Cristina, coordinatrice del CAG – Focus group)

In linea con quest’affermazione, è significativo sottolineare l’atteggiamento più partecipativo e collaborativo del tutor tedesco, che ha manifestato maggiore senso di responsabilità e impegno. Egli ha proposto e portato avanti un paio di attività, relativamente in autonomia. Ciò può essere correlato alla sua posizione lavorativa e al fatto di poter mettere in campo, in particolare nella fase di realizzazione dello scambio, competenze professionali consolidate (ad es. nell’ambito dell’animazione e della gestione di gruppi). In riferimento a ciò, un ulteriore fattore determinante può essere rappresentato dal riconoscimento remunerativo a fronte del suo impegno lavorativo in questo progetto.

Come abbiamo visto, il livello di collaborazione dei leader dei gruppi stranieri è strettamente legato al loro coinvolgimento attivo, sin dalle prime fasi, nei processi decisionali. Non essere stati protagonisti nel corso della progettazione, conseguentemente, non ha permesso uno sviluppo significativo della motivazione e del senso di responsabilità dei tutor appartenenti ai Paesi europei partner del progetto. Il non aver avuto inoltre l’opportunità di costruire, col tempo, intese e relazioni significative e di fiducia ha ridotto ulteriormente la loro propensione alla collaborazione e alla messa in campo di risorse, energie, competenze, per la buona riuscita di un progetto di interesse comune.39 Un aspetto potenzialmente

rilevante può essere rappresentato dalla mancanza di un’unica figura di riferimento, con una funzione, ben definita e riconosciuta, di coordinamento della rete dei soggetti partner.

38 Come menzionato in precedenza, il gruppo slovacco non ha partecipato alla fase di realizzazione dello scambio giovanile. 39 Martini E. R., Torti A., Op. cit., p. 75

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“Chi coordina ha il compito di raccordare persone e organizzazioni i cui posizionamenti culturali sono molto diversi e le cui identità richiedono di essere riconosciute e valorizzate. Chi coordina deve esercitare aspetti di controllo e facilitazione, essere capaci allo stesso tempo di mantenere una vicinanza operativa e di alimentare una circolarità comunicativa funzionale a generare e promuovere costanti progetti di elaborazione comune e progettazione condivisa.”40

Nel caso in analisi, la figura della coordinatrice del progetto esterna al CAG della Vigolana ha curato inizialmente gli scambi di comunicazione con gli enti e i tutor partner. A seguito del meeting di aprile, le educatrici del Centro di Aggregazione Giovanile hanno assunto la responsabilità di mantenere i contatti con i leader dei gruppi stranieri. Non è possibile perciò individuare un soggetto, che ha avuto un ruolo nel coordinamento dei rapporti di partenariato definito, stabile e riconosciuto da tutti gli attori protagonisti, dall’inizio alla fine del progetto. Ciò non ha incentivato una comunicazione circolare e continuativa, all’interno della rete dei soggetti coinvolti né lo sviluppo di competenze e di motivazione a sostenere i processi di collaborazione.

Infine, è importante mettere in luce che nella fase conclusiva del progetto la consulente esterna ha stilato il report di valutazione finale, integrandolo o modificandolo successivamente secondo le considerazioni e osservazioni riportate dal personale del CAG della Vigolana. Anche in questo caso non si è registrato un livello particolarmente elevato di condivisione, collaborazione, negoziazione delle rispettive valutazioni e apprendimento reciproco tra gli attori che hanno vissuto il progetto.