“Il processo di erogazione del credito”
L’ACCETTAZIONE BANCARIA
4.3 Nuova classificazione dei crediti deteriorati
4.4.1 Analisi portafoglio credit
L’Abi ha snocciolato le ragioni per cui la rappresentazione delle cosiddette “sofferenze” fatta dall’Fmi non è veritiera, e quindi falsa. In sostanza, l’Associazione bancaria mostra che non si possono fare comparazioni verosimili tra banche di paesi diversi poiché differenti sono le regole fissate dai rispettivi organismi di vigilanza. Nel
92 nostro paese, infatti, la Banca d’Italia esige una dettagliata esposizione di tutti i cosiddetti “crediti dubbi”, accezione molto più ampia delle sole “sofferenze” (non performing loans) e che comprende una quantità di situazioni diverse dalla definitiva inesigibilità del credito.
I non performing loans (prestiti non performanti) sono attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori. Si tratta in pratica di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell’esposizione. I non performing loans nel linguaggio bancario sono chiamati anche crediti deteriorati e si distinguono in varie categorie fra le quali le più importanti sono gli incagli e le sofferenze.
Banca d’Italia definisce le sofferenze come crediti la cui riscossione non è certa da parte degli intermediari che hanno erogato i finanziamenti perché i soggetti debitori risultano in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni equiparabili. Per ovviare a questo genere di rischi di solito gli intermediari creditizi accantonano delle riserve apposite in proporzione al credito a rischio e alla sua condizione.
Gli incagli (substandard loan) rappresentano delle esposizioni nei confronti di soggetti in situazione di difficoltà obiettiva, ma temporanea. A differenza delle sofferenze pertanto gli incagli rappresentano dei crediti che in un congruo periodo di tempo si suppongono recuperabili. In una scala del rischio dunque gli incagli si pongono un gradino al di sotto delle sofferenze e richiedono pertanto accantonamenti inferiori nelle riserve contro il rischio.
Un altro genere di crediti deteriorati è costituito dalle esposizioni ristrutturate. Si tratta in genere di esposizioni che una banca (da sola o in pool) modifica cambiando le condizioni contrattuali e subendo una perdita. Il cambiamento è dettato da un deterioramento delle condizioni finanziarie del debitore e può risolversi, per esempio, in un riscadenziamento del debito.
In base alla definizione di Basilea, i past due vengono definiti come crediti scaduti o sconfinanti da più di 90/180 giorni, che rientrano nel novero delle posizioni in default. Più specificatamente Basilea distingue tra i past due di 90 e di 180 giorni, nei quali il secondo è ovviamente più grave. Nella pratica, si tratta di un primo ed importante indizio che il soggetto in questione (azienda o privato) ha delle difficoltà finanziarie
93 che, se non risolte, preludono spesso al default conclamato cioè alla successiva classificazione ad incaglio e/o a sofferenza.
È inoltre molto importante sapere che la situazione di past due è oggetto di segnalazione nella Centrale dei Rischi tenuta dalla Banca d'Italia e diventa immediatamente pubblica per tutte le banche che affidano il soggetto segnalato.
Si possono individuare alcuni effetti del past due per le banche: possiamo affermare che, per una banca, registrare un deterioramento del proprio portafoglio crediti (ad esempio, tante "nuove" posizioni in stato di difficoltà, a seguito della variazione dei termini di segnalazione degli sconfinamenti) significa dover registrare un maggior assorbimento di capitale, per effetto di un calcolo peggiorativo nella ponderazione dei singoli rapporti deteriorati. Ciò determina la necessità di un più elevato patrimonio di vigilanza (a fronte, però, della stessa massa di impieghi, ma peggiorati in termini di qualità), che, a sua volta, comporta alla banca il possedere minori risorse patrimoniali da dedicare agli impieghi. È facile comprendere che potendo impiegare di meno, la banca registrerà una diminuzione della redditività. Contemporaneamente tale situazione si riverbera sulle imprese, in termini di peggioramento delle condizioni di accesso al credito, sia in senso stretto (costo del denaro o "pricing"), sia in termini di volumi.
Per sorvegliare il rischio a livello sistemico la Banca d’Italia ha creato la Centrale dei rischi, un archivio nel quale confluiscono le posizioni debitorie di ogni soggetto nei confronti di tutti gli intermediari permettendo per ogni debitore il calcolo della posizione globale di rischio e consentendo ai singoli intermediari di controllare la solvibilità dei clienti.
94 Tabella – Non Performing Loan
L’obiettivo di questa tesi è quello di andare ad esaminare l’andamento di quattro tipologie di credito nel periodo 2010-2015 che hanno caratterizzato Carismi.
In particolare si è voluto analizzare i past due (nella terminologia della banca, crediti scaduti), restructured (crediti ristrutturati), substandard loan (incagli) e i non performing loan (sofferenze).
Dalla Nota Integrativa rileviamo che almeno ad ogni data di bilancio i crediti sono valutati (impairment test) per verificare l’esistenza di eventuali riduzioni di valore a seguito di eventi successivi alla rilevazione iniziale e dipendenti dal deterioramento della solvibilità dei debitori. Rientrano in questo ambito i crediti deteriorati ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, incaglio, ristrutturato e crediti scaduti.
95 Sono oggetto di un processo di valutazione analitica le sofferenze, gli incagli e i crediti ristrutturati.
L’ammontare delle rettifiche di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei flussi di cassa ritenuti recuperabili, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi e del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. La rettifica di valore è iscritta a conto economico.
I crediti ad andamento regolare, per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita (di norma i crediti in bonis, e comunque i crediti “vivi” in generale), ivi inclusi quelli verso controparti residenti in paesi a “rischio” e le esposizioni scadute, sono sottoposti a valutazione collettiva.
Questa valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e viene effettuata utilizzando percentuali di perdita stimate tenendo conto di serie storiche, opportunamente rettificate per neutralizzare l’effetto di eventi non ordinari, fondate su elementi rilevabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente insita in tale gruppo di crediti.
Il Credit Risk viene definito dalla normativa come il “rischio di perdita per inadempimento dei debitori”; il rischio di credito è pertanto il risultato della capacità allocativa della banca, ossia l’attitudine aziendale a selezionare la clientela meritevole di affidamento e le iniziative economicamente valide, nonché l’efficacia del processo di erogazione e gestione dei crediti. La qualità del credito è misurata dal tasso di decadimento del portafoglio prestiti, dal sistema delle garanzie, dall’ammontare dei dubbi esiti e dagli indicatori di recuperabilità.
Il rischio di credito attiene pertanto al default del debitore, ossia all’inadempimento dei contratti di credito dovuto al deterioramento della qualità creditizia del prenditore e può quindi essere generato da fattori diversi riconducibili alle seguenti casistiche:
insolvenza della controparte (rischio di insolvenza);
deterioramento del merito creditizio della controparte (rischio di migrazione);
rialzo degli spread richiesti dal mercato ai prenditori di una specifica classe di rating (rischio di spread);
96
tasso di recupero al termine della liquidazione inferiore alle aspettative (rischio di recupero).
La nozione di default quindi rappresenta l’elemento essenziale per la stima del rischio e delle sue componenti. Detta nozione viene assunta dalla banca in conformità a quanto stabilito dalle Istruzioni di Vigilanza, ossia vengono fatte rientrare nel concetto di default tutte quelle situazioni e condizioni che determinano la classificazione delle posizioni creditizie tra le sofferenze, gli incagli, i crediti ristrutturati ed i crediti scaduti e sconfinati non aventi natura tecnica.
In termini gestionali, si è consolidata la sensibilizzazione sulle tematiche di asset quality e sono stati attuati una serie di interventi quali fornire alla rete commerciale obiettivi di target in materia di qualità creditizia, inserimento di parametri legati agli sconfinamenti persistenti ed all’incidenza degli incagli e delle sofferenze sul portafoglio crediti nel sistema premiante della rete, sollecitazione costante della Rete Distributiva finalizzata ad attuare una sistematica verifica delle posizioni deteriorate, stretto monitoraggio degli sconfinamenti persistenti da parte della Direzione Crediti.
Al fine di individuare i limiti quantitativi e qualitativi inerenti l’assunzione dei rischi creditizi, la Banca stabilisce i criteri ritenuti idonei per poter procedere alla definizione degli obiettivi delle politiche di rischio, con riferimento alle Istruzioni normative e di Vigilanza, agli indicatori interni gestionali e operativi ed al credito anomalo. Per quanto attiene la normativa di vigilanza, la banca rispetta l’obbligo di adottare regole dirette ad assicurare la trasparenza e la correttezza sostanziale e procedurale delle operazioni con parti correlate e soggetti collegati, rispetta le disposizioni ex art. 136 TUB per quanto attiene l’operatività con Esponenti aziendali, riducendole a frequenza straordinarie e adottando politiche di pricing e di acquisizione della garanzie in linea con operazioni aventi caratteristiche analoghe, tempo per tempo vigenti.
Inoltre la Banca ha stabilito limiti interni gestionali e operativi, la cui consistenza e rispetto sono costantemente valutati ed oggetto di dettagliata reportistica al Consiglio di Amministrazione, che si basano sui seguenti aspetti:
o assetti patrimoniali: gli obiettivi strategici definiti dal Gruppo si
sostanziano nel raggiungimento del target del Tier 1 Capital Ratio e Total
97 patrimonio a fronte del rischio di credito, viene perseguito attraverso l’ottimizzazione dell’attivo ponderato per il rischio, che si esplica sia nel maggior presidio del processo del credito in fase di istruttoria e concessione sia nell’efficientamento della gestione dei crediti non
performing mediante azioni di monitoraggio dei past due ed analisi degli
incagli – finalizzate al rientro delle medesime posizioni – e con attenta valutazione di eventuali passaggi in sofferenza e/o cessione di quota parte delle esposizioni scadute;
o Grandi rischi: l’obiettivo della banca è quello di assicurare – come da
normativa di vigilanza – il rispetto costante dei limiti alla concentrazione dei rischi al fine di evitare il superamento delle soglie previste; inoltre ci si prefigge l’obiettivo gestionale di posizionarsi in un range di 2-3 Grandi rischi, nell’individuazione dei quali si continua a far riferimento alla posizione di rischio ponderata e non all’esposizione oggetto della segnalazione di vigilanza, escludendo le posizioni dei settori Amministrazioni Pubbliche e Imprese Finanziarie ed Assicurative;
o Infine, vengono definiti un set di indicazioni di natura gestionale e
operativa volti a migliorare il profilo di rischio assunto dalla Banca tra cui l’ottimizzazione del rapporto utilizzato/accordato, la tempestività nella revisione delle pratiche in scadenza, l’utilizzo di un sistema organico e strutturato di reportistica gestionale e direzionale con informativa agli organi di vertice aziendali e l’implementazione di sistemi informativi a supporto del processo creditizio.
Indipendentemente dall’ottica di Basilea e dalla valutazione del merito creditizio da parte della Banca, è stato reso obbligatorio lo scoring per il segmento retail. A tal fine il processo relativo all’erogazione di prodotti destinati al segmento family (persone fisiche e cointestazioni) è standardizzato ed è ricondotto a ben definite forme tecniche (i.e. scoperto di conto corrente, prestito personale, carta di credito, mutuo).
In particolare la prescrittività dello scoring è estesa a tutti i prodotti del segmento avvalendosi di una piattaforma integrata con sistema legacy CSE (StrategyOne). Con tale passaggio si è ottenuto un livello più alto di controllo ma anche una maggiore omogeneizzazione di comportamento sulle casistiche più complesse.
98 a) in via continuativa dalle agenzie e filiali che gestiscono le posizioni stesse con riferimento alle anomalie rilevate giornalmente ed alle posizioni segnalate dalle procedure di monitoraggio;
b) per le agenzie in co-responsabilità con la filiale da cui dipendono gerarchicamente;
c) dalla struttura centrale Direzione Crediti che ha il compito di monitorare e
coordinare le diverse attività relative al monitoraggio della qualità del credito e di gestire le posizioni ad incaglio, a sofferenza e ristrutturate.
Per quanto riguarda le attività finanziarie deteriorate, la Nota Integrativa specifica che le anomalie dei singoli rapporti facenti capo ad una stessa posizione creditizia, vengono rilevate rispetto ad un predefinito periodo precedente alla data in cui viene svolto il controllo andamentale dei crediti. Le posizioni creditizie che presentano un andamento tecnico anomalo devono essere selezionate per sottoporle ad esame amministrativo, che consiste nell’individuare le ragioni che hanno determinato l’anomalia e successivamente nel prendere in esame gli aspetti qualitativi dell’affidato al fine di evidenziare le difficoltà finanziarie, economiche e patrimoniali dell’affidato stesso e quindi pervenire alla classificazione delle posizioni esaminate nelle categorie di rischio definite sia a livello aziendale che dalle disposizioni di Vigilanza tempo per tempo vigenti.
I crediti da sottoporre ad esame vengono rilevati automaticamente dalle procedure informatiche, che prevedono filtri basati su anomalie andamentali oggettive definite dalle funzioni di controllo competenti. Altre informazioni, che inducono ad esaminare le posizioni a cui sono associate, derivano dalle elaborazioni degli archivi della Banca d’Italia relativamente a eventi negativi registrati dal sistema bancario (Black List mensile e giornaliera) e dagli archivi CRIF relativamente ad iscrizioni, pignoramenti, sequestri, decreti ingiuntivi, esecuzioni, fallimenti.
Per la classificazione delle esposizioni deteriorate nelle diverse categorie di rischio (sofferenze, incagli, esposizioni ristrutturate ed esposizioni scadute), il Gruppo fa riferimento sia alle categorie di rischio previste a livello aziendale (posizioni in evidenza, past due gestionale) che alla normativa emanata dalla Banca d’Italia, integrata con disposizioni interne che fissano criteri e regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle distinte categorie di rischio. A tale riguardo le posizioni in evidenza presentano anomalie che non sono sufficienti a classificare le posizioni stesse fra
99 l’insieme dei crediti anomali così come definiti dalle disposizioni di Vigilanza, ma che la Banca ritiene opportuno gestire e controllare.
Le attività finanziarie deteriorate vengono rendicontate, dal punto di vista quantitativom, secondo la loro consistenza originale e residua. In particolare sono monitorati i nuovi flussi, la dinamica delle rettifiche ed il loro sviluppo nel tempo. Dal punto di vista qualitativo sono sottoposte a monitoraggio le classi di crediti in sofferenza allo scopo di verificarne l’andamento nel tempo con particolare attenzione alle classi più rischiose. Il fair value delle eventuali garanzie, oggetto di specifiche rilevazioni, concorre alla definizione delle attività in sofferenza.
La previsione di recupero, basata sui piani di rientro, viene espressa in base all’evoluzione della situazione della pratica ogni qualvolta si verifichino significative variazioni nell’importo del credito o nella situazione della posizione. Fermo restando il principio del presumibile valore di realizzo, sono stati individuati criteri operativi per determinare le valutazioni quali: la presenza di ipoteche, pegno su titoli, fideiussioni e procedure concorsuali. In base ad essi si rettificano i valori delle attività finanziarie.
Il ritorno in bonis delle esposizioni deteriorate è subordinato al venir meno delle condizioni di criticità o dello stato di insolvenza.
Vediamo nel dettaglio le esposizioni creditizie deteriorate per gli anni 2010-2014.
100 Tabella – Valore crediti per l’anno 2011
101 Tabella – Valore crediti per l’anno 2013
Tabella – Valore crediti per l’anno 2014
Nella tabella sottostante vengono riportati i valori dei vari crediti espressi in migliaia di euro e, successivamente, viene costruito il grafico relativo utile per la nostra analisi.
102 Possiamo subito notare come le NPL siano aumentate con il passare degli anni per poi stabilizzarsi dal 2013 grazie all’introduzione della nuova disciplina che ha reso possibile una rivisitazione interna del credito.
Infatti, fino al 2013 non si è registrato alcun movimento significativo per gli altri crediti; sono aumentate solo le NPL. Quando poi subentra un’attività di monitoraggio e la possibilità di rimodulare il credito prima che diventi non performing, allora possiamo notare dei movimenti interni alle varie categorie (Past Due, Restructured, Substandard Loan) con l’esclusione delle NPL che tendono a rimanere costanti.
Questa costanza è giustificata dal fatto che le deteriorate vengono spostate nella categoria degli incagli: infatti, notiamo un incremento significativo poiché passano da 87.182 € a 168.640 €.
Le non deteriorate, invece, possono passare nelle performing loan se vengono ristrutturate in tempo oppure, in caso contrario, vanno ad alimentare la categoria delle non performing loan.
Stesso discorso può essere fatto per i Past Due: infatti, possiamo notare un incremento tra il 2010 e il 2011 per poi, invece, decrescere tra il 2013 e 2014. Tale decremento è dovuto alla possibilità concessa dalla nuova disciplina di sanare tali crediti e, quindi, spostarli nella categoria dei performing loan.
Concludendo, il monitoraggio imposto dalla Banca Centrale ha permesso alle banche di poter cogliere l’upgrading nel momento in cui si verifica e di poter
2010 2011 2012 2013 2014
Past Due € 30,389 € 45,051 € 27,458 € 42,778 € 37,196 Restructured € 40,544 € 26,920 € 42,910 € 35,655 € 33,454 Substandard Loan € 89,345 € 110,301 € 79,214 € 87,182 € 168,640 Non Performing Loan € 81,162 € 123,264 € 147,643 € 175,635 € 183,248
€ - € 20,000 € 40,000 € 60,000 € 80,000 € 100,000 € 120,000 € 140,000 € 160,000 € 180,000 € 200,000
103 ristrutturare tempestivamente le posizioni: infatti, alcune potranno essere sanate e confluire nelle performing loan, altre invece, non potranno avere il medesimo trattamento e quindi andranno nelle varie classi di downgrading.
Tale monitoraggio in itinere del credito è di responsabilità del risck management: infatti, interventi opportunamente effettuati tempestivamente hanno portato ad un controllo delle sofferenze.
Per quanto riguarda l’anno 2015 possiamo avvalerci esclusivamente dei dati forniti dalla relazione semestrale di Carismi.
Tale relazione precisa che importanti cambiamenti normativi stanno interessando il concetto di attività deteriorata in campo comunitario. Il 7° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 272, emesso il 20 gennaio 2015, ha adeguato la classificazione e previgente alle nuove definizioni di Non performing exposures (NPE) e di Forbearance introdotte dagli Implementing Technical Standards (ITS) pubblicati dall’EBA, adottati da parte della Commissione Europea il 9 gennaio 2015 e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20 febbraio dello stesso anno.
Nelle nuove disposizioni sono previste unicamente tre classi per il credito deteriorato: esposizioni scadute deteriorate (past due), inadempienze probabili (unlikely to pay) e sofferenze. L’insieme delle tre classi costituisce l’aggregato Non Performing Exposures di cui ai citati ITS dell’EBA. Risultano, pertanto, abrogate le previgenti nozioni di Incagli e di Esposizioni Ristrutturate. Mentre le definizioni di esposizioni scadute e di sofferenze si mantengono allineate alla precedente normativa, le Inadempienze probabili rappresentano la categoria di esposizioni deteriorate per le quali la banca giudica improbabile che il debitore adempia integralmente alle proprie obbligazioni creditizie; la valutazione della classificazione prescinde dall’esplicita manifestazione del segnale di anomalia (quale ad esempio la presenza di insoluti o la messa in atto di azioni volte a preservare le ragioni di credito come l’escussione delle garanzie).
È inoltre introdotta l’ulteriore tipologia creditizia delle “Esposizioni oggetto di concessioni” (Forborne Exposures): esposizioni oggetto di concessioni nei confronti di un debitore che affronta, o è in procinto di affrontare, difficoltà nel rispetto dei propri impegni di pagamento), trasversale a tutte le succitate categorie di stato del credito deteriorato e non.
104 Attualmente è in consultazione il documento pubblicato dalla Banca d’Italia per l’aggiornamento con cui si intende modificare l’informativa nel bilancio annuale, in nota integrativa, sulla qualità del credito per adeguarla alle nuove definizioni di attività finanziarie deteriorate.
In particolare a livello segnaletico, limitatamente al primo semestre 2015, le banche, allo scopo di poter dare adeguata disclosure del passaggio alla nuova definizione di attività finanziarie deteriorate, sono tenute a mantenere l’informativa anche per le previgenti voci di attività deteriorate (parallel running).
Riportiamo, quindi, la tabella che rappresenta dati quantitativi contabili dei crediti verso clientela suddivisi per grado di rischio alla data del 30 giugno 2015 secondo la normativa precedente e secondo le nuove definizioni.
Tabella - Valore crediti per l’anno 2015
Notiamo una certa continuità con i dati che abbiamo evidenziato negli anni precedenti. Infatti, il complesso delle attività deteriorate al 31 dicembre 2014 riconsiderate secondo le nuove definizioni introdotte dall’EBA, rimangono coerenti con le attività deteriorate determinate secondo le previgenti istruzioni di Banca d’Italia permettendo un confronto temporale59.
59
105 Inoltre, si è voluto analizzare il tasso di copertura dei crediti deteriorati per valutare la situazione delle banche italiane in tema di gestione del rischio di credito.
La misura esprime il rapporto tra i fondi complessivamente accumulati per fare fronte alle perdite su crediti e il totale dei crediti che hanno evidenziato qualche stato di patologia (crediti deteriorati), data la difficoltà del prenditore nel restituire puntualmente i debiti contratti.
2010 2011 2012 2013 2014 2015
Past Due € 30,389 € 45,051 € 27,458 € 42,778 € 37,196 € 14,856 Restructured € 40,544 € 26,920 € 42,910 € 35,655 € 33,454 € 51,376 Substandard Loan € 89,345 € 110,301 € 79,214 € 87,182 € 168,640 € 158,825 Non Performing Loan € 81,162 € 123,264 € 147,643 € 175,635 € 183,248 € 195,258
€ - € 50,000 € 100,000 € 150,000 € 200,000 € 250,000
Analisi portafoglio crediti
2010 2011 2012 2013 2014