“L’accesso al credito in Italia”
2.5 Novità con Basilea
2.5.3 Indici di liquidità
L’innovazione forse più importante riguarda l’introduzione dei coefficienti minimi di liquidità, che andranno a colpire direttamente l’offerta di credito delle PMI.
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Comunicato stampa del 12 gennaio 2014 “Il Comitato di Basilea pubblica gli emendamenti all'indice
47 La crisi, ha dimostrato che i soli requisiti patrimoniali non possono da soli garantire stabilità al sistema bancario. Infatti, anche gli istituti bancari con ingenti dotazioni patrimoniali, hanno avuto difficoltà per una gestione poco prudente della liquidità. I maggiori ostacoli si sono manifestati a causa del mancato rispetto dei requisiti minimi per quanto riguarda la gestione del rischio di liquidità. Pertanto, il Comitato, in primo luogo, ha pubblicato il documento “Principles for Sound Liquidity Risk Management and Supervision” riguardante le linee guida per una corretta gestione del rischio di funding e ha poi introdotto altri due indicatori minimi della liquidità delle fonti di finanziamento.Tali indicatori hanno due obiettivi differenti ma complementari:
il Liquidity coverage ratio (LCR) vuole che le banche mantengano risorse liquide e di elevata qualità per fronteggiare situazioni di stress severo della durata di un mese senza ricorrere al mercato;
Il Net Stable Funding Ratio (NSFR) mira ad evitare squilibri strutturali nella composizione delle passività e attività lungo un orizzonte temporale di un anno42
Il Liquidity Coverage Ratio è un indicatore di breve termine che ha lo scopo di garantire livelli di riserve di liquidità adeguati per fronteggiare eventuali squilibri tra gli afflussi e i deflussi in condizioni di forte stress per un periodo di 30 giorni.
Lo stock di attività liquide ha come obiettivo minimo quello di consentire alla banca di sopravvivere fino al trentesimo giorno in condizioni di forte stress, entro il quale si ritiene che possano essere effettuate adeguate azioni correttive da parte degli organi aziendali e delle Autorità di vigilanza, oppure che la banca possa essere messa in liquidazione.
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48 Le attività possono considerarsi liquide e di elevata qualità quando sono facilmente convertite in contanti con una perdita di valore minima o nulla. Tra queste rientrano tutte quelle attività che possiedono nel contempo varie caratteristiche:
- basso rischio di credito e di mercato: le attività meno rischiose hanno la tendenza ad essere più liquide. L’elevato merito creditizio dell’emittente, una duration breve e una bassa volatilità migliorano la liquidità di un asset;
- facilità e certezza di valutazione: basata su un modello di pricing semplice, che non richieda ipotesi impegnative e fondato su input pubblicamente disponibili;
- modesta correlazione con attività rischiose: le attività non devono essere caratterizzate dalla tendenza a perdere valore nelle fasi di stress dei mercati;
- quotazione in un mercato sviluppato e ufficiale: l'attività è quotata in una borsa valori riconosciuta o è negoziabile, mediante vendita a fermo o contratti di vendita con patto di riacquisto semplici, su mercati generalmente accettati per i contratti di vendita con patto di riacquisto;
- mancanza di vincoli: le attività devono essere prontamente convertibili in liquidità, per questo non possono assolutamente essere già impegnate a garanzia di passività della banca;
Lo stock di attività liquide posto al numeratore, si distingue in:
o Attività di primo livello, ossia le attività qualitativamente migliori che possono essere incluse in misura, quasi sempre, illimitata e contabilizzate al loro valore di mercato. Si parla di cassa, di riserve presso banche centrali (se utilizzabili in periodi di stress), di titoli negoziabili emessi o garantiti da soggetti sovrani, banche centrali e enti sovranazionali;
o Attività di secondo livello, che possono essere utilizzate fino ad un massimo del 40% dello stock complessivo. In questa categoria sono presenti altre attività, quali corporate bonds o covered bonds, ammessi ad alcune condizioni, e comunque soggetti ad uno scarto di garanzia minimo (haircut) del 15% sul valore corrente di mercato.
49 Queste ultime si suddividono, a loro volta, in attività di secondo livello A e secondo livello B. Il livello A contiene alcuni titoli di stato, obbligazioni garantite o titoli di debito societario. Il livello B comprende le obbligazioni di imprese con rating non di primo livello, mutui e azioni nel rispetto di determinate condizioni. Le attività di secondo livello B possono essere usate fino ad un massimo del 15% e sono soggette ad un haircut tra il 25% e il 50 %.
Il denominatore, “totale dei deflussi di cassa netti” viene definito dal Comitato di Basilea come la differenza tra il totale dei deflussi di cassa attesi ed il minimo tra il totale degli afflussi di cassa attesi nell’arco dei 30 giorni di calendario successivi, nello scenario di stress specificato.
Il totale dei deflussi di cassa attesi si ottiene moltiplicando i saldi delle varie categorie o tipologie di passività e impegni fuori bilancio per dei tassi ai quali ci si attende il loro prelievo o utilizzo. Al contrario, il totale degli afflussi di cassa attesi è ottenuto moltiplicando i saldi delle varie categorie di crediti contrattuali per i tassi ai quali ci si attende che affluiscano nello scenario in esame. Il totale degli afflussi di cassa attesi sono computabili fino a un massimo del 75% del totale dei deflussi di cassa attesi. La restrizione è stata imposta per evitare che le banche dipendano unicamente dagli afflussi attesi in situazioni di crisi e per assicurare inoltre un livello minimo di disponibilità liquide e/o di attività subito liquidabili.
Il requisito pari al 100% è richiesto durante i periodi di normale attività finanziaria. Nei periodi di effettivo stress le banche sono autorizzate ad utilizzare parte dello stock di attività liquide di elevata qualità per fronteggiare le possibili necessità di liquidità, comportando così un peggioramento temporaneo dell’indice di LCR. Gli istituti dovranno rientrare nelle normali condizioni, ossia entro i trenta giorni.
Il Net Stable Funding Ratio è un indice strutturale di lungo termine per individuare gli squilibri di liquidità e fornire incentivi alle banche di utilizzare fondi stabili per le proprie attività.
50 L’obiettivo principale è promuovere un maggiore ricorso al finanziamento a medio e lungo termine delle attività e delle operazioni svolte dalle organizzazioni bancarie ed in questo senso l’NSFR è inteso come meccanismo minimo di attuazione, volto a integrare l’LCR e a rafforzare altre iniziative prudenziali promuovendo una modifica strutturale dei profili di rischio di liquidità degli intermediari finanziari per evitare disallineamenti nella raccolta a breve termine e favorire un finanziamento più stabile e a più lungo termine delle attività e delle operazioni.
In particolare, il requisito è strutturato in modo da assicurare che le attività a lungo termine siano finanziate con almeno un importo minimo di passività stabili riguardo ai rispettivi profili di rischio di liquidità. La prospettiva è quella di limitare l’eccessivo ricorso alla raccolta all’ingrosso a breve termine in periodi di abbondante liquidità di mercato per incoraggiare una migliore valutazione del rischio di liquidità basata su tutte le poste in bilancio e fuori bilancio.
Il termine al numeratore (Available Stable Funding - ASF), rappresenta la porzione di patrimonio e passività che si ritiene risultino affidabili nell’arco temporale di un anno. In particolare, ci riferisce a:
Patrimonio;
Azioni privilegiate e altri strumentini capitale eccedenti l’importo computabile nel Tier 2 con scadenza pari o superiore ad un anno;
Passività con scadenze effettive pari o superiori ad un anno;
Depositi Liberi e/o a termine con scadenza inferiore ad un anno;
Provvista all’ingrosso con scadenza inferiore ad un anno.
Il numeratore viene misurato in base alle caratteristiche generali della stabilità relativa delle fonti di provvista di una banca, compresa la scadenza contrattuale delle sue passività e la diversa propensione dei vari prestatori a ritirare finanziamenti erogati. L’ASF viene calcolato classificando il valore contabile del patrimonio e delle passività in una delle cinque categorie individuate dalla figura sotto. L’ammontare attribuito a ciascuna categoria viene successivamente moltiplicato per un fattore ASF. Quindi, il totale della provvista stabile corrisponde alla somma degli importi ponderati.
51 Il termine al denominatore (Required Stable Funding - RSF), l’ammontare della provvista stabile obbligatoria, è ricollegabile alle caratteristiche di liquidità e alla vita residua delle attività detenute dalla banca e delle sue esposizioni fuori bilancio.
Esso è calcolato come somma del valore delle attività detenute e finanziate dall’istituzione, moltiplicato per un fattore specifico di provvista stabile obbligatoria attribuito a ciascuna particolare tipologia di attività, cui vanno aggiunte le operazioni OBS (o esposizione di liquidità potenziale) moltiplicato per il fattore RSF associato. Il fattore RSF corrisponde all’ammontare di tale posta per il quale le autorità di vigilanza ritengono debba corrispondere una provvista stabile.
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