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Il passaggio che compie ai suoi albori l’analisi delle reti sociali26 consiste nel mettere al

centro dell’analisi la reale configurazione dei rapporti che sottendono le dinamiche del conflitto e dell’esercizio del potere. Centro dell’attenzione divenne quindi l’individuo come essere sociale interagente cioè in grado di agire sulle strutture e utilizzarle per raggiungere i propri fini e non essere solo un’entità passiva rispetto alle strutture sociali27.

22 I tre patrizi avevano precedentemente ricoperto l’incarico di Provveditore di Salò. Francesco Erizzo aveva svolto il suo incarico di governo fra il 1599 e il 1600, Giovanni Pasqualigo fra il 1589 e il 1591 e Maffio Michiel fra il 1595 e il 1596.

23 AMP, busta 1, fasc. 2, c. 21, 27 giugno 1612.

24 A questa data il Provveditore è Paolo Marcello che terminerà il proprio mandato di lì a pochi mesi.

25 Successivamente analizzerò le relazioni informali considerando come i contemporanei vedessero il concetto di amicizia per meglio inserire nel contesto culturale dell’epoca.

26 Max Gluckman, allievo di Evans-Pritchard e Radcliffe-Brown, fu il primo che cercò di superare i limiti dell’approccio teorico struttural-funzionalista che per definizione assumeva la stabilità strutturale come caratteristica dei sistemi sociali. Per un inquadramento del tema si veda l’Introduzione di Piselli Fortunata (a cura di), Reti. L’analisi di network nelle scienze sociali, Donzelli, Roma 2001. Per una breve sintesi dell’evoluzione dell’antropologia sociale britannica da cui prende avvio l’analisi delle reti sociali si veda l’Introduzione di Arrighi Giovanni in Arrighi Giovanni e Passerini Luisa (a cura di), La politica della

Parentela. Analisi situazionali di società africane in transizione, Feltrinelli, Milano, 1976 dove è presentata

una parte del lavoro di Gluckman Max, pp. 39-87.

27 Interessante anche Kapferer Bruce, Norme e manipolazioni delle relazioni in un contesto di lavoro (ed. or. Manchester, 1969) in Piselli F., Reti..., p. 300 che sottolinea come in ogni società gli individui hanno la possibilità di scegliere di comportarsi in un determinato modo piuttosto che in un altro. L’autore spiega come i comportamenti individuali sono condizionati dalla posizione reciproca occupata dagli individui all’interno delle loro relazioni sociali.

Il concetto di network sociale fu elaborato per studiare le relazioni informali di parentela, amicizia e vicinato che non potevano essere spiegate ricorrendo al concetto di gruppo corporato28 utilizzato dall’analisi strutturale29.

L’elaborazione teorica non ha seguito di pari passo lo sviluppo della network analysis, così si è creata una ambiguità: si è pensato che questa prospettiva di indagine fosse una metodologia residuale, da utilizzare laddove un approccio struttural-funzionalista non potesse essere usato, cioè nello studio delle relazioni informali. Ciò farebbe supporre che l’analisi delle reti possa rimanere all’interno del paradigma strutturale ma ciò contrasta con i risultati delle ricerche che hanno evidenziato come il network definisce e ridefinisce l’identità comunitaria, l’azione politica, la stabilità e il consenso30. La successiva revisione teorica ha

assegnato all’analisi delle reti sociali la dignità di metodo specifico di analisi che si occupa dell’ordine personale31 e si muove parallelamente allo studio dell’ordine strutturale. Possiamo

considerare che a differenziare un approccio strutturale da un approccio di rete sia il focus dell’analisi, dove il primo mette al centro dell’attenzione i gruppi, il secondo assegna agli individui il centro dell’indagine32.

Ciò che qui è importante è il riconoscimento della capacità di azione dell’individuo pur all’interno di vincoli sociali, presupposto che rende possibile lo spostamento dell’attenzione dell’analisi dalle strutture agli individui e dunque alle relazioni sociali, in particolare alle relazioni informali. A una visione stabile e conservativa si sostituisce una visione in cui l’azione individuale agisce sul sistema provocando dei cambiamenti con un’azione endogena al sistema stesso33.

28 Piselli F., Introduzione…, p. XIX-XX. Se il gruppo corporato è un insieme di persone che condividono principi, interessi, norme che fissano diritti e doveri dei membri fra di essi, nel network gli individui non costituiscono una unità sociale con scopi comuni e caratterizzati da una sub-cultura che li caratterizza. 29 Barnes John A., Classe e comitati in un comune insulare della Norvegia, in Piselli F., Reti…, p. 58 (ed. or. in

«Human Relations», vol. VII, 1954). Analizzando una comunità norvegese di pescatori si rende conto che la divisione della comunità in gruppi non è pienamente soddisfacente: “Ogni persona è… in contatto con un certo numero di persone, alcune delle quali sono in contatto l’una con l’altra, mentre altre non lo sono. Similmente, ogni persona ha un numero di amici che, a loro volta, hanno altri amici; alcuni degli amici di una persona si conoscono l’un l’altro, mentre altri non si conoscono. Trovo utile parlare di un campo sociale di questo tipo come di un network. L’idea che ho è quella di un insieme di punti, alcuni dei quali sono uniti da linee. I punti dell’immagine rappresentano gli individui, talvolta i gruppi, mentre le linee indicano quali persone interagiscono tra loro”.

30 Piselli F., Introduzione..., pp. XXXIV-XXXV.

31 Con ordine personale si intende che il centro dell’attenzione diventa l’individuo in quanto essere sociale interagente. Non si deve cadere nell’equivoco di assegnare alle relazioni informali, come è successo nella

social network analysis, un carattere residuale.

32 Piselli F., Introduzione…, p. XXXIX.

33 Elias Norbert, Potere e civiltà. Il processo di civilizzazione II, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 298-303 (ed. or. 1936). Tale approccio in una fase di sistemazione teorica è stato influenzato dal concetto di configurazione di Elias. Per Elias il mutamento non avviene attraverso un disegno razionale. L’azione degli individui è guidata dalla volontà verso l’ottenimento di un fine. Tuttavia la realtà sociale non si esaurisce nella volontà razionale del singolo ma nella sommatoria delle volontà individuali che come effetto producono un esito

Tuttavia, come si vedrà successivamente analizzando il contesto delle relazioni informali fra la Magnifica Patria e Venezia, l’istituzione ha un ruolo centrale nel veicolare i rapporti di amicizia.

Affinità in campo sociologico sono rintracciabili anche nell’elaborazione di Simmel secondo cui la realtà sociale è rappresentabile come un sistema complesso di interdipendenze in cui l’azione dei singoli apporta costanti modifiche al sistema. Su questo si è soffermato anche Anton Blok sottolineando come possiamo comprendere meglio il potere e le sue dinamiche se consideriamo l’interdipendenza delle relazioni: “nelle situazioni in cui le persone dipendono l’una dall’altra, siamo automaticamente alle prese con equilibri di potere”34. Centro dell’analisi simmeliana sono le relazioni tra gli elementi che costituiscono la

società (individui o gruppi che a seconda degli interrogativi posti dal ricercatore assumeranno il ruolo di unità di analisi35) e da cui ricostruire la forma della società. La società non è più

concepita come unità collettiva ma come insieme di relazioni reciproche tra singoli attori sociali36.

Il concetto di network spiega da un lato il problema relativo al controllo sociale (come esso imponga determinati comportamenti all’individuo) e si parla di reti di informazioni che identificano norme e valori su cui si costruisce il prestigio37 e dall’altro studia come

l’individuo utilizzi la propria rete di legami per fini personali e si parla di reti di scambio mettendo al centro il conflitto, la politica, l’intermediazione38.