6.1 Le “variabili di scenario”
Le variabili di scenario sono state identificate tra i fattori condizionanti lo sviluppo delle filiere mediante l’attribuzione di punteggi secondo i criteri di importanza e certezza (vedi Par. 5 step 3). Le tabelle complete relative all’identificazione di tali variabili per le varie filiere non-food sono riportate in Allegato D.
Le variabili di scenario emerse da questa fase di analisi riguardano essenzialmente aspetti politico/normativi, economici ed ambientali/biologici. Nella maggioranza dei casi, i fattori condizionanti relativi agli aspetti tecnici/tecnologici e sociali non hanno riscontrato un punteggio sufficiente per poter essere classificati come variabili di scenario. Questo risultato potrebbe essere dovuto alla preminenza nei vari ambiti del non-food di politiche, di normative, di aspetti economici e di mercato, di fattori ambientali che caratterizzano in maniera particolare il contesto di scenario; al contrario, in generale, gli aspetti tecnici e sociali sono più tipici del contesto di riferimento interno alla filiera, configurandosi di volta in volta come vincoli o opportunità al suo sviluppo.
Per quanto riguarda gli aspetti economici ed ambientali, nella maggioranza dei casi, le variabili di scenario sono risultate comuni a tutte le filiere. E’ il caso dell’andamento dei prezzi del petrolio e del processo di globalizzazione dei mercati tra gli aspetti economici, e dell’andamento dei cambiamenti climatici globali e del livello degli stock di risorse non rinnovabili (es. petrolio) tra quelli ambientali.
Per quanto concerne le politiche e le normative, la situazione si presenta differenziata, vale a dire che è possibile fare una distinzione tra quelle che sono le norme di carattere generale e quelle che sono, invece, normative di settore che pur riguardando specificatamente ciascuna filiera fanno parte integrante dell’analisi di scenario dato il loro carattere di obbligatorietà, su cui l’operatore della filiera non ha libertà di azione.
Variabili di carattere generale Le norme e le politiche di carattere generale che sono risultate variabili di scenario nella maggioranza dei casi, sono rappresentate dalla Riforma di medio termine della PAC, dal Protocollo di Kyoto ed in diverse situazioni anche la Direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema di scambio di quote di emissione di gas serra, in linea con i provvedimenti per l’applicazione del Protocollo di Kyoto stesso.
Principali variabili di settore Tra le normative di settore risultate variabili di scenario possiamo segnalare tra le principali:
- colture energetiche la Direttiva 2001/77/EC che promuove la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
- biocarburanti la Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dei biocarburanti e il Dlgs. 30 maggio 2005, n. 128 (Gazzetta Ufficiale 12 luglio 2005 n. 160) in attuazione della stessa Direttiva, che riducono la percentuale nazionale di utilizzo di biocarburanti al di sotto di quella programmata; la Finanziaria 2005 che riduce il contingente defiscalizzato per il biodiesel e stanzia dei fondi per la produzione di bioetanolo ed Etbe;
- fibre vegetali il Reg. 1251/99 che implica la semina della canapa con varietà certificate con THC <0,2% ed il Ddl Fini sulle tossicodipendenze;
- biolubrificanti la Direttiva 2003/53/CE che vieta l’utilizzo del nonilfenolo e del nonilfenolo etossilato;
- fitofarmaci vegetali il Protocollo di Montreal che stabilisce le date del phase out del bromuro di metile;
- biopolimeri le Direttive 2002/72/CE, 2002/16/CE, 1990/128/CE che limitano la migrazione di sostanze contenute in alcune plastiche e loro additivi negli alimenti, presenza di normative sulla limitazione dei materiali organici persistenti e sugli OGM;
- coloranti naturali la Direttiva 61/2002 che vieta l’utilizzo dei coloranti di tipo azoico, la presenza di DIN standards per i coloranti di sintesi cancerogeni, la capacità di recepimento della Direttiva 67/548/CEE relativa alla classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose.
Le variabili di scenario risultate per ciascuna filiera si presentano in numero variabile compreso tra 8 e 11, determinando una buona uniformità numerica, nonostante la presenza di aspetti peculiari caratterizzanti ciascuna filiera.
Tra i fattori che non sono risultati variabili di scenario è fondamentale segnalarne alcuni per i quali al momento non ci sono ancora le condizioni perché possano influenzare realmente lo sviluppo della filiera dato il loro attuale stato di non applicazione (caratterizzati quindi da un basso punteggio relativo al parametro della certezza), ma che, se fossero attuati, potrebbero incidere enormemente sulle possibilità di sviluppo delle filiere stesse. Ci riferiamo in maniera particolare alla capacità di inserimento della gestione delle terre agricole tra le azioni previste per la riduzione delle emissioni (Art. 3.4 del Protocollo di Kyoto) che potrebbe effettivamente essere motivo di impulso per molte attività di tipo agricolo e in maniera particolare per le produzioni non-food.
Una volta determinate le variabili di scenario si è proceduto alla definizione degli scenari che sono stati sintetizzati per ciascuna filiera nelle griglie visionabili in Allegato E. Nello specifico sono stati individuati tre possibili scenari realizzabili in base a ciascuna variabile di scenario, corrispondenti, rispettivamente, all’evolversi del trend attuale degli eventi, ad un trend più positivo per lo sviluppo della filiera rispetto a quello attuale e ad un trend più negativo, in maniera tale da riuscire a coprire una gamma soddisfacente di situazioni avverabili nel prossimo futuro.
Lo strumento della visualizzazione sintetica degli scenari mediante l’utilizzo di tabelle risulta il modo più efficace per consentire una pratica consultazione delle alternative che si prefigurano per le numerose variabili in gioco.
6.3 L’analisi di scenario
La fase successiva riguarda l’analisi degli scenari vera e propria che è stata condotta valutando gli effetti relativi a ciascuna variabile indagata. Anche in questo caso, è stato ritenuto opportuno adottare delle griglie sintetiche come strumento di visualizzazione dell’analisi, data la numerosità dei dati da valutare (Allegato F).
La griglia prevede, per ciascun scenario relativo alla variabile considerata, l’elaborazione degli effetti che questi potrebbero determinare su vari aspetti di differente natura: economica (domanda, prezzi, redditività), tecnica/tecnologica (grado di innovazione), normativa (norme di settore), ambientale (effetti sull’ambiente) e sociale (effetti sulla comunità). In base all’analisi degli effetti è stato possibile identificare le possibilità di sviluppo di ciascuna filiera non-food rispetto a quella particolare variabile. La scala delle possibilità di sviluppo si articola in cinque livelli, da scarse ad elevate, indicati con un equivalente numero di asterischi (da 1 a 5).
Dal punto di vista economico si è ritenuto fondamentale inserire la domanda relativa al prodotto innovativo indagato nell’ambito della filiera di riferimento, la redditività del settore, così come i prezzi relativi ai prodotti usati convenzionalmente, che normalmente risultano essere strettamente correlati alla domanda del bene alternativo non-food. E’ risultato poi basilare l’inserimento degli effetti sulla normativa di settore, data la sua peculiarità in relazione alle varie filiere indagate. Infine, non potevano essere trascurati gli effetti sulla ricerca scientifica a livello tecnico e tecnologico, sull’ambiente e sulla comunità.
6.4 I risultati
I risultati relativi alle possibilità di sviluppo delle filiere non-food, in relazione a ciascuna variabile di scenario sono stati riassunti, per ciascuna filiera analizzata, in una tabella finale (Allegato G).
Da una valutazione complessiva dell’analisi degli scenari si evince che il trend attuale (Scenario 1) porta a possibilità di sviluppo delle filiere che nella maggior parte dei casi sono “buone” o, in alternativa, “limitate” (rispettivamente, 3 e 2 asterischi). Questo secondo caso
si verifica molto spesso nell’ambito degli aspetti politico/normativi, ad esempio quando a livello nazionale sono stati presi dei provvedimenti normativi peggiorativi rispetto a quanto previsto dalla normativa europea o dalla normativa nazionale in materia, relativamente agli anni pregressi, o ancora nel caso in cui si verifichino inadempimenti rispetto agli obblighi normativi posti a livello europeo o imposizioni di limiti di legge troppo stringenti. Abbiamo visto, infatti, precedentemente, che ciascuna filiera è caratterizzata da una particolare normativa di settore che molto spesso gioca un ruolo fondamentale nell’ambito degli scenari prospettabili e quindi delle possibilità di sviluppo della filiera stessa.
Per quanto riguarda, invece, lo scenario più positivo (Scenario 2), le possibilità di sviluppo risultano essere generalmente “elevate” o “rilevanti” (rispettivamente, 5 e 4 asterischi), mentre per ciò che concerne lo scenario più negativo (Scenario 3), si registrano in genere possibilità di sviluppo “scarse” o “limitate” (rispettivamente, 1 e 2 asterischi).
Il quadro di analisi sviluppato denota, in sostanza, una situazione che in linea generale possiamo definire positiva, dato che per la maggioranza delle variabili di scenario contemplate, il trend attuale offre già buone possibilità di sviluppo per le varie filiere in questione, le quali divengono elevate nella maggior parte dei casi relativi ad un trend più positivo rispetto a quello attuale.
Risulta fondamentale l’integrazione di questi risultati con la successiva fase di analisi dei vincoli e delle opportunità, in maniera tale da poter evidenziare le reali possibilità di sviluppo delle filiere non-food, in relazione alle differenti strategie attuabili in risposta all’avverarsi dei diversi scenari ipotizzati.