7. Analisi dei vincoli e delle opportunità
7.2 Filiera biolubrificanti
Gli utilizzi dei biolubrificanti sono molteplici (nell’industria tessile conciaria, cartaria, metallurgica, estrattiva e di escavazione, meccanica, agroalimentare, oltre che come co- formulati),ma per quanto riguarda la loro produzione le colture che attualmente risultano più
interessanti sono il girasole alto oleico, che in alcune nuove varietà coltivate in Toscana può raggiungere il 90% in acido oleico (richiesto dall’industria per le sue proprietà ingrassanti), e alcune brassicacee (la famiglia del colza, in particolare il Crambe abyssinica e la Brassica.carinata) che sono piante particolarmente rustiche, ma con un contenuto in acido erucico che oscilla tra il 45 ed il 55% (richiesto dall’industria per le sue proprietà lubrificanti) e adattabili agli ambienti dove il girasole è poco produttivo. L’analisi dei vincoli e delle opportunità terrà come riferimento queste due categorie di prodotto, dettagliandone il riferimento laddove è possibile.
Si segnala che otre a queste colture sono allo studio altre oleaginose, tra le quali Lunaria alba e Limnanthes annua che presentano ancora alcuni problemi agronomici (come la germinabilità), ma che permetterebbero di disporre di ulteriori possibilità tecnologiche.
Opportunità:
Per tutte le categorie merceologiche
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: produzione, trattandosi di piante da rinnovo, esse contribuiscono al recupero della sostanza organica nei suoli (restituendo al terreno circa il 50% della biomassa prodotta) e sono molto utili in un piano di rotazioni consentendo di interrompere le monosuccessioni a mais o grano. Non necessitano di trattamenti sistematici di fitofarmaci e sono caratterizzate da un ridotto consumo idrico. Inoltre il girasole grazie alle sue profonde radici ha buone capacità fitodepuranti e ha mostrato buone rese, anche con un ridotto utilizzo di fertilizzanti, soprattutto se a lento rilascio (nella coltivazione a basso input si può ridurre la concimazione di 4 volte rispetto al mais).
ambito di filiera coinvolto: economico e tecnologico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: utilizzo e consumo, in Toscana sono presenti distretti industriali di fama internazionale particolarmente impattanti quali il distretto conciario di S.Croce, quello tessile di Prato e quello cartario di Lucca che hanno manifestato particolare interesse per i biolubrificanti.
ambito di filiera coinvolto: economico/sociale/ambientale; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: utilizzo e consumo, in alcuni casi lo sviluppo di biolubrificanti si è avuto a seguito di una emergenza ambientale che veniva pagata dalla comunità dei cittadini in termini di qualità della salute e conseguentemente dalle istituzioni in termini di spese sanitarie e di disinquinamento. Ecco perché la pubblica amministrazione potrebbe risultare interessata a compensare il differenziale di prezzo che eventualmente potrebbe determinarsi prima del raggiungimento di un’economia di scala.
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: produzione e utilizzo, la possibilità di coltivare in Toscana varietà con un contenuto di acido oleico o di acido erucico, così elevato da non essere facilmente
disponibili sul mercato, potrebbe fornire all’industria prodotti tecnologicamente molto avanzati. Attualmente in Toscana, grazie anche ai progetti BIOVIT e DULVIT si stanno sperimentando biolubrificanti derivati da girasole alto oleico additivati opportunamente (con sostanze di origine naturale) a seconda del settore di utilizzo nel tessile (fase di cardatura in sostituzione di alchilbenzeni), conciario (fase di finissaggio ancora in sostituzione di alchilbenzeni) e cartario (come distaccanti nelle carte tissue e monolucide).
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: utilizzo e consumo, considerando che in generale il lubrificante ha la caratteristica di poter essere usato in minori concentrazioni rispetto al lubrificante minerale a parità di prestazioni, permettendo di compensare i costi più alti, e che i costi degli oleanti rispetto a quelli di produzione finali sono irrisori (ad esempio sono dell’1% nel tessile), i prezzi eventualmente maggiori risulterebbero comunque trascurabili a fronte delle potenziali ricadute positive per la sensibile riduzione di impatto sugli operatori e/o sull’ambiente e/o sui consumatori. E’ anche importante sottolineare che la sostituzione degli oli minerali con biolubrificanti generalmente non prevede variazioni di impianto né di processo, ma solo una ottimizzazione dei parametri operativi dovuti appunto alle variazioni nelle concentrazioni utilizzate, non richiede perciò significativi investimenti aggiuntivi.
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: utilizzo e consumo, uno dei vantaggi più significativi consiste nella possibilità di realizzare prodotti con particolari caratteristiche qualitative, che utilizzando gli oli minerali erano impensabili. Il maggiore valore aggiunto si è riscontrato ad esempio con la sperimentazione nel settore conciario che, come il tessile, è da sempre molto sensibile alla possibilità di creare nuove mode e di differenziare le produzioni di qualità superiore.
ambito di filiera coinvolto: economico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: utilizzo e consumo, il sistema economico italiano frazionato in molte piccole e medie imprese potrebbe essere più ricettivo rispetto alle proposte di innovazione e all’uso di composti e reagenti sempre più sofisticati ed ecocompatibili, anche nell’ottica di una approvazione della proposta di regolamento denominato Reach, destinato a modificare sensibilmente la disponibilità e la scelta degli ausiliari alle produzioni industriali.
Per i co-prodotti:
ambito di filiera coinvolto: economico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: utilizzo e consumo, una grossa potenzialità dei biolubrificanti è la sinergia con altre filiere al fine di ridurre i prezzi di vendita (che soprattutto nel caso dell’olio alto erucico sono ancora piuttosto alti): il pannello proteico residuo dei semi
di girasole può essere utilizzato come mangime in zootecnia, mentre quello delle brassicacee potrebbe essere utilizzato come corroborante per il miglioramento delle colture sfruttando l’azione biocida determinata dai prodotti di degradazione dei glucosinolati presenti in queste piante; oppure potrebbe essere detossificato e quindi usato come mangime estraendone questi composti che possono essere usati in medicina per la loro azione antitumorale.
Per produzioni di acido erucico
ambito di filiera coinvolto: economico e tecnico; fase di processo cui si riferisce l’opportunità: utilizzo e consumo, l’acido erucico puro può essere utilizzato per produrre glutammide e altri prodotti oleochimici utili a generare molte delle pellicole da cucina di uso comune.
Vincoli:
Per tutte le categorie merceologiche:
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: utilizzo e consumo, le maggiori potenzialità del settore si realizzano quando si viene a scoprire che con oli vegetali ad elevate prestazioni tecnologiche si possono raggiungere performance superiori rispetto ai prodotti minerali : se ad esempio nel settore cartario fosse messa a punto una formulazione in grado di determinare incrementi di allungamento della carta, probabilmente tutto il settore si convertirebbe a questi nuovi prodotti. Risulta perciò evidente come la ricerca e la sperimentazione siano indispensabili nei diversi settori industriali che usano lubrificanti.
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera filiera, sono state registrate incertezze sia da parte del mondo agricolo che teme che l’industria non garantisca una sufficiente remunerazione e il ritiro di quantitativi costanti nel tempo, sia da parte del mondo industriale che teme che il settore primario non sia in grado di garantire quantitativi adeguati e ad un prezzo sufficientemente basso: per superare queste incertezze si rende quindi necessario un accordo di filiera.
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera filiera, tutta la filiera faticosamente costruita potrebbe svanire nel momento in cui l’industria decidesse di approvvigionarsi dell’olio vegetale sul mercato internazionale al prezzo più basso, aumentando le esternalità dovute ai costi di trasporto e soprattutto vanificando l’innovazione sperimentata in agricoltura, esponendosi così ai rischi della competizione con i Paesi esteri.. Sembra perciò preferibile occupare una nicchia di mercato, difficilmente imitabile, frutto della proficua collaborazione di tutta la filiera, che presumibilmente riuscirebbe ad avere maggiore visibilità proprio perché composta da diversi settori della mondo economico.
ambito di filiera coinvolto: tecnico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: produzione, le colture oleaginose hanno avuto una notevole diffusione in Toscana sul finire dagli anni ‘80 grazie ai contributi stanziati dalla PAC. Il minore interesse di queste colture per scopi alimentari ne ha ridotto drasticamente la coltivazione negli ultimi 10 anni, proprio quando le ricerche avevano portato alla realizzazione di tecniche di coltivazione con una riduzione di input idrici e chimici senza che le rese fossero eccessivamente compromesse. La più recente riforma, che ha introdotto il disaccoppiamento, ha determinato una situazione di ulteriore incertezza per questo tipo di colture.
ambito di filiera coinvolto: normativo; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera filiera, a livello normativo è in via di approvazione una decisione della Commissione che stabilirà i criteri ecologici per il rilascio del marchio Ecolabel per i lubrificanti. E’ importante il fatto che i formulati a marchio Ecolabel dovranno contenere una percentuale minima di materie prime rinnovabili (oli vegetali o grassi animali).
ambito di filiera coinvolto:economico; fase di processo cui si riferisce il vincolo: distribuzione, per la filiera dei biolubrificanti si registrano difficoltà distributive rispetto a un mercato consolidato e globalizzato quale è quello dei lubrificanti minerali.
ambito di filiera coinvolto: sociale; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera filiera, per la filiera dei biolubrificanti si rileva la necessità di una maggiore informazione e comunicazione agli utilizzatori industriali sotto la spinta di una crescente sensibilizzazione di operatori, consumatori, amministrazioni pubbliche e cittadini.
Per i co-prodotti:
(ambito di filiera coinvolto: tecnico e normativo; fase di processo cui si riferisce il vincolo: consumo) per la filiera dei mangimi zootecnici si rileva l’assenza d’indicazione sull’origine delle fonti proteiche.
(ambito di filiera coinvolto: sociale; fase di processo cui si riferisce il vincolo: intera filiera) per il settore agricolo si rileva una scarsa informazione agli agricoltori in merito alla possibilità di usare panelli proteici come corroboranti.