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Capitolo 5, Il terzo impianto cristiano (Periodo 5)

5.1 Analisi delle strutture 1 Fasi 8 e

Il nuovo edificio sacro si distingue nettamente, per dimensioni, pianta e qualità della tecnica costruttiva. La superficie della nuova basilica è di circa 400 m2, lontana dalle dimensioni

dell'impianto paleocristiano ma quasi il doppio di quella precedente, segno che la comunità cristiana torna ad investire in maniera ingente in quest'area.

Viene mantenuta l'abside centrale della basilica precedente (le absidiole vengono obliterate), aggiungendone una ulteriore a nord speculare e affrontata all'incirca delle stesse dimensioni. Mancando i piedi esterni delle absidi la lunghezza del diametro può essere ricavata solo per via grafica. La differenza tra le due è risultata minima, riteniamo quindi molto probabile l'ipotesi che avessero le medesime dimensioni.

L'abside aggiunta a nord della precedente, risulta evidente il limite dell'intonaco che marca la quota del piano d'uso.

La qualità tecnica delle murature distingue in maniera decisa questo edificio dai precedenti. La struttura dell'abside (USM 12) è costituita da blocchi di calcare bianco molto ben lavorati, messi in opera per filari perfettamente orizzontali alti dai 9 ai 21 cm, legati da malta grigiastra di calce

molto compatta leggermente rientrante, che si appoggia alla struttura dell'abside meridionale ancorandosi ad un apposito restringimento ricavato su questa. La fondazione (USM 528), costituita dai medesimi conci della struttura ma messi in opera sommariamente, si presenta decisamente possente, sporgendo all'interno dell'abside di 0.90 m nel punto di maggiore spessore. Come per l'abside centrale dell'edificio precedente, anche qui si è dovuto procedere alla sottofondazione della base dell'altare moderno, ma è stato possibile esaminare la struttura nella sua interezza.

Una fascia di intonaco bianca marca la quota del presbiterio di questa fase, certamente la struttura più monumentale tra quelle che abbiamo individuato nel corso di tutto lo scavo. Si tratta di uno spazio su due piani (uno relativo alle due absidi e l'altro, più basso, di raccordo) separati da 3 gradini in blocchi calcarei a forma parallelepipeda regolare, costituito da lastre di calcare di forma irregolare (rettangolare e quadrata) poste di piatto su uno strato di allettamento di malta poggiante su di uno strato di macerie. Come fondazione del nuovo presbiterio, oltre ad una struttura a dado appositamente messa in opera a nord del mosaico, viene utilizzato anche il muro perimetrale dell'edificio precedente, rasato e sagomato per alloggiare i gradini del nuovo apprestamento. Questa pavimentazione pare avere subito diversi interventi di manutenzione, soprattutto le lastre delle absidi (UUSSMM 4 e 8), molto irregolari, in materiale eterogeneo (calcare bianco e rosa), denunciano un intervento di restauro secondo modalità non all'altezza della sistemazione originaria, piuttosto regolare sia nella forma che nella disposizione, così come si vede nel piano lastricato più basso (USM 5). Lungo il lato nord del presbiterio la pavimentazione si presenta addirittura risarcita con un semplice battuto che in parte la ricopre.

Veduta generale del presbiterio. In secondo piano i resti della base d'altare.

Nella pavimentazione dell'abside meridionale sono presenti numerosi frammenti altomedievali di reimpiego lavorati con motivi geometrici a girali e a treccia, che confermano quella fortissima residualità di cui già abbiamo avuto modo di parlare. Sulla pavimentazione del presbiterio sono visibili anche buche di palo pertinenti al cantiere per la costruzione dell'edificio del 1519.

Un altare è denunciato dalla presenza di una fondazione quadrangolare in blocchi calcarei e mattoni rivestita di intonaco al centro dell'abside nord (USM 10) e poi ampliata verso est da una struttura costituita da un filare di mattoni alternato a uno di blocchi calcarei, di forma grossomodo squadrata (USM 11). L'abside meridionale è stata invece manomessa da un enorme taglio che ha intaccato il deposito fino al mosaico, effettuato durante il cantiere del 1519 probabilmente per verificare la consistenza delle fondazioni antiche, che purtroppo ci ha precluso la possibilità di accertare la presenza di un secondo altare.

La porzione centrale del presbiterio, di fronte alla spina tra le due absidi, risulta tagliata dalla tomba 8, pertinente alla fase successiva. In fase invece con questo edificio è la struttura della tomba 57, chiusa da una lastra con iscrizione doppia, di cui quella inferiore incisa nel 1500 (da notare l'errore del lapicida che ha inciso MDCCCCC, raddoppiando per eccesso di zelo la

formulazione), pochi anni prima quindi della demolizione della basilica360.

Vista aerea del presbiterio rinvenuto immediatamente al di sotto della pavimentazione mdoerna. A sinistra il campo di tombe rinascimentali.

In linea con la nuova abside, sull'ampliamento a nord della facciata (USM 745) resosi necessario per l'aggiunta del catino, troviamo una soglia incorniciata da pilastri a fascio, ad una quota significativamente più alta rispetto a quella dell'edificio precedente361.

La soglia sulla facciata USM 745.

360 Il taglio della tomba 57 è quello che ha intaccato l'iscrizione di Peregrinus sul mosaico di VI secolo.

361 +191.33 m, mentre la soglia dell'edificio precedente si attesta sui +189.93 m. I pilastri a fascio sono stilisticamente

Evidentemente nell'intervallo di tempo trascorso il piano di calpestio esterno si era di nuovo rialzato, mentre la quota della pavimentazione interna della chiesa si attesta su livelli non tanto più alti rispetto alla pavimentazione precedente. Infatti, al di sotto della soglia, sono state trovate strutture interpretabili come parti di scalinate per l'accesso, probabilmente integrate da elementi in materiale ligneo. Le manomissioni dovute alla costruzione delle strutture in muratura delle tombe rinascimentali ci hanno privato della possibilità di verificare la presenza di un secondo ingresso in facciata in asse con l'abside meridionale.

Interno della facciata. In primo piano e all'estrema destra dell'immagine sono visibili le tracce delle scalinate, gli ultimi gradini delle quali erano probabilmente in materiale deperibile.

La facciata362 , poggiante su una fondazione in ciottoli (USM 917), risulta costituita da blocchi

ben squadrati seppure di dimensioni non omogenee, disposti per filari perfettamente orizzontali, legati da malta rientrante. Il materiale è la pietra calcarea locale, sia bianca che rosa. La muratura risulta nel suo complesso molto ordinata e compatta, con paramenti perfettamente verticali e malta mai sovrabbondante. La soglia (USM 413) è ricavata in un unico blocco di calcare rosa, vi si riconoscono le tracce dei battenti degli alloggi dei chiavistelli verticali.

La pavimentazione, inizialmente non molto più alta di quella precedente363, era costituita da

enormi lastre in calcare rosso nella fascia sotto al presbiterio (USM 415), mentre nel resto della navata si è individuata una preparazione in malta su cui dovevano essere allettate lastre di minore spessore e dimensioni, così almeno appaiono nella piccola porzione di pavimentazione conservatasi quasi a ridosso della facciata. Al di sopra della pavimentazione USM 415 sono stati rinvenuti, in asse con la seconda abside, i resti di una struttura rialzata (USM 463) di incerta valutazione, forse quanto rimane di un apprestamento liturgico quale un ambone. Durante la costruzione delle strutture delle tombe rinascimentali è stata purtroppo asportata la muratura che raccordava il piano della navata con il presbiterio, divisi da un dislivello medio di 1.20 m. La struttura presenta quindi inizialmente un andamento “a catino” .

A sinistra, vista dall'alto da est verso ovest, immediatamente al di sotto del presbiterio quanto rimane della pavimentazione in grandi lastre USM 415 poi compromessa dalla costruzione delle tombe rinascimentali. A destra, lacerto di pavimentazione in lastre più sottili a ridosso della facciata.

Le due navate sono scandite da una serie di colonne alternate a pilastri con interasse regolare (4.40 m) di cui sono state ritrovate le basi, per gettare le quali si è intaccata la stratigrafia fino ai

livelli di fase 5. Una colonna ulteriore, ritrovata distesa, trova spazio in linea con le altre sul piano del presbiterio.

La serie di colonne e pilastri alternati.

Il piano di calpestio all'interno della chiesa è stato rialzato più volte: la base di una delle colonne si attesta chiaramente su una quota molto più alta, quasi a livello del presbiterio, la stessa quota alla quale si è trovato un lacerto di pavimentazione durante lo scavo dell'area oggi utilizzata come ingresso laterale sud della chiesa. Nell'ultima fase di vita dell'edificio è quindi stato ridotto il salto di quota piuttosto importante che separava l'aula dalla zona absidale, portando le quote all'incirca allo stesso livello.

Questo edificio era riccamente decorato: in situ è sopravvissuta la decorazione di una delle colonne con la parte inferiore di una figura umana, un'altra su uno dei pilastri dove si vede probabilmente la parte inferiore di un Cristo, mentre nel riporto di livellamento della fase successiva sono stati trovati numerosi conci decorati, provenienti sia da pareti che da volte, alcuni con più strati di decorazione sovrapposti.

A sinistra, la colonna dipinta prima della garzatura; a destra, uno dei conci decorati.

Purtroppo la stratigrafia della navata è stata fortemente manomessa durante la costruzione delle strutture relative alle tombe rinascimentali, ma si è in parte conservata nella zona dell'ingresso laterale sud della basilica attuale. Malgrado lo spazio molto ridotto e i tagli relativi ai pilastri della chiesa rinascimentale, è possibile recuperare da questa area alcuni dati importanti. Ad un primo livello pavimentale (USM 1170) con quote compatibili con la pavimentazione in navata, segue un rialzamento di una quarantina di centimetri testimoniato da un nuovo livello pavimentato da piccole lastre (USM 1152), che invece non ha lasciato tracce nell'aula. Queste strutture si appoggiano a sud ad una muratura poi rasata (USM 1160) che corre in senso est-ovest per poi, a est, piegare ad angolo retto verso nord, in linea con il limite della pavimentazione della navata USM 415. USM 1160 viene poi coperta da una muratura in senso nord-sud (USM 1153) recante sulla faccia interna una decorazione pittorica con un motivo a rosone centrale databile in via stilistica a fine XIV-metà del XV sec.

La presenza di queste strutture, difficilmente interpretabili se immaginate all'interno dell'aula, potrebbero invece essere pertinenti ad un ingresso laterale con forse una piccola scalinata,

funzione che risulterebbe così mantenuta anche nell'edificio successivo, quello odierno, confermando così la configurazione a due absidi dell'edificio.

5.1.1.1 Cronologia

Il ritrovamento di diverse monete sui piani di cantiere di questo edificio permette di proporre come termine post quem la fine del XIII secolo, attorno al 1290. Anche la datazione su base stilistica degli affreschi pertinenti questa fase non anticipa il limite cronologico di fine XIII secolo.