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Analisi dello sviluppo di nuove risorse

CAPITOLO III: Mediterraneo Orientale: Polveriera Economica

3.3 Analisi dello sviluppo di nuove risorse

Nell’ambito delle nuove risorse, il Mediterraneo risulta una zona abbastanza all’avanguardia e sempre alla ricerca di nuove disponibilità da cui trarne vantaggi economici.

In realtà, l’elemento che ha portato alla necessità di scoprire nuovi fonti da cui trarre benefici anche economici è da individuare nel problema di natura ambientale: l’inquinamento. Sebbene l’industria petrolchimica rappresenti una delle attività produttive più proficue per il Mediterraneo, essa d’altro canto rappresenta una vera e propria minaccia per l’ambiente, sia marino che terrestre.

Tale problematica si riscontra sia durante il trasporto di questi prodotti, che avvenendo prevalentemente via mare, produce all’anno una notevole quantità di versamenti di petrolio che inquinano inevitabilmente l’ambiente marino. Anche per quanto concerne la natura. Degli imballaggi degli stessi prodotti si può riscontrare una delle concause dell’inquinamento.

Il materiale con cui le merci vengono imballate, infatti, è la plastica. Anche essa, soprattutto in mare, corridoio prevalente per il commercio in queste zone, causa danni irrimediabili. Basti pensare che questa zona è la sesta per inquinamento di plastica nel mondo.

A tal fine si sono avviate una serie di politiche, come quella della blue economy, volte a ridurre l’impatto che i vari elementi della catena produttiva causano all’ambiente.

Un altro mezzo per fronteggiare tale problematica, riducendo così anche la difficoltà circa l’aumento del prezzo del petrolio e di quei prodotti cardine del Mediterraneo che, per la natura economica onerosa che hanno assunto hanno perso di concorrenzialità rispetto alle altre zone, si è ricorso allo sviluppo di nuove risorse “rinnovabili”, come quella elettrica.

Per quanto riguarda gli aspetti energetici, il Mediterraneo rappresenta il 7% per la fornitura globale di energia, il 6% delle emissioni di CO2 e l’8% degli investimenti mondiali per l’energia.

Un fattore importante per lo sviluppo nel campo della produzione dell’energia è la posizione geostrategica del Mediterraneo, crocevia tra Europa, Africa, Asia, rappresenta senza dubbio un corridoio importante per il trasporto energetico.

Seppur con potenzialità elevate, fino ai primi anni del 2000 si è prediletto l’utilizzo di materie petrolchimiche anziché quelle ad energia rinnovabile, rendendo queste risorse ben poco sviluppate ed usate tramite tecniche tradizionali, come l’energia idroelettrica e la biomassa.

Per quanto riguarda tecniche più innovative che prevedono lo sviluppo dell’energia eolica e solare fotovoltaico si è dovuto aspettare il XXI secolo.

Queste, inoltre, vengono utilizzate prevalentemente nella parte settentrionale del Mediterraneo, mentre quella orientale è rimasta prevalentemente ancorata a metodi più tradizionali.

In realtà, secondo le previsioni di Confindustria energia, circa lo scenario proattivo della regione Mediterranea, entro il 2040 si registrerà un’inversione di tendenza, che vedrà come cambiamento radicale la parte meridionale che risulterà produttrice principale di energia, rispetto anche alla parte settentrionale, con il corrispettivo aumento e decremento di domanda.

Ciò che evince da queste riflessioni è un aumento della domanda di risorse energetiche. A tal proposito, si è registrato uno sviluppo dell’energia solare come una nuova risorsa. In questo settore nel 2013 è stato ideato un progetto chiamato STS-Med –Small (scale solar district units for Mediterranean communities), finanziato dal Programma europeo ENPI CBC, che ha come obbiettivo primario quello di contribuire a promuovere il processo di cooperazione sostenibile e armonioso a livello di Bacino del Mediterraneo.

Nell’ambito energetico questo programma si pone come scopo quello di sfruttare tecnologie avanzate per l’utilizzo di energia solare come fonte primaria per soddisfare nel modo più esaustivo la domanda di energia, per ogni tipologia di servizio energetico (condizionamento, elettricità e trattamento acque), cercando di coprire sia quella del Mediterraneo che quella all’esterno di questa zona.

Attualmente questa regione è dotata di un grande potenziale di energia rinnovabile. Essa ha attirato una crescente attenzione da parte di attori sia pubblici che privati, sebbene diversi ostacoli ancora impediscano la transizione energetica nella regione, con notevoli differenze tra la sponda settentrionale e la sponda meridionale.

La pandemia COVID-19 in corso, la relativa crisi economica e lo shock dei prezzi del petrolio e del gas, che interessano l'intero bacino, hanno importanti implicazioni per le prospettive di transizione energetica.

Per poter far fronte a queste divergenze la cosa più ideale sarebbe quella di investire sulle energie rinnovabili.

Secondo uno studio dell’agenzia spaziale tedesca sarebbe sufficiente ricoprire il 2 % di pannelli fotovoltaici il deserto del Sahara per ricoprire la domanda energetica mondiale. Ciò sarebbe possibile in questa zona in quanto l’irradiamento solare presente nel Nord Africa è tra i più alti del mondo ed in media è 3 volte superiore rispetto agli standard europei. Per quanto concerne l’energia eolica, essa rappresenta una risorsa importante per questa zona da cui poter trarre notevoli vantaggi economici. Anche per l’energia eolica, il Nord Africa rappresenta uno dei territori migliori in quanto ha zone fortemente ventose come la costa

Sembra che la zona Mediterranea abbia iniziato a sfruttare queste risorse, aumentando conseguenzialmente anche il potenziale di energia eolica e solare, anche se il loro sfruttamento non è totale.

Basti pensare che il contribuito energetico di queste risorse in Paesi come l’Egitto, l’Algeria per esempio non raggiunge neanche l’1% rispetto all’energia totale prodotta. Il tutto nasce dall’impegno preso dagli Stati mediterranei di aderire agli accordi di Parigi, stipulati nel 2015 a cui aderiscono diversi stati mondiali.

Questi hanno come obbiettivo primario preservare l’ambiente e porre delle basi solide per fronteggiare i cambiamenti climatici. Tra i vari provvedimenti rientra anche la priorità di utilizzare risorse rinnovabili per produrre energia.

Se da un lato questo obbiettivo consente da un lato la possibilità di far sviluppare un’economia favorevole anche in Paesi come quelli del Mediterraneo orientale, tramite lo “sfruttamento” di elementi di natura naturale e geografica, dall’altro comporta per questi territori la necessità di richiedere il supporto di aziende transnazionali per quanto riguarda gli impianti per sviluppare tale energia ed i fondi per poter avviare tali attività. Il rischio, dunque, diviene un assoggettamento da parte di queste zone nei confronti di aziende non locali.

Affinché però queste nuove risorse possano effettivamente essere sviluppate e valorizzate al massimo, è necessario adeguare e promuovere soluzioni concrete anche in ambito legislativo.

Tra queste rientrano le misure per aumentare la chiarezza e la trasparenza delle regole. Tramite questo provvedimento si riuscirebbe a rendere la normativa che regola questo settore che possiamo definire a tutti gli effetti produttivo e fonte di economia, intellegibile.

Le varie compagnie energetiche internazionali che sono disposte ad investire in questo territorio, inoltre, dovrebbero avere dei provvedimenti al fine di fornire loro un supporto legale ed amministrativo adeguato.

Uno snellimento delle procedure sarebbe un altro strumento per migliorare l’efficacia di questo sistema in quanto le controversie che possono nascere sia tra le varie compagnie internazionali che tra queste e il territorio, sono molto comuni e di molteplice natura.

Tramite un adeguamento ed adozione di misure volte a migliorare la trasparenza ed i tempi per queste procedure, infatti, si assisterebbe ad un miglioramento della produttività.

Infine, tramite l’istituzione di sportelli unici si renderebbero più semplici i processi autorizzativi di progetti di energie rinnovabili.

Nell’ambito finanziario, invece, tra le soluzioni da promuovere rientrano le misure destinate a rafforzare la capacità delle banche locali di finanziare progetti di energie aumentabili ed a incoraggiare le transazioni con una valuta più stabile, ponendo infine delle norme per stabilire regimi fiscali favorevoli.

Il risultato che dovrebbe scaturire dalla concretizzazione di questi provvedimenti è un aumento notevole della competitività in questo ambito del Mediterraneo, rendendosi più attrattiva per le imprese transnazionali intente ad investire i propri fondi in questo settore. In questo modo, inoltre, si riuscirebbe a far fronte anche alla crescente domanda di energia sostenibile, sia sotto l’aspetto ambientale che economico.

CAPITOLO IV: I Paesi “terzi del Mediterraneo”: Egitto e

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