• Non ci sono risultati.

Analisi SWOT del sistema agroalimentare

Fonte: INEA.

4.1 Analisi SWOT del sistema agroalimentare

Nell’ambito delle attività volte alla realizzazione del Rapporto sullo Stato dell’Agricoltura 2010, l’INEA, nel mese di febbraio, ha realizzato una giornata di gruppo focus, mediante la tecnica di ricerca di progettazione partecipata, con le organizzazioni di categoria operanti nell’ambito della filiera agroalimentare43. L’obiettivo della giornata è stato quello di effettuare una riflessione comune, con gli operatori del settore, mediante l’approccio di analisi SWOT, sui punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce del sistema agroalimentare italiano.

Ai fini del lavoro, i risultati della giornata sono stati considerati come un elemento propedeutico all’individuazione di una rosa di focus tematici da inserire nel Rapporto sullo Stato dell’Agricoltura 2010. Le idee degli operatori del sistema agroalimentare non sono risultate sempre convergenti. Ciò nonostante, l’analisi è stata condotta cercando di mettere a sintesi le posizioni di tutti i presenti al gruppo focus e i diversi fabbisogni espressi sono stati prima analizzati singolarmente e poi riorganizzati secondo le seguenti cinque aree omogenee riportate di seguito.

Dimensione aziendale/economie di scala. Da diversi partecipanti al gruppo focus è stato posto l’accento sulla problematica delle economie di scala dell’agricoltura italiana. Infatti, l’eccessiva polverizzazione dell’aziende agricole pone delle difficoltà sia di relazioni con il settore a valle sia in termini di capacità competitiva dei prodotti italiani sullo scenario internazionale. In particolare, la GDO ha necessità di prodotti agricoli di qualità, ma anche quantitativamente adeguati alle proprie esigenze di continuità dei flussi di vendita. Di fatto, le aziende italiane, pur stando nel gruppo di testa sulla scena mondiale, hanno difficoltà competitive rispetto ad altri operatori internazionali.

In generale, le aziende italiane soffrono di costi legati alle economie di scala e ciò si traduce in costi più elevati e difficoltà di capacità di risposta alle sollecitazioni del mercato. D’altro canto, questa ridotta capacità aziendale è avvertita con maggiore problematicità in considerazione delle difficoltà infrastrutturali

42

Si ringrazia il dott. Gerardo de Luzemberger per aver contribuito alla realizzazione del focus group. Si ringrazia, inoltre, la dott.ssa Alessandra Pesce per gli utili suggerimenti alla realizzazione della parte.

43

Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Copagri, Legacoop, Fedagri- Confcooperative, UNCI Coldiretti; Agrital, Federalimentare, Federdistribuzione.

76 in molte parti del Paese. I partecipanti alla giornata di focus group hanno posto l’accento sulla necessità della politica di dare risposte su quest’ultimo aspetto.

Alla luce di quanto detto nel corso dell’incontro la dimensione aziendale può essere sintetizzata in: punti di

forza: la capacità del sistema di saper “soffrire” in fasi congiunturali sfavorevoli; punti di debolezza: scarse

economie di scala e costi di gestione troppo elevati; opportunità: allargamento della struttura fondiaria. Infatti, la struttura fondiaria dovrebbe essere supportata dalla politica fondiaria non solo attraverso la proprietà ma anche gli affitti. Infine, l’aggregazione dovrebbe essere incentivata in tutte le forme (cooperazione, OP, e altro) e a tutti i livelli della filiera, in ragione delle opportunità di crescita per l’intero settore. Quindi l’aggregazione è una opportunità, salvo saperla gestire! minaccia: la volatilità del mercato. Per una struttura di piccole dimensioni e sostanzialmente rigida come quella delle aziende agricole italiane la volatilità diventa un elemento molto più rischioso.

Qualità dei prodotti. L’Italia è un paese ricco di prodotti di qualità e ciò è tanto più vero se prendiamo a

riferimento l’elevato numero di prodotti italiani che hanno ricevuto il riconoscimento comunitario di DOP e IGP. Questo è un segnale di come le aziende italiane siano in linea con un modello di sviluppo che comprende un pacchetto: territorio-agricoltura-cultura-tradizione.

In relazione alla possibilità di sviluppo dell’agricoltura italiana attraverso la valorizzazione qualitativa dei prodotti, le organizzazioni agricole partecipanti al gruppo focus hanno espresso la seguente griglia di valutazioni: punti di

forza: la riconoscibilità del prodotto italiano (Made in Italy) sul mercato nazionale ed internazionale. Infatti,

anche la distribuzione moderna è sempre più sensibile non solo ai quantitativi offerti, ma anche alla qualità dei prodotti. Ciò è testimoniato dal numero sempre maggiore di DOP e IGP presenti sui lineari dei punti di vendita. Molti operatori hanno posto l’accento sulla necessità del settore di ridurre le inefficienze in quanto il consumatore non è disposto a pagarle! Punti di debolezza: costi elevati e scarsa aggregazione/cooperazione. Un’altra difficoltà contingente è la difficoltà di accesso al credito. Difficoltà di accesso delle aziende agricole sui banchi della distribuzione moderna a fronte dell’importante processo di internazionalizzazione del settore a valle. Opportunità: La GDO è sempre impegnata nella valorizzazione delle DOP-IGP, agricoltura biologica e creare delle vere e proprie nicchie di qualità. Minacce: La grande distribuzione, anche nel nostro Paese, cresce sempre di più (oltre 200 mq per 100 abitanti) e cerca di fidelizzare i clienti attraverso carte fedeltà e

private label. Alcuni operatori hanno sostenuto, nel corso dell’incontro, come GDO attragga i clienti molto

spesso per la convenienza piuttosto che per la qualità dei prodotti44. Quindi, in molti casi i consumatori, acquistando di frequente prodotti sotto prezzo, fanno fatica a capire il vero valore del prodotto. In molti casi, alcuni prodotti freschi/deperibili vengono venduti sotto costo ad inizio di campagna e ciò porta alla necessità di mantenere quel prezzo per tutta la campagna di commercializzazione.

44

77 Volatilità dei mercati. La volatilità dei mercati degli ultimi anni e la trasmissione dei prezzi su scala domestica pongono gli agricoltori italiani/comunitari di fronte ad uno scenario del tutto nuovo e molto più incerto del passato, nel quale le variabili da prendere a riferimento sono molteplici: prezzo del petrolio,

biofuel, cambiamento climatico, fattori demografici, formazione degli stock di derrate alimentari, etc.

Alla luce di questa generale incertezza, il rischio per le aziende italiane è di trovarsi senza “salvagente” nel momento in cui si dovesse verificare una fase di particolare difficoltà sui mercati.

Partendo da ciò, gli operatori della filiera partecipanti al focus group hanno messo in evidenza come a fronte di crisi di mercato, la debolezza per l’agricoltura italiana è la difficoltà di confrontarsi sui mercati internazionali a fronte di costi di produzione sostenuti. Punti di forza: qualità dei prodotti che dovrebbe permettere di sfuggire da spirali di mercato particolarmente negative. Opportunità: Strumenti di compensazione: assicurazioni, fondi di mutualità, così via. Minacce: azioni speculative sul settore agricolo. Competitività. L’agricoltura italiana mostra sempre più difficoltà sullo scenario internazionale a fronte di una concorrenza estera (soprattutto extracomunitaria) sempre più agguerrita ed organizzata. Di fatto a volere stabilire dei punti di forza e di debolezza dell’agricoltura italiana bisogna fare una contestualizzazione del settore all’interno del più generale sistema economico nazionale. Ovvero, a fronte di punti di forza afferenti alla qualità dei prodotti agricoli alla percezione della qualità dei nostri prodotti sul mercato internazionale (ciò confermato dall’elevato volume di affari su scala mondiale dei cosiddetti Italian

sounding), l’agroalimentare italiano si trova ad operare in un sistema economico nazionale che è,

complessivamente, in difficoltà, con una infrastrutturazione logistica del Paese a “macchia di leopardo”. Andando invece a considerare le questioni più propriamente endogene al settore, un grosso problema per le aziende italiane è la difficoltà di confrontarsi sui costi: infatti, gli agricoltori italiani hanno molti più vincoli sul fronte dei costi sociali (lavoro, tassazione, e così via) e una eccessiva frammentazione poderale e organizzativa. Un altro fattore di debolezza è la scarsa innovazione di processo e di prodotto. Ciononostante, ci sono delle eccellenze di filiera che riescono ad arrivare in fondo al percorso (sul mercato) con facilità, a recuperare valore aggiunto. Delle opportunità per il sistema agricolo nazionale (e comunitario) possono venire dalla PAC post 2013, quando il venir meno degli aiuti comunitari potrebbe porre le aziende agricole di fronte alla necessità di iniziare ad orientarsi verso un sistema più competitivo e moderno. Quindi il post 2013 è stato considerato da alcune organizzazioni agricole, come un momento importante da cui ripartire! Altre opportunità potrebbero venire dalla “partita” sulla contraffazione all’interno del Doha Roud, nella quale le lobby agricole comunitarie dovrebbero essere quanto più possibili coese per cercare di “forzare” per avere almeno 30-40 prodotti europei protetti e la cui contraffazione dia seguito a sanzioni reali. La minaccia è il perpetuare della crisi economica e il rischio che i consumatori italiani pongano sempre più attenzione al fattore prezzo dei prodotti agroalimentari piuttosto che al fattore qualità (rischio della “terzomondizzazione” dei consumi italiani).

78 Rapporti lungo la filiera. L’organizzazione della filiera è un elemento di fondamentale importanza per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari. Gli intervenuti all’incontro di gruppo focus sono tornati in più occasioni, e con diverse accezioni, sulle tensioni dei rapporti tra gli operatori lungo la filiera. Di fatto, gli

stakeholders invitati all’incontro hanno sottolineato come una grossa difficoltà per i prodotti agroalimentari

italiani sia la rigidità delle relazioni di filiera e l’assenza in molti casi di rapporti di reciprocità lungo la filiera! Partendo da queste evidenze si è potuto individuare come gli operatori considerino gli attuali punti di forza della filiera dei prodotti agroalimentari italiani la percezione positiva del made in Italy, sia dal consumatore nazionale che da quello internazionale. I punti di debolezza sono legati a “filo doppio” con l’attuale periodo di crisi. Infatti, in una situazione come quella attuale di difficoltà, i primi dati del 2009 e le anticipazioni del 2010 potrebbero mostrare una situazione di generale perdita, grosso modo, a tutti i livelli della filiera. La minaccia potrebbe venire dal processo di internazionalizzazione della GDO che potrebbe creare delle ulteriori difficoltà di accesso al mercato da parte dei produttori nazionali. Minacce inoltre potrebbero venire dal mal funzionamento del mercato, ad esempio i termini di pagamento delle forniture.

Le opportunità potrebbero derivare, invece, dalle innovazione come fattore per entrare in campi nuovi e recuperare all’interno della filiera dei margini di redditività degli agricoltori rispetto al trasformatore e distributore.

BOX1- Analisi SWOT del sistema agroalimentare italiano: risultati del focus group INEA (febbraio 2010)

Forza Debolezza Opportunità Minacce

Qualità/caratteristiche prodotti Rapporti di mercato (bolla speculativa)

Cooperazione (Riduzione frammentazione)

Rapporti di mercato (Bolla di mercato )

Attenzione GDO a qualità prodotti (DOP, IGP, Biologico, ecc.)

Costi di produzione Potenziamento strumenti finanziari su cooperazione esistente

Accesso al credito (banche)

Tenacia aziende nonostante la crisi Crisi congiunturale e crisi strutturale

Innovazione Grande diffusione GDO (rapporto per abitante elevato)

Flessibilità di sistema Rapporto con GDO Economie di scala (aggregazione)

Gestione commerciale prodotti (sottocosto)

Eccellenze: organizzative e capacità di costruire sistemi produttivi

Frammentazione offerta (problema anche per la GDO)

PAC 2013: Incentivazione agricoltura competitiva

Difficoltà del sistema Paese Anticiclicità (anche se si resiste in crisi

non si cresce in espansione)

Dimensione fondiaria (non solo di proprietà ma anche in affitto)

Contraffazione (opportunità nel Doha round)

Volatilità dei mercati e dei prezzi GDO utilizza prodotti di qualità

come prodotti civetta

Margini da recuperare sui costi di produzione

Concorrenza paesi terzi a costi inferiori

Declino margini di utile dei produttori

Speculazione sul food Disattenzione della politica Crisi dell’intera filiera

Rigidità nelle relazioni di filiera Selezione inversa (saltano i migliori perché hanno costi maggiori) Difficoltà delle aziende a

rientrare dai costi

Disorganizzazione dei produttori agricoli

Dimensioni di scala Dotazione di infrastrutture Ridotta capacità di innovazione

79 Sulla base delle risultanze del gruppo focus il Rapporto sullo stato dell’Agricoltura del 2010 ospita tre approfondimenti: la competitività delle aziende agricole italiane (par. 4.2); i rapporti di filiera (par. 4.3) con un caso studio specifico, ossia la filiera pasta; la volatilità dei prezzi (par. 4.4).