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Gli andamenti di mercato »

3. Produzione e redditività del settore agricolo »

5.1. I bovini e la carne bovina »

5.1.2. Gli andamenti di mercato »

Dopo una serie di anni prevalentemente con prezzi in crescita, ed in parti- colare l’ultimo biennio caratterizzato da aumenti molto sostenuti, i diversi capi bovini e i principali tagli erano arrivati nel 2012 a livelli decisamente elevati; non fa quindi meraviglia constatare che il 2013 sia stato un anno in frenata, con taluni segni negativi e, anche dove le variazione sono positive, general- mente ben inferiori rispetto all’anno precedente.

La flessione più netta è chiaramente quella del listino delle vacche di razze da carne, che lasciando sul terreno in media 17 centesimi per kg perdono tutto quanto avevano guadagnato tra il 2011 e il 2012. È vero peraltro che questa categoria di animali è quella che ha mostrato nel tempo gli incrementi più con- sistenti: il prezzo del 2012 rappresentava oltre il doppio di quello segnato dieci anni prima, e malgrado la riduzione annua del 10% il dato del 2013 rimane quasi del 60% superiore a quello del 2003.

I vitelli da macello, dal canto loro, hanno subito una riduzione di prezzo tra il 2012 e il 2013 pari ad appena l’1,3%, ma in questo caso venivano da un dato precedente pressoché stazionario: questa quotazione in effetti è cresciuta fino al 2009, dopo di che si assiste a fluttuazioni attorno a 3,80-3,85 euro per kg. Il progresso in un decennio è quindi ben più modesto, pari al 12,9% ossia me- diamente all’1,2% all’anno, che però deriva da una media dell’1,9% tra il 2003 e il 2009 e appena dello 0,3% di lì al 2013.

Le due tipologie merceologiche di vitelloni che teniamo sotto osservazione, ossia i Limousine da un lato e gli Charolaise e incroci dall’altro, hanno avuto evoluzioni contrastanti, con i capi più pregiati in progresso del 3,7% e quelli di minor apprezzamento che sono invece calati del’1,8%. Anche nel medio pe- riodo il divario tra le due razze si va accentuando, poiché nell’arco dell’ultimo decennio i Limousine hanno mostrato un incremento medio annuo di prezzo del 2,7%, contro il 2,3% degli Charolaise.

In generale gli aumenti dei listini dei capi vivi si amplificano passando ai rispettivi tagli, come già era accaduto nel 2012; il fatto che nel 2013 la quota- zione media dei quarti posteriori di vitellone sia aumentata assai di più rispetto a quella delle mezzene, cosa che non si riscontra invece osservando l’evoluzione su un decennio, conferma che nell’ultimo anno si è rafforzata la differenziazione verticale di prodotto.

L’osservazione dei dati mensili per il prezzo delle vacche mostra che i pro- cesso di riduzione di questo listino è assai più profondo di quanto il semplice

IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2013

raffronto tra le medie annuali suggerisca; in pratica la diminuzione è iniziata nel settembre 2012 e, salvo una momentanea interruzione nei mesi di aprile e maggio 2013, è proseguita con continuità, tanto che il dato di dicembre 2013 si colloca a 1,35 €/kg, ossia il prezzo di chiusura d’anno più basso dopo il 2009 (figura 5.1). Infatti, tra dicembre 2012 e 2013 il calo di prezzo è stato del 18%, che diviene del 25% se come mese di partenza si prende agosto 2012.

Per quanto riguarda i vitelloni, la diversa evoluzione tra la razza più pregia- ta e quella più economica emerge in modo molto chiaro dal susseguirsi dei va- lori mensili. Infatti le due serie seguono un andamento a grandi linee comune, con un calo fino a luglio e un successivo recupero, ma mentre per i Limousine la variazione tra dicembre 2012 e luglio 2013 è del -2,6%, essa arriva al -6,0% per gli Charolaise. Anche la crescita nella seconda parte dell’anno è stata più marcata per quest’ultima categoria, essendo (tra luglio e dicembre) dell’8,7% per la razza più commerciale e del 3,6% per quella più ricercata; se ciò non è bastato a far risalire la media annuale della Charolaise sopra il dato del 2012, è però stato efficace nel ridurre il divario che si era scavato in modo sempre più netto tra i prezzi delle due categorie. Infatti a gennaio 2012 il differenziale, a favore dei Limousine, era del 10% netto, era salito nel corso dell’anno fino al 14,7% di dicembre e poi ulteriormente arrivando al massimo con il 19,5% a maggio 2013, ma da allora iniziava a ridursi scendendo al 13,3% in dicembre. Figura 5.1- Prezzi medi mensili all’ingrosso dei bovini da macello: gennaio 2004-dicembre 2013 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50

gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 gen-11 gen-12 gen-13

Eur

o

/kg

Vacche razza nazionale Vitelloni maschi: Limousine

Vitelloni maschi: Charolaise Vitelli

Fonte: Nostre elaborazioni su dati C.C.I.A.A. di Modena.

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

I listini dei vitelli da macello hanno ritrovato, a partire dal 2010, il tipico andamento di prezzo discendente nel primo semestre e ascendente nel secon- do; ciò si è confermato anche nel 2013 ma, mentre l’anno precedente il ramo discendente della “V” era stato più profondo rispetto al successivo ramo ascendente, al contrario nel 2013 la seconda parte dell’anno ha visto crescere il listino ben più di quanto esso fosse calato nella prima parte. Infatti partendo da 3,82 euro per kg in gennaio, che costituiva il punto più basso per questo mese dell’anno dopo il 2009, la quotazione scendeva ancora fino a toccare i 3,56 eu- ro a luglio, con una perdita in sette mesi del 6,7%, ma sono poi bastati due me- si per recuperare questa riduzione, fino a che in dicembre il prezzo arrivava a 4,14 euro, ossia l’8,5% in più di un anno prima e il 16,3% al di sopra della quotazione di luglio.

Come già nel 2011 e nel 2012, anche nel 2013 l’evoluzione dei prezzi dei principali tagli di carne bovina ha in parte seguito quella osservata per i capi vivi, presentando tuttavia alcune specificità (figura 5.2). L’andamento generale delle mezzene di vitellone di 1aqualità, in verità, non si è differenziato molto da quello dei corrispondenti capi vivi: anche qui si è osservata una riduzione tra la fine del 2012 e il luglio 2013, che si colloca in posizione intermedia tra quelle presentate dalle due categorie di vitelloni da macello, arrivando al 4,6%, Figura 5.2- Prezzi medi mensili all’ingrosso di alcune categorie merceologiche di carne bo- vina: gennaio 2004-dicembre 2013

3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00

gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 gen-11 gen-12 gen-13

Eur o /k g Vitellone: quarti posteriori 1° qualità Vitellone: mezzene 1° qualità Vitello: selle 1° qualità

Fonte: Nostre elaborazioni su dati C.C.I.A.A. di Modena.

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mentre la ripresa degli ultimi 5 mesi si è quantificata nel 6,9%, cosicché il prezzo di dicembre 2013 ha superato quello del 2012 del 2% netto. Un po’ più intensa è stata la crescita di prezzo nei dodici mesi per i quarti posteriori (+2,3%), soprattutto in virtù di un minor calo nei primi sette mesi (-1,5%), an- che se poi il recupero nella seconda parte dell’anno è stato meno marcato. Si conferma così, analogamente a quanto visto per i capi vivi, che i tagli più pre- giati non solo hanno un’evoluzione tendenzialmente più favorevole, ma pre- sentano anche una minore variabilità stagionale.

Il prezzo dei tagli pregiati di vitello assume invece un andamento nel 2013 affatto diverso da quello dei capi vivi. Nel complesso dell’anno esso cresce del 10,2%, e quella che per i tagli di vitellone era stata una fase calante fino a lu- glio, presenta qui un andamento stazionario per i primi quattro mesi dell’anno e una lieve flessione a maggio, ampiamente recuperata già a giugno, crescendo poi nel secondo semestre al ritmo dell’1,4% medio al mese.