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Lo scenario comunitario »

2. Le politiche comunitarie e nazionali »

2.1. Lo scenario comunitario »

L’Unione Europea nel 2013 si è ulteriormente allargata con l’ingresso dal primo luglio della Croazia che ne è diventata il ventottesimo stato. La Croazia è il primo paese dei Balcani occidentali a farne parte e il secondo paese dell’ex-Jugoslavia con una recente esperienza di guerra. In realtà questo nuovo ampliamento è controbilanciato da un’ondata di euroscetticismo senza prece- denti che caratterizza trasversalmente tutta l’UE. Nel 2013 il Regno Unito ha chiesto ripetutamente misure per la competitività, in mancanza delle quali, in- dirà un referendum per l’uscita dall’UE. In novembre, durante i negoziati per la formazione di un governo di coalizione, la Germania aveva proposto di in- serire un referendum nazionale da tenere sulle decisioni europee più rilevanti. L’Irlanda ha deciso di far votare i propri cittadini sul Fiscal Compact anche se l’esito, però, non sarà determinante poiché per la ratifica basteranno 12 firme su 25 Stati. L’Islanda ha annullato il referendum per entrare a far parte dell’UE che aveva richiesto nel 2010; la principale questione economica è legata alla quota della pesca e i cittadini, anche se contrari all’adesione, vorrebbero eser- citare il loro diritto al voto. Voci critiche molto forti, inoltre, si sono levate da più parti, compreso in Italia, nei confronti delle rigide regole di bilancio, con- siderate le vere cause della crisi che sta interessando gran parte dei paesi euro- pei.

Nel frattempo la crisi economica continua a essere persistente e nel 2013 l’area Euro mostra segnali di criticità con un calo del PIL dello 0,5%, solo lie- vemente più basso dello 0,6% del 2012, mentre l’UE-28 torna in territorio po- sitivo anche se con un contenutissimo +0,1%. Nel 2013 l’occupazione conti- nua a evidenziare segnali negativi e in peggioramento rispetto al 2012: l’occupazione diminuisce dello 0,9% nell’area Euro, mentre aveva registrato un -0,7% nel 2012, e dello 0,4% nell’UE-28, contro un -0,2% nel 2012.

IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2013

to dal Consiglio il regolamento che stabilisce il Quadro Finanziario Plurienna- le (QFP) per il 2014-2020. Il nuovo bilancio dell’Unione fissa in termini legali l’accordo politico raggiunto, il 27 giugno scorso, dai tre presidenti del Consi- glio dell’UE, del Parlamento Europeo e della Commissione Europea. Il rego- lamento conferma i massimali dell’accordo dell’otto febbraio 2013, anche se il Parlamento Europeo aveva rigettato il bilancio con richieste di maggiore fles- sibilità, l’aggiunta di una clausola di revisione intermedia, trasparenza del bi- lancio e sulle risorse proprie. Il percorso negoziale sul QFP si è sviluppato pa- rallelamente e contemporaneamente a quello sull’impianto normativo della fu- tura Politica Agricola Comunitaria, approvata il 20 novembre scorso dal Par- lamento Europeo, ratificata a dicembre dal Consiglio, che entrerà in vigore a partire dal gennaio 2015, e di cui si parlerà in dettaglio nel paragrafo 2.2.1.

Il Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 è il quinto nella storia dell’Unione e si diversifica dagli altri per tre aspetti in particolare: per la prima volta viene effettuata una riduzione delle risorse messe a disposizione delle politiche europee; prevede stanziamenti per una Unione allargata a 28 paesi; il bilancio sarà oggetto di regolamento e, quindi, direttamente applicabile e vin- colante per tutti gli Stati Membri. L’accordo è stato faticosamente raggiunto e rappresenta un compromesso tra l’esigenza di risanamento di bilancio degli Stati Membri con la possibilità di mobilitare la spesa a sostegno della crescita, dell’occupazione, della competitività e della convergenza secondo le linee det- tate dalla strategia di Europa 2020.

Alcuni paesi, con in testa il Regno Unito, affinché fossero visibili gli sforzi di risanamento anche nel QFP, hanno ottenuto un taglio, intorno al 4%, rispet- to al periodo di programmazione precedente (2007-2013), per un totale di -34 miliardi di euro. Il totale degli stanziamenti per gli impegni nell’UE-28 è di 960 miliardi di euro, che rappresentano l’1% del reddito nazionale lordo (RNL) totale dell’UE, mentre sono 908 miliardi di euro gli stanziamenti per pagamenti che ammontano a circa lo 0,95% sempre del RNL. Dunque un ri- dimensionamento deciso rispetto agli stanziamenti crescenti che, invece, erano stati previsti dalla Commissione Europea e pari a 1.033 miliardi per l’UE-28, compresa la Croazia. La Rubrica della Crescita intelligente e inclusiva rimane la prima voce di spesa nel bilancio comunitario e passa dal 45% al 47% del bi- lancio complessivo, con l’incremento più importante per la sotto-rubrica Competitività per la crescita e l’occupazione che assorbono +34 miliardi di eu- ro, rispetto al periodo precedente (2007-2013). Si tratta di una crescita signifi- cativa di risorse destinate alle spese in settori quali ricerca, innovazione e istruzione, nell’ambito dei programmi Horizon 2020 ed Erasmus Plus.

Il peso della Rubrica Crescita sostenibile e risorse naturali, invece, si riduce e passa dal 42% al 39%, con un calo consistente dei finanziamenti, fra cui, 36

2. LE POLITICHE COMUNITARIE E NAZIONALI

come vedremo, proprio quelli per la Politica agricola. Nel nuovo bilancio dell’UE sono quindi la Rubrica Crescita sostenibile e risorse naturali (la PAC in particolare), e la sub-Rubrica Coesione, le due voci principali di spesa anche se che subiscono una calo rispettivamente dell’8% e dell’11%, per un ammon- tare di quasi 80 miliardi, rispetto ai finanziamenti del periodo 2007-2013.

Tutti i principali paesi che contribuiscono al bilancio comunitario hanno fatto registrare un aumento dei versamenti nel confronto tra i due periodi di programmazione. Italia e Belgio sono le eccezioni e in particolare per il nostro paese i contributi scendono da 4,5 miliardi di euro annui versati mediamente nel periodo 2007-2013, a 3,8 miliardi di euro annui nel 2014-2020. L’effetto è dovuto a diversi fattori fra cui il peggioramento del RNL, che è alla base dei criteri di finanziamento delle risorse di bilancio. La riduzione degli stanzia- menti per il QFP determina un calo della quota di trasferimenti che il nostro paese deve all’UE. La proposta della Commissione determina l’incremento di risorse in alcuni ambiti, in particolare, in relazione alla PAC, l’allungamento del meccanismo di convergenza da 4 a 6 anni nel Primo Pilastro (illustrato nel paragrafo 2.2.1), l’assegnazione specifica di 1,5 miliardi di euro per lo Svilup- po Rurale e dell’assegnazione di 500 milioni di euro nell’ambito della Politica di Coesione. Il risultato è da ritenere positivo per l’Italia, che all’inizio del ne- goziato ipotizzava un saldo netto negativo pari a quasi 6 miliardi di euro.