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Antroponimi

Nel documento Indice Introduzione (pagine 67-73)

Un elemento interessante da analizzare e sul quale vale la pena soffermarsi è rappresentato dai nomi dei personaggi. Relativamente agli antroponimi presenti nella versione originale di Christ in Concrete, è possibile individuare tre tendenze: la presenza di nomi italiani che − nonostante il contesto anglofono − non hanno subito variazioni (<<Luigi>> e <<Pietro>>, ad esempio, nome − quest'ultimo − che peraltro doveva risultare piuttosto familiare all'autore); nomi <<inglesizzati>>, seppur appartenenti a personaggi di origini italiane (<<Nick>>; <<Paul>>; <<Mike>>; <<Patsy>>); nomi italiani che hanno subito le storpiature tipiche della dizione e dell'ortografia degli italoamericani (<<Geremio>>; <<Conchettina>>).

1 È per comodità, che nel testo si fa spesso riferimento ad un traduttore singolo, piuttosto che ad una coppia di traduttori, sebbene − come esplicitato − la traduzione di Christ in Concrete sia in realtà il frutto di una collaborazione tra Bruno Maffi, che ne è stato l'autore principale, ed Eva Amendola.

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2 La tabella non è comprensiva dei nomi di tutti i personaggi citati nel romanzo; vi sono stati inseriti solo quelli ritenuti più emblematici.

2Christ in Concrete Cristo fra i Muratori

• Geremio • Annunziata • Paul/Paulie • ci' Luigi • Vincenzo Nazone • Julio Snoutnose • Nick the Lean

• Mike the Barrel-mouth • Salvatore Four-Eyes • Nick the Lucy • Hunt-Hunt • Black Mike • Yellow-Fever Giuseppe • Orangepeel-Face • Head-of-Pig

• the Regina Giovanni • Theresa the Meatball • Grazia la Caffone • Tomas • Cola • Patsy • Patsy • Lazarene • Pietro • Katarina • Annina, Lucia, • Geremia • Nunziatina • Paolo/Paolino • zi' Luigi • Vincenzo Nasone • Giulio Proboscide • Nicola Quaresima • Michele Sparafucile • Salvatore Quattrocchi • Nicola La Lucia • Caccia-Caccia • Michelaccio • Giuseppe Febbregialla • Scorzadarancio • Cap'-e-Lignammo • Regina Giovanni • Teresa Cuòfano-e'-Ciccia • Grazia la Cafona • Tommaso • Nicoletta • Pasca'/Pascale • Patrizio • Lazzarino • Pietro • Catarina • Annina, Lucia,

68 Il traduttore ha quindi fondamentalmente riportato i nomi alle origini,

traducendo talvolta − secondo una consuetudine del tempo − anche nomi che non necessariamente richiedevano una italianizzazione. È il caso per esempio di <<Lazare Molov>> − di origini russe − che nella versione italiana diventa <<Lazzaro Molov>>; <<Cristoforo, Cecco e Beniamino>> sono invece gli italianissimi equivalenti di <<Christy, Chicken, Benny O'Gahtz>>, irrequieti ragazzini delle case popolari di cui − specie per l'ultimo dei tre, il cui cognome inizia con la caratteristica O apostrofata − è facile ipotizzare discendenze irlandesi; non era insolito infatti che irlandesi e italiani condividessero gli spazi dei tenements. Giorgio, Jospeh, Adela, Johnny, Geremino • Giuseppe • Alfredo, Bastian, Amedeo

• the Farabutti family • the Cripple • Christy, Chicken, Benny O'Gahtz • Louis Molov • Lazare Molov • Master Fausta • Anzolotti • Philomena • Conchettina Giovanni, Giuseppe, Adele, Giannino, Geremino • Giuseppe • Bastiano, Emmanuele, Amedeo • la famiglia Gabutti • la Sciancata • Cristoforo, Cecco, Beniamino • Louis Molov • Lazzaro Molov • Mastro Fausto • Angiolino • Filomena • Concettina

69 <<Patsy>> è <<Pascale>>, muratore italiano − o perlomeno così si

deduce dalla traduzione − e <<Patsy>> è anche <<Patrizio>>, il figlio dei Passwater, anche questi probabilmente originari dell'Isola di Smeraldo:

Patsy hurled his shovel to the floor and gesticulated madly. "The padrone Murdin-sa tells me, 'Too much, too much! Lil' bit is plenty!' And you tell me I'm stingy! The rotten building can fall after I leave!" (Di Donato, 2004: 5)

Pascale buttò la pala e gesticolò frenetico: <<'U padrone non fa che gridare: Troppo ne metti, troppo, basta poco! E vuie: Più cemento, più cemento! Io, se crolla dopo finito, me ne frego.>> (Di Donato, 1961: 9)

[...] and beside him was Grazia, and around the end were Amedeo, Yellow-Fever Giuseppe, his daughter Susie, then was Passwater's son Patsy (who sought Susie for dishonorable purposes and proved a constant gall to her father) [...] (Di Donato, 2004: 184)

[...] Grazia e, all'estremità della tavola, Amedeo, Giuseppe Febbregialla, sua figlia Susanna, Patrizio il suo spasimante [...] (Di Donato, 1961: 191)

Nel testo italiano viene meno l'informazione relativa all'appartenenza alla famiglia Passwater e Patsy/Patrizio è presentato, inoltre, solo come un innocente spasimante, privo delle intenzioni disonorevoli cui si allude nella versione originale.

Creano qualche perplessità le scelte traduttive relative alla trasposizione dei nomi di due degli otto figlioletti di Geremio e Annunziata:

Paul Annina Lucia Giorgio Joseph Adela Johnny Geremino (Di Donato, 2004: 51)

Paolino Annina Lucia Giovanni Giuseppe Adele Giannino Geremino (Di Donato, 1961: 56)

<<Giorgio>>, nome familiare a qualsiasi lettore italiano, viene infatti trasformato nella traduzione in <<Giovanni>>, e <<Johnny>> diventa

70 − giustamente − <<Giannino>>, che è però sostanzialmente un'altra

versione del nome <<Giovanni>>.

Nella prima sezione del terzo capitolo di Christ in Concrete, intitolato Tenement, troviamo − tra gli abitanti delle case popolari − i <<Farabutti>>, la famiglia con la casa odorosa di frittata e di sigari; nel testo d'arrivo, il nome della famiglia viene cambiato in <<Gabutti>>, cognome peraltro particolarmente ricorrente in Piemonte. L'ipotesi è che il nome utilizzato nella versione originale venga inevitabilmente associato, da un orecchio italiano, al vocabolo <<farabutto/i>>, che ha notoriamente un valore spregiativo, e che per questo motivo il traduttore abbia preferito sostituirlo con un cognome privo di particolari connotazioni e, appunto, piuttosto diffuso in Italia. Sono diversi, i personaggi di Christ in Concrete ai quali sono stati attribuiti dei soprannomi. Di alcuni di questi se ne possono intuire i motivi, ad esempio è possibile che <<Julio the Snoutnose>> sia stato chiamato così a causa di un naso assai importante, e che <<Nick the Lean>> sia un tipo pallido, con le guance scavate e le costole in evidenza, il significato del vocabolo inglese <<lean>> è infatti <<magra>>, nell'accezione di <<penuria; carestia>>, la Quaresima − termine utilizzato nella traduzione italiana (<<Nicola Quaresima>>) − è in effetti un periodo di penitenza, durante il quale, secondo i dettami della religione cattolica, viene praticato il digiuno. E, ancora, ci si immagina che <<Orangepeel-Face>> abbia magari la faccia butterata − proprio come la scorza di un'arancia − a causa delle cicatrici lasciategli dal vaiolo o da una violenta acne giovanile; <<Yellow-Fever Giuseppe>> è invece itterico − questo ce lo suggerisce lo stesso Di Donato: <<Yellow-Fever Giuseppe, a short square-jawed jaundiced member of the corporation>> (Di Donato, 2004: 76) − ed è quindi per il suo colorito giallognolo che gli è toccato l'appellativo di <<Febbregialla>>; si può infine ipotizzare che i modi poco delicati siano stati la ragione per la quale Grazia è stata ribattezzata <<la Caffone>>, nome che, in particolare nel testo in italiano (<<Grazia la Cafona>>), diventa praticamente un ossimoro. L'interpretazione di

71 altri soprannomi − come <<Hunt-Hunt>> e <<Nick the Lucy>> −

risulta invece più enigmatica.

In merito alla questione della traduzione degli antroponimi, Jana Králová scrive:

In ogni lingua ci si chiede spesso, in relazione ai nomi propri, se sia necessario tradurli o meno. Purtroppo non esiste una risposta generale, poiché la macro e la microstruttura di ogni testo richiedono decisioni diverse. Per esempio, lo stesso testo inteso per un pubblico differente può richiedere la traduzione dei nomi propri in un caso e la loro conservazione in un altro. [...] I nomi propri comunemente usati nella realtà [...] hanno come unico scopo quello di identificare un referente, ossia il personaggio. La situazione è diversa se si considerano i nomi inventati, che spesso non sono attribuiti ai personaggi in modo casuale. In molti casi sono nomi descrittivi che danno chiare indicazioni sull’aspetto fisico [...] sul carattere del personaggio e che sono determinanti per lo svolgimento delle vicende.

E ancora:

Le strategie più comuni utilizzate nella traduzione dei nomi propri sono (Garcés, 2003: 124-125): a) La sostituzione con un nome simile nella lingua corrispondente, cercando di mantenere alcuni dei significati impliciti; b) La sostituzione con nomi che sembrano più famigliari ai lettori del testo tradotto, anche se non creano associazioni specifiche; c) L’uso di nomi che mantengono il significato metaforico e le allusioni prodotte e che cercano di riprodurre gli effetti fonologici del nome del testo originale. (Králová, 2014)

La traduzione dei soprannomi presenti nel romanzo di Pietro Di Donato non deve aver posto particolari insidie, nella maggior parte dei casi si è optato per una traduzione letterale e solo in un paio di occasioni il traduttore si è preso delle licenze. <<Theresa the Meatball>>, per esempio, appellativo evidentemente riferito ad una signora non proprio filiforme, è stato tradotto con il più creativo <<Cuòfano-e'-Ciccia>>, anziché con <<Teresa la Polpetta>> o <<Teresa 'a Purpetta>>. La parola <<cuòfano>>, deriva dal latino <<cophinus>> e significa <<cesto>>; il cuòfano in dialetto napoletano

72 è infatti un cesto di vimini di forma semisferica, ma il termine è anche

utilizzato come equivalente di <<un sacco>>, inteso come <<grandi quantità di>> (es.: <<'nu cuòfano 'i fessarie>>). <<Cuòfano-e'-Ciccia>> sta dunque per il poco lusinghiero <<sacco di ciccia>>. Il traduttore si è permesso qualche libertà anche nel tradurre l'altrettanto poco lusinghiero <<Head-of-Pig>> − letteralmente <<Testa di Porco/di Maiale>> − sostituito, nella traduzione italiana, col più clemente <<Cap'-e-Lignammo>>, <<Testa di Legno>>, epiteto generalmente attribuito alle persone cocciute.

Nel testo d'arrivo, dunque, nella maggior parte dei casi viene preservato il valore connotativo dei soprannomi, chiaramente legati a particolari caratteristiche − per lo più estetiche − dei personaggi a cui sono stati affibbiati.

Nel documento Indice Introduzione (pagine 67-73)

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