• Non ci sono risultati.

Applicazione della revisione per il controllo qualità

Capitolo 2 Controllo e valutazione della qualità

2.3 Revisione

2.3.2 Applicazione della revisione per il controllo qualità

Come abbiamo visto in § 2.3, la revisione è a tutti gli effetti una pratica per il controllo qualità, che ha l’obiettivo di garantire che la traduzione trasmetta nel modo più accurato possibile i contenuti del testo di partenza nel rispetto delle esigenze dei destinatari:

The aim of revision is to ensure that a translation is an accurate and acceptable rendition of a source text for the target readership. Therefore, revision entails a professional, informed assessment of translation decisions and products. The process of revision is bi-directional and its purpose is to exert quality control. (Chakhachiro, 2005 p.225)

Affinché la revisione sia efficace, però, è necessario tenere conto di due elementi: le competenze del revisore e i criteri utilizzati per la revisione (Chakhachiro, 2005).

Un contributo interessante, a proposito delle competenze del revisore, proviene dal modello elaborato da Scocchera (2015, p.220), che prendendo come riferimento il lavoro del gruppo di ricerca PACTE (2005) e i modelli di competenze elaborati dall’ EMT expert group (2009)44, ha individuato i seguenti

elementi come parte della competenza del revisore: competenza analitico-critica,

competenza operativa, competenza metalinguistica, competenza strumentale, competenza interpersonale, competenza psico-fisiologica.

Alla base del lavoro di revisione, vi è innanzitutto la competenza analitico-critica, definita come “la capacità di individuare, analizzare, descrivere, classificare e valutare errori” (Scocchera 2015, p. 221). Un revisore, prima di apportare qualsiasi modifica al testo, deve essere in grado di riconoscere un problema traduttivo e successivamente comprenderne la natura e la tipologia per provvedere alla relativa risoluzione.

44Il Gruppo EMT (European Master’s in Translation), creato nel 2007 dal Direttorato Generale di Traduzione (DGT) di Brussel, si occupa di formulare proposte per migliorare i corsi di traduzione

nell’ambito dell’Unione Europea

La competenza operativa consiste nella capacità di risolvere un determinato problema traduttivo, facendo appello alle proprie “competenze di produzione del testo tradotto” (Scocchera 2015, p.222).

La competenza metalinguistica è “la capacità di descrivere, spiegare e giustificare i problemi di traduzione e gli interventi di revisione utilizzando concetti e linguaggio adeguati” (ibid.).

La competenza strumentale corrisponde alla capacità di servirsi di risorse e strumenti informatici per il proprio lavoro.

La competenza interpersonale è la capacità di traduttore e revisore di collaborare tra loro e con altre persone coinvolte nell’ambito del progetto di traduzione, con un atteggiamento collaborativo orientato alla qualità del testo e non al giudizio del traduttore (Scocchera, 2015 p.222).

La competenza psico-fisiologica corrisponde a processi cognitivi e qualità come memoria, attenzione, precisione, spirito critico e di sintesi, nonché doti di

problem-solving (PACTE 2003 in Scocchera 2015).

L’insieme di queste competenze formano il profilo del revisore ideale che, nella realtà professionale, non sempre è possibile trovare. La maggior parte dei revisori, che solitamente sono traduttori con esperienza pluriennale, costruiscono la propria esperienza e il proprio know-how sul campo. I revisori esperti, così come i traduttori, solo inoltre molto impegnati per cui, spesso, è necessario formare nuovi revisori che, in assenza di un’adeguata formazione universitaria, dovranno learn- by-doing ossia creare la propria esperienza sul campo e non senza inconvenienti

per sé e per il committente45.

In ambito professionale, in generale, il controllo qualità deve essere mirato ad ottenere il massimo risultato con il minimo dispendio di risorse e tempo, ciò vale non solo per il committente, ma anche per i traduttori e i revisori. La velocità nelle

45I revisori alle prime armi difficilmente sanno cosa controllare, quando intervenire e quale sia il tempo da impiegare per una revisione. In assenza di apposita formazione, potrebbero trovarsi ad apportare più danni che benefici al testo revisionato.

consegne è un’abilità necessaria per portare a casa lavoro a sufficienza, perchè come sottolinea Gouadec (2007, p.215):

[translators have] to be prepared to work fifteen or sixteen hours a day for days on end to meet the deadline on a major contract, and then face several nail-biting days, or even weeks, with little or no work.

Ogni incarico, pertanto, deve essere gestito ottimizzando il più possibile i tempi, tenendo conto anche del compenso corrisposto per l’attività svolta, senza soffermarsi in “cesellature” non necessarie:

Deadlines are usually far too short […] or the contract price is too low (which

means that the translator cannot afford to “waste” time on the job and certainly not on fine-tuned quality control”. (Gouadec 2007, p.215)

Per ottimizzare i tempi e i controlli, un revisore deve avere chiaro: lo scopo del testo; i destinatari e le esigenze del cliente.

Questi elementi, dati per scontati, devono essere comunicati chiaramente dal

project manager che talvolta affida l’incarico di revisione fiducioso che il revisore

saprà cosa fare.

Una volta chiari i tre elementi di cui sopra, per il proprio lavoro, il revisore dovrà considerare una serie di parametri, non solo testuali.

Hoguerlin e Brunette (1998 in Scocchera 2015, p.238) hanno proposto cinque parametri per la revisione che si riferiscono non solo agli aspetti testuali di tale procedura, che sono: esattezza (fedeltà rispetto ai contenuti dell’originale),

correttezza (rispetto delle regole e convenzioni della lingua d’arrivo), leggibilità

(facilità di comprensione, scorrevolezza), adattamento funzionale (modifiche del testo in relazione a registro, tono e destinatario) e redditività (sostenibilità degli interventi di revisione in termini di tempi e costi).

La redditività si colloca nel discorso di sostenibilità della revisione, un revisore dovrebbe valutare il testo e rendersi conto, ancor prima di mettervi mano, se la traduzione è “revisionabile” o se sarebbe meglio procedere ad una ritraduzione del testo. La revisione non viene retribuita al pari della traduzione, pertanto un

revisore, prima di ritradurre un testo, dovrebbe considerare quanto ciò sia redditizio per sé e per il proprio committente:

[…] translators most often raised the requirement to work on isolated segments of

text, without sufficient context to understand the source. Differing rates are generally paid for 100 per cent or fuzzy matches and for new segments. This has implications for quality. (Drugan 2013 p.29)

I parametri di revisione, proposti da Mossop (2001/2014) riguardano strettamente il testo e sono suddivisi in quattro macrocategorie a seconda dei problemi traduttivi (cfr. tabella sotto):

Macrocategorie Problemi traduttivi

Transfer - accuratezza

- completezza del messaggio

Content - logica interna del testo

- correttezza dei fatti presentati nel testo

Language - scorrevolezza (fluency)

- leggibilità del testo

- adeguatezza rispetto ai destinatari - correttezza linguistica rispetto a

dominio e genere testuale

- idiomaticità della lingua di arrivo in quanto a sintassi, lessico, ortografia e punteggiatura

Presentation - disposizione del testo sulla pagina - questioni tipografiche

- organizzazione del testo e di elementi quali note, commenti, figure, immagini, etc.

Tabella 7: Parametri di revisione proposti da Mossop (2001/2014)

I parametri di Mossop rappresentano un importante quadro di riferimento per la revisione di un testo perché coprono tutti gli aspetti per i quali è richiesto l’intervento del revisore. Occorre sottolineare, però, che nel caso dei testi tecnici, la cui traduzione avviene con strumenti di traduzione assistita, raramente è richiesto al revisore di intervenire sulla strutturazione “fisica” del testo. Nella traduzione della manualistica tecnica l’impaginazione e la distribuzione delle varie sezioni all’interno del testo, restano invariate rispetto all’originale e sono stabilite a monte dal cliente e, salvo specifiche indicazioni di quest’ultimo, non possono essere modificate.

Con l’avvento degli strumenti CAT di ultima generazione, le revisioni dei testi specialistici, in particolare di quelli tecnici, spesso vengono effettuate all’interno dei CAT Tool o in appositi formati tabellari esportati da tali strumenti, per cui il revisore si trova ad operare nelle stesse condizioni e con le stesse risorse messe a disposizione per il traduttore. Questa modalità di lavoro è la prassi nella traduzione tecnica, perché permette di risparmiare tempo sull’aggiornamento di memorie di traduzione e glossari.

Il controllo dell’aspetto grafico del testo rientra nell’ambito del proofreading, ossia la correzione delle bozze che, non è necessariamente effettuata dal traduttore/revisore ma anche da specialisti impaginatori. In questa fase, il testo sorgente e il testo d’arrivo vengono confrontati per verificare che siano impaginati correttamente e siano tipograficamente identici.

Per quanto concerne i parametri di revisione, anche Parra Galiano (2007, p.208) ripropone la stessa suddivisione di Mossop (2001/2014), ipotizzando una revisione distribuita su quattro livelli: revisione dei contenuti, revisione linguistica, revisione in relazione allo scopo e revisione in relazione alla presentazione del testo.

La revisione come procedura per il controllo qualità presenta aspetti positivi e negativi. Tra quelli positivi sicuramente possiamo annoverare il controllo esaustivo che essa esercita su tutto il testo (se effettuata in modo comparativo e da professionisti competenti) contrariamente a quanto avviene con i controlli automatici, ad esempio; tuttavia questa procedura per quanto rappresenti il non

plus ultra comporta dei costi economici, che ricadono necessariamente sul cliente

(che non sempre è disposto a sostenerli) e dei tempi più lunghi, in termini di processo, che inevitabilmente incidono sui tempi di consegna che sono sempre piuttosto stretti.

Per cercare di contenere il più possibile costi e tempi, gli LSP talvolta optano per delle revisioni parziali o altri metodi di controllo qualità che implicano, però, l’assunzione di un certo livello di rischio determinato dal fatto che eventuali errori potrebbero non essere stati corretti e, di conseguenza, causare la perdita del cliente o un impatto negativo sul destinatario del testo.

Di conseguenza, la decisione di revisionare un testo interamente, in parte o di non revisionarlo affatto, viene stabilita a seconda della percentuale di rischio derivante dal cliente (se il cliente è nuovo il rischio sarà maggiore) e dall’importanza del testo in termini di sicurezza dell’utente, immagine del marchio, utilizzabilità del prodotto, etc.

La procedura di revisione viene quindi adattata in modo selettivo alle esigenze di ciascun progetto, che non possono essere ignorate quando si parla di controllo della qualità. A tal proposito, spesso invece della “revisione completa” ossia il confronto tra testo source e testo target in cui il revisore prende in considerazione tutti gli aspetti che abbiamo discusso sopra (contenuti, lingua, scopo del testo e caratteristiche tipografiche), gli LSP optano per una rilettura completa del testo d’arrivo e per un confronto con il testo di partenza solo in caso di eventuali problemi.

Questo tipo di controllo è comunque rischioso, perché per quanto un testo possa essere scorrevole e linguisticamente corretto, eventuali omissioni o errori nella traduzione dei contenuti possono comunque rimanere all’interno del testo; tuttavia la rilettura da parte di un revisore, se associata ai controlli automatici e ad un ulteriore controllo qualità “a campione” sul testo, può ridurre i rischi descritti in precedenza pur restando una revisione parziale (Parra Galiano 2007b).