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Un 25 Aprile o un 25 Luglio?

Capitolo IV-America Latina

2) Un 25 Aprile o un 25 Luglio?

Nel 1974 le vicende delle colonie portoghesi hanno una svolta decisiva con il colpo di stato militare che abbatte il regime di Marcelo Caetano e guida il paese verso la democrazia. Il MFA (Movimento delle Forze Armate) preparò le operazioni per il 25 Aprile 1974. Il segnale fu la trasmissione di una di una canzone operaia proibita alla radio: i reparti ribelli marciarono su Lisbona, occuparono le comunicazioni e i palazzi governati costrinsero alla resa la polizia politica (PIDE) e arrestarono dopo una trattativa tesa Caetano e altri ministri rifugiatesi nella caserma della Guardia nazionale repubblicana, lealista. Fu incaricato a trattare e poi insediato a capo della Giunta di transizione Antonio de Spinola, già governatore militare della Guinea-Bissau e poi allontanato dai suoi incarichi dopo aver richiesto in un libro la fine delle guerre coloniali. Sarà chiamata, dal gesto di una fioraia, “Rivoluzione dei garofani”. E' opinione di molti, così come dei gruppi extraparlamentari, che sono stati i movimenti di liberazione africani a rendere possibile, con la loro lotta accanita, la presa di coscienza dei militari portoghesi e in un certo senso a liberare il Portogallo dalla dittatura.

Il 26 aprile Lotta Continua e Il Manifesto titolano entrambi in prima pagina sull'argomento: “Colpo di stato in Portogallo. Caetano sostituito da una Giunta di Salvezza Nazionale con il generale Spinola” 279 e “Il dittatore portoghese Caetano

rovesciato da una rivolta delle forze armate”280. Entrambi sono cauti nel mostrare

entusiasmo e denunciano un piano per l'evoluzione neocolonialista del Portogallo, LC mette in guardia dal gen. Spinola che sarebbe:

il portavoce dei capitalisti portoghesi sfavorevoli alla politica oltranzista del governo appena destituito[...] la politica di questi gruppi prevede un graduale sganciamento dalle colonie, un passaggio cioè ad un modello neocolonialista , e l'avvicinamento e integrazione nell'orbita brasiliana ed europea[...] Spinola è un fascista di vecchia data[...] nel 1961 organizza la repressione sistematica delle masse che si ribellano in Guinea e Angola. A lui si devono molti dei massacri avvenuti in questi paesi. Nel 1969, sconfitto politicamente e

277 Il Manifesto, a.III n.162, 12 Luglio 1973, p.3

278 L. Castellina in Il Manifesto, a.III n.210, 25 Settembre 1973, p.4 279 Lotta Continua, a.III n.98, 26 Aprile 1974, p.1

militarmente dai fronti di liberazione capisce che è arrivato il momento di cambiare politica e padrone.281

Sul quotidiano di Pintor la quarta pagina è tutta dedicata alla storia recente del Portogallo dopo Salazar. Si fa una ricostruzione più approfondita della nascita del MFA e del Movimento dei capitani nato un anno prima: l'ingresso dei capitani della riserva a pieno nei ranghi; le notizie degli eccidi in Mozambico; i giovani universitari che per evitare di essere subito chiamati a combattere ingrossavano le scuole ufficiali; nonché di «elementi antifascisti infiltrati nelle forze armate, il cui numero sembra, però, piuttosto esiguo»; oltre la emigrazione/diserzione che avrebbe interessato il 10% della popolazione portoghese, dal 1961.282

Il giorno seguente il paese atlantico occupa ancora la prima pagina, e continueranno aggiornamenti sulla situazione per tutto l'anno Il Manifesto titola “Qualcosa di nuovo matura in Portogallo. Grande manifestazione antifascista a Lisbona” poi sulla liberazione dei detenuti politici e lo scioglimento della polizia segreta, ma una nota sembra sintetizzare in maniera eccellente la situazione: «In Portogallo si esulta per questo “25 Luglio” del fascismo lusitano, nei territori africani non ci si fanno, però, soverchie illusioni.»283. Luciana Castellina nell'articolo di

commento “Il nodo coloniale” si chiede se questo colpo di stato non sia in definitiva un consolidamento strategico della oligarchia portoghese. Si risponde di no. La gente non vuole più saperne di guerra coloniale, i movimenti di liberazione sono forti e coscienti, si è ormai aperto un processo sociale difficile da controllare per chiunque, le forze armate non sono compatte intorno a Spinola ma i giovani ufficiali sembrano avere spinte progressiste. Le forze popolari portoghesi e africane devono unirsi per tenere aperto questo processo e rendere possibile un salto qualitativo della lotta284.

Opinione simile si trova nel lungo articolo di commento sulla prima pagina di

Lotta Continua, “Caduta di una dittatura e nuove contraddizioni”285: «Gli avvenimenti

portoghesi rappresentano la sconfitta di una feroce dittatura fascista, vecchia più di quarant'anni. E in questo senso, prima di ogni altra considerazione, vanno accolti e festeggiati».

Anche se, si dice, non bisogna farsi trascinare dall'entusiasmo, il progetto del gen.Spinola sembra in pericolo perché le lotte di liberazione sono andate troppo avanti per rendere possibili, o facili, soluzioni neocoloniali. A tal proposito si citano le parole dei dirigenti del PAIGC, che nel frattempo avevano dichiarato l'indipendenza della Guinea-Bissau riconosciuta da 2/3 dell'ONU. (Nella stessa pagina, a fianco, vengono pubblicate le reazioni dei movimenti africani che dicono di voler lottare fino alla completa indipendenza, auspicando per il futuro relazioni di amicizia con un “Portogallo libero”). All'interno del Portogallo ci sono ulteriori incognite: «nello stesso esercito si è formato un gruppo di giovani ufficiali più radicali [che potrebbero scalzare Spinola][...] ma soprattutto , la caduta della dittatura fascista, se è avvenuta per mano dei militari, è stata significativamente accompagnata da manifestazioni popolari, da una ripresa del movimento di massa.».

A queste forze il compito di «impedire che i frutti della caduta della dittatura vengano confiscati alle masse popolari per tornare a vantaggio esclusivo di ristretti circoli borghesi».

Spinola sarà costretto a dimettersi a Settembre del 1974, e poi a fuggire prima in

281 Lotta Continua, a.III n.98, 26 Aprile 1974, p.1 282 Il Manifesto, a.IV n.97, 26 Aprile 1974, p.4 283 Il Manifesto, a.IV n.98, 27 Aprile 1974, p.1 284L. Castellina, ibidem

Spagna poi in Brasile, mentre si faranno largo le forze di sinistra.

Angola e Mozambico raggiungeranno la loro indipendenza nel 1975, subendo l'oltranzismo, il sabotaggio e poi la fuga della maggior parte dei coloni portoghesi; ed entrando in una lunghissima fase di sanguinosa guerra civile, con l'intervento dei sudafricani per rovesciare i nuovi regimi socialisti che ricevettero l'appoggio del blocco orientale e di Cuba, la quale invierà in Angola un corpo di spedizione con migliaia di soldati. Il governo del MPLA di Agostinho Neto era minacciato dai rivali dell'UNITA e del FNLA (sostenuta fra gli altri da USA, Zaire e Cina286), dai separatisti dell'enclave di

Cabinda, e dalle incursioni dell'esercito sudafricano. Il Mozambico di Samora Machel vedrà entrare in azione la guerriglia della RENAMO sostenuta da Sudafrica e Rhodesia. Questi paesi vedranno la pace solo nei primi anni duemila.

Alcuni timori emergevano già nella confusa situazione di stallo successiva alla Rivoluzione dei garofani e alle trattative sulle indipendenza. In un articolo, “Angola- sono arrivati i mercenari”, si guardava con preoccupazione alla «violenza fascista» dei coloni e i grandi interessi delle multinazionali, statunitensi e sudafricane in primo luogo, sulle risorse estrattive dell'Angola facevano temere che «come per il Congo, le forze reazionarie sono pronte a provocare il massacro pur di mantenere i loro privilegi.».287

Significativo che i giornali dei gruppi, negli anni analizzati, non parlino praticamente mai delle forze rivali del MPLA, finendo per dipingere la situazione angolana in maniera schematica. Uno dei rarissimi accenni lo fa Il Manifesto il 26 Aprile 1974 citando l'esistenza del FNLA «un'organizzazione assai ambigua».288

286Vedi ad es. Robert Legvold “Soviet and Chinese influence in Black Africa” in (a cura di)A. Z. Rubinstein, Soviet and chinese influence in the third world, New York \etc, Praeger, 1975 287 Lotta Continua, a.III n.169, 21 Luglio 1974, p.3