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1) Cipro

Gli eventi portoghesi forniscono una chiave di lettura per ciò che pochi mesi dopo accadrà nel Mediterraneo: il colpo di stato nella Cipro neutralista dell'arcivescovo Makarios sostenuto dai colonnelli greci, la guerra greco-turca con l'invasione dell'isola da parte del regime miliare turco289, i problemi conseguenti che portarono la Grecia alla

fine della dittatura con il richiamo dell'ex primo ministro conservatore Karamanlis per gestire la transizione.

Il 21 Luglio i giornali cercano di capire e di spiegare un fatto strano: la guerra fra due paesi NATO.

Lotta Continua titola “Le truppe turche sbarcano a Cipro. I fascisti greci

dichiarano guerra. L'ombra sanguinaria di Nixon e Kissinger si proietta sul Mediterraneo. Stato di allarme della NATO in Europa.” L'ipotesi data per più probabile (ma che sembra anche molto abusata) è infatti una diretta volontà degli USA di fomentare la guerra, una volta che l'operazione contro Makarios è parzialmente fallita con la sopravvivenza dell'arcivescovo che ha riunito intorno a sé un vasto schieramento internazionale contro il golpe: «si tratterrebbe della ripetizione del “modello” mediorientale. Alimentazione della tensione, scoppio del conflitto, mediazione dell'avvoltoio della pace Kissinger con lo scopo di affondare ancora più pesantemente i suoi artigli nella zona oggetto di intervento.».290

In un articolo di commento si puntualizza:

l'aggressore diretto è il regime fascista greco, che ha ordinato ai suoi ufficiali al comando della Guardia Nazionale cipriota di rovesciare ed uccidere Makarios[...] L'aggredito è il governo legittimo di Cipro, il popolo cipriota nel suo complesso e, al suo interno, la minoranza turca. Da questo punto di vista l'intervento turco è pienamente legittimo, sia perché esso è previsto , e reso obbligatorio da precisi trattati internazionali a garanzia dell'indipendenza dell'isola; sia perché esso è reso necessario dalla necessità di proteggere la minoranza turca.291

Dopo queste strane prese di posizione sull'intervento turco, e la sua giustificazione con gli obblighi dei trattati internazionali (in rotta con i richiami alla chiarezza della “diplomazia rivoluzionaria” fatti alla Cina nel '71), LC si tira fuori precisando, con un tono che ricorda i socialisti del primo Novecento: «la denuncia del carattere imperialista di questo conflitto, e la dissociazione aperta dal modo in cui esso verrà gestito, utilizzato e concluso da entrambe le parti; sono il presupposto di una direzione autonoma della lotta di classe e[...] [della] nostra solidarietà internazionalista con il popolo cipriota, turco e greco.».292

In maniera diversa la interpreta Il Manifesto. Dopo aver raccontato i fatti da Nicosia, Ankara e Atene: “Greci e turchi combattono a Cipro. L'ONU, come al solito, impotente”; nella colonna di commento “Guerra (lampo?) nella NATO” afferma che i

289 Su Lotta Continua, a.III n.5, 18 Marzo 1971, p.20 si parlava, praticamente gli unici a farlo, del colpo di stato militare e ci si chiedeva quanto sarebbe durato vista la ripresa delle lotte operaie, l'opposizione massiccia mostrata dagli studenti turchi negli scontri ad Ankara, nonché il «risveglio della lotta del popolo kurdo».

290 Lotta Continua, a.III n.169, 21 Luglio 1974, p.4 291 Ibidem

turchi sono sfuggiti di mano agli americani e stanno facendo motu proprio guerra alla Grecia per il controllo dell'agognata isola: «la Turchia con un gesto di aperta indisciplina verso il potente alleato americano, ha dato il via ad una azione militare che se anche non avrà come conseguenza un sanguinoso conflitto, già ha indebolito il controllo degli Stati Uniti nella regione.».293

Il sostegno di molti paesi (ad es. Gran Bretagna) a Makarios è invece ritenuto ipocrita e volto a pesare sui negoziati di pace per conseguire un'equa spartizione di Cipro fra Atene e Ankara, tale da garantire gli equilibri NATO.

2) Grecia

Quando il giornale, da pochi giorni diventato organo ufficiale del PdUPpC, esce il con il titolo “La giunta di Atene, stretta dalla sedizione del 3° corpo d'armata, richiama Karamanlis, carta di ricambio del grande capitale e degli americani”, l'opinione è molto negativa e solo in fondo si dice che «il mutamento indica la debolezza della giunta e può offrire spazio per una alternativa reale. A patto, naturalmente, che le sinistre non avallino il nuovo regime, ma lo incalzino con la lotta.»294. Il giorno seguente i toni sono

molto più ottimisti, in prima pagina si annuncia “La giunta è ancora al potere in Grecia ma la folla nelle piazze l'ha già seppellita” raccontando le manifestazioni di giubilo dei greci. Il paragone che viene alla mente è «il clima delle giornate di Lisbona»295. La

quarta pagina è anch'essa dedicata alla svolta di Atene con la Castellina che racconta in quattro colonne la storia della Grecia “Da Caramanlis[sic!] a Caramanlis”296, gli anni

(1956-63) del «regime poliziesco» del premier conservatore, i colonnelli, le occasioni perdute dell'opposizione. Altre due colonne sono un'intervista ad un comunista in esilio sui difficili compiti delle sinistre.

Per Lotta Continua è:

lo scenario già visto in Portogallo dopo il colpo di stato dei militari del 25 Aprile[...] è stata la guerra a riacutizzare le contraddizioni di classe, a permettere il rovesciamento del fascismo. Ma anche qui il popolo non è stato il protagonista diretto[...] il proletariato e le sue avanguardie organizzate devono passare all'attacco per rafforzarsi ed impedire che con l'alibi della “concordia”, “saggezza”, “riconciliazione” tra il popolo e l'esercito, la borghesia riprenda la sua egemonia sotto altra forma.297

293 Il Manifesto, a.IV n.166, 21 Luglio 1974, p.1 294 Il Manifesto, a.IV n.168, 24 Luglio 1974, p.1 295 Il Manifesto, a.IV n.169, 25 Luglio 1974, p.1 296 Ivi p.4