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Capitolo VII-Europa unita e nuovi nazionalismi

2) Irlanda

La situazione nell'Irlanda del nord era caratterizzata da una forte penalizzazione degli abitanti cattolici, in quanto tali, nei diritti politici che si rispecchiava in pesanti discriminazioni anche nella vita economica. Nel 1967 nasceva la NICRA (Northern

302 Ibidem 303 Ibidem 304 Ibidem 305 Ibidem

Ireland Civil Rights Association) che si ispirava al movimento americano per i diritti civili, nel 1968 sotto le spinte della contestazione si forma People's Democracy un gruppo marxista e movimentista che sostiene azioni e rivendicazioni più radicali, aggrega diverse personalità della sinistra, fra le quali sarà famosa la giovane parlamentare Bernadette Devlin. Con la rivolta di Derry nel 1969 le cose si fanno molto più dure: oltre a fronteggiare i paramilitari protestanti dell'UDA, e la polizia al 90% protestante (la RUC), viene schierato nell'Ulster un numero sempre maggiore di soldati inglesi; aggiungendo alle discriminazioni “religiose”, quella che appare come una vera e propria occupazione militare. Eamonn McCann, attivista di sinistra e protagonista di quella stagione, racconta così quel momento in un'intervista del 2007, con tutto il peso degli anni e della violenza, in maniera forse semplicistica:

Quando lo stato reagisce a una domanda di giustizia e uguaglianza con la violenza e l'omicidio, la lotta per la giustizia diventa lotta contro lo stato. In paesi dove non c'è una “questione nazionale” irrisolta, si arriva alla conclusione logica di dover rovesciare lo stato borghese. In Irlanda, le circostanze storiche fecero sì che questa urgenza di lotta si traducesse in un ritorno al nazionalismo[...] persone che fino a quel momento avevano animato la sinistra cominciarono a dire cose come: «Lasciamo perdere questa storia del socialismo finché l'Irlanda non sarà unita.».306

Ridiventò pienamente operativa l'IRA (Irish Republican Army) che tuttavia si spaccò fra il 1969 e il 1970 fra Official IRA, in gran parte il vecchio gruppo dirigente, e Provisional IRA, formata da parecchie delle nuove leve che accusavano l'organizzazione di essere diventata troppo socialista e poco nazionalista, e di non aver saputo difendere i quartieri cattolici dalle rappresaglie dopo le rivolte. Diverrà l'organizzazione armata indipendentista più grande e con il maggior numero di attentati.

L'attenzione sui Troubles dura con una forte intensità per un biennio, fra 1971 e 1972 . L'interesse è superiore a quello per la Spagna, con il tempo si organizzeranno anche conferenze in Italia del gruppo di sinistra People's Democracy e della Provisonal IRA, e reportage di inviati dei gruppi italiani in Ulster. C'è da notare però una decisa differenza con il paese iberico, mentre l'ETA si dichiarava socialista rivoluzionaria, solo la Official IRA si caratterizzava (blandamente) ufficialmente come marxista. Ma la sinistra extraparlamentare italiana simpatizzava quasi da subito con i Provisional. Dallo studio dei giornali sembra di rintracciare questa passione e questa fiducia in una volontà realmente rivoluzionaria (oltre che indipendentista), dei “cattolici” irlandesi nella loro condizione di proletari e nelle forme della lotta armata. Gruppi come LC e Pot.Op. vedevano nell'autogestione (con le autoriduzioni dei servizi e degli affitti e l'assistenza solidaristica) e nella difesa armata dei quartieri cattolici dai soldati inglesi e dai paramilitari protestanti, una forma di lotta armata realmente integrata con le masse e adattata perfettamente alla realtà urbana delle città europee. Questa priorità data ai “fatti” tendeva ad oscurare il profilo teorico della Provisional IRA (che non aveva chiari riferimenti “di sinistra”), così come dei gruppi orientati verso il marxismo, che in un altro contesto sarebbe sicuramente stato sottoposto a puntigliosa critica.

L'Irlanda del Nord compare per la prima volta nelle “Cronache internazionali” di

Lotta Continua il 18 Marzo 1971 con l'articolo “Irlanda in fiamme”307 dove la

contestualizzazione storica è quasi assente mentre ci sono delle grosse semplificazioni: «i cattolici irlandesi hanno superato il loro tradizionale fanatismo, e sono passati su posizioni socialiste», o peggio che l'IRA si è portata su posizioni «marxiste-leniniste». Poi si precisa che «sulle due linee dell'IRA è difficile dare un giudizio preciso, da qui,

306 S. O'Curry, “Intervista a Eamonn McCann”, in AA.VV., 70, gli anni in cui il futuro incominciò, [Roma], Liberazione, 2007

con la scarsità di informazioni che abbiamo, ma si tratta comunque di forme sinceramente rivoluzionarie, anche se c'è in alcuni settori un'ideologia cattolico- estremista ancora discutibile.». Ma la visione che più colpisce è forse questa:

Belfast non è Reggio: i fascisti stanno tutti da una parte e dall'altra c'è un popolo povero, oppresso dalla borghesia protestante, occupato militarmente da un esercito straniero, che ha saputo dimostrare una carica di lotta eccezionale e ha saputo dotarsi di organizzazioni di difesa militari (vista l'inutilità di quelle politiche ufficiali) come l'IRA.308

Così anche tempo dopo, quando si dice che si è ormai alla guerra civile per «riaffermare la volontà del proletariato irlandese di essere indipendente dall'imperialismo inglese per il comunismo.»309. LC fornirà in un articolo di Settembre310 una più lunga e approfondita

anali storica e sociale sull'Irlanda del Nord, paragonando poi i movimenti e le organizzazioni irlandesi a quelle dei neri americani.Il Manifesto, che sarà il meno interessato alle vicende dell'Ulster, ne parla ad Agosto con un articolo a due colonne, “La guerriglia divampa in tutte la città dell'Irlanda del Nord”311 significativamente

rubricato sotto “Colonialismo”. Non esalta il carattere proletario/socialista delle lotte, si limita in una certa misura a descrivere i fatti: gli scontri di Belfast e Derry, il ripristino da parte inglese della legislazione speciale, con l'internamento senza processo per i sospetti terroristi in campi di prigionia. Descrive le truppe inglesi come “forze di occupazione”, l'IRA come “esercito rivoluzionario”.

Potere Operaio se ne occupa il 25 Settembre 1971 dedicandogli un'intera pagina

con l'articolo “Anche in Europa è possibile combattere come in Vietnam”312. Si fa una

storia della lotta per l'indipendenza irlandese e poi per la riunificazione, fino ad arrivare agli ultimi anni, cioè da quando con i fatti di Derry del 1969 «le barricate, gli incendi, le sparatorie, gli attentati hanno trasformato l'Ulster in un campo di battaglia.». Emerge qui stranamente uno scarsissimo profilo classista, che invece ha sempre caratterizzato Pot.Op. anche nell'accostarsi ai problemi palestinesi o americani ad esempio. Si accetta la situazione così come è, si ritiene che le divisioni di classe si identifichino con le divisioni religiose, non si prende posizione nella scissione fra «IRA verde»(i provisional) e «IRA rossa» (gli official), non si proclama la necessità di unione fra lavoratori cattolici e protestanti, ma si raccomanda di «non scindere l'obiettivo nazionale dall'obiettivo di classe». Su tutto si apprezza il «formidabile livello di violenza che i rivoluzionari irlandesi hanno costruito[che ci si aspetta] diventi una proposta politica precisa agli operai inglesi».

Il primo numero di Lotta Continua del 1972 ha diverse pagine di uno speciale intitolato “Irlanda: lotta di popolo armata” (che riecheggia il ritornello dell'inno di LC). La stessa copertina del periodico è una foto che ritrae dei bambini sorridenti con delle pietre in mano e la didascalia «Irlanda: in una sosta della battaglia, i più giovani dei combattenti irlandesi.». Nel primo articolo dello speciale si affronta il nodo fondamentale della base di classe della lotta. Vengono individuate nelle condizioni dei ghetti fatiscenti, nella disoccupazione in crescita, nel problema degli affitti e della mancanza di case le ragioni delle rivolte del 1968-69, perciò «la stessa definizione di “cattolici” non viene a definire una religione in realtà, ma più esattamente una condizione»313. Conferma si troverebbe nelle parole dei ragazzi delle bande di Derry, il

cui cattolicesimo «è perlomeno dubbio». Un ulteriore indizio sarebbe la capacità di

308 Ibidem

309 Lotta Continua, a.III n.11, 26 Giugno 1971, p.30 310 Lotta Continua, a.III n.14, 13 Settembre 1971, pp.30-31 311 Il Manifesto, a.I n.90, 11 Agosto 1971, p.1

312 Potere Operaio, a.III n.43, 25 Settembre-25 Ottobre 1971, p.29 313 Lotta Continua, a.IV n.1, 15 Gennaio 1972, p.15

“azione di massa” dell'IRA, come esempio viene raccontato l'assedio di cittadini ad un commissariato a Ballyshannon nel Donegal (Eire), per liberare dei militanti dell'organizzazione arrestati a Dicembre del '71. Questo allargamento della rivolta a Sud dimostra per LC, che la nazione e la riunificazione non sono più importanti, mentre centrali sono a Nord come a Sud i bisogni proletari. Una possibile riunificazione negoziata sarebbe rifiutata sapendo che si tratterebbe solo di una razionalizzazione dello sfruttamento. C'è anche una parte che si occupa degli operai inglesi che scioperano sempre più frequentemente e duramente nonostante le leggi anti-sciopero e il moderatismo delle trade unions. Alla loro radicalizzazione contribuirebbero gli immigrati irlandesi ma «il limite maggiore sta nella loro difficoltà a assumere contenuti e forme organizzative compiutamente politiche e generali, antistatuali.»314. Il 30

Gennaio 1972 accade uno degli eventi più tragici e famosi dei Troubles: a Derry una manifestazione della NICRA viene “dispersa” a fucilate dai paracadutisti inglesi, fanno 13 morti, è la Bloody Sunday. Stranamente l'unica testata fra quelle analizzate a darne notizia immediatamente notizia è Il Manifesto, che all'epoca è anche l'unico quotidiano. Il 1 Febbraio, la pagina esteri titola “13 Irlandesi sono caduti sotto il piombo inglese. Ma la folla presente nel corteo a rischio della vita testimonia la volontà di procedere nella lotta”315. LC parlerà nel numero del mese di scontri, tra cui alcuni a Derry senza

nominare la “domenica di sangue”, e di attentati dell'IRA; di cui si rileva il ferimento casuale di civili perché il gruppo avvertirebbe «sempre delle esplosioni con anticipo per evitare vittime proletarie316». Cosa discutibile visto che alcuni hanno parlato di una

“guerra ai civili”, o che si sono comunque presi di mira ad esempio pub affollati, anche, dai militari inglesi. Sarà nel primo numero di Lotta Continua quotidiano che l'11 Aprile si parlerà della strage di Derry con la pubblicazione di una sequenza di 4 grandi fotografie «scattate da Lotta Continua durante la strage di stato a Derry» con il titolo “Ecco la pace che i padroni vorrebbero imporre all'Irlanda” dove un parà inglese si ferma a sparare a bruciapelo ad un manifestante rimasto a terra.

Potere Operaio riporta più avanti notizie della rivolta dei protestanti contro gli

inglesi e il loro governatore per la legge proporzionale che darebbe la maggioranza ai cattolici in alcune città. Pot.Op. pur avendo chiare le ragioni delle proteste, giudica, abbondando in ottimismo:

comunque positivo, che il conflitto sia diventato triangolare. Ciò potrebbe essere l'inizio di una evoluzione politica[...] da posizioni ultra-unioniste a una prospettiva di unità d'azione con i disoccupati cattolici contro lo stato inglese e i padroni.317

In maniera positiva si giudica anche la cessazione (sarà solo temporanea) della campagna contro obiettivi civili dei provisional: «potrebbe anche essere il segno, oltre che di difficoltà tecnico-militari, di una linea politica più corretta».318

Come si è detto il fulcro dell'analisi della vicenda irlandese sembra essere quello delle modalità di lotta, alle quali viene dedicato uno spazio specifico nello speciale di

Lotta Continua sopracitato. Si tratta di una dettagliata descrizione delle battaglie contro

gli inglesi nei quartieri cattolici, delle loro fasi; dove si loda l'efficacia e l'efficienza di tutti gli abitanti del quartiere, solidali con l'IRA, che trovano «una collocazione precisa, a tutti i livelli319».

Quando la Official IRA dichiara una “tregua unilaterale a tempo indeterminato”

314 Ivi p.17

315 Il Manifesto, a. II n.24, 1 Febbraio 1972, p.2 316 Lotta Continua, a.IV n.2, 2 Febbraio 1972, p.6

317 Potere Operaio del lunedì, a.I n.16, 29 Ottobre 1972, p.4 318 Ibidem

il 30 Maggio 1972 LC la ricopre di insulti bollandola come disfattista e opportunista320.

Manif. mette in risalto un comunicato dei provisionals che parla di « distruggere il sistema capitalista»321.

Pot.Op. analizza sul suo settimanale, in una pagina dedicata a “Comunismo e terrorismo”, la strategia dell'IRA “rossa” e “verde” sul piano strettamente militare, determinando che: «commisurata al metro maoista della guerra popolare (l'unico sperimentato con successo) sembra più corretta la strategia dell'IRA “verde”»322.