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4.3 Elga: pavidità ed auto-confutazione

4.3.2 Contro argomenti di Elga ad Elga: irrilevanza e pavidità dell'Egual

Fin qui, anche se complesso, l'argomento di Elga fila. Guardiamo ora alla sua risposta alle obiezioni che ha deciso di affrontare nell'articolo, cioè la pavidità e l'irrilevanza. Per economia di discorso, premetto che la risposta all'irrilevanza è un sonoro e democratico sì: se la tua opinione è contraria a quella di altri novantanove pari epistemici, la tua opinione deve essere silenziata. Con decisione, Elga scrive che in risposta a chi domanda che la propria opinione contraria conti più di un centesimo contro novantanove persone,

In breve: no. Se uno ha davvero novantanove pari epistemici che hanno giudicato indipendentemente una questione, allora la sua opinione dovrebbe essere affogata. […] L'opinione di uno deve essere affogata da quella della maggioranza quando uno considera praticamente tutti i propri consulenti dei pari.203

203 Elga, 2007, pg. 494. Ho lasciato una traduzione quasi letterale di swamped perché ha forza immaginifica non indifferente. Inoltre, ho dovuto adattare

abbastanza il finale, letteralmente suona più come “uno conta che numerosissimi tra i propri consulenti”.

Ora, la considerazione numerica della propria opinione qui dovrebbe contare come circostanza considerabile del disaccordo, anche se sulla questione ritengo improbabile la considerazione di un gruppo di cento come uno contro tutti: anche nel caso effettivo che tutti siano di opinione contraria, è più probabile che il disaccordo si sviluppi come uno contro uno per le possibilità di relazione interne al gruppo. Per capire meglio: anche se un gruppo di cento avesse solo uno con opinione contraria, non sarebbero in cento a discutere con una voce sola. La migliore ipotesi sarebbe uno contro tre o quattro portavoce di particolari argomenti a sostegno della loro opinione e in questo caso l'opinione di uno ha ugual peso di quella di ognuno preso singolarmente. Inoltre penso sia controproducente considerare l'opzione cumulativa: sono i casi di votazione a funzionare in questo modo, non i disaccordi.

Una visione dell'indipendenza così radicale come quella che Elga integra nell'Egual Peso porta alla moltiplicazione dell'opinione per il caso dell'irrilevanza: proviamo ad immaginare esempio. Un gruppo di giurati, dodici americani arrabbiati, deve decidere per colpevolezza o innocenza. Alla votazione sono uno contro undici. Ora, Elga suggerisce che l'opinione di quell'uno sia irrilevante perché la stessa opinione opposta è affermata undici volte. Come a dire che l'opinione di uno vale uno e l'opinione di uno vale undici perché ripetuta undici volte da qualcun altro, argomento controproducente se si vuole giungere ad un accordo razionale sul “The short answer is: no. If one has 99 associates who counts as peers who have independently assessed a given question, then one's own assessment should be swamped.. […] (It also requires) one’s opinions to be swamped by the majority when one counts a very great many of one’s advisors as peers.”

Per amore di cronaca, questa è probabilmente una delle poche volte che nell'articolo Elga non descrive un disaccordo parlando in prima persona.

disaccordo stesso. L'Egual Peso spiega che dobbiamo valutare le opinioni contrarie come pari alle nostre, ma quando l'Indipendenza ci forza a non valutare le opinioni contrarie ma solo le circostanze del disaccordo, il nostro metro di valutazione diventa quantitativo, non qualitativo. Il punto è che una valutazione quantitativa non produce accordo razionale, in altri termini non convince: crea una minoranza non ascoltata. Per convincere l’uno contro novantanove servono argomenti che i novantanove hanno affinché possano convincere il primo, la sola forza numerica non è sufficiente.

Guardiamo ora il problema della pavidità. Come problema è quasi lapalissiano: se ogni volta che siamo in disaccordo dobbiamo avvicinare il nostro parere a quello altrui, non stiamo solo abbandonando il campo e dimostrandoci pavidi davanti ad una discussione? Elga presenta una soluzione204 e la difende da due obiezioni possibili. La soluzione è che i disaccordi del mondo reale sono complessi e disordinati, quindi è impossibile applicare l'Egual Peso: è impossibile distinguere nettamente il problema e isolare la provenienza delle risposte. Ora, i disaccordi su cui possiamo applicare l'Egual Peso sono pochi, ma Elga sostiene che nei casi che sono fuori dal suo raggio d'azione possiamo tranquillamente tornare ad applicare la politica del seguire chi consideriamo più saggio e rifuggire le opinioni di chi vediamo erroneo.

Prima osservazione: il problema dei casi del mondo reale è che sono difficili da isolare, il che significa la possibilità di isolamento di alcune opinioni rispetto alle nostre credenze. Cioè, in alcuni casi possiamo individuare e mettere da parte il “resto” rispetto all'argomento in discussione, altre volte no.

Vediamo ora l'esempio che Elga fa di disaccordo del mondo reale: due donne discutono sull'aborto. Ora, con Beth contraria all'aborto e Ann favorevole, l'aborto è una questione parte di un gruppo più grande e le due hanno già discusso di alcune questioni vicine. Per Elga la loro storia di disaccordi giustifica il fatto che per Ann Beth è un “inferiore epistemico”. Vediamo il punto:

Per Ann, Beth ha raggiunto conclusioni sbagliate su molte delle questioni vicine all'aborto. Come risultato, anche mettendo da parte il proprio ragionamento sull'aborto, Ann pensa che è difficile che Beth abbia ragione nel caso in cui le due avessero un disaccordo sull'aborto.205

Elga continua spiegando che la gente viaggia in gruppo:

Guardando molte questioni controverse, le persone che uno vede come pari tendono ad avere opinioni simili alle sue.206

La strategia per evitare la pavidità è questa: portare fuori dall'Egual Peso i casi di disaccordo che rischiano di cedere troppo terreno all'opinione opposta nel caso siano valutati con l'Egual Peso. Quindi Elga spiega che molti casi non sono tra pari epistemici e quindi le opinioni non devono essere cambiate, con l'aggiunta che la valutazione di parità avviene per via 205 Elga, 2007, pg. 493. “By Ann's light, Beth has reached wrong conclusions about most of these closely related questions. As a result, even setting aside her own reasoning about the abortion claim, Ann thinks it unlikely that Beth would be right in case the two of the disagree about abortion.” Ho preferito lasciare i nomi e le circostanze del disaccordo dell'esempio di Elga intatte.

206 Elga, 2007, pg. 494. “With respect to many controversial issues, the associates who one counts as peers tend to have views that are similar to one's own.”

delle discussioni avvenute prima che forniscono il precedente per non ritenere qualcuno un pari epistemico e quindi stralciare l'eventuale discussione con lui dalla necessità di obbedire all'Egual Peso.

In pratica, il fatto che la storia dei disaccordi passati motiva il credere qualcuno non pari epistemico, associato al fatto che uno vede come pari qualcuno che ha le sue stesse opinioni è il modo in cui l'Egual Peso si trova fuori dal problema della pavidità. Come obiezione la pavidità funziona solo contro casi di Egual Peso, se invece un disaccordo è fuori dalla simmetria, non ha senso che sia passibile di pavidità.

Ora, Elga considera due obiezioni, ma non prende in considerazione una che, in qualche modo, è già presente nel suo articolo: in che modo non è

bootstrapping la giustificazione dell'inferiorità epistemica di Beth per Ann?

Riassumendo: la politica del cambiare le proprie opinioni in caso di disaccordo tra pari epistemici non rappresenta un abbandono della discussione perché siamo tenuti a mutare parere solo nel caso dei disaccordi puri. Quando i disaccordi sono in forma intricata, o disordinata207, come i disaccordi etici o politici del mondo reale, non avendo mai davanti qualcuno che consideriamo pari epistemico in disaccordo non ci dobbiamo preoccupare di mutare opinione.

Ora, Elga propone due obiezioni. La prima è che una politica per la quale non dobbiamo preoccuparci delle opinioni intricate è una politica dello struzzo. La risposta di Elga è che comunque noi ascoltiamo il parere avverso, solo non ci convince. In qualche modo, visto che ci convince di più un'opinione vicina alla nostra, è naturale che crediamo e consideriamo i 207 “Messy” in inglese.

consulenti che la pensano come noi come pari epistemici.

La seconda obiezione che Elga si pone è più vicina all'accusa di fare

bootstrapping, ma ancora non usa la parola. L'obiezione è che il giudizio

che i discordi si formano nel caso dei disaccordi intricati è giustificato solo dall'idea che loro stessi sono corretti. Per tornare ad Ann e Beth, Ann giudica Beth alla luce della sua correttezza, cosa che non è giustificata a fare. L'idea è associabile al bootstrapping: l'unico motivo per cui Ann crede Beth inferiore epistemicamente è che pensa si sbagli su un gran numero di questioni collegate all'aborto, quindi sull'aborto ha ragione Ann che nel tempo è sempre stata nel giusto. Il che porta alla domanda: sì, nel giusto, ma per chi? È ovvio che Ann creda di aver ragione, ma questo significa che Ann può screditare Beth perché Beth si è mostrata discorde in passato?

Certamente anche Beth può portare avanti la stessa argomentazione, ma questo non toglie che le due si discreditino a vicenda. Inoltre, Elga nota seguendo l'obiezione che l'insieme delle opinioni delle due sulla morale è legato strettamente, il che significa che è virtualmente possibile considerare il disaccordo sull'aborto come un disaccordo sintomatico di un disaccordo più ampio e trattarlo come disaccordo di “sistema”.

La conclusione dell'obiezione è che nei casi di disaccordo intricato si debba sospendere il giudizio. Come conclusione è debole, perché ci sarebbe l'opportunità di ridiscussione dei principi delle parti discordi se non addirittura il riconoscimento di forme di ragionamento diverse, per non parlare della possibilità di ridefinizione del problema. Lasciamo passare la premessa per cui i disaccordi intricati, cioè quelli interessanti e che comportano l'analisi e la conoscenza di gran parte del sistema di credenze

dei discordi, presentino tra pari solo l'opzione di sospensione del giudizio. Elga spiega che il giudizio va sospeso solo nei pochi casi in cui la conclusione distanzia dei discordi altrimenti concordi, come a dire: sospendi il giudizio solo se il problema è una mosca bianca nel normale affiatamento tra pari epistemici.

Negli altri casi, i casi in cui i sistemi di credenza sono lontani, semplicemente Ann non considera Beth un pari epistemico nemmeno a livello di sistema. Semplicemente perché per applicare l'Egual Peso sull'intero sistema di credenze che sostiene la posizione di Beth, Ann dovrebbe mettere da parte così tante cose che non riuscirebbe più a giudicare.

Vedendo gli esempi, se l'aborto è per Elga troppo interconnesso col resto delle credenze morali che per giudicarle interamente non rimarrebbe nulla con cui misurare le opinioni discordi, è invece possibile isolare un'opinione su Jennifer Lopez come persona mettendo da parte la sua versione patinata. In altre parole: in alcuni casi possiamo isolare una nostra opinione dall'influenza esterna che si può esercitare su di essa, come per “JLo”, ma in altri casi, come l'aborto, togliere le opinioni condizionanti significa annullare di riflesso anche l'opinione da giudicare.