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4.3 Elga: pavidità ed auto-confutazione

4.3.3 I problemi

La difesa di Elga della sua versione dell'Egual Peso, che conta in sé il principio di Indipendenza, ha dei momenti di debolezza che si vedono: per uscire dall'obiezione di pavidità Elga si impelaga nella distinzione tra tipi di disaccordi, mentre invece di uscire dall'irrilevanza la accetta

pienamente.

Vediamo quindi quali sono i problemi che non sono risolti: l'irrilevanza non può essere mantenuta se non al prezzo di poter sommare

pro capite opinioni identiche, il che significa che anche un'opinione vera o

più razionale può essere soffocata da una massa di opinioni similmente meno vere. Se questo non è un problema, la prossima volta che un Galileo dirà che il Sole gira intorno alla Terra avrà comunque torto perché quando ha presentato la sua idea era l'unico contro tantissimi. Per Elga in casi di imminente rivoluzione scientifica dovremmo evitare di credere a quelli prima di noi, ma a meno di non poter vedere le rivoluzioni all'orizzonte, è difficile non arrivare a uccidere, tramite l'Egual Peso, ogni opinione fuori dal coro.

Passiamo al punto dolente della difesa dell'Egual Peso con Indipendenza integrata di Elga: il bootstrapping e la divisione dei disaccordi. La prima questione non è risolta: per quanto sia affrontata sotto altro nome non è risolta efficacemente. Diventa lecito fare bootstrapping salendo di livello: dall'autocertificazione della propria correttezza in virtù del disaccordo altrui all'autocertificazione della propria correttezza in virtù del disaccordo con l'intero sistema di credenze altrui. E perché no? Alla fine, se è lecito che sull'aborto uno possa declassare l'opinione altrui perché su questioni simili ha sempre deciso scorrettamente, cioè diversamente, allora derubricare l'intero sistema morale di un oppositore perché oppositore non è così illecito.

Certamente, il bootstrapping non è un'azione illegale né ingiusta nel campo del disaccordo, ma non si può nell'arco di ventiquattro pagine negare

ed accettare contemporaneamente e per lo stesso problema la stessa azione. È un bel problema, perché l'Egual Peso è giustificato dall'impossibilità di fare boottstrapping, per poi giustificare l'impiego dell'Egual Peso in alcuni casi e non altri usando il bootstrapping. L'unica spiegazione possibile è che la divisione tra i tipi di disaccordo faccia sì che il disaccordo per cui il

bootstrapping è ingiusto non sia lo stesso per cui è corretto. Due problemi

qui: da un lato l'effettiva possibilità di dividere i disaccordi tra puri ed intricati, dall'altro che questa divisione sia valida per tutto l'articolo, anche prima della sua introduzione208.

Ammettiamo che la distinzione tra puri ed intricati valga per tutto l'articolo e non solo per la parte seguente all'introduzione stessa. Il problema rimane: la distinzione e le sue conseguenze. Partiamo dalla fine: se le discordie intricate sono quelle del mondo reale, quelle complesse nelle quali mettiamo in gioco noi stessi culturalmente, allora sono le stesse controversie interessanti e vitali che compongono non solo la filosofia ma sopratutto la nostra vita politica, morale, culturale. Il problema? Sono le stesse controversie che non abbiamo se non davanti a degli inferiori epistemici, mentre quando troviamo un gruppo con cui concordiamo siamo tra pari. È probabile che questo spieghi perché i Tea Party dialoghino con sé stessi, o perché i gruppi estremisti non siano molto aperti al dialogo, ma una posizione come quella che Elga difende porta anche alla conseguenza spiacevole che ogni gruppo sia legittimato nel sentirsi superiore e smetta di cambiare per mantenere una posizione da “torre d'avorio”.

Per quanto la tesi che “chi non concorda con me su questioni 208 Elga, 2007, pg. 492: prima divisione tra puri ed intricati. Critica al

complesse sia inferiore intellettualmente a me” sia allettante, non credo sia una tesi difendibile specie da chi difende contemporaneamente l'Egual Peso. Il punto in questione infatti è che i disaccordi intricati sono fuori dall'Egual Peso e quindi uno è per il proprio punto di vista superiore all'altro. Un'idea simile è contraria all'Egual Peso come pensato al di fuori della proposta di Elga, cioè all'Egual Peso senza principio di Indipendenza integrato. Infatti, se l'Egual Peso dice di valutare l'opinione contraria quanto la propria, allora anche gli argomenti e di riflesso le credenze alla base dell'opinione contraria sono accessibili nel disaccordo, con la conclusione che anche senza sospendere il giudizio possiamo fare distinguo, argomentare, capire come vicendevolmente valutiamo gli argomenti in campo, rivalutare argomenti vecchi o prove nuove, muoverci per inglobare parte del discorso altrui che ci sembra più razionale o negare parte del nostro che ci sembra fuori rotta rispetto alla nostra posizione per come si definisce nel corso del disaccordo. Cosa voglio dire? Semplice: le possibilità per una discordia intricata sono moltissime e tutte interessanti, ma non se si è legittimati a pensare che la parte avversa, perché opposta, non solo sbagli ma sia anche inferiore.

Ritornando all'aborto: limite dei tre mesi, liceità e moralità, autogestione del corpo femminile, libertà di scelta, maternità, privacy, valore della vita, ragioni terapeutiche o no, malformazioni del feto. Siamo certi che la nostra posizione sull'aborto sia limitabile a sì o no? Certo che no. Come questione complessa gode delle mezze misure. In America tra pro

choice o pro life comunque lo spettro è ampio. E la pillola del giorno dopo,

è aborto? Come valutiamo la libertà personale contro la liceità che ha il governo di fare leggi? Quanti piani e quante mezze misure possiamo individuare in un dibattito simile. Perché dovremmo declassare chi ha

opinioni altre, visto che probabilmente le uniche opinioni davvero opposte sono aborto possibile al nono mese contro aborto impossibile dallo zigote?

Ora, questo per quanto riguarda le conseguenze spiacevoli dell'individuare disaccordi intricati. Passiamo al vedere come individuare i disaccordi intricati. Qui si mostra il retroterra epistemico di Elga, perché per lui non solo è possibile individuare sezioni del sistema che possono essere isolate dal resto e giudicate, ma è anche possibile vedere sezioni non isolabili. Da qui l'idea che i disaccordi puri siano individuabili: sono quelli che possiamo valutare escludendoli dal resto, dal “rumore di fondo”. Il problema è che la capacità di giudicare che usiamo su questi disaccordi puri li reinserisce nel resto: se ho un'opinione su JLo, per seguire Elga, posso sì astrarre dal “rumore” delle riviste, ma non posso astrarre dalla capacità di giudizio o da considerazioni morali ed estetiche. I miei giudizi, le opinioni che trovano compagnia discorde, sono o non sono il legame che unisce la questione “isolata” col resto, col “rumore di fondo” del mio sistema di credenze?

La soluzione di Elga al disaccordo non aiuta la carità nella versione epistemica: solo una minima parte dei disaccordi si può risolvere e la maggior parte dei disaccordi, tra cui tutti quelli “reali”, è asimmetrica. Seguendo la soluzione di Elga l’accordo non è ricomponibile una volta rotto, ma la condizione di accordo si basa sulla familiarità tra persone con le stesse idee. Quindi: il problema che dà origine al disaccordo non viene risolto né è risolto il disaccordo per la maggior parte delle questioni in cui l’interpretazione entra in gioco.

sembra emanare da quest'ultimo, è che Elga considera insieme come blocco unico Egual Peso ed Indipendenza, mentre Christensen lega l'Egual Peso alla Tesi di Unicità. Ora passiamo alla prossima posizione tra chi accetta l'Egual Peso: la sospensione del giudizio.