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Le ultime nove pagine dell'articolo sul disaccordo di Palmira sono dedicate alle reazioni di vari autori davanti al disaccordo, a seconda che accettino o neghino il principio dell'Egual Peso. Nelle prime due pagine Palmira parla dell'Egual Peso e della Tesi di Unicità, cioè quelle due tesi su cui si costruisce l'idea di disaccordo tra pari epistemici. Nel mostrare come funzionano e come vengono risolti i disaccordi, Palmira parte da quelle che vengono chiamate evidenze di prim'ordine e ed evidenze di ordine

superiore176.

Ma seguiamo con ordine l'argomento di Palmira. Sembra che Palmira individui due tipi di evidenza: una di prim'ordine ed una costruita su di essa.

Ricostruiamo una situazione di disaccordo tra pari epistemici. Due pari epistemici hanno la stessa evidenza di prim'ordine e. Le loro risposte differenti, poniamo h e non-h, a quest'evidenza condivisa sono a loro volta evidenza, evidenza di ordine superiore. Da un lato i due pari epistemici acquisiscono evidenza di ordine superiore EOS₁ che l'evidenza di prim'ordine e supporta l'ipotesi h; dall'altro, acquisiscono

anche l'evidenza di ordine superiore EOS₂ che e supporta non-h. Dato che l'evidenza di ordine superiore è costituita dalle credenze degli agenti, e gli agenti sono pari epistemici, EOS₁ e EOS₂ hanno la stessa forza evidenziale.177

In questo caso l'evidenza è di due tipi: una di “base” e una “costruita” sulla precedente. Sembra che con evidenza si intenda ciò che nel corso del disaccordo è accettato da entrambi i contendenti: sia le evidenze di prim'ordine che quelle di secondo ordine sono impossibili da evadere, le prime perché basiche riguardo il tema e le seconde perché consistono nelle risposte discordi e quindi inevitabilmente devono essere riconosciute nella contesa. Alla fine evidenza significa ciò che è riconosciuto da entrambi i contendenti, ma viene distinta l'evidenza che è una credenza da quella che è alla base della credenza.

Palmira arriva quindi alla formulazione del principio dell'Egual Peso, per cui in caso di disaccordo tra pari epistemici i discordi devono dare lo stesso peso ad entrambe le opinioni discordi. Il fine dell'Egual Peso è capire cosa fare in caso di disaccordo, quindi la considerazione pari delle opinioni discordi da parte delle persone coivolte nella discordia serve per lasciare l'opportunità di cambiare, aggiornare o difendere le opinioni. In altri termini, considerare pari le opinioni discordi permette di avanzare nella verifica o nella ricerca di un'opinione più vera o più razionale.

Alla formulazione dell'Egual Peso segue la Tesi di Unicità, in vario modo sostenuta da Christensen, Feldman e Kelly:

Per ogni ipotesi h ed insieme di evidenza totale e, c'è un solo

atteggiamento doxastico che è razionalizzato dall'evidenza.178

Questa tesi, che funziona da vera e propria ipotesi di lavoro ed è un'assunzione, è associata all'Egual Peso179. Dovendo quindi parlare di soluzione razionale al disaccordo, partendo da opinioni discordi di egual peso è necessario quindi assumere che la soluzione al disaccordo ci sia e sia univoca.

Il punto della Tesi di Unicità è che una discordia con le stesse credenze evidenziali a supportare diverse conclusioni può essere risolta un una direzione unica, cioè i discordi devono essere in grado di giungere ad una soluzione razionale: cambiando entrambi opinione per una conclusione comune, sospendendo il giudizio o rivedendo solo una delle due conclusioni. Insomma: la Tesi di Unicità implica che per i disaccordi ci sia

una soluzione razionale.

La prima soluzione che Palmira esamina è rivedere le credenze, questa posizione di revisione accetta l'Egual Peso e la tesi di Unicità, con le particolarità dei diversi autori sul peso da assegnare loro. Vediamo quindi cosa dice Palmira sulla posizione del rivedere le credenze in caso di disaccordo, una posizione che viene attribuita a Christensen, Elga e Feldman180.

Il punto principale dell'accettare l'Egual Peso delle opinioni discordi è che il non essere in accordo comporta una svalutazione di entrambe le opinioni. In altri termini: le opinioni discordi si indeboliscono a vicenda. Il 178 Palmira, 2013, pg. 315.

179 L'Egual Peso è “Impegnato alla cosiddetta Tesi di Unicità” (Palmira, 2013, pg. 315.)

che è abbastanza logico: partendo dal principio che la stessa conoscenza di un argomento tra pari epistemici porta ad un accordo, la presenza di opinioni discordi suggerisce che entrambe abbiano un qualche problema. La discordia è una questione simmetrica: l'opinione di Erica che non concorda con quella di Massimo porta Erica a dubitare di Massimo e poi di sé stessa, così come l'opinione di Erica discorde porta Massimo a dubitare prima di Erica poi di sé.

Le opinioni discordi vanno riviste, questo perché se le opinioni sono parimenti valide, i discordi devono prendere atto della discordia e del fatto che in virtù di essa le opinioni non sono più credibili come prima. Per riuscire a trovare una risposta razionale al disaccordo, dobbiamo prima svalutare le opinioni discordi: per salire dobbiamo scendere.

Cosa fare quindi con le opinioni discordi? O le si aggiorna o si sospende il giudizio sulla materia. Elga e Christensen sono fautori della proposta dell'aggiornamento, con tanto di formule181 adatte allo scopo. Alla fine dei conti, il punto è che le opinioni divergenti dovrebbero portare ad una revisione per cui le opinioni originali si avvicinano l’un l’altra alla luce della loro distanza.

A questa posizione, dice Palmira, sono state opposte quattro obiezioni. Vale la pena di vederle e osservare le risposte ad esse. In ordine di tempo, le obiezioni sono: pavidità, del 2007, proposta da Elga stesso per difendere l'Egual Peso; auto-confutazione, del 2007, cui Elga risponde nel 2010182; simmetria epistemica non plausibile, del 2010, anche se questa obiezione è affrontata nel corso della difendesa dell'Egual Peso nell'articolo 181 Per più dettagli, Palmira, 2013, pg. 316-317.

di Christensen del 2007; infine c'è l'obiezione della razionalità facile, del 2010, e come la precedente questa obiezione è in parte già risolta da Christensen.