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L’Art Program Progetti da operare direttamente con gli artist

L’art Program è il progetto artistico del PAV che propone artisti del presente che lavorano con il vivente nelle sue diverse declinazioni con opere che sono spazi partecipativi piuttosto che oggetti fatti per essere solo guardati; ad esempio sono workshop tematici o grandi installazioni permanenti derivate da un progetto dell’artista che viene però tradotto e realizzato da un’equipe di esperti.

In questo senso la Sezione Ricerche ha la rara opportunità di potersi confrontare e partecipare a queste progettualità a fianco degli artisti stessi, consentendo così al personale una crescita continua nella formazione, che essendo affidata a personale esperto interno e coordinata dal Responsabile della formazione, garantisce continuità e coerenza interna al lavoro dell’equipe con il pubblico.

Le opere e le esperienze che si susseguono all’interno del PAV indagano poi soprattutto la dinamica di un’umanità e di una natura sempre più destinate a essere circondate e permeate dall’artificialità.

E per questo assume all’interno dell’ Art Program una particolare rilevanza il corpo, inteso come oggetto/strumento di relazione, in quanto “sede materiale

Capitolo 3: Land Art- Bioarte- Cittadellarte. Esempi di Arte e Spazio pubblico tra Torino e Biella

115 dell’esperienza umana, attraverso il quale passano tutte le informazioni da e verso l’ambiente. Il corpo è un esempio di struttura complessa in cui natura e cultura coesistono e si compenetrano manifestandosi attraverso il comportamento e il linguaggio. Il corpo è il rapporto con lo spazio e con il tempo, è il luogo relazionale per eccellenza in quanto si presta a combinarsi, sul piano materiale e mentale, con tutto ciò che incontra e lo percorre: emozioni, visioni, immagini, parole, sostanze, suoni e colori19”, e l’arte che si rivolge al corpo è diretta quindi a tutti i sensi.

La forza risiede dunque nel fatto che non c’è uno spazio museale in senso tradizionale, ma che i lavori partecipano ad un ciclo della natura emettendo forza come le persone, perché partecipano anch’essi al ciclo della vita.

Utili a supporto di questi intenti sono state le esperienze realizzate nel sito come il workshop condotto da Andrea Caretto e Raffaella Spagna20 Colonizzazione_01

(fig.55) all’interno del PAV.

Su invito dello stesso Piero Gilardi gli artisti sono stati invitati a ideare un workshop che fosse espressione naturale della loro ricerca artistica (che ruota appunto attorno alla relazione tra gli individui e tra questi e la natura), ma avanzando al contempo la richiesta specifica di coinvolgere un gruppo di persone per la realizzazione comune di un progetto artistico a carattere collettivo.

Si è trattato dunque di un’azione collettiva di vita e lavoro nello spazio interstiziale tra costruito e non costruito, organico e inorganico, che ha avuto luogo nel 2006 nell’area cantiere del PAV dove era già presente l’opera Trèfle21

(fig.56), il grande

quadrifoglio dell’artista Dominique Gonzalez – Foerster, esito anch’esso del lavoro collettivo di un gruppo di persone riunite nell’associazione ACPAV22

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Ivi, p. 53

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Andrea Caretto è nato a Torino nel 1970, laureato in Scienze Naturali con una tesi in Museologia scientifica. Raffaella Spagna è nata a Rivoli nel 1967, laureata in Architettura indirizzo Urbanistico con una tesi sull’Architettura del paesaggio e l’arte dei giardini. I due artisti hanno iniziato a collaborare nel 2002.

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Si tratta della prima opera ambientale del Parco che, realizzata grazie anche al finanziamento della Compagnia di San Paolo, è divenuta nei mesi successivi alla sua realizzazione, lo scenario di NUOVI ORIZZONTI URBANI, rassegna di spettacolo con laboratori espressivi per il quartiere.

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Associazione Culturale Parco d’Arte Vivente, costituitasi nel 2002 a Torino per iniziativa dell’artista Piero Gilardi, con lo scopo di promuovere la creazione e lo sviluppo di istituzioni artistiche dedicate alla specifica tematica del rapporto arte e natura. L’impegno principale dell’Associazione, in questi primi anni di attività, è costituito dalla realizzazione del Parco d’Arte Vivente, Centro d’Arte Contemporanea, a Torino. A questa disposizione progettuale e promozionale si affiancano indagine, ricerca ed elaborazione teorica sulla problematica dei parchi d’arte contemporanea quali “musei interattivi nella natura”.

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116 Il workshop ha preso avvio dai numerosi sopralluoghi avvenuti nell’area del PAV, vissuti in modo molto fisico e sensoriale, e successivamente rielaborando le sensazioni sorte confrontandole con la conoscenza storica del luogo e con la vasta produzione teorica e artistica dei terrains vagues , che per la loro ‘indeterminatezza’ permettono di sviluppare una libera riprogettazione individuale.

Sono stati indagati concetti chiave come: spiazzamento percettivo, disorientamento spaziale e sensoriale; contrasto tra progettato/non progettato e costruito/non costruito, concetti che hanno reso possibile “colonizzare” i luoghi del PAV attraverso un insolito aspetto ludico che in spazi fortemente caratterizzati sarebbe stato altrimenti impossibile.

L’area del PAV, già destinata dagli standard urbanistici a diventare area verde, sta materializzando il desiderio in parte utopico di un artista nel trasformare permanentemente uno spazio pubblico cittadino impedendo che questo vuoto non venga riempito, questo perché attorno a questo luogo si è creata una situazione immateriale che non produce un’opera stabile e permanente nel parco, ma che crea un bagaglio di relazioni che fanno di volta in volta parte integrante del progetto del parco.

Il PAV dunque sembra esulare dal senso ‘tradizionale’ di Bioarte, perché fa riferimento ad un concetto molto più ampio, polisemico, che contiene al suo interno molte correnti artistiche che hanno a che fare con il vivente, e per questo motivo la sua programmazione risulta varia e legata al coinvolgimento del pubblico.