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ARTICOLO 9 DELLA CONVENZIONE-QUADRO 2

Nel documento Il sistema geolingueFVG (pagine 155-159)

in riferimento ai singoli articoli de la

CONCLUSIONI IN RIFERIMENTO AI SINGOLI ARTICOLI 1

5. ARTICOLO 9 DELLA CONVENZIONE-QUADRO 2

Trasmissioni per le minoranze nell’ambito dei media

5.1. Conclusioni del primo ciclo. Nella prima Opinione, il Comitato Consultivo ha accolto con soddisfazione la produzione di trasmissioni radiotelevisive in francese, tedesco, ladino e sloveno da parte della società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo (RAI), pur deplorando il fatto che la ricezione non è ovunque possibile, in particolare per ladini della provincia di Belluno e per gli sloveni della provincia di Udine. Il Comitato Consultivo ha, inoltre, incoraggiato le autorità competenti e la RAI a sfruttare a pieno le nuove opportunità offerte dall’articolo 12 della Legge 482/99, che permettono la produzione e la diffusione di programmi in altre lingue minoritarie, invitando altresì le autorità competenti a valutare le esigenze di Rom, Sinti e Camminanti in questo settore.

5.2. Situazione attuale (al 2004)

a) Questioni in sospeso

2 L’art. 6 della Convenzione-quadro afferma che le Parti contraenti incoraggeranno lo spirito di tolleranza e il dialogo interculturale.

L’art. 7 afferma che le Parti contraenti si preoccuperanno di assicurare ad ogni persona appartenente a una minoranza nazionale il diritto di manifestare la sua religione e le sue convinzioni.

5.2.1. Non risulta che ci siano stati progressi in merito alla questione della ricezione delle trasmissioni in sloveno nella provincia di Udine.

5.2.2. Per quanto riguarda la produzione di nuovi programmi, sussistono motivi di preoccupazione per la mancanza di progressi. Sebbene l’articolo 12 della Legge 482/99 richieda espressamente di “assicurare le condizioni” per la tutela delle lingue minoritarie nel settore dei media nell’ambito della convenzione stipulata tra il Ministero delle Comunicazioni e la RAI e nonostante l’articolo 11 del decreto attuativo (DPR 345 del 2 maggio 2001) stabilisca che tale convenzione ed il relativo contratto di servizio debbano indicare, tra l’altro, il livello minimo di tutela per ogni lingua minoritaria in base all’opzione prevista dall’articolo 11, comma 1a) della Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie, non vi è stato alcun progresso in tal senso.

5.2.3. Tale situazione “deplorevole” ha provocato una grande delusione non solo tra le minoranze interessate, ma anche tra alcune autorità regionali, quali ad esempio quelle del Friuli Venezia Giulia, i cui interventi volti ad incoraggiare una rapida attuazione dell’articolo 12 della Legge 482/99 non sono andati finora a buon fine.

5.2.4. La minoranza friulana risulta particolarmente danneggiata da questa situazione, dal momento che gli attuali programmi televisivi in friulano, prevalentemente finanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia, sono estremamente limitati e non comprendono i notiziari.

5.2.5. Per la limitata autonomia e nonostante gli apprezzabili sforzi compiuti, la sede regionale RAI del Friuli Venezia Giulia non è stata in grado di apportare concreti miglioramenti in quanto, per questa materia, il processo decisionale continua ad essere molto concentrato a livello centrale.

5.2.6. Uno dei motivi addotti dai vari soggetti – compresa la RAI – per spiegare la mancata attuazione dell’articolo 12 della Legge 482/99 è il fatto che, a tutt’oggi, l’Italia non ha ratificato la Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie e che pertanto non ha operato una scelta definitiva riguardo alle opzioni previste dall’articolo 11, comma 1a) di tale strumento.

5.2.7. La mancata ratifica della Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie, tuttavia, non può ritenersi una valida motivazione per giustificare l’assenza di un’attività di sviluppo di programmi radiotelevisivi di buona qualità nelle lingue minoritarie, in quanto l’obbligo di svolgere tali attività esiste ed è previsto dall’articolo 9 della Convenzione-quadro.

5.2.8. Il Comitato Consultivo non è a conoscenza di alcuna valutazione operata dalle autorità riguardo alle esigenze di Rom, Sinti e Camminanti nel campo dei media (radio, televisione e carta stampata).

b) Raccomandazioni

5.2.9. E’ necessario agire con maggiore determinazione per dare priorità all’attuazione delle disposizioni contenute nell’articolo 12 della Legge 482/99, poiché varie minoranze non dispongono attualmente di sufficienti programmi nelle lingue minoritarie, in particolare i friulani.

5.2.10. Il Comitato Consultivo ritiene che le autorità e gli organismi competenti si debbano impegnare maggiormente per rendere tecnicamente possibile la ricezione da parte degli sloveni residenti nella provincia di Udine e dei ladini della provincia di Belluno dei programmi già trasmessi nelle loro lingue.

5.2.11. Il Comitato Consultivo ribadisce quanto già affermato in occasione del primo ciclo di monitoraggio secondo cui le autorità dovrebbero valutare le esigenze di Rom, Sinti e Camminanti in questo settore.

6. ARTICOLO 10 DELLA CONVENZIONE-QUADRO

Uso delle lingue minoritarie nei rapporti con le autorità amministrative

6.1. Conclusioni del primo ciclo. Nella prima Opinione, il Comitato Consultivo ha accolto con soddisfazione le nuove opportunità offerte dalla Legge 482/99 relative ad un maggior utilizzo delle lingue minoritarie in situazioni ufficiali e la creazione di un Fondo nazionale speciale per la copertura delle spese ad esso connesse e quelle derivanti dalla L. 38/01, in particolare circa l’uso dello sloveno nella provincia di Udine.

6.2. Situazione attuale (al 2004)

a) Sviluppi positivi

6.2.1. La Legge 482/99 è stata accolta con grande interesse e perfino con entusiasmo in molte delle aree tradizionalmente abitate da persone appartenenti alle

minoranze linguistiche storiche. Ciò riguarda in particolare l’articolo 9 di detta legge. L’articolo 6 del decreto attuativo (DPR 345 del 2 maggio 2001) indica nell’apertura degli sportelli linguistici una tipologia specifica di intervento in tal senso e incoraggia gli Enti interessati ad introdurre insegne bilingui nei propri uffici.

6.2.2. Il Comitato Consultivo prende atto con soddisfazione del fatto che a livello locale è stata intrapresa un’ampia gamma di lodevoli iniziative che hanno dato attuazione a quanto previsto dall’articolo 9 della Legge 482/99 e dell’inserimento di quasi tutti i comuni che registrano una tradizionale presenza di sloveni nelle province di Udine e Gorizia negli ambiti territoriali delimitati sulla base della Legge 482/99, rendendo possibile l’uso dello sloveno in situazioni ufficiali nonostante la Legge 38/01 resti generalmente inattuata.

6.2.3. Tra le azioni intraprese degne di nota si segnalano la modifica del regolamento del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia per favorire l’uso di friulano, sloveno e tedesco, benché tale misura non sembri finora aver promosso un uso significativo di queste lingue, e l’apposizione, presso l’entrata principale dell’edifico, della denominazione del Consiglio regionale anche in friulano, sloveno e tedesco.

b) Questioni in sospeso

6.2.4. Trattandosi di un processo dinamico e costante, l’attuazione dell’articolo 9 della Legge 482/99 richiede una continua attenzione da parte delle autorità competenti, con misure più efficaci volte ad incoraggiare i comuni ad un maggiore utilizzo delle lingue minoritarie.

6.2.5. Più in generale, in futuro si avvertirà la crescente esigenza di elaborare strumenti e metodi comuni per valutare l’impatto delle misure adottate al fine di rendere esecutivo all’articolo 9 della Legge 482/99 nel contesto di un meccanismo globale e coerente di monitoraggio della legge stessa coordinato a livello centrale.

c) Raccomandazioni

6.2.6. E’ opportuno che le autorità siano incoraggiate a proseguire gli sforzi tesi a sviluppare ulteriormente l’uso delle lingue minoritarie in situazioni ufficiali, attraverso le forme di intervento previste dalla Legge 482/99.

Nel documento Il sistema geolingueFVG (pagine 155-159)