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esegesi al Salmo

38, 39 (parte),

40, 41 (parte),

42

25 -

indemoniato

43

26 - Nicecius

44

27 - Simpliciano

e la successione

45-46

28 – morte

47-49

29 - Zenobio

50

Maczel

51

Cieco

52

Esegesi,

Donato e

Murano

53-54

1. Livello contenutistico: inserzione di passi da altre fonti

Ad una lettura comparata del testo della Ambrósíuss saga con quello dell’opera che la saga stessa definisce fonte primaria da cui la materia è attinta, risultano evidenti alcune discrepanze. Per quanto infatti la struttura generale della Vita Ambrosii sia mantenuta pressoché inalterata, entro il tessuto della Ambrósíuss saga sono presenti episodi indipendenti, che appaiono privi di qualsiasi corrispondente nel testo latino.

In primo luogo, la presente analisi ha avuto modo di gettare luce per la prima volta sull’origine della maggior parte di tali episodi, questione spesso lasciata in secondo piano dagli studiosi del testo fin dall’edizione Unger2. L’individuazione delle fonti è stata resa possibile dal riscontro di

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corrispondenze di contenuto, sostenute a vario grado da coincidenze di dettato. La natura delle fonti impiegate ha permesso quindi di ragionare sulle motivazioni che hanno reso necessarie queste inserzioni, rendendo evidente il bisogno di un maggior numero di coordinate contestuali da parte del lettore di Paolino. Le opere consultate ed impiegate per la compilazione del testo sono infatti per la maggior parte di carattere storico e geografico, in grado cioè di offrire informazioni riguardanti tempi e luoghi dell’età di Ambrogio, altrimenti non rinvenibili nel testo della Vita. In essa, la tendenza a non esplicitare momenti anche importanti del periodo storico entro cui si dipana la vicenda del vescovo affonda le sue radici nel tempo della composizione, all’indomani della morte di Ambrogio, quando ancora essi venivano naturalmente percepiti come contemporanei e superfluo poteva apparire conseguentemente il registrarli. Un’altra motivazione è legata, all’interno della narrazione, alla posizione secondaria o ancor più all’assenza in actio del vescovo nello svolgimento degli stessi, secondo l’assunto per il quale l’agiografia non ha interesse per i momenti in cui il santo non ricopre il ruolo di protagonista.

A questo proposito è bene ricordare che la tradizione manoscritta testimonia l’interesse verso opere di carattere storiografico in Islanda proprio in coincidenza con il periodo considerato3. Autori di storia universale come Isidoro, Beda e Onorio Augustodunense sono infatti utilizzati in quella prima fase di creazione di una storia universale in volgare che produce la Veraldar saga e la Heimsaldrar saga. Per quanto impossibile risulti stabilire modalità ed estensione del reperimento della fonti latine, la tradizione manoscritta di queste sögur sta a dimostrare chiaramente la loro attuale possibilità di utilizzo già nel primo XII secolo4. Mentre infatti risulta difficile affermare con certezza se i compilatori di tali opere si servissero direttamente dei testi latini, ovvero di stralci contenuti in florilegia se non addirittura di opere norrene, a loro tempo modellate a partire da un testo latino5, appare invece sin da subito evidente la libertà con la quale le informazioni ricavate vengono da essi elaborate. In queste prime prove, il contenuto delle fonti viene modificato con aggiunte ed eliminazioni, abbreviato e riformulato a livello sintattico e lessicale. Risulta pertanto evidente che è il proposito che compilatore si pone nel mettere insieme la sua opera a giustificare un distacco dal testo e una manipolazione dei dati che rendono conto

3 Óskarsdóttir (2000; 2017).

4 Delle tre redazioni della Veraldar saga sono conservati undici testimoni manoscritti, integri e frammentari, dei quali il più antico (Veraldar saga C, AM 655 VIII 4°) è stato datato intorno al 1200ca (Benediktsson V-XXXIX); la messa per iscritto Heimsaldrar saga (AM 194 8vo) risale a un periodo che va dal 1121 al 1139ca.

5 Per quanto concerne lo statuto della Ambrósíuss saga, cfr. Óskarsdóttir (2000: 229): «Given that it has often proved impossible to point to a specific source for Veraldar saga, the view that it was an original compilation by an Icelander has been gaining ground».

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di una operazione più diversa da una trasposizione. In questo contesto, pur nell’impossibilità di produrre conclusioni certe, la collocazione cronologica della Ambrósíuss saga giocherebbe in favore dell’ipotesi che si tratti di un testo autonomamente concepito e che non abbia invece ad essere inteso come la traduzione di una precedente compilazione in latino.

Considerato il numero elevato di narrazioni, tardo-antiche e non, che si occupano di registrare date e fatti dell’Italia del IV secolo6, l’individuazione delle fonti, come accennato, non ha potuto contare unicamente sulla corrispondenza contenutistica. Nella necessità di distinguere con chiarezza le fonti di fronte alla comunanza della materia, dirimente si è rivelata l’attenzione posta alle corrispondenze di dettato echeggiate dal testo norreno, mentre nel caso di commistione di fonti entrambi gli aspetti hanno giocato di concerto7.

Il presente capitolo è pertanto dedicato allo spoglio delle fonti che si affiancano alla Vita Ambrosii nella compilazione della Ambrósíuss saga. Esse vengono presentate di seguito, distinte per tradizione linguistica (ad oggi limitatamente latina e norrena) e, nel caso delle opere latine, anche per tipologia testuale. Di ciascuna viene precisata la collocazione entro la saga e viene fornita qualche notazione riguardo a storia e fortuna del testo della fonte; laddove possibile, vengono quindi presentate le problematiche relative l’acquisizione della stessa e la sua eventuale presenza in Islanda. Infine, l’evidenza della messa in opera delle fonti (secondo modalità di semplice inserzione o di combinazione) concorrerà, insieme al capitolo successivo, a meglio definire la natura dell’operazione svolta dal compilatore del testo della Ambrósíuss saga.

1.1 Opere latine

1.1.1 Compilazioni storiografiche