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Cariche e titoli (Traduzione 1:1/1:2)

Leiðarvís

3. Livello morfologico

3.1 Livello lessicale

3.1.2.2 Cariche e titoli (Traduzione 1:1/1:2)

Una categoria a sé stante è rappresentata dai titoli onorifici e dalle cariche amministrative dell’impero Tardo-antico, per il quale il traduttore ha compiuto delle scelte volta a volta differenti, in un tentativo di adattamento da parte di una società privo di una gerarchia istituzionalizzata quale è l’Islanda medievale. Innanzitutto, i termini non vengono mai trasposti dal latino così come sono, in modo da evitare qualsivoglia glossa al testo. Per la maggior parte di essi, il compilatore ha optato per una traduzione 1:2, giustapponendo quel numero limitato di referenti disponibili alla sua cultura linguistica e sociale. Tale limitatezza giustifica altresì il carattere non-esclusivo delle traduzioni 1:1, che tali non sembrano poter essere etichettate alla luce del loro utilizzo entro i contesti di 1:2.

Cariche jarl domandi greifi Höfþingi hertugi Göfungr

Iudex AS1 AS3

38 La AS presenta un’inversione: guð ok trú.

95 praefectus40 AS2;3 AS2;15;16;20;

comes AS12;15;20; 27 Consul AS2 magister höfþingi 41 cubicularius vinir42 ok höfuðverðir (AS8)

procurator43 AS10 AS10

tribunus AS 26 Aggiunti (designa personaggi non etichettati in Paolino) AS17 höfþingi (AS9;17;29)44 hertogi (AS1745) habitator AS24 Titoli

illustris46 greifi (AS2) höfðingi

(AS3)

40 Differenza proposta in AS2 (jarl var einn eðr greifi).

41 Sempre accompagnato da specifica: hofþingi ok gelldingr (AS14); höfþingi ok umboðsmaðr (AS10, -

officiorum); hofþingi ok hetia (AS17 -militum).

42 Utilizzato anche per martyr: guðs piningarvotta (AS18); guðs vinir (AS29). 43 Differenza proposta in AS2 (hertugi eðr jarl).

44 Massimo e Teodosio (AS9); Radigaisus, Mascezeli, Gildo (AS29).

45 AS17 (laddove il referente latino non è noto e il testo norreno sembra proporre un ampliamento a partire dal materiale a disposizione): höfþingi hersins ok enn mesti kappi, adra jarla ok hertuga.

96 clarissimus göfugs manns (AS18) Nobilis göfgöztu (AS27) 3.1.3 Traduzione 1:1

Con Traduzione 1:1 si intende la resa di un termine latino con uno dello stesso peso presente nella cultura d’arrivo: la vicinanza di significato permette l’utilizzo di un solo referente, senza il bisogno di perifrasi.

3.1.3.1 Composizione

In questa categoria rientrano quei termini che sono in grado di aderire al significato del termine della cultura d’origine in virtù della loro struttura morfologica. In particolare, il meccanismo di composizione permette la creazione di termini in grado di aderire al significato di partenza mediante una sorta di esegesi interna, risultante dall’accostamento delle componenti. Come mostra la tabella, il significato raggiunto dal composto è generico, ma tuttavia in grado di presentare un’evidenza che non necessita di ulteriore spiegazione.

Termine latino Composto norreno Componente I Componente II Componente III

synagoga AS12 Tíðagerðahús tíðir: servizio divino

gøra: praticare

hús: casa Exedra AS12 tölustadjum að tala: parlare staðr: luogo

porticus AS27 forhús for- : hús: casa

3.1.3.2 Convergenza

Si vuole parlare di convergenza laddove il termine scelto dal traduttore si avvicina il più possibile a rendere il significato di un termine della cultura di partenza in virtù della sua naturale affinità di significato, ovverossia nel caso dell’utilizzo di un termine norreno con significato proprio, che viene impiegato quale referente più prossimo a rendere il significato del termine della cultura di partenza, senza operazioni che ne mutino la struttura morfologica o lo integrino in un nuovo contesto sintattico.

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Vita Saga

arianus/ariana fides AS1;3;4;5;6;8;9;12;14;23 villur

Virgo AS1;4 nunnur

Haruspex AS6 einn fjölkunnigr maðr

Exorcista AS11 særingarmaðr

senatus AS15 heidins dóms

notarius47 AS21 ritgerðarmaðr

oraculum AS29 Saga

3.1.3.3 Duplicazione 1:2 (1:1+1)

La presente categoria riguarda la differenziazione nel significato di un solo termine latino e la relativa duplice resa dello stesso in norreno. Tale finezza nella differenziazione è evidente dal contesto d’uso in cui la cultura d’origine ha impiegato i termini in questione, i quali vengono pertanto differenziati a livello semiotico e trasposti dal compilatore della saga mediante l’utilizzo di due referenti.

I sovrani

Il titolo di imperator si ritrova nel testo norreno secondo la duplice resa keisari o konungr.

Keisari Konungr

Giuliano? AS148

Valentiniano I AS1;3 AS1;3,4

Graziano AS8;949;10 AS10

Massimiano AS9

Valente AS9

Teodosio AS950;12;13;1416; 17 AS11;12;13;14;15;17;20

Valentiniano II AS10 AS15;16

47 Il termine compare in AS11, laddove il testo norreno lo aveva utilizzato come nome del fanciullo posseduto dal demonio: Sveini sínum, er Notarius hét (:puerum suum notarium).

48 Il sogno del padre di Giustina indica che la sua discendenza conterà un imperatore (at í hans kyni mundi

keisarinn fæðaz).

49 Massimo si fa dare il nome di Cesare (kaisara nafn) in Britannia. 50 Si parla di acquisire il kaisara nafn.

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Arcadio AS22

Gnavim, Megla, Diotinus AS9

Davide AS13

Eugenio AS16;17

Come risulta evidente dai dati ricavati dal testo, la titolazione imperiale oscilla per quanto concerne gli imperatori legittimi: essi vengono designati con il termine konungr insieme ad usurpatori e sovrani di altre nazioni, mentre specifico è per loro soli il termine keisari. A riprova di ciò sono le espressioni utilizzate nei riguardi degli usurpatori, Massimo (AS9;10) ed Eugenio (AS16), a significare la loro pretesa di impossessarsi, alla lettera, del nome di imperator (að gera/leggja niðr keisara nafn) o del suo titolo (keisaradómr).

Per quanto concerne invece il termine imperatrix, esso costituisce una traduzione trasparente 1:1 e viene reso con drottning : Severa (AS1), 4 Giustina (AS4); moglie di Graziano (AS10), Fritigil (AS21).

Il nemico

Il termine hostis viene utilizzato dalle fonti latine per indicare indistintamente il nemico militare e quello della fede. Dal contesto entro cui lo trova, il compilatore compie una distinzione morfologica del termine: utilizza vikingr per indicare il nemico militare (AS2: vikingonum), anche laddove non il termine non è esplicitato direttamente nel testo latino di riferimento (per Massimo in AS10 e per Radagasio in AS29), mentre di serve del termine óhreinn per indicare il Demonio (AS7; diabolus in 11; spiritus immundus in19).

Battesimo

La Ambrósíuss saga compie una differenziazione evidente tra lo stato del cristiano prima e dopo il battesimo, rendendo evidente la necessità del sacramento rispetto allo status provvisorio acquisito tramite la prima signatio del periodo pre-cristiano. Il termine che definisce l’atto del battesimo è skírn, evidente nella condizione di neo-battezzati dei fanciulli testimoni dell’apparizione di Ambrogio dopo la sua morte (AS28 nýskírðir : infantes baptizati, mundati). La distinzione tra questo e la prima signatio è esplicitata due volte nel corso del testo: la prima (AS3), allorché Ambrogio deve farsi battezzare in quanto solamente catecumeno (þviat hann er adr primsignadr …, síðan er hann skirdr); la seconda (AS28) in riferimento a Valentiniano, morto con qualche non meglio precisato rudimento della fede cattolica (en konungr var eigi skirdr helldr primsignadr at eins undir réttri trú.

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Penitenza

Il termine poenitentia viene differenziato dal testo norreno a seconda che questo si riferisca al concetto teologico della penitenza (iðron), ovvero alle implicazioni pratiche che questa comporta (skript). La distinzione è proposta in AS11, laddove Ambrogio si rivolge a Massimo e gli intima la scomunica nel caso non avesse abbandonato ogni pretesa al titolo imperiale:

Nu ef þu vill sattr verda vid gud, þa taktu idron ok gack undir skriptina, edr ella bannfæri ek þik nu þegar.

[«Ora, se tu vuoi riconciliarti con Dio, pentiti e sottoponiti a penitenza, oppure io ti scomunicherò all’istante».]

Proprio a Massimo, il vescovo detta le condizioni della penitenza:

«Syndu i þvi fyst þa idron þina, at þu legg nidr keisara nafn ok ber eigi koronu, ok haf hertuga nafn sem fyrr edr iarls».

[«Per prima cosa rendi evidente questa penitenza: spogliati del nome di imperatore e non portare la corona, abbi il nome di comandante delle truppe come prima, o di jarl».] Il termine ricorre con questo significato nella penitenza imposta al generale Stilicone in AS20, a seguito delle malefatte compiute contro Crisconio:

En er iarlenn Stiliko ser þetta, þa idraz hann bods sins ok vikz til satta vid byskup ok gefr aptr mannenn.

[Quando lo jarl Stilicone vede questo, allora si pente della sua azione e fa pace con il vescovo e lascia andare i suoi uomini.]

Il termine skript è invece utilizzato nella accezione pratica del termine poenitentia, in riferimento a Teodosio, dopo i fatti di Tessalonica (AS13):

Nu fyrir þessa sök fyrirbyd ek þer kirkiugongu, ok med þvi byd ek þer skript at fasta XI. natta ok daga vid vatn ok braud, skalltu þessa stund hafa harklædi næst þer ok hvila a berri iördu ok sitia a golfi.

[«Ora per questo motivo io ti proibisco l’ingresso in chiesa ed inoltre ti ordino di fare penitenza per undici notti e giorni con acqua e pane, ti vestirai in questo tempo di tessuto di crine, riposerai sulla nuda terra e ti siederai sul pavimento».]

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