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originale/traduzione

2. Descriptive Translation Studies

La metodologia di analisi adottata in questo lavoro è quella frutto del lavoro di Even-Zohar e Gideon Toury, i quali hanno tenuto conto della necessaria interattività dello studio dei momenti di funzione-processo-prodotto nella tra-duzione da una cultura ad un’altra. I risultati ottenuti hanno reso evidente un dinamismo che rende parziale l’applicazione allo studio della traduzione di una qualsivoglia strategia prescrittiva.

2 Gentzler (1990:83). 3 Stahuljak (2004:35). 4 Bampi (2018:287-88)

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2.1 I precedenti: Ejxenbaum e Tynjanov

La metodologia sviluppata da Even-Zohar e Toury affonda le sue radici nel tardo formalismo russo, dichiaratamente nelle riflessioni di Boris Ejxenbaum e Jurij Tynjanov5. Agli studiosi, infatti, veniva riconosciuto il merito di aver preso posizione di fronte al carattere astratto della teoria della letteratura del loro tempo, che nella sua generalizzazione astorica spossessava la letteratura di ogni contatto con il reale e, di conseguenza, di ogni impatto sulla storia. A questo proposito Ejxenbaum sosteneva la necessità di considerare la naturale mutabilità della forma in diacronia, sottolineando la differenza sostanziale tra un’analisi del prodotto letterario all’interno del suo contesto di produzione (“as a definite historical fact”) e la sua interpretazione secondo i parametri della cultura letteraria di un altro periodo6.

Fondamentale per lo sviluppo della teoria di Even-Zohar è l’introduzione, da parte di Tynjanov, del concetto di sistema. Secondo lo studioso russo, infatti, non è possibile studiare qualsivoglia prodotto di letteratura come un prodotto isolato, in quanto risultante dall’interazione con una serie di ordini differenti, dei quali la tradizione letteraria non rappresenta che un referente. Questo dialogo tra gli elementi che costituiscono il sistema è ciò che definisce la natura del prodotto e ne condiziona la funzione, rendendo conto del maggiore o minore impatto che esso ha sul sistema stesso. In questo quadro teorico, Tynjanov, pur ricadendo nel pregiudizio formalistico che allontanava la letteratura da qualsiasi contatto con il reale, individua nella mutazione del sistema la causa principale dell’evoluzione letteraria, aprendo la strada per una definizione dinamica del concetto di tradizione.

2.2 Polysystem theory

Nei suoi studi sulla lingua, Even-Zohar applicava la definizione di sistema formulata da Tynjanov, adattandola al carattere eterogeneo della lingua stessa e proponendone una definizione in termini di insieme di sistemi. Poco più tardi, egli utilizzava lo schema proposto per lo studio della varietà della lingua nell’analisi del processo di produzione letteraria, proponendo un ampliamento del concetto tynjanoviano, da rendersi evidente mediante la modifica terminologica da sistema a quella di poli-sistema7.

Il concetto così ampliato permetteva pertanto di rendere conto della molteplicità dei fattori socio- culturali, ciascuno dei quali rappresentato da un sistema, che prendono parte alla costruzione e

5 Even-Zohar (1978:11). 6 Even-Zohar (1978:29) 7 Even-Zohar (1978:11).

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alla definizione di una cultura. Secondo la definizione di Zohar, tali sistemi sono gerarchizzati secondo una dicotomia centro-periferia, una tensione che spinge i sistemi, inter-agendo tra di loro, a creare un continuo dinamismo entro il poli sistema stesso. Lo spostamento centro-periferia diventa quindi il meccanismo di sviluppo del poli sistema, in una direzione dettata dalle necessità dello stesso in un dato momento della sua definizione. L’introduzione del concetto di attività permette di chiarire il carattere e la scelta delle tipologie di intervento chiamate a realizzare tali necessità: attività primaria rappresentando la direttrice vero l’innovazione, verso la creazione di nuovi prodotti e l’apertura a nuovi modelli; attività secondaria essendo la direttrice della conservazione, del rafforzamento di prodotti e modelli già in essere.

All’interno dell’analisi del sistema letterario (literary system), lo studioso individua l’effettiva presenza di una molteplicità di sistemi che si differenziano in sincronia e in diacronia. In particolare, l’attenzione di Even-Zohar si rivolge alla letteratura di traduzione, cui non solo è difficilmente attribuita una qualsivoglia funzione entro la definizione del sistema, ma la cui esistenza all’interno dello stesso è spesso messa in discussione. La letteratura di traduzione è, infatti, un sistema a tutti gli effetti, in quanto i suoi costituenti sono accomunati per le ragioni con cui sono scelti e trasferiti da una cultura ad un’altra e per le modalità di adattamento che ne rendano possibile l’inter-relazione con i sistemi che costituiscono il poli sistema di trasferimento e, di conseguenza, ne permettano l’esistenza entro il poli sistema stesso.

Il sistema della traduzione prende parte alla costruzione del literary system inserendosi nelle strutture gerarchiche del poli sistema: esso partecipa al dinamismo centro-periferia in relazione alle necessità storiche cui il sistema di appartenenza è chiamato, nella direzione che le attività scelte volta a volta comportano. Il centro (attività primaria) verrà occupato innanzitutto nel caso in cui il sistema letterario sia giovane, quando cioè si trovi nella necessità di dover beneficiare dell’esperienza di sistemi letterari maturi, adottandone un numero di modelli con cui sperimentare e cimentarsi nell’uso della lingua. Un secondo caso si presenta laddove il sistema sia periferico e/o debole, nell’impossibilità cioé di garantire tutti i sistemi richiesti dal poli sistema di riferimento, rendendosi pertanto dipendente dall’offerta di modelli da culture mature. Posizione centrale è infine occupata all’interno di un poli sistema in crisi, allorché i modelli stabiliti perdono di significato per le nuove generazioni, creando un vuoto letterario che la letteratura di traduzione permette di riempire. Si parla invece di posizione periferica (attività secondaria) qualora la produzione delle traduzioni risponda alle norme convenzionali dei modelli dominanti, con i quali paradossalmente si trovano ad avere in comune tratti di conservatorismo.

La posizione assunta dalla letteratura di traduzione, conclude Even-Zohar, si rifletterà conseguentemente anche sulle modalità dell’adattamento: quando essa si trova al centro, il

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traduttore sarà più libero nelle sue scelte, che potenzialmente saranno più atte a conformarsi al dettato dell’originale, mentre in posizione periferica le modalità saranno desunte ed applicate a partire da modelli già consolidati.

Proprio la natura eterogenea e variabile della traduzione è al centro degli studi di Toury8, che sviluppa il quadro teorico di Even-Zohar prestando maggiore attenzione al contesto di ricezione. Lo studioso conclude che il processo traduttivo stesso non è un fatto del contesto di produzione (source system), ma di quello di ricezione (target system): nel poli sistema quindi le variabili sono inter-culturali e intra-culturali.

Dall’analisi delle deviazioni e delle equivalenze del prodotto della traduzione rispetto al testo di riferimento9, Toury elabora delle norme non assolute (key concepts, focal points) che giustifichino e descrivano il comportamento di una traduzione in relazione a quelle variabili sistemiche che possono averne influenzata la natura, «in any attempt to account for the social relevance of activities».

A questi fattori determinanti dalle quali risulterebbe la traduzione, precede il momento di riflessione su quale debba essere il rapporto tra le norme della cultura di partenza (adequacy) e quelle della cultura ricevente (acceptability) risultante nella traduzione. Queste initial norms (definite anche un “explanatory tool”) prevedono necessariamente l’incontro di incompatibilità, ma rendono anche ragione delle scelte atte, se non a risolverle, quantomeno a mediarle criticamente.

1) Fattori determinanti primari (preliminary norms): - per la scelta del testo (translation policy);

- del grado di directness of translation;

2) Fattori determinanti secondari (operative norms):

- per la trasposizione del materiale (matricial norms): quantità (fulness of translation) e posizionamento (distribution, location, segmentation);

8 Toury (1995).

9 Toury (1995:31): «being target-oriented is far from being exclusively a part of the target culture, as wrongly assumed by many. The approach we have adopted has been defined as target-oriented because this

is where observations begin, but by no means should it be taken to imply that this is where they will also

47 - della superficie linguistica (textual linguistic norms).