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Assenza della continuità aziendale e l’erosione del capitale sociale

CAPITOLO 4: Il caso Delta Spa

4.2. Assenza della continuità aziendale e l’erosione del capitale sociale

Dalla lettura dei libri sociali e dei documenti allegati emerge che già dall’inizio dell’attività di gestione delle sale da ballo (gennaio 2008), non vi era continuità aziendale con conseguente consapevolezza sia dell’organo amministrativo sia di quello di controllo che l’attività non avrebbe dovuto proseguire. Nonostante fossero ben ravvisabili tutti gli indicatori di criticità, non era stato predisposto alcuno strumento concreto atto alla gestione della crisi e/o pianificazione attendibile e reale delle strategie per il suo superamento. Lo stesso organo amministrativo a pochi mesi dall’inizio dell’attività precisava infatti “La prudenza porterebbe alla grave scelta di una chiusura della struttura ed alla conseguente alienazione dell’immobile e dei beni presenti per raccogliere le somme necessarie ad azzerare l’indebitamento della società…”; l’opzione contraria quella cioè della prosecuzione dell’attività, pur definita dallo stesso organo amministrativo “più azzardata”, è stata poi di fatto seguita.

Poiché la mancanza del presupposto della continuità aziendale o la presenza di incertezze significative, in un ipotetico percorso di crisi, è rinvenibile in eventi o condizioni maturate e divenute irreversibili ben prima dell’effettivo manifestarsi del “default”, sono stati individuati appositi indicatori che, secondo i principi di revisione, devono essere verificati per valutare l’esistenza ed il permanere del presupposto in esame. Si riportano, per ogni indicatore, soltanto alcune paradigmatiche osservazioni degli organi sociali nei primi mesi di attività.

a) Indicatori finanziari

- Situazione di deficit patrimoniale o di capitale circolante netto negativo.

Nella relazione al bilancio chiuso al 31 dicembre 2007, il Collegio Sindacale rileva: “La società presenta anche uno squilibrio finanziario e dalla nota integrativa al progetto di bilancio predisposta dagli amministratori, si rilevano soltanto generici richiami ad azioni intraprese per migliorare l’equilibrio

economico per rinegoziare le scadenze dei debiti finanziari e dei debiti verso i fornitori. L’organo amministrativo per quanto a conoscenza di questo collegio non ha predisposto un piano di riordino per il risanamento della situazione finanziaria.”

In conclusione “a causa degli effetti connessi all’incertezza sulla continuità aziendale……questo collegio non è in grado di esprimere un giudizio sul bilancio di esercizio della società Delta Spa chiuso al 31.12.07.”

Vista la particolare situazione economica e finanziaria in cui versava la società, il Collegio ha provveduto a chiedere un bilancio di verifica aggiornato, al fine di valutare l’andamento della gestione, la dimensione del patrimonio netto e la continuità aziendale e a fornire chiarimenti in merito alla situazione finanziari, ma la documentazione non è mai stata fornita dal Consiglio di Amministrazione. Nel giugno 2008, nelle osservazioni sulla situazione patrimoniale predisposta dagli amministratori si legge “nel complesso la situazione patrimoniale si presenta estremamente preoccupante... Perdurando un simile andamento la società si avvierebbe verso l’insolvenza e quindi verso la crisi irreversibile”…..” e la relazione “non informa sulle previsioni dei risultati economici dell’esercizio in corso” né sulla ”concreta possibilità, in caso di messa in liquidazione con conseguente alienazione dei beni,…..;

Anche il Consiglio di amministrazione nella relazione al bilancio precisa che vista la situazione di rischio in cui versa la società la prudenza porterebbe alle grave scelta di una chiusura della struttura, ma viene intrapresa l’altra strada da loro stessi ritenuta più azzardata di rinviare la scelta alla fine dell’anno dando l’opportunità alla gestione di recuperare parte delle perdite accumulate. A questo proposito è opportuno precisare che la perdita complessiva si è realizzata nella quasi totalità nel periodo dal 1 gennaio al 31 marzo andando a consolidarsi. - Principali indici economico-finanziari negativi.

A maggio 2008 il Collegio effettua una analisi per indici sul bilancio al 31/12/2007 evidenziando che:

• esiste un rischio di rimborso delle fonti di finanziamento e quindi un rischio finanziario per l’azienda;

• la società non può essere considerata solida; gli investimenti a lungo sono finanziati anche con fonti a breve. Ciò può costituire un primo avviso di squilibrio finanziario della società;

• un evidente basso grado di indipendenza dai terzi.

In relazione agli indici di liquidità cioè la capacità dell’azienda di far fronte tempestivamente ed economicamente ai propri impegni viene rilevata la possibilità del manifestarsi del rischio di incapacità dell’azienda a coprire le passività a breve con tutte le attività prontamente disponibili e una scarsa capacità di far fronte ai debiti correnti con le attività prontamente liquidabili. Nuova analisi per indici viene poi ripetuta anche sulla situazione infrannuale al 31/5/2008 mostrando risultati simili se non peggiori a quelli precedenti.

- Consistenti perdite operative o significative perdite di valore di attività che generano cash flow.

Più volte il Collegio rileva ricavi eccessivamente esigui rispetto agli impegni di spesa ponendo l’attenzione sulla necessità del contenimento dei costi e dell’aumento dei costi.

- Incapacità di saldare i debiti in scadenza.

Sempre nella relazione alla situazione infrannuale al 31/5/2008 il Consiglio evidenzia la necessità, ai fini della continuità aziendale, di trovare nuovi capitali portando l’investimento del capitale proprio almeno fino a 2,5 milioni.

b) Indicatori gestionali

- Perdita di amministratori o di dirigenti chiave senza riuscire a sostituirli.

Emblematiche sono le lettere di dimissioni dei membri del Consiglio di Amministrazione in carica nel periodo aprile – settembre 2008 laddove si parla di “gravi anomalie” della precedente gestione e si chiede che “venga fatta chiarezza sui gravi ammanchi...”, dove si fa presente l’inoperatività del CdA e viene censurata l’assenza di proposte ed attuazioni di concreti progetti di rilancio e risanamento dell’azienda. Viene inoltre più volte evidenziata la grave situazione di difficoltà finanziaria.

c) Altri indicatori

- Capitale ridotto al di sotto dei limiti o non conformità alle norme di legge. Altro indicatore importante e rappresentativo dell’assenza di continuità aziendale è la costante erosione del capitale sociale ridotto, in pochi mesi dall’inizio dell’attività, e nonostante l’aumento del marzo 2008, in misura superiore ad un terzo e poi al di sotto al minimo legale.

L’analisi delle variazioni del capitale sociale e della sua erosione risulta fondamentale perché oltre ad essere un indicatore per la verifica della continuità attesta come l’assenza di provvedimenti concreti, i ritardi e le omissioni nella predisposizione dei documenti di legge, i rinvii, anche contra legem e le appostazioni in bilancio contrarie ai corretti principi contabili abbiano determinato un ingiustificabile ritardo nella messa in liquidazione della società (aprile 2009) e consentito che l’ente operasse per un lungo periodo con il capitale azzerato.

La situazione patrimoniale redatta dal Consiglio di Amministrazione alla data del 31 maggio 2008 evidenzia una perdita di € 773.568,28, superiore ad un terzo del capitale sociale: nonostante la gravità della situazione l'assemblea non è posta in condizioni di deliberare sull’ordine del giorno, in quanto la relazione del Consiglio di Amministrazione viene consegnata al Collegio sindacale, oltre i termini e decide quindi di riconvocarsi entro due mesi. La successiva assemblea viene invece convocata solo a settembre 2008, la situazione patrimoniale al 31 agosto 2008, espone una perdita di € 1.376.079,00 con perdita totale del capitale sociale.

Ancora una volta la relazione del Consiglio di Amministrazione viene consegnata in ritardo e pertanto l'assemblea viene ulteriormente rinviata al 20 ottobre 2008.

A questo punto i soci prendono atto della perdita del capitale sociale, ne deliberano quindi l'azzeramento e la ricostituzione, portandolo a € 132.000,00, mediante emissione di n. 13.200 azioni, con espressa condizione di integrale sottoscrizione.

In occasione della successiva assemblea il Collegio sindacale rileva che “la perdita al 31 ottobre 2008 è superiore anche al nuovo capitale in corso di sottoscrizione” e chiede pertanto la convocazione dell'assemblea per l'adozione dei provvedimenti di cui all'art. 2447 c.c.

L'assemblea ordinaria prende atto dell'insufficienza del capitale e del fatto che era stato sottoscritto un numero minimo di azioni, decide quindi di rinviare all'assemblea straordinaria del gennaio 2009 l'adozione della delibera di aumento del capitale sociale, con ciò annullando di fatto le decisioni dell'assemblea straordinaria dell’ottobre 2008.

L'annullamento di una delibera di assemblea straordinaria con una delibera di assemblea ordinaria costituisce prassi anomala e contro legge; poiché le azioni emesse con l'aumento del capitale sociale dell’ottobre 2008 non erano state integralmente sottoscritte entro il termine previsto, l'aumento del capitale sociale doveva considerarsi come non avvenuto e il Consiglio di Amministrazione avrebbe dovuto convocare l'assemblea per la messa in liquidazione della società. All'assemblea di gennaio 2009 viene verbalizzato che la perdita al 30 novembre 2008 risulta inferiore (€ 1.288.584,38) rispetto a quella che emergeva dalla situazione patrimoniale al 31 agosto 2008.

Il Presidente del Collegio sindacale eccepisce però che la riduzione è apparente in quanto deriva dalla contabilizzazione - in deroga ai principi contabili - di imposte differite per € 380.000,00; conclude quindi che, al contrario di quanto riportato dal Consiglio di Amministrazione, le perdite avrebbero subito un ulteriore incremento pari almeno all'importo indicato.

Alla successiva assemblea viene deliberata la riduzione del capitale sociale a € 29.964,00 a copertura delle perdite e contestualmente un aumento di capitale inscindibile ad € 1.228.524,00, con termine finale per la sottoscrizione al 30 aprile 2009.

In occasione dell'assemblea di maggio 2009 i soci prendono atto che anche il secondo aumento di capitale non è stato sottoscritto e viene deliberata la messa in liquidazione della società.

4.2.1. Rilievi sugli indicatori e sull’erosione del capitale sociale: alcune considerazioni

Da quanto sino ad ora esposto emerge la chiara percezione da parte di tutti gli organi sociali degli indicatori “campanello di allarme” di cui al principio di revisione 570. Nel caso specifico la mancata adozione di strumenti atti a neutralizzare gli effetti negativi degli indicatori rendevano la crisi certa e irreversibile. Il principio citato, prevede che qualora emergano eventi o circostanze che possano far sorgere anche solo dei dubbi significativi sulla continuità aziendale dell’impresa il revisore deve esaminare e valutare: i piani d’azione futuri della direzione, l’effetto degli stessi sulla situazione e la loro fattibilità, al fine di verificare se la situazione di crisi possa essere gestita e superata. Evidentemente nella fattispecie in esame la mancanza assoluta di programmazione ha reso inattuabile ogni procedura di controllo.

Inoltre dall’analisi delle variazioni del capitale sociale emerge che il Consiglio di Amministrazione, non solo non ha adottato tempestivamente i provvedimenti di cui all'art. 2447 c.c., ma, al fine di nascondere le reali condizioni economiche e finanziarie della società, ha predisposto e sottoposto ai soci documenti e atti che rappresentavano una situazione patrimoniale difforme dalla realtà.

Con il presupposto della continuità aziendale venuto meno già all’inizio del 2008, con un capitale interamente eroso “ufficialmente” nell’agosto 2008 ma ridotto di oltre 1/3 già dall’aprile 2008 (e probabilmente anche prima), con l’attività in continua perdita a causa dell’assenza di provvedimenti concreti, di una serie di ritardi nella predisposizione dei documenti di legge, di rinvii, anche contra legem e di appostazioni in bilancio contrarie ai corretti principi contabili si arriva a mettere la società in liquidazione nell’aprile 2009, cioè con almeno un anno di ritardo, bruciando così risorse e valore ed aggravando il deficit sino all'insolvenza. Il Collegio sindacale, a conoscenza della reale situazione finanziaria e patrimoniale della società, si è limitato a segnalazioni improduttive di effetti, senza assumere iniziative concrete e senza utilizzare nessuno degli strumenti che la legge poneva a sua disposizione, omissione che ne rende responsabili i componenti.

4.3. Le ulteriori fonti di responsabilità