Nel 2012 il reddito disponibile delle famiglie italiane è diminuito in termini nominali del 2,2% rispetto all’anno precedente; nel 2011 era cresciuto del 2,0%. La con-trazione – già di entità eccezionale di per sé – unita al consistente aumento del costo della vita (l’indice generale dei prezzi al consumo è aumentato, nella media del 2012, del 3,0%) ha portato il potere di acquisto reale a disposizione delle famiglie a ridursi di quasi il 5,0% (-0,6% nel 2011) (tavola 1).
Tavola 1 – Formazione, distribuzione e impieghi del reddito disponibile delle famiglie consumatrici
(Variazioni % sull’anno precedente)
2009 2010 2011 2012
Risultato lordo di gestione (a) (+) 1,1 1,7 4,9 1,3
Redditi da lavoro dipendente (b) (+) -1,1 1,5 1,8 0,0
Quota di reddito misto trasferita (+) -2,9 -0,2 3,1 -6,9
Redditi da capitale netti (+) -30,6 -6,1 2,4 -0,4
di cui:
Interessi netti -35,5 -9,3 11,5 -0,4
Dividendi -34,7 -3,4 -14,7 -10,8
Altri redditi da capitale netti (c) -6,7 -1,5 2,7 9,9
Altri utili distribuiti dalle società e dalle quasi società (+) -4,8 2,6 -1,9 -6,6
Reddito primario lordo (d) -4,4 0,8 2,0 -1,6
Imposte correnti sul reddito e sul patrimonio (-) -3,3 2,7 0,1 5,5
Contributi sociali netti (e) (-) -1,6 1,0 1,3 0,2
Prestazioni sociali nette (+) 4,6 2,6 2,2 2,0
Altri trasferimenti netti (f) (+) -5,5 5,6 34,1 -1,2
Reddito disponibile lordo (g) -2,6 1,0 2,2 -2,2
Rettifica per variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve dei fondi pensione (+) -8,8 -6,0 -17,7 11,3
Spesa per consumi finali (-) -1,7 3,0 3,0 -1,6
Risparmio lordo (h) -9,5 -15,4 -5,7 -7,6
Imposte in conto capitale (-) 1.104,1 -77,0 -55,2 14,0
Fonte: ISTAT, Conti economici nazionali
(a) Proventi netti delle attività legate alla produzione per autoconsumo: essi comprendono il valore degli affitti figurativi, ossia quelli relativi alle abitazioni di proprietà a disposizione delle famiglie e delle manutenzioni ordinarie, il valore dei servizi domestici e di portieri; (b) Redditi da lavoro dipendenti interni più redditi netti dall’estero; (c) Fitti di terreni e redditi da capitale attribuiti agli assicurati a fronte dei rendimenti delle riserve tecniche di assicurazione; (d) Risultato di gestione più i redditi da lavoro dipendente, la quota di reddito misto trasferita dalle famiglie produttrici, i redditi da capitale netti e gli altri utili distribuiti dalle società e quasi società; (e) Contributi sociali effettivi (comprensivi degli accantonamenti al Tfr e figurativi versati dalle famiglie consumatrici, al netto di quelli da esse ricevuti in qualità di datori di lavoro; (f) Premi di assicurazione danni al netto degli indennizzi, flussi netti di trasferimenti con le Amministrazioni pubbliche, le Istituzioni sociali private e il Resto del mondo; (g) Reddito primario meno le imposte correnti e i contributi sociali netti e più le prestazioni sociali nette e i trasferimenti correnti netti; (h) Reddito disponibile lordo meno spesa per consumi finali più rettifica per variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve dei fondi pensione.
Vi ha contribuito soprattutto la dinamica negativa registrata dal reddito primario lordo, il cui apporto al dato generale è tornato a essere negativo (-1,6%) per la prima volta dopo due anni. Tra le sue componenti, hanno inciso in senso nega-tivo le contrazioni registrate dal contributo della quota di reddito misto trasferita (-6,9%, +3,1% nel 2011), degli utili distribuiti (-6,6%, -1,9% nel 2011), dei redditi da capitale (-0,4%, +2,4% nel 2011). Il contributo del reddito da lavoro dipendente alla formazione del dato generale è rimasto stabile nel 2012 (+1,8% nel 2011).
L’erosione del reddito disponibile è stata accentuata dalla notevole dinamica delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio (+5,5%, +0,1% nel 2011) trainata dai ripetuti interventi correttivi di bilancio posti in essere dal precedente Governo, alla quale si è aggiunta la contrazione degli altri trasferimenti netti (-1,2%, +34,1% nel 2011) mentre è proseguito l’andamento moderatamente espansivo delle prestazioni sociali nette (+2,0%, +2,2% nel 2011).
La dinamica dei consumi finali delle famiglie, in termini nominali, è stata negativa (-1,6%, +3,0% nel 2011), anche se in misura minore rispetto a quella del reddito disponibile. Ciò ha determinato un’ulteriore riduzione (-0,5 punti percentuali) della propensione al risparmio delle famiglie rispetto al 2011, la nona consecutiva dal 2004. Il rapporto tra il risparmio, al lordo degli ammortamenti e al netto delle variazioni delle riserve dei fondi pensione, e il reddito disponibile lordo era pari nel 2011 all’8,2%, il livello più basso dal 1990 (figura 1).
Il risparmio finanziario
Nel 2012 il flusso netto di investimenti finanziari effettuati dalle famiglie italiane e dalle istituzioni senza scopo di lucro (da ora in poi: “famiglie”) è stato pari a quasi 16 miliardi, oltre il 50% in meno rispetto all’anno precedente (+36 miliardi) e il volume più basso dal 1995. La forte flessione degli investimenti in attività finanziarie, da attribuirsi in larga parte alla riduzione della propensione al risparmio delle famiglie, è stata tuttavia compensata da un altrettanto marcato calo dei flussi di indebitamento (-3,3 miliardi, +19,7 miliardi nel 2011) (tavola 2).
Il risparmio finanziario, definito come la differenza tra flussi finanziari attivi e pas-sivi, è dunque leggermente aumentato, passando a 18,9 miliardi da circa 17 nel 2011. In rapporto al PIL nominale il risparmio finanziario è stato nel 2012 pari all’1,2%.
I maggiori investimenti sono stati diretti verso depositi a scadenza, con afflussi netti per 51,0 miliardi (+10,3 miliardi nel 2011); nel complesso gli strumenti ban-cari hanno attratto risorse nette per 37,2 miliardi (+7,5 miliardi nel 2011). Sono aumentati anche gli investimenti in titoli postali (che comprendono gli strumenti emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti) con afflussi per 14,7 miliardi (+4,2 miliardi nel 2011) e sono cresciuti lievemente rispetto al 2011 i flussi di risorse finanziarie verso azioni e partecipazioni (+5,7 miliardi, da +4,6 miliardi nel 2011).
Figura 1 Tasso di risparmio delle famiglie consumatrici
(% del reddito disponibile)
Fonte: ISTAT. Il tasso di risparmio è definito come il rapporto percentuale tra il risparmio, al lordo degli ammortamenti e al netto della variazione delle riserve dei fondi pensione, e il reddito disponibile. 0 2 4 6 8 1 0 1 2 1 4 2009 11,2 2010 9,4 2011 8,7 2012 8,2
Sono stati negativi i flussi di titoli pubblici italiani, sia a breve sia a medio e lungo termine (-27,7 miliardi, da +61,5 miliardi nel 2011) e di obbligazioni estere a medio e lungo termine (-24,9 miliardi, da -15,3 miliardi nel 2011), questi ultimi quasi interamente compensati dagli acquisti di quote di fondi comuni esteri. Gli investimenti netti in quote di fondi comuni italiani si sono ridotti anche nel 2012 (-5,9 miliardi, -22,8 miliardi nel 2011) mentre le azioni emesse da residenti hanno registrato afflussi pari a 7,4 miliardi (+2,6 miliardi nel 2011).
Nel 2012, infine, le famiglie italiane hanno drenato risorse dalle riserve vita (-5,2 miliardi, -0,3 miliardi nel 2011).
Alla fine del 2012 lo stock di attività finanziarie detenuto dalle famiglie ita-liane era pari a circa 3.716 miliardi di euro, 160 miliardi in più rispetto al 31
Tavola 2 – Attività finanziarie delle famiglie italiane
CONSISTENZE FLUSSI
STRUMENTI milioni di euro % sul totale milioni di euro % sul totale
2011 2012 2011 2012 2011 2012 2011 2012
Biglietti e monete 117.376 120.149 3,3 3,2 6.967 1.964 19,1 12,6 Strumenti di origine bancaria 1.017.257 1.059.587 28,6 28,5 7.520 37.194 20,7 238,3 di cui: depositi a vista 497.958 489.543 14,0 13,2 -17.996 -8.407 -49,4 -53,9
altri depositi 142.274 194.579 4,0 5,2 10.312 50.958 28,3 326,4 titoli a medio e lungo termine 377.025 375.465 10,6 10,1 15.204 -5.357 41,8 -34,3
Depositi e altra raccolta postale 330.786 344.281 9,3 9,3 4.218 14.740 11,6 94,4 Titoli pubblici 188.513 188.475 5,3 5,1 61.551 -27.684 169,1 -177,3 di cui: a breve termine 24.898 13.817 0,7 0,4 14.206 -11.280 39,0 -72,3
a medio e a lungo termine 163.615 174.658 4,6 4,7 47.345 -16.405 130,1 -105,1
Titoli di imprese
a medio e a lungo termine 3.557 1.129 0,1 0,0 -16.235 -5.872 -44,6 -37,6 Quote di fondi comuni 234.752 267.437 6,6 7,2 -18.843 16.667 -51,8 106,8 di cui: italiani 145.831 144.692 4,1 3,9 -22.783 -5.853 -62,6 -37,5
esteri 88.921 122.745 2,5 3,3 3.940 22.520 10,8 144,3
Azioni e altre partecipazioni 690.028 763.984 19,4 20,6 4.609 5.663 12,7 36,3 di cui: italiane 650.902 726.313 18,3 19,5 2.597 7.381 7,1 47,3
estere 39.125 37.671 1,1 1,0 2.012 -1.718 5,5 -11,0
Altre attività sull’estero 177.842 160.780 5,0 4,3 -14.476 -23.902 -39,8 -153,1 di cui: depositi 28.455 29.841 0,8 0,8 736 863 2,0 5,5
titoli a breve termine - 517 0,0 0,0 43 137 0,1 0,9 titoli a medio e lungo termine 145.831 130.422 4,1 3,5 -15.256 -24.901 -41,9 -159,5
Assicurazioni, fondi pensione e TFR 679.357 693.509 19,1 18,7 2.210 -1.667 6,1 -10,7 di cui: riserve ramo vita 416.151 427.268 11,7 11,5 -331 -5.226 -0,9 -33,5 Altre attività 117.376 116.962 3,3 3,1 -1.126 -1.494 -3,1 -9,6
Totale attività 3.556.844 3.716.293 100,0 100,0 36.397 15.610 100,0 100,0 Totale passività 934.811 930.456 19.667 -3.253
SALDO 2.622.033 2.785.837 16.730 18.863 Fonte: Elaborazioni sui Conti finanziari della Banca d’Italia
dicembre 2011 (+4,6%); l’aumento è da attribuirsi principalmente ai forti rialzi nei mercati azionari e obbligazionari accumulati nel corso dell’anno. Quanto alla composizione del portafoglio, si rileva l’aumento della quota inve-stita in azioni e partecipazioni (+1,2 punti percentuali rispetto alla fine del 2011) e in fondi comuni (+0,6 punti percentuali) a fronte della contrazione di quella investita in titoli a medio e lungo termine sull’estero (-0,6 punti per-centuali). Nonostante la raccolta netta negativa nel ramo vita, è rimasta pres-soché costante la quota di ricchezza delle famiglie detenuta in riserve vita (11,5%).
Secondo i dati dell’ISTAT elaborati dalla Banca d’Italia, nel 2012 la ricchezza netta delle famiglie era pari a 7,5 volte il reddito disponibile in lieve aumento rispetto allo scorso anno. Il modesto incremento è il risultato dell’aumento dei corsi azionari e del calo del valore degli immobili. Il risparmio finanziario al 31 dicembre del 2012 era pari a 2,58 volte il reddito disponibile (2,38 alla fine del 2011). Nel confronto internazionale, il rapporto tra la ricchezza dete-nuta dalle famiglie italiane e il reddito disponibile risulta essere ancora tra i più alti (tavola 3).