• Non ci sono risultati.

L’EVOLUZIONE DELL’OFFERTA DEI PRODOTTI VITA

Nel documento 2012 2013 0 12 (pagine 102-107)

Stima della quota di risparmio garantito

Sulla base dei dati disponibili dalle statistiche di settore e operando alcune appros-simazioni e ipotesi, è possibile stimare la quota dello stock di riserve delle imprese di assicurazione per i contratti la cui prestazione è garantita dalle imprese stesse (1). Con riferimento al 2012 si stima che tale quota sia complessivamente pari a circa

Premi/PIL 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 2005 2006 2007 2002 2003 2004 2008 2009 2010 2011 2012 17,50 20,18% 22,25% 24,52% 24,79% 23,17% 21,45% 24,93% 26,20% 27,04% 4,25% 4,68% 4,70% 5,12% 4,65% 3,95% 3,46% 5,34% 5,81% 4,68% 4,45% 26,49% Riserve/PIL

Premi e riserve in % del PIL

(1) Si evidenzia che la quota di risparmio relativa a prodotti vita con prestazioni garantite comprende le riserve detenute dalle imprese di assicurazione a fronte di:

– prodotti con partecipazione agli utili finanziari, inclusi i prodotti rivalutabili; – prodotti unit-linked investite in fondi interni/OICR qualificati come “garantiti”; – prodotti index-linked caratterizzati dalla garanzia dell’impresa assicuratrice; – linee garantite dei fondi pensione.

l’80% delle masse gestite dalle imprese assicuratrici (figura 1). In particolare, il peso dei prodotti con partecipazione agli utili, negli ultimi anni in continua crescita, costituisce alla fine del 2012 circa il 77,5% del totale delle riserve – a fronte del 75% del 2011 – e quello dei prodotti di ramo III e VI, caratterizzati dalla garanzia offerta dall’impresa, un ulteriore 2,5% circa.

La quota residua delle riserve accantonate, pari a circa il 20%, alla fine del 2012 risulta investita per circa il 15% in forme in cui gli assicurati sono esposti al rischio di andamento negativo di fondi o linee collegate al prodotto (per lo più unit-linked e fondi pensione) e per circa il 5% in prodotti in cui sono presenti mecca-nismi espliciti o impliciti di protezione finanziaria (unit-linked “protette” o index-linked collegate a portafogli finanziari che prevedono la restituzione di almeno il premio versato alla scadenza contrattuale).

L’asset allocation dei prodotti vita

Sempre grazie alle statistiche di settore – in particolare i dati di bilancio sulle attività a copertura delle riserve (2) – e ad alcune approssimazioni e ipotesi si può stimare anche l’asset allocation dei prodotti vita. Alla fine del 2012, i titoli di Stato rappresentavano oltre il 55% degli attivi a copertura degli impegni derivanti dai prodotti vita (tavola 1). La quota dei corporate bond sfiorava il 30%, mentre le azioni rappresentavano circa il 10% del portafoglio complessivo.

Risparmio garantito

Rami I e V Rami III e VI

Con meccanismi di protezione

Con rischio a carico degli assicurati

100% = Totale riserve gestite dalle imprese assicuratrici Risparmio non garantito 2,5% 5,0% 15,0% 77,5% Figura 1

Composizione % riserve gestite dalle imprese assicuratrici: stima per l’anno 2012

Fonte: Elaborazioni ANIA su dati IVASS e COVIP

≃ ≃

(2) La composizione effettiva degli investimenti in OICVM è stimata con un approccio “look through”, ottenendo quindi gli attivi elementari (titoli di Stato, obbligazioni) in cui è scom-posto l’investimento in OICVM.

Per i prodotti rivalutabili e con partecipazione agli utili, caratterizzati da garanzie di rendimento minimo, la quota investita in titoli di Stato costituiva oltre i due terzi, mentre quella relativa alle obbligazioni corporate meno di un quarto. La quota destinata al comparto azionario è limitata a pochi punti percentuali. Per i prodotti di ramo III e VI, dove i risultati dell’investimento sono tipicamente collegati all’andamento dei mercati finanziari, era evidente la ricerca di una più elevata combinazione di rischio e rendimento. In particolare, la quota investita in titoli azionari rappresentava il 30% del totale del portafoglio e le obbligazioni cor-porate quasi la metà.

Osservando l’evoluzione degli ultimi anni dell’asset allocation corrispondente a tutti i prodotti vita (figura 2), si rileva un ritorno alla prevalenza degli investimenti in titoli governativi rispetto alla quota investita in titoli corporate, dopo che nel 2008 la quota di investimenti nelle due macro-asset class aveva raggiunto valori analoghi; nel 2002 la differenza era di circa il 20% a favore dei titoli di Stato. Nello stesso periodo si è registrato un graduale calo dell’investimento in titoli azionari, sceso ormai sotto il 10%, mentre è rimasta pressoché invariata, ma su valori molto contenuti, la percentuale di attivi destinata a liquidità, immobili e altre attività.

2003 2002 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Figura 2 Evoluzione dell’asset allocation del totale

dei prodotti vita

Fonte: Elaborazioni ANIA su dati IVASS Titoli di Stato Obbligazioni Azioni Liquidità Immobili e altro

Macro-asset class Asset allocation corrispondente ai prodotti vita Totale Sub-totale Sub-totale prodotti ramo III e VI mercato vita prodotti con Totale prodotti di cui:

part. utili ramo III e VI solo unit-linked Titoli di Stato 55,8% 67,0% 19,2% 23,1% Obbligazioni 28,9% 23,4% 46,8% 33,3% Azioni e quote 9,9% 3,7% 30,0% 37,9% Liquidità 3,1% 2,8% 4,1% 5,7% Immobili e altro 2,3% 3,1% -0,1% 0,0% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Tavola 1 Asset allocation dei prodotti vita nel 2012

Valori in %

Anche con riferimento ai soli prodotti vita con garanzia di rendimento minimo dell’impresa (figura 3), si osserva un ritorno all’allocazione degli investimenti su titoli governativi, con una quota alla fine del 2012 prossima al 70%, analoga-mente a quanto già registrato nei primi anni 2000, dopo che nel biennio 2008-2009 era scesa sotto il 60%. Andamento complementare è mostrato dalla quota investita in obbligazioni societarie, superiore al 30% nel biennio 2008-2009 e successivamente in calo fino a valori prossimi al 20% nel 2012; la quota del 2012 è simile a quanto già registrato nel periodo 2002-2006. La quota investita in titoli azionari è stata invece più stabile, con valori intorno al 5% che hanno raggiunto il minimo nel 2012. Va ricordato che per i prodotti vita di tale tipologia il rendimento effettivo per l’assicurato non è funzione diretta delle oscillazioni dei valori di mercato degli investimenti, sia per la presenza della garanzia con-trattuale sia per le peculiarità di tali gestioni (valorizzazione “a costo storico” degli attivi e impatto delle plus o minusvalenze nella determinazione del rendi-mento solo se effettivamente realizzate) che riducono in modo rilevante la vola-tilità dei risultati finanziari.

Infine, riguardo all’allocazione degli investimenti nelle unit-linked, alla fine del 2012 l’asset class prevalente era costituita dai titoli azionari anche se, considerando l’investimento complessivo in titoli governativi e obbligazioni corporate, i titoli a reddito fisso rimangono prevalenti, in particolare con una quota di allocazione in obbligazioni corporate che dal 2006 è stabilmente superiore a quella in titoli governativi (figura 4).

In particolare, nel 2012 l’investimento di fondi interni e OICR in titoli azionari rap-presentava quasi il 40% del totale, a fronte di una quota superiore a tale soglia

2003 2002 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Figura 3

Evoluzione dell’asset allocation dei prodotti vita con partecipazione agli utili

Valori in %

Fonte: Elaborazioni ANIA su dati IVASS Titoli di Stato

Obbligazioni Azioni Liquidità Immobili e altro

nei primi anni 2000; i titoli corporate costituiscono ormai stabilmente circa un terzo degli investimenti complessivi del patrimonio, quando nei primi anni 2000 ne costituivano poco più del 20%.

L’evoluzione storica della raccolta netta

Negli ultimi anni l’andamento della raccolta netta vita – ossia la differenza, per il totale dei rami vita, tra premi e liquidazioni per riscatti, scadenze, sinistri e rendite – è stato oscillante, intervallando periodi con segno positivo e periodi negativi.

In particolare, l’andamento relativo alle sole polizze tradizionali a rendimento garantito (ramo I e V) in ciascun trimestre del periodo 2006-2012 evidenzia una correlazione negativa con quello dei rendimenti nominali offerti dai titoli di Stato italiani (figura 5). In effetti tali polizze, anche in virtù delle peculiarità delle gestioni assicurative separate cui esse sono di norma collegate, diventano parti-colarmente competitive e attrattive per la clientela quando i rendimenti dei titoli governativi sono su valori contenuti e inferiori al tasso di rendimento garantibile per legge dalle polizze tradizionali.

Per quanto riguarda la raccolta netta delle polizze “linked”, sempre in ciascun tri-mestre dell’arco temporale 2006-2012, si osserva un progressivo peggioramento del dato, con valori negativi praticamente dal 2008 in poi e con un trend che si dimostra positivamente correlato all’andamento dell’indice borsistico italiano FTSE-MIB (figura 6).

Figura 4 Evoluzione dell’asset allocation corrispondente

ai prodotti unit-linked

Valori in %

Fonte: Elaborazioni ANIA su dati IVASS Titoli di Stato Obbligazioni Azioni Liquidità Immobili e altro 2003 2002 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

LA STRUTTURA DELLE SPESE SOSTENUTE

Nel documento 2012 2013 0 12 (pagine 102-107)