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Associazioni europee che si occupano di valutazione

CAPITOLO III Principi teorici

3.1 La nascita del fenomeno valutativo

3.1.2 La valutazione in Europa

3.1.2.1 Associazioni europee che si occupano di valutazione

La mission della European Evaluation Society (EES)156è la promozione di una valutazione di alta qualità sia nella teoria sia nella pratica, soprattutto, ma non esclusivamente, nelle nazioni europee, attraverso la creazione di un ponte tra gli studiosi e i professionisti. EES punta allo sviluppo di un dibattito che divenga premessa per una collaborazione effettiva e concreta tra questi due mondi, che non hanno molte possibilità di incontrarsi. Fondata nel 1994, ha iniziato effettivamente ad operare nel gennaio 1996, e il suo Presidente attuale è Peter Dahler-Larsen, docente presso la University of Southern Denmark. Tra i suoi gruppi di lavoro, il Working Group on Standards, Guidelines, Codes and Principles (attivo dal 2003) ha redatto un documento nel 2004, in cui si esplicita, nel quadro delle politiche dell‟associazione, che, poiché gli standard sono in continua evoluzione e diversi da contesto a contesto, la EES non ha intenzione di sviluppare un set definito di standard, ma di avviare una discussione, presieduta da questo gruppo di lavoro, sulle questioni attualmente studiate in tutto il mondo relativamente agli standard. In questo modo sarà anche stimolato lo scambio di informazioni e commenti tra diverse associazioni che lavorano sulle stesse tematiche.

Sullo stesso sito della EES è disponibile un elenco delle principali associazioni che si occupano di valutazione, sia in Europa che a livello internazionale.

In Inghilterra esiste la United Kingdom Evaluation Society (UKES), che si pone l‟obiettivo di promuovere e migliorare la teoria, la pratica, la comprensione e l‟utilizzo della valutazione, nonché il dialogo e lo scambio tra settori di studio diversi. Inoltre, la UKES si propone come un attore chiave della formazione e dello sviluppo continui per chi si occupa di valutazione. Fondata anch‟essa nel 1994 (il Presidente attuale è Richard Thurston), la UKES raccoglie in una pagina157un elenco delle linee guida sviluppate dalle principali associazioni sulle buone pratiche e sugli standard cui i valutatori devono attenersi. Tra queste, vediamo brevemente quelle sviluppate proprio dalla UKES allo scopo di

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<http://www.europeanevaluation.org/> 157

supportare il lavoro dei valutatori in qualsiasi ambito, in quanto si configurano come principi generali adattabili ad ogni contesto. Secondo queste Guidelines for evaluators, il valutatore deve:

essere esplicito riguardo agli scopi, ai metodi e ai risultati attesi della valutazione, tenendo in debito conto gli effetti inaspettati e mostrandosi pronto a modificare gli obiettivi se necessario;

essere aperto al dialogo durante tutto il processo informando tutti gli attori coinvolti del progresso e degli sviluppi, comunicando la possibilità di necessarie modifiche in itinere rispetto all‟approccio o alle pratiche;

rispettare i termini previsti dal contratto (sottoscritto dopo numerose discussioni preliminari) e discutere gli eventuali cambiamenti significativi da apportare al disegno valutativo;

dimostrare la qualità della valutazione a tutti gli attori coinvolti attraverso rapporti e relazioni che informano sugli sviluppi, sulla disponibilità finanziaria, etc;

essere consapevole e fare di tutto per ridurre al minimo gli effetti negativi dei pregiudizi sullo status o sulla posizione dei partecipanti;

dimostrare che il disegno valutativo è adatto allo scopo;

scrivere in modo chiaro e comunicare con altrettanta chiarezza i risultati della valutazione;

accordarsi sulla tipologia della diffusione dei risultati della valutazione; dimostrare una consapevolezza dell‟importanza del processo valutativo nel promuovere apprendimento e miglioramento;

essere realistico riguardo ai tempi e alle disponibilità economiche; trattare in modo equo tutte le parti coinvolte nel processo.

Inoltre, la UKES ha redatto anche documenti simili per quanto riguarda le linee guida per i committenti e per i partecipanti al percorso valutativo. In Italia, opera una associazione fin dal 1997, l‟Associazione Italiana di Valutazione (AIV), costituita da studiosi di diversa formazione disciplinare interessati alla promozione di una cultura della valutazione che renda la valutazione stessa “stimolo al miglioramento delle politiche piuttosto che fonte di ansia o di

preoccupazione”158. L‟AIV si caratterizza per rappresentare, in un‟ottica di multidisciplinarietà e multiprofessionalità, uno spazio in cui economisti e sociologi, statistici e politologi, responsabili amministrativi, operatori della sanità e dei servizi sociali, formatori, etc., possono discutere e confrontarsi. L‟Associazione nasce infatti per favorire il dialogo fra saperi e professioni, e per creare occasioni di proficuo scambio e contaminazione.

L‟AIV è inoltre attiva sul fronte della formazione fin dall'inizio della sua esistenza, attraverso la realizzazione di Scuole di valutazione e diversi corsi di formazione sotto forma di seminari, e rivolge una costante attenzione al profilo metodologico della professionalità valutativa. Accanto a tutto questo, ha elaborato le linee guida per un codice deontologico del valutatore, in cui si stabiliscono sei principi guida dell‟attività di valutazione:

indipendenza di giudizio; adeguatezza delle prestazioni; trasparenza del percorso seguito; informazione corretta;

pluralismo metodologico;

distinzione tra i soggetti implicati nella valutazione.

Nel documento vengono prima fissati i doveri generali del valutatore, e successivamente i principi cui egli deve attenersi nelle relazioni con gli interlocutori rilevanti in un processo valutativo: il committente, i destinatari delle politiche o degli interventi oggetto di valutazione, la comunità dei valutatori, le altre figure professionali coinvolte nel processo.

Dalla rapida analisi delle tre associazioni si deduce che esiste un dibattito nutrito intorno al tema della valutazione, che investe soprattutto gli interventi nel sociale e l‟operato di enti di pubblica amministrazione, ma che fornisce anche principi e criteri facilmente trasferibili ad altri contesti perché di natura generale e attinenti alla pratica valutativa nel suo complesso. Dalle linee guida esposte

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precedentemente, si possono ricavare alcuni punti in comune che le associazioni condividono:

l‟importanza dello scambio dialogico e del fornire spazi di discussione; la volontà di delineare una figura professionale precisa dotata di una specificazione sia delle aree di attività sia dei principi etici cui ispirarsi;

l‟attenzione nei confronti della formazione alla valutazione;

la finalità di rendere la valutazione una pratica diffusa e parte costante dell‟operato delle organizzazioni, con una metodologia precisa e rigorosa.