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Il POF al centro dell‟autonomia

CAPITOLO III Principi teorici

3.4 Il ruolo dell‟autonomia nella diffusione della cultura della valutazione in

3.4.1 Il POF al centro dell‟autonomia

L‟art. 3 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 275/99 definisce procedure e contenuti del Piano dell‟offerta formativa.

Al comma 1 viene definito che il POF “è il documento fondamentale costitutivo dell‟identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la

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progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell‟ambito della loro autonomia”187

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Punto centrale della definizione è il riferimento all‟identità culturale e progettuale della scuola come elemento costitutivo per la stesura del POF. L‟identità culturale e progettuale della scuola può essere definita come l‟insieme degli aspetti culturali (scelte, azioni, ambiente, relazioni, etc) e dei progetti (pro-getto, nel senso di “tendere verso”) che contraddistinguono una scuola rispetto ad un‟altra188

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Questo aspetto è determinante: il POF non è solo un documento, è l‟immagine della scuola che presenta se stessa al territorio. Si può dire che il POF costituisce la presentazione stessa della cultura organizzativa di una scuola nei suoi molteplici aspetti e tenendo conto anche del contesto territoriale, culturale e sociale, nel quale è inserita. Il riferimento al contesto territoriale si ritrova ben esplicitato al comma 2 dell‟art. 3: “Il POF è coerente con gli obiettivi generali ed educativi di diversi tipi e indirizzi di studi determinanti a livello nazionale (…) e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell‟offerta formativa”189.

Il passo in avanti rispetto al precedente Progetto Educativo di Istituto (PEI)190 è evidente. Il Progetto Educativo di Istituto svolgeva il compito, all‟interno della singola scuola, di esemplificare il percorso pedagogico, didattico, formativo, ma tutto ciò al di fuori di una logica di interazione con altri elementi sistemici dell‟organizzazione, quali le risorse finanziarie e i soggetti organizzativi della scuola non coinvolti direttamente nel processo.

Con l‟avvento dell‟autonomia, la rilevanza esterna assunta dall‟istituzione scolastica, attraverso il conferimento della personalità giuridica, ha collocato la

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Art. 3 DPR n. 275/99, comma 1

188. Valentino A, Il Piano dell‟offerta formativa, Tra servizio e progetto di istituto, La Nuova Italia,

Firenze, 1998, pp. 82-86.

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Art. 3 DPR n. 275/99, comma 2

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Si parla per la prima volta di “Progetto di istituto” come espressione e strumento dell‟autonomia scolastica nella Legge di accompagnamento alla Finanziaria n. 537/1993. Il termine “Progetto Educativo di Istituto” è stato utilizzato dal Ministro D‟Onofrio per indicare sia le finalità, gli obiettivi, i modi, i tempi, gli strumenti e le risorse dell‟attività didattica, sia le strategie dell‟offerta formativa, temi e tempi delle verifiche interne in raccordo con il servizio nazionale di valutazione (Documento D‟Onofrio, II, 1.6).

scuola al pari di altri soggetti pubblici che esprimono la volontà rispetto alla “definizione di obiettivi, priorità, piani, programmi…”191

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L‟espressione di questa volontà non può prescindere dal coinvolgimento collegiale di tutti i soggetti che operano nella scuola e nel contesto territoriale nel quale è inserita.

Anche la procedura di approvazione del POF rispetta questo carattere collegiale. Il POF viene elaborato dal Collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali e dalle scelte di gestione e amministrazione definiti dal Consiglio di Circolo o di Istituto, tenendo conto anche delle indicazioni fornite dai genitori e, nel caso di scuole secondarie superiori, anche dagli studenti. Dopo questa elaborazione, il POF viene definitivamente assunto dal Consiglio di Circolo o di Istituto192.

Una volta conclusa la procedura di approvazione, il POF non produce effetti immediatamente visibili, ma la sua efficacia dipende da comportamenti e azioni di diverso peso e natura imputabili a soggetti diversi: dirigente scolastico, docenti, personale ATA, studenti e famiglie. Il dirigente scolastico è chiamato a rispondere in prima persona alla gestione del POF. Il Dirigente, infatti, oltre ad essere il “Legale rappresentante” dell‟istituzione scolastica nel quale è inserito, è anche un organo attivo che agisce quale motore e garante dei servizi previsti dal POF. Al dirigente spettano sia la titolarità delle relazioni sindacali interne che l‟esercizio di poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, da svolgere “…nel rispetto delle competenze degli organi collegiali con l'obbligo di relazionare periodicamente al Consiglio di Circolo o al Consiglio di Istituto sulla direzione e il coordinamento dell'attività formativa, organizzativa e amministrativa… al fine di garantire la più ampia informazione e un efficace raccordo per l'esercizio delle competenze degli organi della istituzione scolastica”193. Il compito di direzione e coordinamento dell‟attività formativa viene svolto al fine di assicurare agli alunni, nel rispetto dell‟art. 3 della Costituzione italiana, la piena formazione della personalità, delle loro identità personali, sociali, culturali e professionali. Il servizio alla persona, l‟assicurare il 191 Art. 4 d.lgs n. 165/01. 192 Art. 3 DPR n. 275/99, comma 3 193

Auriemma S., Competenze del dirigente scolastico e autonomia scolastica, in Repertorio, Tecnodid, Napoli 2007.

successo formativo degli studenti, costituisce il servizio centrale che il dirigente e la scuola sono chiamati a garantire.

A questo compito fondamentale si aggiungono i seguenti: il compito di adottare provvedimenti amministrativi di gestione delle risorse e del personale, con connessa responsabilità della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio; il compito di predisporre “gli strumenti attuativi del piano dell'offerta formativa”194; il compito di curare la “gestione unitaria” ed il “funzionamento generale” dell'istituzione scolastica, in tutte le sue esplicazioni funzionali, finali o strumentali, di tipo organizzativo-didattico, amministrativo- contabile195.

I docenti sono coinvolti in primis nell‟attuazione degli obiettivi e delle indicazioni del POF. L‟art. 25 del CCNL 2003-2005, lega i contenuti della prestazione professionale del personale docente, oltre che agli obiettivi generali perseguiti dal sistema nazionale di istruzione, al rispetto degli indirizzi delineati nel piano dell‟offerta formativa. Ciò non significa che il contenuto del POF sia prescrittivo in assoluto, ma certamente l‟agire professionale dei docenti deve essere orientato al rispetto degli indirizzi delineati in esso. Nella programmazione educativa e didattica e nella valutazione dell‟attività didattica i docenti devono allora avere come punto di riferimento il POF ed essere in linea con esso.

Al fine di rendere più efficace la realizzazione del POF, sono state istituite “le funzioni-obiettivo”, definite strumentali al POF: si tratta di docenti che vengono scelti per mettere a disposizione le proprie competenze per un compito specifico per l‟attuazione del POF. Queste figure sono state istituite con il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del 26 maggio 1999. Il Contratto individua 4 aree nelle quali attribuire incarichi specifici ad alcuni docenti: gestione del Piano; sostegno al lavoro docente; interventi e servizi per gli studenti; realizzazione di progetti formativi d‟intesa con enti e istituzioni esterni alla scuola. “Le funzioni obiettivo rispondono al bisogno di avere figure di riferimento per aree di

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cfr. art. 19, comma 2, c.c.n.l. 26.05.1999.

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Sui compiti del dirigente scolastico nella scuola dell‟autonomia si possono consultare: S. Basilisco et Alii (a cura di), Gestire una scuola, La Nuova Italia, Firenze 1995, M. Costa, Dirigere la scuola dell‟autonomia, Isedi, Torino 1999, G. Cerini e D. Cristanini (a cura di), A scuola di autonomia, Tecnodid, Napoli 1999, R. Toni, Il dirigente scolastico, B. Mondadori, Milano 2005, R. Di Nubila, Il manuale del dirigente scolastico, Per l‟organizzazione di un sistema di servizi, Franco Angeli, Milano, 1994.

intervento strategiche per la vita di un istituto e di dare corpo all‟idea di scuola come organizzazione”196

Anche il personale ATA è impegnato nel piano di attuazione del POF: il Piano Annuale delle Attività (P.A.A.), nel quale sono contenuti e organizzati gli impegni del personale ATA, deve essere in linea con gli indirizzi del POF197.

Molto importante è la funzione svolta dal DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi): ai sensi e per gli effetti dell‟art. 25 bis D. L.vo 29/93 e successive modificazioni ed integrazioni, il Direttore coadiuva il Dirigente nelle proprie funzioni organizzative e amministrative. Egli sovrintende ai servizi amministrativo-contabili e ne cura l‟organizzazione. Ha autonomia operativa e responsabilità diretta nella definizione ed esecuzione degli atti amministrativo- contabili, di ragioneria e di economato, anche con rilevanza esterna.

Nella scuola dell‟autonomia, in base al Regolamento della gestione contabile- amministrativa approvato con decreto interministeriale n.44 del 2001, la gestione contabile-amministrativa deve avere il costante punto di riferimento al POF. L‟art. 1 del Regolamento afferma che le risorse devono essere utilizzate “senz‟altro vincolo di destinazione che quello prioritario per lo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento come previste e organizzate dal POF”. Nell‟art. 2 si afferma inoltre che la relazione del Dirigente scolastico che accompagna la proposta di programma annuale, deve individuare gli obiettivi da realizzare e destinare le risorse con quanto previsto dal POF.

Molto interessante è anche l‟aspetto gestionale dei progetti. Per ciascun progetto, occorre predisporre, oltre ad una scheda descrittiva sugli aspetti didattici e formativi del progetto (a cura del responsabile), anche una scheda finanziaria (a cura del DSGA). In questo modo, ogni progetto si configura come un centro autonomo di spesa, distinto sul piano finanziario e coerente con gli indirizzi generali del POF.

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VALENTINO A., Il Piano dell‟offerta formativa, Tra servizio e progetto di istituto, La Nuova Italia, Firenze, 1998, p. 103.

197 “La logica che dovrebbe passare con la scuola dell‟autonomia è che, definito il Piano dell‟Offerta formativa (e quindi gli indirizzi generali, le scelte di identità attraverso il curricolo, l‟extracurricolo, le strategie e l‟organizzazione) e il quadro annuale degli impegni, la restante documentazione dovrebbe obbedire ai criteri di opportunità e semplificazione autonomamente assunti” (Valentino A., op.cit., pp. 101-102).

Gli stakeholders svolgono un‟azione importante. Si può pensare all‟intervento di stakeholders a livello territoriale, come gli enti locali (il Comune, la Provincia, la Regione ecc…), agli enti e associazioni che operano nel territorio (la Biblioteca, la pro-loco, ecc…) o al coinvolgimento di scuole, aziende, sindacati etc.

E‟ determinante in questa fase l‟azione svolta dal dirigente scolastico per l‟attivazione “dei necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio”198. Questa fase richiede un livello di partenariato tra scuole accomunate dalle stesse problematiche, magari attraverso la costituzione di un tavolo di lavoro permanente o una conferenza di servizio.

Gli stakeholders del territorio possono anche essere coinvolti in qualità di esperti che offrono le proprie competenze per svolgere attività particolari all‟interno della scuola (come ad esempio la collaborazione in un progetto specifico). Si può pensare alla stipula di intese, co-determinazioni o pure attività negoziali dirette alla realizzazione di prestazioni da parte di questi esperti.

Questa apertura al territorio va letta una risorsa e non come un impedimento: oltre alla possibilità di poter utilizzare risorse umane ed economiche nuove, offre alla scuola la possibilità di superare l‟autorefenzialità. Il confronto con punti di vista diversi ed esterni alla scuola può infatti permettere di scorgere criticità e problemi, ma anche di dare maggiore concretezza e operatività alla propria offerta formativa.

Un altro aspetto che non deve essere sottovalutato è il coinvolgimento degli utenti: gli studenti e le loro famiglie. I rappresentanti degli studenti e delle famiglie sono coinvolti, a livello di Consiglio di Istituto, nella delineazione delle linee generali iniziali, prima dell‟elaborazione del Collegio Docenti e, successivamente, nella sua approvazione al termine di tale elaborazione.

Il coinvolgimento degli utenti avviene inoltre anche all‟atto di iscrizione alla scuola. L‟ultimo comma dell‟art. 3 sottolinea l‟importanza che il POF sia “reso pubblico e consegnato agli alunni e alle loro famiglie all‟atto di iscrizione”199. Questa indicazione risulta essere particolarmente preziosa: considerando che le iscrizioni avvengono nel mese di gennaio, significa offrire la possibilità agli

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Art. 3 DPR n. 275/99, comma 4.

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studenti e alle loro famiglie di poter conoscere il POF anticipatamente rispetto all‟inizio della scuola, potendo così valutarne i contenuti. Questo atto costituisce una forma di stipula di patto formativo tra gli utenti e la scuola.