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ADOZIONE DEI LIBRI DI TESTO E INNOVAZIONE TECNOLOGICA

LIBRI DI TESTO

A) Self-efficacy: l’autoefficacia si riferisce alla credenza nella propria capacità di organizzare ed eseguire delle serie di azioni atte ad ottenere un certo risultato (Bandura, 1997) Bandura ritiene che

3) Attività formativa basata su compiti narrativi: da novembre 2016 a marzo 2017.

Questo step dell'indagine comprende alcune semplici attività di storytelling e di Digital Storyteling per far esercitare i soggetti e rilevare le loro abilità e modalità narrative, da quelle relative alla scrittura su carta a quelle riferite alla scrittura tramite supporti digitali. Entrambe le classi, che divergono per il background accademico che le contraddistingue (digitale VS tradizionale), sono state sottoposte al medesimo tipo di attività formativa.

Gli step formativi (successivamente descritti più nel dettaglio) possono essere riassunti secondo il seguente elenco numerato:

1A. Esposizione di un'immagine e formulazione del seguente quesito: qual è la tua interpretazione di questa immagine? Dillo in forma scritta.

1B. In base alla stessa immagine mostrata la volta precedente invito ad inventare una nuova storia e a riportarla per iscritto.

2A. Esposizione della seguente consegna: descrivi un’incomprensione (litigio) che hai affrontato nella tua vita di persona o tramite i mezzi di comunicazione (come il computer o il telefono cellulare). Racconta se l’hai risolta e come l’hai risolta.

2B. Risposta per iscritto ad alcune domande (tratte dai quesiti narratologici di Propp) in riferimento al testo prodotto la volta precedente.

3A. Esplicitazione delle indicazioni per la strutturazione di un prodotto digitale tramite il programma Windows Movie Maker.

3B. Creazione di un breve Digital Storytelling sulla storia scritta la volta precedente utilizzando il programma Windows Movie Maker.

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Le suddette fasi formative attuate, che hanno visto il progressivo inserimento di ambienti digitali per svolgere le attività di narrazione, vengono nello specifico descritte così:

1) Narrazione a partire dall'esposizione di una foto.

Durante la prima sezione formativa, che ha compreso due sedute di un'ora ciascuna, è stata proposta un'immagine raffigurante un episodio sul quale ognuno è stato invitato ad esprimere in forma scritta la propria interpretazione (primo incontro/fase) e in seguito a creare una nuova storia (secondo incontro/fase) sulla base della medesima raffigurazione.

Aspetto 1 (introduzione dell’attività): i gruppi ricevono l'immagine tramite l'esposizione della stessa sulla lavagna Lim.

Aspetto 2 (metodologia del compito): i gruppi vengono invitati a consegnare i contenuti prodotti e scritti su carta direttamente al ricercatore nel real time del contesto classe.

Aspetto 3 (formativo): i gruppi ricevono alcuni criteri per sviluppare una narrazione partendo da un'immagine.

Obiettivo didattico: analizzare le interpretazioni esplicitate dai due gruppi. Obiettivo di ricerca: rilevare le differenze nelle produzioni degli studenti.

2) Proposta di un tema ed invito a raccontarsi tramite azioni di storytelling.

L’intervento è stato suddiviso in due momenti dalla durata di un'ora ciascuno: narrazione di un litigio passato e risposta ad alcuni quesiti. Nello specifico, la consegna ha previsto la stesura di un racconto di circa quindici righe. È stato richiesto agli studenti di raccontare un episodio di incomprensione avuto in passato (di persona o tramite i mezzi tecnologici) e di dire poi se l'hanno risolto e come l'hanno risolto. Successivamente, è stato anche richiesto agli alunni di individuare (secondo incontro/fase) all'interno dei loro prodotti (primo incontro/fase) alcuni elementi in risposta ad una serie di quesiti derivanti dalla narratologia di Propp44, per far luce sul rapporto che lega il soggetto agli avvenimenti da lui narrati. I suddetti quesiti riguardavano principalmente l’origine e i presupposti del litigio, la sua dinamica, le conseguenze ed eventuali modalità utilizzate per la risoluzione ed il superamento del momento di crisi. Le domande sono state formulate a voce dalla ricercatrice e la classe è stata invitata a rispondere ai quesiti su un foglio bianco appositamente predisposto e

44 La narratologia è una definizione di Tzvetan Todorov, risalente alla fine degli anni sessanta e presentata per la prima volta nella Grammaire du Décaméron (Paris, Mouton, 1969). Si deve a Vladimir Propp l'averla resa poi una disciplina importante anche nella scuola italiana il quale, a partire dalla Morfologia della fiaba, andò a decostruire la struttura del racconto popolare fino ad estrapolarne il succo in 31 funzioni.

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consegnato ad ogni singolo studente all'inizio dell'incontro. Presenti per tutta la durata dell'attività sia la ricercatrice sia la docente ordinaria. All'inizio dell'ora è stato concesso qualche minuto aggiuntivo affinché gli studenti assenti durante l'incontro precedente potessero stendere i loro contributi.

Aspetto 1 (introduzione dell’attività): agli studenti viene indicato il tema dei loro prodotti tramite l'utilizzo della lavagna Lim.

Aspetto 2 (metodologia del compito): i soggetti di ambedue i gruppi stendono i testi direttamente su carta e li consegnano alla ricercatrice una volta terminato l'incontro.

Aspetto 3 (formativo): gli studenti ricevono precisi suggerimenti su come stendere ed esaminare dettagliatamente un testo.

Obiettivo didattico: analizzare le narrazioni di entrambi i gruppi.

Obiettivo di ricerca: rilevare le differenze tra le narrazioni dei due gruppi in termini di competenze narrative e di consapevolezza delle strutture sottostanti ai testi prodotti.

3) Momenti specifici di storytelling digitale.

L'obiettivo del terzo step formativo, che ha incluso tre incontri della durata di un'ora, è stato quello di mettere alla prova l'abilità narrativa degli studenti con gli strumenti/ambienti digitali. Il fine è stato quello di rilevare come le due classi sono in grado di creare una narrazione tramite lo strumento dello Storytelling Digitale. Il compito è stato individuale e ogni studente ha avuto di fronte a sé un computer, con il medesimo programma installato.

La consegna ha riguardato la creazione di un breve Digital Storytelling (secondo incontro/fase) in grado di esporre la storia scritta durante il primo incontro della fase formativa precedente. Si è poi discusso insieme riguardo le singole narrazioni in un contesto di focus group (terzo incontro/fase). Le indicazioni per la strutturazione dei prodotti finali sono state fornite nel primo dei tre incontri (a titolo esemplificativo: cos’è un Digital Storytelling, modalità d’uso dello strumento, fasi per la creazione di una narrazione digitale, potenzialità, punti di forza e limiti). Il reperimento delle immagini essenziali per la strutturazione dello Storytelling Digitale (una delle fasi più importanti del processo) è avvenuto tra il primo e il secondo incontro di questo terzo step formativo. Il periodo ha compreso indicativamente una settimana, durante la quale gli studenti sono stati invitati a ricercare individualmente, a casa, immagini, disegni e fotografie in grado di rappresentare e raffigurare i propri singoli episodi.

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Lim presente in aula.

Aspetto 2 (metodologia del compito): gli studenti vengono invitati ad inviare (via mail) il materiale digitale direttamente al ricercatore alla fine dell'attività.

Aspetto 3 (formativo): ambedue le classi ricevono spiegazioni tecniche riguardo le modalità idonee a creare un perfetto Digital Storytelling, in accordo con le prassi richieste per l'utilizzo del software Windows Movie Maker.

Obiettivo didattico: analizzare i prodotti digitali.

Obiettivo di ricerca: rilevare le differenze tra le narrazioni digitali dei due gruppi in termini di competenze narrative.