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I NUOVI CONTESTI DIGITAL

3.1 I contesti della narrazione digitale

In questo capitolo verranno presentate alcune ricerche sperimentali focalizzate sui luoghi fisici (setting esperienziali) e sulle modalità tramite le quali la narrazione viene esperita nell'ambito delle recenti innovazioni tecnologiche. Argomento, quest'ultimo, incluso nella presente indagine.

Da sempre la narrazione è uno dei modi più efficaci per comunicare conoscenza e tramandare cultura: le "buone" storie sono infatti ricche di stimoli emotivi e di riferimenti utili per risolvere problemi quotidiani e favorire l'apprendimento. L'evoluzione tecnologica offre al giorno d'oggi la possibilità di raccontare e condividere storie utilizzando anche immagini e video: Internet offre sia gli strumenti sia i canali perché chiunque diventi autore di storie digitali e le possa diffondere.

Grazie all'avvento della tecnologia il discorso narrativo assume quindi caratteristiche molteplici amplificando le sue potenzialità comunicative e interattive.

Le narrazioni digitali nelle loro varie forme (in primis il Digital Storytelling) rappresentano una metodologia attiva, costruttiva e riflessiva, efficace nel lavoro educativo e formativo dei contesti formali, non formali e informali. Molti studi pongono l'attenzione sul suo significato, cogliendone le potenzialità per lo sviluppo dell'empowerment10 della persona e della comunità. La narrazione digitale può essere utilizzata all'interno di plurimi e tra loro differenti ambiti di applicazione. De Rossi e Petrucco (2013) citano tra i principali quello della scuola, delle aziende e delle organizzazioni. Anche il turismo rappresenta un ambito in cui lo Storytelling Digitale può essere attuato. Nuove forme di visita della città tra teatralizzazione, multimedialità e narrazione (a titolo esemplificativo il caso del Sound Touring11) ne sono la dimostrazione.

Nell'ambito delle produzioni internazionali Joe Lambert, pioniere in materia, è l'autore di Digital Storytelling. Capturing lives, creating community (2013). La narrazione digitale unisce le

10 Con il termine empowerment viene indicato un processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.

11 Il termine Sound Touring indica una modalità di intrattenimento audioguidato che utilizza le nuove tecnologie, con l’obiettivo di produrre contenuti originali e di qualità, innovando le pratiche d’uso delle ICT al fine di rendere quanto più possibile semplice e divertente l’esperienza del viaggio e della visita.

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abilità della scrittura creativa, della storia personale, dell'album familiare e del video digitale in un programma unico in grado di catturare le storie più sentite e significative presenti nella vita di tutti. In Digital Srotytelling. Capturing Lives, creating community Lambert fornisce una panoramica generale e alcune tecniche specifiche per lo sviluppo e la produzione di una storia digitale. Inoltre, il libro include alcuni saggi e interviste che forniscono un ampio sfondo alle molteplici applicazioni del processo di narrazione digitale.

Petrucco e De Rossi pubblicano i testi divulgativi Narrare con il digital storytelling a scuola e nelle organizzazioni nel 2009 e Le narrazioni digitali per l'educazione e la formazione nel 2013. Ambedue i contributi forniscono un’ampia visuale sui molteplici utilizzi che lo strumento del Digital Storytelling consente.

Tra le ricerche che studiano la narrazione all'interno dei contesti digitali e che hanno raggiunto conclusioni importanti va inserita l'indagine di Gregori-Signes (2014). Analizzando 50 storie digitali prodotte da studenti spagnoli del Colegio Marìa Auxiliadora Torrent di Valencia è stato constatato che il digital storytelling è uno strumento in grado di favorire sia un'attenzione agli aspetti socio- educativi durante il processo di istruzione sia l'utilizzo di metodologie di insegnamento dalla valenza multimodale12 all'interno del curriculum scolastico. Gli aspetti osservati sono stati tre: la combinazione delle immagini, la coerenza tra testi scritti ed immagini, l'adeguatezza della musica alle immagini e ai testi. I soggetti coinvolti hanno mostrato miglioramenti in termini di consapevolezza della questione scelta come tema per la loro storia (poiché i prodotti finali esprimevano una prospettiva critica sul tema). In aggiunta sono stati in grado di lavorare individualmente e in gruppo, hanno prodotto un'opinione critica anche su alcuni problemi sociali, valutato la realtà circostante ed espresso una propria interpretazione della stessa. Le competenze sociali, civili e culturali sono apparse aumentate. Il lato negativo è che si sono rivelati poco abili nel sequenziamento delle immagini e nella creazione dello storyboard.

Lal, Donnelly e Shin (2014) espongono una rassegna sperimentale su alcuni studi riguardanti l'uso del Digital Storytelling all'interno di plurimi ambiti di applicazione (scolastico, professionale, clinico). Gli autori affermano che il racconto digitale come pratica clinica durante la terapia occupazionale è in grado di favorire l'espressione di sé, il supporto tra pari e l'educazione del paziente. Inoltre, descrivono il Digital Storytelling come uno strumento in grado di indurre un maggiore impegno nell'apprendimento dei concetti in ambito scolastico. Lo considerano anche un metodo idoneo a sviluppare la partecipazione, capace di agevolare la comprensione di temi difficili e utile a trasmettere risultati e messaggi chiave in modo coinvolgente e accessibile.

12 Si parla di multimodalità quando un qualsiasi tipo di interazione coinvolge più di un canale percettivo (o input di comunicazione).

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Truong-White e McLean (2015) hanno studiato il programma Bridges to Understanding che connette studenti di scuole medie e superiori a livello globale tramite la narrazione digitale, affermando che la stessa narrazione digitale offre il potenziale per sostenere un'educazione globale della cittadinanza (TGCE). Da un'analisi del curriculum e delle storie digitali si è evinto infatti che questo metodo (integrato con il curriculum) ha rafforzato l'impegno degli studenti verso prospettive non-mainstream e incrementato la loro auto-riflessione. Nonostante i vantaggi emersi si afferma che la discussione su questioni o problemi globali e l'individuazione di risposte d'azione collettive necessitano di altre pratiche oltre a quelle incluse nel curriculum digitale.

Hess (2012), infine, analizza il rapporto tra educazione ai media digitali, educazione religiosa e neuroscienze. L'autrice, studiando il racconto digitale come svolto dal Center for digital storytelling e all'interno del progetto Storytelling as Faith formation, evidenzia un impatto del digitale sulla relazionalità umana. Risulta infatti che, se attuato in modo idoneo, lo Storytelling Digitale favorisce l’attivazione dei neuroni a specchio (una classe di neuroni che si attiva quando un individuo compie un'azione e quando l'individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto) ed è dunque una via per agevolare l'apprendimento empatico nel contesto dell'educazione religiosa.

In ogni modo, appare evidente che lo strumento del Digital Storytelling è oggigiorno un metodo dall'alto potenziale formativo. All'interno della presente indagine si è deciso di includerlo come metodologia formativa fondante (vicino ad altri metodi formativi basati sulla narrazione scritta). Il primo scopo è rilevare se esso è in grado di far aumentare le credenze dei soggetti in ambito narrativo. Il secondo scopo, invece, è analizzare i prodotti degli allievi per trarre informazioni sulla loro performance narrativa nel momento in cui è stato chiesto di passare dal cimentarsi in una narrazione tradizionale (scritta su carta) al creare una narrazione digitale.