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USO DELLE TECNOLOGIE NELL'EDUCAZIONE IN CLASSE E DIGITAL STORYTELLING

4.5 La valenza pedagogica del Digital Storytelling

Essendo lo storytelling una componente fondamentale dei nostri processi di motivazione e interpretazione del mondo, ne consegue l’utilità di renderlo struttura fondante dell'approccio didattico, capace di stimolare la motivazione all'apprendimento. Al giorno d'oggi, data la sua valenza digitale, esso può rappresentare anche un'opportunità rilevante per lo sviluppo della Media Literacy28.

Da un punto di vista didattico un approccio attraverso lo storytelling e in particolare basato sulla produzione di narrazioni multimediali (Digital Storytelling) aggiunge al metodo di insegnamento una buona dose di efficacia comunicativa. Le dimensioni dell'emozionalità e dei contesti specifici, infatti, lo rendono altamente incisivo. L'ottica narrativa, in questo caso, viene fatta ricadere all'interno della visione chiamata Problem Based Learning la quale cerca di ancorare la didattica ai problemi concreti. Introdurre, ad esempio, una lezione attraverso il racconto di un'esperienza realmente vissuta rende da una parte più semplice la comprensione di alcuni concetti astratti e dall'altra fornisce una motivazione concreta allo studio di quella specifica disciplina.

In questo senso la potenza comunicativa data dall'utilizzo di supporti video può rappresentare

27 Nella teoria di Lev Vygotskij la zona di sviluppo prossimo (ZSP) serve a spiegare come l'apprendimento del bambino si svolga con l'aiuto degli altri. La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o pari con un livello di competenza maggiore.

28 La Media Literacy (o alfabetizzazione mediatica) si riferisce alle competenze, alle conoscenze e alla comprensione che consentono ai consumatori di utilizzare i media in modo efficace e sicuro.

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uno strumento ancora più efficace. Come già accennato sopra, le dimensioni attivabili mentre si produce e si condivide (in particolare) un Digital Storytelling all'interno di un'attività didattica sono molteplici. Proprio a causa delle sue proprietà intrinseche un vero Digital Storytelling non ha mai le caratteristiche di un classico documentario ma grazie all'inclusione della dimensione emotiva e intenzionale stimola e motiva gli apprendimenti. Allo stesso modo, nella vita quotidiana, l'apprendimento è basato certo sui contenuti ma in primis su attività intenzionali e significative atte a risolvere problemi. Questi aspetti, che ancorano le nozioni accademiche alla concretezza del reale, rappresentano il valore aggiunto del Digital Storytelling a livello educativo, formativo e pedagogico. Precisamente, Jonassen (2007) definisce apprendimento significativo un processo che sia attivo, intenzionale, autentico e costruttivo. Werby (2012) afferma che “realizzare narrazioni attraverso l'uso di strumenti multimediali nei vari contesti didattici disciplinari può soddisfare tutti questi requisiti”.

Per definizione, il Digital Storytelling presenta alcune caratteristiche/peculiarità che lo distinguono da altri metodi e che forniscono implicitamente indicazioni per un suo corretto utilizzo:

• Attivo: implica che gli studenti siano coinvolti in modo attivo nella realizzazione dell'artefatto digitale sia a livello tecnico sia durante la stesura dello storyboard, e che diventino al tempo stesso protagonisti e interpreti dei video creati.

• Intenzionale: è sempre chiaro chi è il target (studenti a loro pari, insegnanti, comunità) e le molteplici finalità (disciplinari, sociali, etiche, partecipative).

• Cooperativo: permette agli studenti di contribuire alla realizzazione dell'artefatto, valorizzando al meglio i propri talenti, le proprie abilità ed intelligenze specifiche (Gardner, 2010). Contempla infatti la possibilità di dar vita ad una modalità di lavoro cooperativo in cui vengono assegnati ruoli e attività differenti a soggetti diversi per stimolare il riconoscimento dell'importanza dell'interdipendenza.

• Autentico: i contenuti disciplinari non sono più de-contestualizzati ma inseriti in un processo di problem-solving che si pone obiettivi concreti, non circoscritti al mero apprendimento formale e disciplinare.

• Costruttivo: agli studenti, per la creazione del loro prodotto digitale, è chiesto di ri-elaborare le conoscenze precedenti sull'argomento re-mediandole attraverso la modalità del video narrativo.

In questo processo di apprendimento costruttivo e aperto al sociale, di conseguenza, anche il concetto di valutazione cambia: dall'essere un protocollo formale diviene un procedimento sociale e

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distribuito. Viene valutato non soltanto il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento ma si valutano anche gli effetti che il video ha generato nell'audience di riferimento. L'insegnante, in tal modo, rimane certamente un elemento importante del processo valutativo ma non è più l'unico poiché ora è mediatore e interprete dei processi sociali innescati dalla produzione della narrazione digitale da parte dei suoi studenti.

Il Digital Stoytelling assume quindi un'alta valenza pedagogica all'interno dei nuovi contesti scolastici, dalle caratteristiche multimediali e tecnologiche.

I suoi punti di forza sono (Marini, 2014): • Apre gli studenti al mondo esterno.

• Permette loro di far esperienza di una didattica costruttivista e collaborativa. • Fornisce la possibilità di apprendere in modo autentico (contestualizzato nel reale).

• Rende gli studenti più attivi nel loro apprendimento nonché maggiormente competenti nell'utilizzo delle nuove tecnologie.

• Ha un carattere fortemente gratificante.

• Offre un accesso più semplice a concetti astratti e complessi.

• In quanto meccanismo narrativo supportato da elementi multimediali è in grado di generare processi ermeneutico - interpretativi e correlazioni concettuali significative.

• Facilita la memorizzazione sul piano cognitivo, come argomenta Cristopher Penn nel post dal titolo Rilievo cognitivo dello storytelling (2014).

• Garantisce un notevole grado di coinvolgimento, il quale rafforza le variabili motivazionali e l'impegno.

• È in grado di veicolare messaggi significativi di forte impatto strutturati secondo una logica di causa-effetto.

• In base al meccanismo della inter-testualità, grazie al quale una storia genera altre storie, favorisce lo scambio collaborativo delle conoscenze, il confronto dialogico, lo spirito critico e la ricerca di nuove interpretazioni e punti di vista su un problema e/o tema.

• Agevola la networked knowledge (conoscenza connettiva) e la combinatorial creativity (creatività combinatoria).

Le tecnologie didattiche in generale, in modo particolare i mobile devices, possono infatti favorire il rinnovamento della didattica e costituire un valido aiuto alla lotta della dispersione (Rivoltella, 2012).

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Le sue criticità, invece, tipiche soprattutto del contesto italiano e segnalate da un gruppo di insegnanti intervistati dopo la creazione di una narrazione digitale in laboratorio, riguardano (Banzato, 2014):

• I limiti di tempo: le ore dedicate alle attività basate sul Digital Storytelling sono poche poiché il programma didattico da svolgere è molto vasto e non rimane così tempo a sufficienza per formare gli alunni all’utilizzo del digitale.

• Il curriculum: collegandosi al punto precedente si conclude che il curriclum non consente pertanto di accogliere come auspicato nelle direttive ministeriali ed europee l’innovazione digitale. In termini simili ma in merito al curriculum del TFA, Luzzatto (2011) afferma: “Il TFA si colloca in un sistema di formazione degli insegnanti, istituito con un Decreto del settembre 2010, che appare molto arretrato se confrontato con le esigenze della scuola e con il quadro internazionale”.

• L’accesso alla tecnologia: la scuola sembra resistere ai cambiamenti e gli insegnanti e gli studenti ne pagano le conseguenze. Nelle scuole ci sono ancora dei problemi di accesso ai laboratori e di supporto tecnico. Sembra venire meno un sostegno alla formazione che consenta agli insegnanti di avere abbastanza tempo per esplorare le potenzialità del Digital Storytelling e dei suoi usi in classe. I docenti necessiterebbero dell’appoggio dei dirigenti scolastici, grazie al quale attività fondate sulla narrazione digitale siano incoraggiate e non osteggiate per motivi di “produttività”.

Nello specifico, è opportuno avere ben presenti le potenzialità pedagogiche e i limiti del metodo del Digital Storytelling poiché rappresenta una delle metodologie formative utilizzate nell'indagine qui presentata. Ci si è domandati se e in che modo, all'interno di uno specifico percorso formativo, è in grado di favorire l'incremento delle credenze di autoefficacia, della motivazione e del coinvolgimento in ambito narrativo degli alunni preadolescenti presi in esame.