• Non ci sono risultati.

ADOZIONE DEI LIBRI DI TESTO E INNOVAZIONE TECNOLOGICA

TEMPIFICAZI ONE

6.5 Il panel di indagine: anagrafica ed esperienza pregressa

La scelta di considerare due gruppi di soggetti preadolescenti nasce dall'importanza che questo periodo riveste nello sviluppo cognitivo, emotivo e valoriale. La preadolescenza è infatti importante per quel processo che proseguirà più o meno per l'intera adolescenza: la costruzione della propria identità. Tra i 9 e i 12 anni avviene un processo che porta all'individualizzazione e alla conquista dell'autonomia da parte di un soggetto che, attraverso un percorso di distacco dalle figure genitoriali, sta formando la propria identità nonché definendo un'immagine di sé.

In virtù di quanto detto è estremamente importante che all'interno del contesto scolastico la relazione studente-insegnante sia mediata dal gruppo classe, ambito in cui l'individuo sperimenta con intensità la definizione di sé e i rapporti con gli altri. Dunque, nell'interagire con i giovani che attraversano questo periodo cruciale dell'esistenza, sarà da privilegiare la dimensione interiore a quella concreta e quotidiana.

In un momento preliminare all'azione sul campo è stato somministrato ad un campione di comodo il materiale previsto dalle fasi dell'indagine, per quanto concerne sia i questionari sia l'attività formativa. La durata (tre ore) è da intendersi rappresentativa nonché funzionale a testare la fattibilità dell'itinere progettato. Coloro coinvolti in questo step sono stati avvisati dello scopo insito nella sezione di lavoro. Il campione di prova era composto da cinque soggetti (femmine) aventi la stessa età degli alunni sottoposti alla ricerca, frequentanti la classe seconda della scuola secondaria di primo grado.

Il campione della presente ricerca è invece formato da 48 studenti appartenenti a due classi seconde, denominate per praticità “classe digitale” e “classe tradizionale”, di una scuola secondaria di primo grado situata nel comune di Bologna. Il dirigente scolastico e alcuni docenti vengono coinvolti di frequente in molte iniziative (congressi, sperimentazioni) nell'ambito delle tecnologie didattiche. Alcune classi dell'istituto adottano un approccio totalmente 2.0 alla didattica mentre altre basano la propria didattica su metodologie classiche. Le insegnanti di lettere di ambedue le classi sono state coinvolte nell'indagine: hanno presenziato durante tutte le attività e sono state sottoposte a tre interviste.

Il gruppo digitale comprende 22 soggetti, tra i quali 1 studente certificato a causa di un disturbo di apprendimento e altri 2 studenti stranieri. Le femmine sono 11, così come i maschi.

121

sono 8 e i maschi 18. Gli alunni di entrambe le classi avevano un'età di 12 anni nel momento in cui è iniziata la ricerca.

La scuola possiede da più di un decennio un sito web (non più attivo ma tuttora visibile). Un secondo sito (attualmente attivo) è stato recentemente completato e rinnovato. Da tre anni viene utilizzato il registro elettronico anche come forma di comunicazione con le famiglie.

Nella quotidianità scolastica la classe digitale svolge molte attività didattiche tramite l'ausilio di supporti digitali. L’istituto mette a disposizione di questi studenti vari ambienti e-learning (Moodle, Google Apps for Edu, vari blog) realizzati e gestiti totalmente dai docenti per le attività di didattica attiva e cooperativa. La classe è fornita di LIM con connessione ad Internet e Wi-Fi. Sono inoltre presenti nell’istituto: un laboratorio con 25 PC, un laboratorio di musica dotato di una LIM e dal maggio del 2015 un’Aul@ 3.0. Questi alunni vengono inoltre sensibilizzati riguardo alcune specifiche tematiche inerenti i rischi insiti nel contesto online (ad esempio bullismo e cyberbullismo). I docenti della classe digitale sono oggetto sia di una formazione interna per migliorare la didattica con le ICT sia di una formazione esterna attraverso la costituzione di una Rete di scuole del territorio atta a fornire servizi ed esperienze. Viene promossa una trasformazione del modello tradizionale di fare scuola, dove la lezione diventi compito a casa mentre il tempo in classe sia usato per attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. In questo contesto, l’insegnante non assume il ruolo di attore protagonista ma diventa piuttosto una sorta di “mentor”, il regista dell’azione pedagogica. Questo tipo di approccio ricade sotto l’etichetta di Flipped classroom. Grazie a tale impostazione innovativa nonché digitale delle attività, l’istituto negli ultimi anni ha promosso e partecipato a diversi progetti a livello regionale, nazione ed internazionale. In particolare, è stato parte attiva delle seguenti azioni ministeriali: Avanguardie Educative (2015-2016), promosso da Indire; Lavorare nell’Aul@ 3.0 (2015-16); Girls code is Better (2015-2016); GoLab (2015-2016); Festival della Didattica Digitale di Lucca (25-27 febbraio 2016); Scuola 2.@ (2013-2014). In quest’ultima iniziativa l’istituto era stato scelto insieme ad altri 32 in tutta Italia.

Il gruppo classe di controllo, invece, è meno formato rispetto al gruppo sperimentale in materia di ICT e utilizza in primis i tradizionali strumenti/metodologie di apprendimento ed insegnamento (ad esempio: esposizioni delle nozioni oralmente o tramite la tradizionale lavagna dotata di gessi per scrivere, scambio di opinioni in presenza, modalità di narrazione su carta). Tuttavia, anche per questi studenti vengono messi a disposizione strumenti didattici digitali, sebbene il loro uso sia minore se messo a confronto con quello della classe sperimentale. Le attività didattiche basate sul digitale e sull’utilizzo delle ICT come strumenti fondanti la lezione /esercitazione occupano due ore settimanali per il gruppo di tradizionale e otto ore settimanali per il gruppo digitale. Inoltre, gli studenti del gruppo

122

digitale utilizzano le ICT per studiare con una frequenza costante mentre gli studenti del gruppo tradizonale no.

Alcuni recenti studi sostengono il potere inclusivo della multimodalità e di questi ambienti didattici digitali basati sull’utilizzo delle ICT. Riguardo la flipped classroom (nella quale per definizione l’insegnante fornisce alcuni materiali per un’esplorazione autonoma dell’argomento di studio, come ad esempio: libri, presentazioni, siti web, video tutorial) e la didattica inclusiva (che include corsi multimediali soprattutto a distanza tramite internet) Cavicchi (2015) afferma che:

Un ambiente online, ad esempio, offre una personalizzazione ed una dinamicità che un libro sull’argomento, per quanto possa essere ottimo, non può offrire. L’ambiente e-learning offre una multicanalità comunicativa ed una multimodalità di risorse, permettendo un apprendimento che sfrutti pienamente le tipologie di intelligente prevalenti in ciascuno, le strategie ed i punti di forza peculiari di ognuno, le diversità di ogni individuo. Il libro non è una risorsa con una struttura aperta e reticolare, un ambiente online sì.

123

CAPITOLO 7