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AUTORI DI PROSCINEMI DALL’EGITTO

Nel documento Cretesi fuori di Creta (pagine 163-179)

Proscinemi

Diversi Cretesi hanno lasciato attestazione della loro permanenza, o del loro passaggio, in Egitto in santuari, attraverso proscinemi, atti di ossequio, e talvolta veri e propri atti di adorazione, verso la divinità.

Tutti questi personaggi vengono generalmente considerati mercenari1, senza che nei

testi dei proscinemi vi sia alcun cenno alla loro attività di soldati, e senza altra certezza se non il forte flusso di soldati nell’Egitto tolemaico.

Il maggior numero di proscinemi di Cretesi proviene dal Paneion di El Kanaïs, sito nelle vicinanze di Redesiyeh, in Tebaide.

Il Paneion era un piccolo tempio interrato, sito sulla rotta carovaniera che dal porto di Berenice sul mar Rosso giungeva al Nilo attraverso il deserto. Tappa importante e naturale luogo di riposo sulla via che conduceva al mar Rosso, il tempio era originariamente consacrato ad Amon-Ra, raffigurato sui muri con attitudine itifallica e lunghe piume, alla maniera del dio Min; la divinità venne dai Greci identificata con Pan, la cui natura particolare, congiunta alle grotte e alle montagne, avrà favorito l'assimilazione.

Il santuario ha restituito numerose iscrizioni geroglifiche e graffiti greci, lasciati dai viaggiatori, soldati delle armate lagidi2 o mercanti, salvati dai pericoli del deserto o del

mare.

A Pan Euodos ha lasciato una “dedica”3, per la buona fortuna donatagli, Feòdwn

}Ambruéwnov Krhév, autore di un proscinema in versi4. L’appellativo Euodos, della buona

1

Come tali sono registrati da M. Launey nei suoi volumi sulle armate ellenistiche (Launey 1949-50, I-II), e nella prosopografia di mercenari di A. S. Spyridakis (Spyridakis 1981).

2

Di questo era sicuro M. Launey; cfr. Launey 1949-50, I, p. 984. Per il Paneion di Redesiyeh, cfr. Bernand 1972, pp. 6-22.

3

Com’è noto, il proscinema si distingue dalla dedica votiva perché non consiste nell’offerta di un dono, ma solo in parole; cfr. Guarducci, EG, III, p. 198; sui proscinemi in generale, cfr. Geraci 1971; Guarducci,

163

rotta, col quale Pan è qui invocato, affinché consenta a Feòdwn un buon ritorno, è il più ricorrente in questo santuario: da lì la regione, già desertica, diventava montagnosa, e attraversava le regioni degli Ichyophagi e dei Troglodyti.

Dai Trw<gu>dutaò fu salvato, grazie al dio Pan, }Akeéstimov Krhèv Kourtwlia_ov: il suo

proscinema è una dedica di ringraziamento nei confronti di Pan Euodos, ancora rinvenuta a Redesiyeh, e datata, dubitativamente, al 246-215. E’ stato sottolineato come

l'uso del doppio etnico, frequente, come osservava L. Robert, da parte di membri di confederazioni, specie a Creta, è nei proscinemi non solo un elemento di identità, ma un modo per marcare che il fedele viene da lontano6. Quanto all’etnico della città dalla

quale proveniva }Akeéstimov, si tratta di una variante dialettale di Kordwòla, sita nei pressi di Lato, sul golfo di Mirabello7.

Questi documenti restituiscono attestazioni di città cretesi poco note: così un atto di adorazione a Pan Euodos fu lasciato a Redesiyeh, in epoca tolemaica avanzata, da

}Asaéiv }Aria_ov. Fu L. Robert a difendere l'etnico della città cretese di ’Aria, che era

stato corretto da Zingerle in }Arra_ov 8.

4

Cfr. v. 4: §/ dòdou eu\tucòan. Per questo testo, cfr. CIG III, 1853, n. 4838 b e add., p. 1217; E. Cougny,

Anth.Pal.App., I, 157; EG, n. 825; Schwarz 1896, pp. 159-160, n. 15; Geffcken 1916, 195; SB V, 8382; Bernand 1969, pp. 553-559, n. 157; Bernand 1972, pp. 35-36, n. 1; cfr. anche Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; Launey 1949-50, I, p. 265; II, p. 1167; Spyridakis 1981, n. 99; PP X, p. 132, E1093.

5

E’, questa, la datazione, proposta, con un punto interrogativo, da Cs. La’da; A. Bernand, sulla base di motivi paleografici, lo collocava genericamente all’alta epoca tolemaica. Cfr. Schwarz 1896, p. 156, n. 8;

OGIS I, n. 71; SB V 3, n. 8864; Bernand 1972, pp. 69-71, n. 13; cfr. anche Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 3), 92; van Effenterre 1948, p. 243; Launey 1949-50, I, pp. 265-266 (nt. 4); II, pp. 984, 1155; PP VI, 16211; Spyridakis 1981, n. 4; PP X, p. 128, E1057 (s. v. Kourtwlia_ov), p. 128, E1057 (s. v. Krhév).

6

Vd. l’uso del doppio etnico sulle stele dei soldati delle guarnigioni di Demetriade ed Eretria: p. 145. Cfr., per il doppio etnico come segno di patriottismo, Schwarz 1896, loc. cit. in nt. precedente; come elemento per sottolineare la fede del fedele, venuto da lontano, Bernand 1969, p. 20.

7

Cfr. IC I, XVI, 5, 67; 18, 4. }Akeéstimov è l'unico Kourtwlia_ov (Kordwilaéov) attestato fuori.

8

Il nome non è sicuro: ’Asm[enov] proponeva Schwarz, seguito da Presigke; ’Asaiv (?) A. Bernand; ’Asmiv

(?) LGPN I. Cfr. Schwarz 1896, p. 164, n. 33; SB I, 4046; Bernand 1972, n. 21; cfr. Robert 1938, pp. 250-253;

Launey 1949-50, I, pp. 111 (nt. 10), 265; II, p. 984; II, p. 1152; Bingen 1973, p. 148, nt. 1; J. e L. Robert, BE 1973, p. 200, n. 530; Spyridakis 1981, n. 23 (s. v. Asmenos); PP X, p. 27, E218.

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Diversi problemi ha posto anche la provenienza di Pasòjemiv Maltaéda, altro fedele di Redesiyeh, il cui proscinema, anch’esso datato all’epoca ellenistica avanzata9, consiste

in un semplice verso con la “firma” del fedele, la cui clausola finale esprime l’etnico. Nell’apografo di Lepsius si leggeva Lipara_ov Krhév; H. Roehl propose la correzione (}Apta)ra_ov, rifiutata dagli studiosi, in particolare da L. Robert, il quale, servendosi di

IC II, X, 1, 14, ammise l'esistenza di una città cretese altrimenti sconociuta, Lipaéra, facente parte del territorio di Cidonia. La pubblicazione di E. Bernand delle iscrizioni provenienti dal Paneion di Redesiyeh ha sciolto ogni dubbio, essendo }Aptara_ov chiaramente leggibile dalla foto.

Rimane dubbia, invece, la provenienza polyrrhenia di Kruétwn, protagonista di un’iscrizione frammentaria dal Paneion, anch’essa probabilmente un proscinema, risalente al II secolo. L'etnico Polu[rhéniov] è stato suggerito da J. Bingen, laddove sia A. Bernand che L. Robert leggevano Polufhémou, interpretandolo come patronimico del personaggio, il cui etnico sarebbe espresso dalla parola successiva (Pt[olemaieuév], secondo Robert), che invece Bingen attribuisce a un altro testo10.

Tutti i personaggi finora esaminati non hanno lasciato, nei proscinemi, alcuna testimonianza relativa al proprio ruolo, dunque è difficile trarre conclusioni sulle loro funzioni. Un ultimo proscinema dal Paneion di El-Kanaïs, dalla datazione incerta, potrebbe invece contenere un’indicazione interessante: si tratta dell’invocazione a Pan Euagros, della buona caccia, da parte di ’Illov Krhév t[w%]n Damaérou[v]11. La lettura

Krhév, già suggerita da L. Robert, è stata poi adottata da J. Bingen, che però definisce

9

Cfr. Lepsius 1859, n. 165;Schwarz 1896, pp. 160-161, n. 16; SB I, 4057; Bernand 1969, pp. 565-567, n. 161; Bernand 1972, pp. 37-38, n. 5 (con foto tav. 21); cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 93; Robert 1938, pp. 251-2, n. 8; IC II, X, I, 15; Launey 1949-50, I, p. 265; II, p. 1155; Spyridakis 1981, n. 98 (s. v. Liparaios); PP X, p. 21, E153 (s. v. }Aptara_ov); p. 132, E153 (s. v. Krhév).

10

A. Bernand leggeva Kr(ò)twn Polufhémou Pt[…]. L’interpretazione di Bingen è stata comunque accettata da Cs. La’da, e anche a me sembra convincente. Cfr. Bernand 1972, p. 149, n. 77; J. e L. Robert, BE 1973, 530; Bingen 1973, pp. 148-150; J. e L. Robert, BE 1974, 705; PP X, p. 272, E2325.

11 ’Illov lascia la sua testimonianza a$ma Paériv, altro personaggio la cui provenienza è sconosciuta.

Quanto alla datazione del documento, secondo La’da risale all’epoca medio-tolemaica, secondo Bernand, all’ epoca tolemaica avanzata. Cfr. Bernand 1972, pp. 140-142, n. 66; cfr. J. e L. Robert, BE 1973, 530 (p. 202); Bingen 1973, pp. 150-151; J. e L. Robert, BE 1974, 705; PP VIII, n. 3971a; PP X, p. 131, E1076.

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questo un “locus provvisoriamente desperatus nello stato del testo“12. Se l'integrazione

fosse giusta, sembrerebbe trattarsi di un Cretese di quelli di Damares, allusione a un corpo di soldati, guidati da Damares, di passaggio al Paneion, oppure espressione designante un ex-soldato che aveva fatto parte di un contingente chiamato dal nome del suo condottiero13.

Un altro santuario egiziano, luogo di venerazione per i Greci lì di passaggio, era quello di Iside a Philai, piccola isola sul corso del Nilo, dove la massima dea egiziana fu oggetto, già dalla prima metà del IV secolo a. C., di un fervente culto14.

L’unica attestazione di un Cretese lì rinvenuta, un atto di adorazione a Iside da parte di

Ke[fa]la%v P[to]lem[a]òou Krh[t]ikou% Go[r]tu(nòou)15

, datata alla prima metà del I sec. a. C., ha suscitato una serie di problemi. Più dell'abbreviazione di Gortuéniov in Gortu, presente in una lista di soldati di Eleusi della seconda metà del III secolo16, ha suscitato

perplessità l'etnico Krhtikoév in luogo del normale Krhév, attestato solo su un graffito delle Syringes17, ma soprattutto la desinenza al genitivo dell'etnico, che è riferito al

padre del firmatario e non a se stesso18. Quanto al padre di Kefala%v, Ptolema_ov, A.

Bernand provava a identificarlo con l’alessandrino Ptolema_ov Ptolemaòou, destinatario di prossenia a Gortina verso il 191 a. C.19: non solo è impossibile per

problemi cronologici, ma, se così fosse, bisognerebbe ammettere che l'etnico Krhtikoév si riferisca non alla provenienza ma alla prossenia concessa, il che risulterebbe alquanto strano. L'origine, sia del padre che del figlio, è comunque in dubbio20.

12

A. Bernand leggeva ’Ill[o]v Krh%ston Damaérouv parekoémis[a] a$ma Paériv te…; vd. indicazioni bibliografiche della nt. precedente.

13

E’ un’indicazione comune nei papiri, vd., per esempio, p. 178.

14

Sul santuario di Iside a Philai, cfr. Bernand 1969, pp. IX-X; 12-22; 23-59 (sulle iscrizioni); 60-63 (sulle divinità venerate); Geraci 1971, pp. 115-136; Guarducci, EG, III, p. 201; Guarducci, EG², p. 285.

15

L’iscrizione, secondo La’da, si data a prima del 58 a. C.. Cfr. SB, I, n. 1745; Bernand 1969, pp. 289-291, n. 47; cfr. anche Bingen 1970, pp. 408-9; PP X, p. 46, E369 (s. v. Gortuéniov); pp. 134-135, E369 (s. v. Krhtikoév).

16

Si tratta di Eu\maéjhv Go[r]tué(niov), vd. p. 109.

17

Si tratta di Klauédiov Krhtikoév; vd. avanti, p. 175.

18

Riguardo all'etnico della città, il fatto che sia abbreviato non ci permette di dire in che caso sia, benché per logica dovrebbe essere anch'esso in genitivo.

19

Cfr. IC IV, n. 208A.

20

166

Al figlio di Iside, Osiride, un altro Cretese, }Iscwnòdav Tòmwnov Krhèv Faòstiov, rivolse non un proscinema, ma una vera e propria dedica, forse un ex-voto: la provenienza è sconosciuta, ma la qualità dell'incisione e il contenuto dell'iscrizione, datata alla fine del III secolo a. C., fanno propendere per Alessandria21. A imitazione di un sacerdote

suo compatriota che, dietro pagamento, interpreta i sogni a Memphis, }Iscwnòdav, nel lasciare la sua dedica, ha obbedito a un’ingiunzione della divinità (kataè proéstagma)22,

che a lui è senza dubbio stata rivelata nel corso di una seduta d’incubazione in un santuario. P. M. Fraser riconosceva nel dedicante un mercenario, uno dei mille cretesi che tenevano guarnigione ad Alessandria, secondo Polibio, sotto il regno del Filopatore, al momento del colpo di stato mancato da Cleomene23. Direi che

l'identificazione non è così scontata.

Nessuna indicazione, infine, è nel proscinema di {Hrakleòdhv Guéalov Krhév, rinvenuto in Egitto tra Silsilis e Heschan, e consistente unicamente nel nome del fedele, accompagnato dall’indicazione del giorno e del mese (poco funzionale ai fini della datazione)24. Non è rintracciabile neppure il santuario dove il Cretese lasciò

l’attestazione della sua devozione.

21

Questa è l’ipotesi del primo editore P. M. Fraser. Cfr. Fraser 1959-60, pp. 144-145, n. 9 (foto tav. XXXI, 9;

BE 1962, 350; SEG 20, 1964, 698); SB VIII, 9823; Bernand 2001, pp. 145-46, n. 53; cfr. anche Bingen 1961, p. 225 (= ead., Pages d’épigraphie grecque, Epigraphica Bruxellensia 1, 1961, p. 69); O. Masson, Acta Mycenaea 1972, 284 (= Masson 1990, p. 124); Dunand 1973, 2, p. 77, nt. 2; PP VIII, 3974a; PP X, p. 131, E1077 (s. v.

Krhév), p. 299, E1077 (s. v. Faòstiov).

22

Ll. 3-4.Il kataè proéstagma, che conclude la dedica di }Iscwnòdav (ll. 3-4), richiama da vicino l’affermazione dell’oneirokrites, che dice di interpretare i sogni tou% jeou% proétagma e"cwn. Vd p. 243.

23

Cfr. Polibio, 5, 36, 4.

24

Ecco l’indicazione cronologica: L a, Farmou%ji.Il pezzo è datato da La’da all’epoca ellenistica, al II secolo da Launey, mentre P. M. Fraser (in LGPN I, s. v.) propone una datazione più avanzata, tra il I secolo a. C. e il I secolo d. C.. Cfr. SB I 251; Heichelheim 1925, p. 92; Launey 1949-50 I, p. 266; II, p. 1162; Spyridakis 1981, n. 63; PP X, p. 131, E1074.

167

Graffiti Da Abido

Numerosissimi sono i Cretesi che hanno lasciato attestazioni della loro devozione nel

Memnonion di Abido, antico tempio funerario del faraone Sethos I, poi ritenuto reggia di Memnone, il mitico figlio di Eos ucciso da Achille durante la guerra di Troia, e diventato sede di un importante oracolo di Serapide-Osiride25.

Anche questi personaggi sono difficilmente classificabili, benché la loro presenza in Egitto sia generalmente spiegata con la loro attività di mercenari26.

Gnaéfalliv Krhév, protagonista di un proscinema27 datato all’epoca ellenistica, che egli

ha scritto obliterando parzialmente il geroglifico terminale di un’iscrizione preesistente, ha un nome “parlante”, secondo M. Launey un soprannome, come quelli che spesso si attribuivano ai soldati: “testa di lana”28.

Alcuni degli autori di questi atti di devozione hanno lasciato più di una “firma”, talvolta, come Gnaéfalliv, senza specificare la loro città di provenienza, ma qualificandosi con l’etnico generico Krhév. }Eteéarcov Lamuécou, è autore di tre graffiti dal Memnonion di Abido, databili genericamente all’epoca ellenistica, in uno solo dei quali compare il patronimico29.

Difficile è definire il numero delle attestazioni di De_niv Timageénouv Krhév [}O]loéntiov, datate, anch’esse, all’epoca ellenistica: un primo graffito reca solo il nome del

25

Per il Memnonion di Abido, cfr. Memnonion, pp. VII-XXV; Geraci 1971, pp. 44-55 ; Guarducci, EG III, p. 202; Guarducci, EG², p. 285.

26

Come si vedrà, tutti gli autori di graffiti da Abido e dalle Syringes sono stati schedati da M. Launey nella sua opera sulle armate ellenistiche (Launey 1949-50, I-II); così da Spyridakis nella sua prosopografia di soldati cretesi (Spyridakis 1981).

27

Memnonion, n. 428; cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; Launey 1949-50, I, pp. 266 (nt. 1); II, pp. 797, 1160; Spyridakis 1981, n. 61; PP X, p. 129, E1065.

28

Cfr. Launey 1949-50, II, p. 797. Un altro Cretese dal nome “parlante” è il cidoniate Qaérswn, protagonista di un graffito dalle tombe reali di Syringes: vd. avanti, p. 175.

29

Si tratta di Memnonion, n. 237; gli altri due graffiti sono Memnonion, n. 197, e Memnonion, n. 241; Fr. Heichelheim riteneva che }Eteéarcov Lamuécou Krhév ed }Eteéarcov Krhév due persone distinte, diversamente da Launey e La’da. Cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; Launey 1949-50, I, p. 266, nt. 1; II, p. 1161; PP X, p. 130, E1070.

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personaggio, seguito dall’etnico generico Krhév30; un secondo riporta nome, patronimico ed etnico della città31. In Preisigke c’è un altro graffito ancora con il solo

nome ed etnico regionale: seppur riportato in SB con un numero diverso, Cs. Lada ritiene si tratti del (primo) già visto32. Tuttavia, nel testo di Preisigke (ripreso da Sayce),

il nome del Cretese compare da solo, mentre nel testo del primo graffito33 era

menzionato insieme con Mòkullov Mikuéllou Makedwén (che Perdrizet e Lefebvre registrano in un’altra zona del tempio e sotto un altro numero della loro raccolta34).

Dunque bisognerebbe presupporre un errore di Sayce e Preisigke, oppure che il secondo graffito da essi registrato senza patronimico ed etnico della città sia sfuggito a Perdrizet e Lefebvre.

Da segnalare anche che Launey, a proposito di De_niv, mette in bibliografia un terzo graffito di Memnonion, quello che per noi potrebbe essere il quarto, col punto interrogativo35. Si tratta del graffito di un altro Cretese, Carònav Krhév, il cui nome è

seguito da 7 o 8 lettere, che egli legge D{e}e_nniv o D#e_nniv36.

Altro Krhév autore di diversi proscinemi dal Memnonion è Deòtilov }Alhétorov; su di lui, tuttavia, è possibile estrapolare maggiori informazioni. In uno dei due graffiti dei quali è protagonista, laddove compare l’indicazione del patronimico37, lo precede

‘Ippalov }Erietreuév, che è forse da identificare con l’ ‘Ippalov, tw%n prwétwn fòlwn ed

30

SB I 1084; Memnonion, n. 298; cfr. PP X, p. 129, E1066 (s. v. Krhév).

31

Memnonion n. 125; cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 99 (s. v. }Oloéntiov); Spyridakis 1981, n. 34; PP X, p. 223, E1920 (s. v. }Olouéntiov).

32

Questo secondo graffito riportato da Preisigke è SB I 4950; cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; La’da, in PP X, p. 129, E1066 scrive “SB I 4950 = SB I 1084”.

33

SB I, 1084.

34

Il graffito del Macedone è in Memnonion il n. 534.

35

SB 626. Per M. Launey si tratta del terzo graffito, perché lui non cita SB I 4950. Cfr. Launey 1949-50, I, p. 266, nt. 1; II, p. 1156; cfr. anche IC I, p. 244.

36

L’attestazione di Carònav è, in Memnonion, il n. 626, ma Perdrizet e Lefebvre, dopo il nome e l’etnico del Cretese, mettono due puntini sospensivi; cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; Launey 1949-50, I, p. 266, nt. 1; II, p. 1167; Spyridakis 1981, n. 29; PP X, p. 132, E1094.

37

Memnonion n. 60. Per l’altro graffito, cfr. SB I 1082; Memnonion, n. 62; cfr. SB I 4966, laddove Preisigke sembra mettere insieme le due “firme” di Deòtilov. Cfr. anche Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; Launey 1949-50, I, p. 266, nt. 1; II, p. 1160; Spyridakis 1981, n. 35; PP X, p. 129, E1067.

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epistratega della Tebaide sotto Tolemeo VI Filometore, conosciuto da più documenti38.

Se così fosse, Deòtilov potrebbe essere stato un soldato alle dipendenze di quello, insieme con }Aròstippov, che lo precede nel secondo dei graffiti di cui è protagonista, anche lui ritenuto, da Perdrizet e Lefebvre, di Eretria come Hippalos39.

Di un altro Cretese, Ai"swpov Krhév, noto da due graffiti, ha posto problemi il genitivo

{Ekwsòo(u), che compare in uno di essi40: Perdrizet e Lefebvre ritenevano fosse genitivo

epicorico, equivalente, in greco comune, a {Ekousòou; Launey, rifiutandolo anch’egli come patronimico (perché posposto), proponeva di correggerlo in {Ekwésiov, politico di una piccola città sconosciuta, oppure in }Erwéniov, etnico di una piccola città cretese che compare tra quelle firmatarie del trattato con Eumene del 18341. Il proscinema in

questione si trova nel “santuario di Amon-Ra”, sempre all’interno del Memnonion, in una zona caratterizzata da un certo numero di “firme” di Cretesi, introdotte dal graffito di Nikaéwn Kutònou Krhév, il cui nome precede quello di Ai"swpov anche nella “seconda” delle sue attestazioni42.

La serie dei nomi di Cretesi nel santuario di Amon-Ra, introdotta da Nikaéwn

Kutònou43

, comprende i già noti Ai"swpov ed }Eteéarcov Lamuécou44, tutti semplicemente

contrassegnati dall’etnico Krhév, ma anche nomi non accompagnati da etnico, e riconosciuti Cretesi proprio perché inseriti in questa serie (la scrittura indica, per tutti, una datazione piuttosto alta nel periodo tolemaico, riconducibile al III secolo a. C.).

38‘Ippalov è noto da una dedica da Tolemaide: cfr. Miller 1885, pp. 141-144, n. 3; Dittenberger, OGIS, I, p.

180; e da un papiro: Pap. Par., n. 63. Su di lui, cfr. anche Bouché-Leclercq 1963, III, pp. 63, 380.

39

Si tratta di Memnonion, n. 62; cfr. SB I 4966, ll. 3-4.

40

Memnonion, n. 192; Spyridakis 1981, n. 3.

41

Cfr. Syll³ 627, l. 6. Launey 1949-50, I, p. 266, nt. 1.; II, p. 1158;

42

SB I 1083; Memnonion, n. 240. Qui è scritto semplicemente Ai"swpov Krhév. Su Ai"swpov, cfr. ancora Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; Launey 1949-50, II, p. 1158; PP X, p. 128, E1058.

43

Per questo graffito, cfr. Memnonion, n. 187; per l’altro, nel quale è seguito da Ai"swpov, cfr. Memnonion n. 239. Su Nikaéwn, cfr. anche Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 92; Launey 1949-50, I, p. 255; II, p. 1164; Spyridakis 1981, n. 89; PP X, p. 131, E1081.

44

170

Allo stesso modo, cretese doveva essere la provenienza di Leptònav, che ha ripetuto due volte il suo nome45 sopra a quello di Ai"swpov, e di Mikòwn, che ha lasciato il suo

proscinema sotto a quello46; ma anche di Damaérhv e Damokraéthv, i cui nomi sono

accompagnati da quelli delle loro donne47.

Di alcuni personaggi rimane incerta l’origine cretese, sostenibile solo su base onomastica per Druétwn48, difficilmente identificabile con l’omonimo ipparco, figlio di Panfilo, che è conosciuto da numerosi papiri del secondo quarto del II sec. a. C.49,

incerta anche per Pasijemòdav, il cui etnico, semi-cancellato, è suscettibile di una diversa integrazione (M. Launey, infatti, lo riteneva Gurtwéniov, dunque di provenienza tessalica, piuttosto che G[ortué]niov)50.

Tornando alle serie di nomi che si susseguono in una stessa zona del luogo sacro, c’è da chiedersi se si trattasse di visitatori giunti insieme, oppure in momenti diversi, nel qual caso apponevano la testimonianza del proprio passaggio accanto a nomi di loro conterranei, in quelli che diventavano spazi “cretesi” del santuario.

Non vi sono ovviamente dubbi laddove più nomi si susseguono, scritti dalla stessa mano, in uno stesso proscinema: come Damaérhv e Damokraéthv erano giunti insieme, accompagnati dalle proprie donne, Eu"rutov […]ou Krhév dice, nel graffito51 di cui è

protagonista, di essere arrivato insieme con }Aristomeénhv (met’ }Aristomeénouv), del quale rimane sconosciuta la provenienza.

Interessante è il caso di proscinemi che sono vere e proprie liste, scritte dalla stessa mano, e comprendenti viaggiatori di etnie diverse.

45

Sotto al secondo graffito sono incise, poi, delle parole incompiute, di un’altra mano: la restituzione

Gal(aéthv) non è certa. Cfr. Memnonion, nn. 194 e 196.

46

Memnonion, n. 193.

47

Memnonion, n. 201. Damaérhv compare anche in un secondo graffito senza il compagno, solo con la propria donna Galaéteia: cfr. Memnonion, n. 205.

48

SB I 1077c; Memnonion, n. 320.

49

Vd. pp. 136-138, 187-191.

50

Memnonion n. 408; cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (nt. 1), 99; Launey 1949-50, I, p. 266, nt. 1; II, p. 1153; Spyridakis 1981, n. 97.

51

Memnonion, n. 388; cfr. Heichelheim 1925, pp. 59 (ntt. 1, 3), 92; Launey 1949-50, I, p. 266, nt. 1; II, p. 1162; Spyridakis 1981, n. 59; PP X, p. 130, E1072.

171

Nikòav Krhév e Swkraéthv Krhév sono tra i protagonisti di un graffito52, datato al IV-III

secolo a. C., del quale fanno parte due Oi\ta_oi, Mikkulòwn e Fil_nov, quest’ultimo di Eraclea Trachinia ({Hrakleiwétav), la località principale dell’Oeta, un Magnete (apparentemente della Tessaglia, inserito com'è tra i due Oi\ta_oi), e, inoltre, un Siropersiano. Secondo Perdrizet e Lefebvre, non si tratta di un vero Persiano ma di un Macedone, di una delle colonie macedoni della Persia, del tempo in cui esse appartenevano ai Seleucidi. Essi le possedettero solo per un mezzo secolo, dall’anno 301, quando Seleuco e Lisimaco si spartirono il regno di Antigono, fino al 250 circa53:

dunque la lista, forse di mercenari, non può essere più recente della metà del III sec. a. C.. Essa, scritta da un greco di lingua dorica (come indicano le forme dialettali

Suropeérsav, {Hrakleiwétav), fu forse compilata dall’ Oi\ta_ov Mikkulòwn, autore di

parole d’amore per un donna in un altro graffito dal Memnonion54.

Il proscinema più esplicativo del Memnonion, sicuramente riconducibile a un mercenario e a un evento storico preciso, è quello che ha per protagonista }Onaésandrov

Kudw[n]iaétav, databile al 400 a. C. circa55. A lui, come vedremo, è stata ricondotta una

serie di graffiti contemporanei. Prima di apporre la sua firma, }Onaésandrov menziona

e\p’ }Amurtaòo e\pòkoro[i] Kre%tev, i Cretesi mercenari di Amirteo56: questo personaggio,

dunque, faceva parte del corpo di Cretesi di Amirteo, come soldato o forse come capo57. L’Amirteo più noto è il principe egiziano che, verso il 460, indusse l'Egitto a

ribellarsi ai Persiani58. Non potendosi paleograficamente far risalire l'iscrizione al V

Nel documento Cretesi fuori di Creta (pagine 163-179)