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LISTE DI SOLDATI

Nel documento Cretesi fuori di Creta (pagine 98-124)

Le liste di soldati palesano spesso la presenza di Cretesi, la cui attività mercenaria è ben nota in epoca ellenistica per tutto il mondo greco. Per quanto riguarda la natura di questi documenti, può trattarsi di decreti in onore di strateghi a cui è apposto il catalogo dei soldati dedicanti, o di dediche alla divinità, oppure di decreti che vedono i soldati stessi come beneficiari (generalmente della cittadinanza).

Lista da Tegea

Alcune liste non sono facili da collocare storicamente. Un catalogo da Tegea1, nel quale

sono presenti tre soldati cretesi, […a]ndrov Nemoneòou K[nwésiov?]2, […]n[…}Oaé]xiov3 e

[….]w |Rijuémniov4, databile grosso modo al III secolo a. C., si contraddistingue per la maggioranza di persone provenienti dal Peloponneso rispetto a quelle della Grecia continentale e delle isole (solo un Focese e i nostri tre Cretesi); il rapporto è inverso rispetto a quello che si constata generalmente in questo tipo di liste5.

Data la prevalenza di Lacedemoni e Argivi, potrebbe trattarsi di mercenari al servizio di Sparta, in una campagna non meglio precisata.

1

Durrbach 1885, pp. 510-511; IG V (2) 34; cfr. IC I, p. 53; IC II, p. 45; van Effenterre 1948, p. 185; Launey 1949-50, I, pp. 75, 261 (nt. 5).

2

Ll. 31-32; cfr. Launey 1949-50, II, p. 1153. Per l’etnico, Wilhelm proponeva K[-tuéniov], supplemento accolto da M. Launey (loc. cit.), che suggeriva K[rhèv Gortuéniov] o K[rhèv }Eltuéniov], e messo in dubbio da Hiller, che notava come l’etnico degli altri Cretesi non sia accompagnato da Krhév; M. Guarducci (IC I, p. 53) proponeva K[nwésiov] o K[udwniaéthv].

3

L. 5; cfr. Launey 1949-50, II, 1156: l’etnico fu letto [N]aéxiov dal primo editore Durrbach (Durrbach 1885, loc. cit.); fu M. Guarducci (IC II, p. 45) a integrare [}O]aéxiov.

4

L. 26; cfr. Launey 1949-50, II, p. 1157.

5

Infatti Launey si chiedeva se non si trattasse di prosseni piuttosto che di soldati; cfr. Launey 1949-50, I, p. 75.

98

L’iscrizione deve comunque essere anteriore al 222, poiché compare il nome di Mantinea, e la città da quell’anno cominciò ad essere chiamata Antigonea: M. Guarducci6 oscillava tra una datazione al tempo della guerra di Agide, nel 331, e una

nei pochi mesi in cui Cleomene III fu signore di Argo, nel 224-3; l’ultima ipotesi, elaborata da Hiller von Gaertringen7, era comunque da lei ritenuta poco probabile.

In effetti, sappiamo della campagna condotta prima dal fratello Agesilao8, poi dallo

stesso Agide, a Creta, per il reclutamento di mercenari, campagna finanziata dai Persiani e terminata prima della fine del 332 9. Creta, del resto, era in una posizione

strategica, specie per il commercio del grano dalla Cirenaica e attraverso le Cicladi, ed è stata formulata l'ipotesi che la spedizione di Agide avesse come punto di partenza l'Ellesponto10.

Secondo van Effenterre, invece, la seconda datazione si accorderebbe meglio con i caratteri paleografici dell’iscrizione: Cleomene, nel 224-3, aveva preso Argo di sorpresa, dopo aver dichiarato guerra alla Lega Achea e aver marciato trionfalmente attraverso il Peloponneso; tuttavia l’arrivo di Antigono Dosone nell’Istmo lo portò a perdere Corinto, poi Argo, e di seguito le altre città conquistate passarono dalla parte del Macedone 11. Tuttavia non pare esservi accenno a mercenari, che comunque il re

spartano potrebbe aver reclutato12: l’iscrizione farebbe riferimento a una delle vittorie

peloponnesiache. 6 IC II, p. 45. 7 IG V (2) 34. 8

Nel 333; cfr. Arriano, Anabasi, II, 13, 6.

9

A Creta Agide conquistò la maggior parte delle città e le costrinse a passare dalla parte dei Persiani: cfr. Diodoro 17, 48, 2; Badian 1967, pp. 177-179.

10

Cfr. Potter 1984, pp. 233-234.

11

Plutarco, Cleomene, 19-20; cfr. Shimron 1972, pp. 49-50.

12

Un soldato defunto a Sparta nel III secolo è Taéskov (e\n poleémwi), riconoscibile come Cretese su base onomastica: cfr. SGDI 4437; IG V (1), 708; Syll ³, 1224; Masson 1985, p. 195, 1.i (SEG 35, 1791, 1793). Per il nome, cfr. p. 234, nt. 38.

99

Quanto alla Guerra Cremonidea, altra occasione per la partecipazione di Cretesi dalla parte degli Spartani, è da escludere perché, notava Hiller, non vi furono Argivi fra i belligeranti13.

Lista da Hermione

La Guerra Cremonidea è stata invocata anche per la collocazione di un altro, interessante, catalogo peloponnesiaco, una lista di soldati da Hermione14: l’iscrizione,

mutila, presenta 43 nomi, privi di etnico15, riconosciuti Cretesi (della Creta occidentale)

da M. Guarducci su base onomastica16. Secondo S. V. Spyridakis17, non tutti i soldati

saranno stati cretesi: ritengo tuttavia che, se la lista avesse compreso personaggi non cretesi, avrebbe specificato la singola provenienza di ciascuno di loro.

Quanto alla natura dell’epigrafe, collocabile nel III secolo a. C., potrebbe trattarsi di una dedica alla divinità (M. Guarducci), oppure di una lista di neo-cittadini (M. Launey, S. V. Spyridakis)18.

Più che la Guerra Cremonidea19, l’occasione più probabile per spiegare la presenza di

Cretesi nella città argolica, sembra essere stata la Guerra Sociale (219-217), che vide 500 Cretesi del partito della Creta occidentale (capeggiato da Lappa e Polyrrhenia) inviati per appoggiare i loro alleati Achei e Filippo, che combattevano contro gli Etoli, sostenuti invece dal partito di Cnosso. Durante la Guerra di Litto (221-219), Lappa e

13

Cfr. Hiller, IG, loc. cit.. La mancata partecipazione degli Argivi risulta chiara dall’accordo tra Sparta, Atene e Tolemeo che segna l’inizio della guerra Cremonidea (IG II² 686-687), nel quale Argo, che pure con Messene, nel 272, era stata dalla parte di Sparta contro Pirro, non è più menzionata tra le città alleate della coalizione anti-macedone; cfr. Syll³ 434-5, ll. 23-25; cfr. Heinen 1972, p. 131.

14

IG IV (1), 729; cfr. Guarducci 1935a; Guarducci 1935b; Robert, Hellenica I, p. 154; van Effenterre 1948, pp. 43, 188 (nt. 2); Launey 1949-50, I, pp. 659-660; II, passim; J. e L. Robert, BE 1953, 36; BE 1960, 163; Robert,

Hellenica 11-12, p. 42, nt. 1; SEG 17, 169; Spyridakis 1981, pp. 49-50.

15

L’unica parola leggibile nell’intestazione è comunque integrata, [a\pode]domeé|[noi].

16

Cfr. le ossevazioni fatti sui singoli nomi da Guarducci 1935a, pp. 70-71.

17

Cfr. Spyridakis 1981, loc. cit..

18

Cfr. Guarducci 1935a, p. 73; Launey 1949-50, I, pp. 659-660; Spyridakis 1981, loc. cit..

19

100

Polyrrhenia, staccatesi dall’alleanza cnossia, avevano inviato ambasciatori a Filippo V e agli Achei, ottenendo l'intervento, a Creta, di 400 Illiri, 200 Achei e 100 Focesi. Come ricompensa vi sarebbe stato, successivamente, l'invio di 500 uomini all'alleanza di Filippo da parte di Polyrrhenia20. Secondo M. Guarducci e M. Launey, i 43 Cretesi di

Hermione avrebbero fatto parte del contingente con cui Filippo fu ad Argo, nella seconda parte dell'inverno 219-8, di passaggio prima di una breve campagna in Acaia e in Elide, poi di nuovo fino all'estate 21.

Un'idea prospettata da M. Launey, si è detto22, è che l'iscrizione sia una lista di neo-

cittadini di Hermione: a seguito del soggiorno di Filippo in Argolide, e su sua istigazione, gli abitanti di Hermione avrebbero preso questa misura, di dare la cittadinanza a suoi soldati, così come avrebbero fatto i Dimei, su suo consiglio, a favore di soldati probabilmente macedoni23.

Van Effenterre pure connetteva l'iscrizione ai Cretesi inviati dai Polyrrhenii a Filippo e agli Achei, ma riteneva che, poiché nel testo di Polibio si parla di 500 Cretesi inviati nel 22024, e di 300 Polyrrhenii col Macedone nel 219, nell'assedio di Ambracia 25 e, all’inizio

del 218, a Larissa 26, quelli di Hermione facessero parte dei rimanenti 200, mandati

dagli alleati dei Polyrrhenii, e destinati agli Achei27.

Una seconda possibilità ventilata dalla Guarducci era collocare l'iscrizione tra il 273 e il 270, quando Cretesi furono inviati ad Argo per aiutare Areo e Antigono contro Pirro28,

e, dopo la morte del re d’Epiro (avvenuta, appunto, nel 273), anche le città costiere d’Argolide, Epidauro, Trezene ed Hermione, passarono ad Antigono.

20

Nel campo avverso furono inviati, invece, 1000 Cnossii, che così pagavano il loro debito verso l'Etolia; cfr. Polibio 4, 55, 1 segg.; vd. p. 47, nt. 50.

21

Cfr. Polibio 4, 82, 1; 87, 13. A queste operazioni nel Peloponneso è collegato anche uno dei decreti di cui beneficia }Orjoétimov Kalaòjou Tulòsiov: vd. p. 58, nt. 7.

22

Vd. sopra, nt. 18.

23

Cfr. Launey 1949-50, I, loc. cit.. Sulla lista da Dime, cfr. ibid., pp. 657-658.

24 Polibio 4, 56, 5. 25 Polibio 4, 61, 2. 26 Polibio 4, 67, 6. 27

Lo studioso, infatti, rifiutava la correzione della cifra di 300, riportata da Polibio 4, 61, 2, proposta da Schweighaüser per accordarla con quella (di 500) in Polibio 4, 56, 5, e accettata da tutti gli editori; cfr. van Effenterre 1948, p. 43, con la bibliografia lì riportata; cfr. anche Sekunda 2003, p. 79.

28

101

Infine è da registrare la suggestione di L. Robert29, che connetteva il catalogo a un

frammento pubblicato da Jameson e rinvenuto a Hermione, nel quale si leggono le parole Damaraétw (laconico sia il genitivo che il nome) e xenagoév, da cui Jameson aveva tratto l'ipotesi che, negli anni 197-195, Hermione fosse sotto il controllo dello spartano Nabide (figlio di Demarato)30. Considerando anche la forma in w di molti genitivi che

compaiono in questo catalogo31, Robert, dunque, auspicando il supporto di nuovi

rinvenimenti epigrafici, avanzava l'ipotesi che i protagonisti fossero Cretesi al servizio di Nabide nel periodo in cui questi era signore di Hermione32

.

In attesa di nuove iscrizioni (dato che negli ultimi cinquant’anni l’ipotesi di Robert non è stata confermata), pare che il contesto più plausibile per il catalogo di Hermione rimanga la Guerra Sociale e i contingenti cretesi di Filippo V (o dei suoi alleati).

Soldati delle liste di Mantinea e di Messene

Un’altra lista peloponnesiaca da Mantinea33 è riferibile, invece, con grande probabilità,

a Nabide: non si tratterebbe, tuttavia, di soldati cretesi alleati dello Spartano, ma di suoi avversari.

Nella struttura il documento è molto simile a quello proveniente da Hermione, almeno nell’interpretazione che ne aveva dato M. Guarducci, ovvero una dedica, seguita dagli elenchi dei nomi dei soldati che la sottoscrissero.

Si tratta di una stele di marmo, mutila in basso, incisa sulla faccia e sui due lati. L’iscrizione principale, incisa sulla faccia, è una dedica a tutti gli dei di coloro che

29

Cfr. J. e L. Robert, BE 1960, 163.

30

Cfr. Jameson 1959, p. 111, n. 4; SEG 17, 169.

31 Menhtòw, l. 2; Swésw, ll. 4, 12; }Astwécw, l. 10; Shraémbw, ll. 15, 16; Treuéjw, ll. 18, 33; Maérgw, l. 25;

M[uél]lw, l. 29; }Acaòw, l. 30; Ai\neétw, l. 32; Peisinoéw, l. 34; Klhsòppw, l. 35; }Aspasòw, l. 36; Damokròtw, l.

39; Stòcw, ll. 40, 41.

32

Sui rapporti tra Nabide e i Cretesi, vd. capitolo sugli Evergeti, pp. 53-55.

33

Fougères 1896, pp. 136-145, n. 12, e p. 166; Michel 1900, 1095; IG V (2), 293; Syll ³, 600; cfr. Niese 1963, II, p. 684, nt. 3; III, p. 122, nt. 4; Fougères 1898, pp. 506-9, con nt. 2; Swoboda 1912, p. 31; Grote 1913, p. 97; Griffith 1935, p. 106; IC I, p. 23; van Effenterre 1948, p. 194, nt. 5; Aymard 1968, p. 307, n. 5; Launey 1949- 50, I, p. 265; Errington 1969, pp. 42, 253.

102

combatterono sotto lo stratega degli Achei Filopemene…, l’a\poteéleiov dei fanti Dameas, quello

dei cavalieri Simias34. Seguono le liste dei fanti e dei cavalieri, tutti senza etnico, incise

rispettivamente sulla faccia della stele, al di sotto dell’iscrizione principale, e sul lato sinistro, e precedute dai nomi di Dameéav e Simòav, i due a\poteéleioi, ovvero i magistrati preposti in ciascuna città all’istruzione e al reclutamento delle truppe locali.

Ma veniamo ai nostri soldati: la colonna di Cretesi35 è incisa sull’altro dei lati, a destra

della faccia con l’iscrizione principale; essa è preceduta da un etnico comune, Krh%tev. Secondo il primo editore Fougères, il capo dei mercenari era }Wkumeénhv Monòtou36: il suo nome, infatti, è il primo della lista dei Cretesi, così come compaiono all’inizio delle altre liste i due a\poteéleioi citati nel corpo dell’iscrizione principale. Seguono Deérketov

Damònou37

, Eu\caròdav Sòmou38, }Aristokraéthv Damokraéteov39, Au\toélukov Luékwnov40,

}Aristoémacov Pòstwnov41

, [G]orgòav Timokraét[eov]42.

L’epigrafe è datata alla quarta strategia di Filopemene43, che si colloca nel 193-2: fu

questo l’anno nel quale Filopemene sconfisse definitivamente Nabide di Sparta, avvalendosi dell’ausilio di 500 Cretesi, guidati da Thleémnastov }Antifaéta Gortuéniov44. Filopemene era appena tornato da Creta, dove era stato 6 anni a guerreggiare per conto dei Gortinii, impegnati, ormai senza l’aiuto di Filippo V, a combattere contro Cnosso, appoggiata forse dallo stesso Nabide45: l’ufficiale gortinio lo aveva probabilmente

accompagnato, con i suoi soldati, nel suo ritorno in Acaia. La lista di Mantinea, dunque, potrebbe ben riferirsi a questa vittoria.

34 Ll. 1-2. 35 Ll. 27-33. 36

L. 27; cfr. Launey 1949-50, II, p. 1168; Spyridakis 1981, n. 93.

37

L. 28; cfr. Launey 1949-50, II, ibid.; Spyridakis 1981, n. 37.

38

L. 29; cfr. Launey 1949-50, II, ibid.; Spyridakis 1981, n. 50.

39

L. 30; cfr. Launey 1949-50, II, ibid.; Spyridakis 1981, n. 18.

40

L. 31; cfr. Launey 1949-50, II, ibid.; Spyridakis 1981, n. 24.

41

L. 32; cfr. Launey 1949-50, II, ibid.; Spyridakis 1981, n. 19.

42

L. 33; cfr. Launey 1949-50, II, ibid.; Spyridakis 1981, n. 62.

43 L. 1: toè teéta[r]ton. 44 Per Thleémnastov, vd. p. 54, nt. 99. 45 Vd. p. 54.

103

Diversa era l’opinione del primo editore Fougères, secondo il quale il motivo della dedica fu la battaglia vinta da Filopemene nel 207 contro Machanidas, tiranno di Tegea, da lui combattuta nella piana di Mantinea46 dopo il ritorno dal suo primo soggiorno a

Creta, durato 10 anni. Qui, recatosi per perfezionare l’arte militare47, Filopemene aveva

sostenuto, forse in alleanza con Filippo V, la parte anti-cnossia nelle fasi finali della guerra di Litto, e fatto da mediatore nella rinascita del koinon sotto la prostasòa di Filippo48. Tornato in patria, nominato ipparco e poi, probabilmente nel 208, stratega,

rimise insieme le milizie achee e ausiliarie, con un contingente di Cretesi portato evidentemente dall’isola, e sconfisse il tiranno nella piana di Mantinea, riconquistando Tegea nello stesso giorno. Quindici anni dopo, secondo Fougeres, i sopravvissuti di questa campagna si riunirono per consacrare al loro capo un monumento commemorativo a Mantinea. Questo spiegherebbe, a suo dire, perché la dedica fosse fatta a Mantinea, piuttosto che in Laconia, dove si svolsero prevalentemente le operazioni contro Nabide, e giustificherebbe l’importante assenza di Thleémnastov, che, in quell’occasione, era stato il capo dei tiratori cretesi.

Tuttavia Dittenberger e Niese facevano una serie di considerazioni interessanti: se il monumento fosse stato eretto quindici anni dopo la battaglia, nell’iscrizione si sarebbe specificato a quale combattimento si riferisse; della stessa opinione era M. Launey, secondo il quale un ritardo di quindici anni per una dedica commemorativa susciterebbe serie difficoltà49. Il motivo per il quale il monumento fu elevato a

Mantinea è che si tratta dei Mantineesi che avevano partecipato alla battaglia contro Nabide, e questo spiegherebbe perché, negli altri due elenchi, gli antroponimi dei fanti e dei cavalieri non sono accompagnati dall’etnico. Dunque gli a\poteéleioi capi di fanti e cavalieri citati nel corpo dell’iscrizione sono prefetti dei fanti e dei cavalieri di Mantinea, non di tutto il corpo bellico. Quanto alla menzione dei Cretesi, si tratterebbe non di tutti i Cretesi che parteciparono come mercenari alla battaglia, e questo

46

Fougères 1896, pp. 136-145; sulla battaglia, cfr. Polibio 11, 10, 9; 11, 1-2; Plutarco, Philop. 10, 1-2; Pausania 8, 50, 2.

47

Al suo ritorno in Acaia, lo stratego fece adottare nell’armata achea l’armamento alla cretese; cfr. Liv., 43, 50, 10; 35, 29, 1, 2.

48

Vd. p. 48, con nt. 54.

49

104

giustificherebbe la mancata menzione di Thleémnastov, che era capo di tutti i 500 Cretesi che combatterono nel 192. Secondo Launey, invece, piuttosto dei summacikoò cretesi al seguito dell’ufficiale gortinio, si tratterebbe di mercenari di altre città della confederazione cretese, ingaggiati dalla stessa Mantinea50.

L’ipotesi “nabidea” è sicuramente preferibile, tuttavia tutto cambierebbe di nuovo se fosse giusta la diversa collocazione della quarta strategia di Filopemene, elemento datante dell’iscrizione, offerta da R. M. Errington51. Situandola, infatti, nel 201-200, la

studiosa ha ritenuto che l’iscrizione si riferisse ai Cretesi che parteciparono alla spedizione effettuata nello stesso anno, sempre nell’ambito delle operazioni anti- spartane, dal conterraneo Didaskalwéndav. Ufficiale nell’armata achea, uomo di confidenza di Filopemene, al quale solo aveva rivelato i dettagli del suo progetto, questi guidò un’avanguardia che doveva attirare gli Spartiati in un’imboscata a Scotita, in Laconia52.

Lasciando Mantinea con questo punto interrogativo, rimaniamo tuttavia nel Peloponneso, per esaminare un catalogo più antico, ma che, per certi aspetti, presenta delle affinità con quello arcadico. Si tratta di una lista frammentaria da Messene, scoperta in tempi recenti e datata genericamente al IV secolo, nella quale è uno solo il Cretese menzionato: Qròav Qarseéav Polurhéniov53.

Il catalogo è iscritto sui tre lati superstiti di una stele; è difficile capire la natura stessa degli elenchi, perché frammentari, e perché i criteri di compilazione non sembrano univoci: sulla faccia A (quella frontale della stele), dove è menzionato il Polyrrhenio, i nomi non sono tutti accompagnati da patronimico, e sono leggibili solo due etnici,

Polurhéniov, preposto al nome del Cretese, e Megalopol_tai54

, riferito ai nomi contenuti nelle righe successive; sulla faccia posteriore (B) i nomi, seguiti tutti dal patronimico, mancano di etnico, e alcuni di essi sono seguiti da altri antroponimi (privi

50

Dunque i Cretesi che combatterono nelle file achee sarebbero stati più dei 500 menzionati al seguito di Telemnastos; cfr. Launey 1949-50, I, p. 265.

51

Cfr. Errington 1968, p. 253.

52

Polibio, 16, 37, 3; Livio 39, 48; cfr. Niese 1963, II, pp. 566, 568; Aymard 1938, p. 38, n. 44; p. 197, nt. 1; van Effenterre 1948, pp. 296-7, n. 11; Launey 1949-50, I, pp. 263, 619 (add. 263); II, p. 1160; Errington 1969, pp. 41 segg., 80 (nt. 5); Spyridakis 1981, n. 39.

53

Themelis 1999, Faccia A, l. 9; SEG 41, 2001, 468.

54

105

di patronimico) aggiunti alla fine della linea; sulla faccia sinistra (G), al di sotto, questa volta, di ogni nome (accompagnato dal patronimico), sono riportati gli etnici55.

L’aggiunta di nomi negli spazi liberi alla fine delle linee (come nel catalogo delfico dei teorodoci) e il fatto che, in una colonna, un etnico al plurale sia seguito, o preceduto, da più nomi56, sono elementi tipici dei cataloghi di prosseni. Tuttavia l’assoluta assenza di

etnici nella lista B porta ad escludere che si tratti di una lista di prosseni (a ciò concorre anche l’antichità del documento).

L’affinità che il documento presenta con la lista di Mantinea mi porta a supporre che possa trattarsi di una dedica di soldati, seguita dagli elenchi dei dedicanti, gli unici a giungere a noi, a causa della scomparsa della dedica vera e propria, incisa, forse, nella zona superiore della faccia A, andato perduta. Su quella posteriore (B) vi sarebbe la lista dei soldati messeni, perciò privi di etnico, proprio come i soldati mantineesi erano privi di etnico sulla dedica di Mantinea; sugli altri lati si collocherebbero gli elenchi degli stranieri partecipanti alla battaglia, qui in maggioranza del Peloponneso (Megalopoliti, Argivi, Tegeati), laddove sul monumento arcadico erano solo Cretesi (tra le truppe preferite di Filopemene).

Si tratta, ovviamente, di un’ipotesi, la cui incertezza fa da deterrente per ulteriori supposizioni sull’occasione dell’iscrizione (peraltro impossibili a causa dell’eccessiva frammentarietà del testo).

Due Cretesi in una lista di Samo

“Facilmente” collocabile storicamente è un altro catalogo, risalente al III secolo, nonostante, anche in esso, sia la stessa natura dei suoi protagonisti ad essere messa in discussione: si tratta di una lista da Samo di quindici mercenari, tra cui Caérmiv

Knwésiov e Swtaédav |Rijuémniov, probabilmente al servizio dei Tolemei negli anni

iniziali del controllo tolemaico sull’isola57. La dominazione tolemaica di Samo ebbe

55

Si leggono: }Arge_ov, l. 4; Tegeaétav, l. 6; Zakuénjiov, l. 8; [. .]LAIWN, l. 11; Megalopolòtav, l. 13.

56

Vd. per esempio l’etnico Kudwnia%tai che segue i tre prosseni da Ios, p. 93.

57

Il catalogo, datato poco dopo il 280, è al Museo di Vathy: Robert 1938, pp. 113-115; IG XII (6) 1, 217; cfr.

106

luogo nel periodo 280-260, e riprese, dopo un “intermezzo” seleucide, nel 245, durando fino al 195 circa58: la città fu uno dei punti d'appoggio della potenza egizia sulle coste

della Ionia, dove era un'importante stazione della flotta59.

Venendo ai protagonisti del catalogo, a fronte dell’affermazione di L. Robert60, che

Caérmiv e i suoi compagni fossero membri di una guarnigione, R. S. Bagnall61

sottolineava come Samo fosse una base navale, ma non ci fosse una guarnigione di terra, almeno secondo la documentazione disponibile. L’isola fu probabilmente sotto un controllo finanziario, in stretti rapporti con ufficiali tolemaici residenti in Caria, ma nessun ufficiale è attestato come residente nell’isola. I Tolemei la controllarono e la utilizzarono come porto per la loro flotta, e sicuramente esercitarono un forte influsso culturale, ma non sembra attestata una qualche forma di burocrazia stanziale, né una piazzaforte: dunque i quindici uomini della nostra iscrizione, sicuramente mercenari al servizio dei Tolemei, furono probabilmente membri della flotta.

Venendo ai due Cretesi e alla loro nazionalità, non stupisce la presenza di un Rhithymnio, Swtaédav, nella flotta tolemaica: stretti, infatti, furono i rapporti intessuti con i Tolemei da Rhithymna, che seguirà le parti di Tolemeo II e dei Lacedemoni nella Guerra Cremonidea62, al punto che, in base all’evidenza numismatica, G. Le Rider ha

stabilito che la città fu, in un certo momento del III secolo, rifondata col nome di Arsinoe63. Di estremo interesse è, invece, la partecipazione di un Cnossio, Caérmiv, a

questo catalogo, alla vigilia della Guerra Cremonidea: in realtà in questa guerra la posizione di Cnosso non è ben nota. Se van Effenterre era certo della sua posizione filo-

1990, pp. 74-75; SEG 40, 726. Per Caérmiv, cfr. Launey 1949-50, II, p. 1154; PP VI, 15643; Spyridakis 1981, n. 31. Per Swtaédav, cfr. Launey 1949-50, II, ibid.; PP VI, 15677; Spyridakis 1981, n. 120.

58

Cfr. Bagnall 1976, pp. 80-82.

59

Cfr. Polibio, 5, 35, 11. Quando Filippo V occupa Samo nel 201, egli vi sorprenderà dei naviganti “egiziani” con i loro equipaggi, che incorporerà nella sua flotta, servendosene nella battaglia di Chio, come ha stabilito, da un passo di Polieno, Holleaux, Études, II, p. 15.

60

Cfr. Robert 1938, loc. cit..

61

Cfr. Bagnall 1976, loc. cit..

62

Cfr. IC II, p. 268; Chaniotis 1996, p. 33.

63

Cfr. Le Rider 1968, pp. 229-240. L’ipotesi è controversa, soprattutto perché la città compare, come Rhithymna, nel catalogo dei teorodoci delfici, tuttavia esiste la possibilità di un controllo diretto, per un periodo, da parte dei Tolemei: cfr. Bagnall 1976, p. 119.

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egiziana sulla base del suo anti-macedonismo, seguito da Errington, non ne era così sicura M. Guarducci, né H. Heinen64. La presenza del Cnossio nella flotta tolemaica

pochi anni prima potrebbe fornire una prova della condotta filo-egiziana della città.

Nel documento Cretesi fuori di Creta (pagine 98-124)