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PROSSENI E DECRETI DI ASYLIA

Nel documento Cretesi fuori di Creta (pagine 74-81)

Le prossenie potevano essere un modo attraverso il quale città o Stati cercavano di premunirsi contro attacchi pirateschi di Cretesi.

Le prossenie concesse ad alcuni personaggi possono rientrare, infatti, nella rete di rapporti e di relazioni diplomatiche che le città particolarmente esposte a raid pirateschi cretesi cercavano di intessere con l’isola, al fine di ottenere, per il proprio territorio, un riconoscimento di asylia, ovvero di inviolabilità.

In pratica, quando un Cretese beneficia della prossenia in una città o in un santuario ai quali sia stata riconosciuta l’asylia, si ipotizza un rapporto tra le due serie di provvedimenti: ovviamente bisogna tenere conto della parzialità della documentazione e della casualità dei ritrovamenti; per cui si tratta di tentativi di analisi, che, pur essendo interessanti, allo stato attuale rimangono, a mio parere, puramente ipotetici. E’ necessario anzitutto soffermarsi su una serie di decreti mutili incisi su una stele, databili alla prima metà del II secolo a. C., rinvenuti a Tenos ed emanati da diverse città del koinon dei Cretesi; in essi dette città, a nome del koinon, riconoscono l'asylia al santuario di Poseidone e Anfitrite.

Il primo1, che reca in alto l'intestazione generale Doégmata Krht[w%n], è emesso dalla

città di Gortina, evidentemente in quel periodo a capo del koinon. Ciò consentì a M. Guarducci2 di collocare i decreti prima del 150 a. C., quando, al termine della II guerra

cretese, Cnosso subentrò a Gortina nel detenere l’egemonia nella federazione cretese3.

Segue il decreto emanato da Tylisos4.

All'altro lato della stele appartiene il frammento di un'epistola contenente le parole del decreto della città di Lappa5, seguite dal decreto di una città sconosciuta6, che secondo

1 IG XII, 5, 867 = IC IV 196 = Rigsby 1996, n. 56 2 IC, loc. cit.. 3 Vd. pp. 75-76. 4

IG XII, 5, 868 B = IC I, XXX, 2 = Rigsby 1996, n. 57. Nel decreto è menzionato un Kallòdromov, che secondo Hiller è il nome del mese sotto il quale viene sottoscritto il decreto; la Guarducci (seguita da Rigsby), integrando diversamente ([}Epì koésmwn tw%n suèn - - - ] tw% Kallidroémw, mhn[oév - - - - ), ha ipotizzato fosse il nome del cosmo sotto il quale esso viene approvato.

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Van Effenterre era Axos7. Inoltre, sopra al decreto dei Tylisioi, lo studioso riconosceva,

nelle tracce di un altro decreto, quello della città di Aptera8.

L'asylia era un modo attraverso cui chi era evidentemente oggetto di pirateria intendeva garantirsi contro nuove aggressioni9; è difficile stabilire se, nel caso di Tenos,

fosse concessa solo al santuario di Poseidone e Anfitrite (P. Brulé) o estesa a tutta l’isola (M. Guarducci)10. Generalmente, infatti, l'asylia era concessa solo al santuario se questo

si trovava fuori dalla città, alla città e al territorio se il santuario era all'interno della città11. Nel decreto axio c'è un accenno, l'unico, alla città e all'isola12: se negli accordi

cretesi l' asylia fosse concessa all'isola, come accade nel decreto di concessione dell'

asylia da parte della Lega Etolica13, allora Tenos rappresenterebbe un'eccezione, perché

il tempio di Poseidone e Anfitrite era a due chilometri dalla città.

Interessante è la constatazione di B. Bravo, che gli Stati greci che condannano la pirateria accordano raramente l'asylia a un'intera città, preferendo concludere delle

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IG XII, 5, 868A, ll. 13-22; cfr. van Effenterre 1948, p. 128; pp. 138—141; Brulé 1978, pp. 71-72; 81-85; Rigsby 1996, p. 162, n. 60; Buraselis 2003, pp. 147-149 (SEG 53, 2003, 2157).

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Van Effenterre (1948, p. 140) integrava[}Axòw]n all'inizio, alla l. 14, e, a proposito del proponente del decreto, }Aleéxandrov Filokle_ov, sottolineava come il patronimico Filoklh%v si incontri in un'iscrizione funeraria da Axos di epoca imperiale (IC II, Axos, 48).

8

Rigsby 1996, n. 58; van Effenterre (1948, p. 139) leggeva, alla l. 1, [}Aptar]aò[wn], alla l. 2, ’Astwcov, integrando [}Epì tw%n - - - kosmioéntwn tw%n suè]n }Astwécw[i tw% - -], dunque ritenendolo uno dei cosmi, e, alla l. 4, Karaòw, ipotizzando fosse il patronimico del proponente. Il nome ’Astwcov, tra l'altro, risulterebbe attestato solo a Polichna, una piccola città vicino ad Aptera (cfr. IC II, Polichna, 5), e nel catalogo di Cretesi di Hermione (Qarsòav }Astwécw).

9

Cfr. Brulé 1978, p. 81; Bravo 1980, pp. 970-971; Rigsby 1996, pp. 16-17; de Souza 1999, p. 69; noti sono soprattutto i decreti concessi a Teos, ottenuti con l'aiuto di Antioco III e Filippo V, tra i quali gli accordi con 19 città cretesi (SGDI 5165-5187), rinnovati una generazione più tardi (SGDI 5183-5184): cfr. Holleaux,

Études, IV, pp. 180-199; Herrmann 1965, pp. 29-159; Gauthier 1972, pp. 274-282; Brulé 1978, pp. 72-74; Şahin 1994, pp. 19-20, 25-36; Ph. Gauthier, BE 1996, 353; de Souza 1999, pp. 67-69; Merkelbach 2000. Sui decreti di

asylia concessi a Cos da Istron, Festo, Hierapytna e un’altra ignota città cretese, cfr. Rigsby 1996, nn. 40-42; M. Guarducci, IC I, pp. 120 e 269; II p. 20; Guarducci 1943; Herzog–Klaffenbach 1952, p. 29; Rigsby–Hallof 2001, pp. 335-338, n. 2; SEG 51, 2001, 1056.

10

Cfr. Guarducci 1948, p. 66; Brulé 1978, p. 81.

11

Cfr. Robert, Hellenica, p. 67, n. 1; Rigsby 1996, p. 20.

12

IG XII, 5, 868A, l. 21: [taén te a\sylòan ta%v poé]leov kaì ta%[v] naésw.

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convenzioni giudiziarie; al contrario, quelli che come la Confederazione Etolica o le città cretesi non condannano la pirateria, concludono raramente convenzioni giudiziarie e assai sovente riconoscimenti di asylia, legati spesso a rapporti di

isopoliteia14.

P. Brulé discuteva se nei decreti in esame fosse o meno concessa l' isopoliteia, concludendo che il particolarismo che sempre caratterizzò la federazione cretese rende difficile immaginare che le città rinunciassero alla loro prerogativa di concedere, singolarmente, tale privilegio. Lo studioso ipotizzava allora la concessione della

koinopoliteia, come quella conosciuta dal koinon etolico, nonostante questa possibilità, già proposta da M. Muttelsee, fosse stata decisamente scartata da M. van der Mijnsbrugge e da van Effenterre15. In effetti l’asylia stessa era una forma di isopoliteia,

come afferma K. Buraselis, il quale, rispetto a Rigsby, che sottolineava il valore soprattutto religioso dell’istituzione, atta più che altro ad accrescere l’importanza di un santuario, ne evidenzia, invece, reali vantaggi politici. Ovviamente l’asylia non era un “Allheilmittel der städtischen Auβenpolitik”16, né neutralizzava i pericoli nemici, ma

rappresentava pur sempre un modo attraverso il quale le città cercavano di stabilire buone relazioni, e avere vantaggi a livello politico. Del resto la stretta connessione tra vita religiosa e vita sociale, così tipica della mentalità greca17, ci illumina sulle

possibilità politiche insite in un riconoscimento religioso, e quindi sull’aspettativa che si riponeva in esse.

Le concessioni di asylia accordate a Tenos dalle città cretesi si collocano nel momento in cui all’antagonismo antigonide-tolemaico per l’egemonia sulle Cicladi, si aggiunge

14

Anche la proclamazione dello stato di rappresaglia era poco praticato da Etoli e Cretesi, che approvavano la pirateria: cfr. Bravo 1980, pp. 962-970. Interessante è il fatto che lo studioso (p. 969) contesti Brulé, laddove (Brulé 1978, pp. 106, 109) quello affermava che le spedizioni “ufficiali” di Cretesi ed Etoli fossero un fatto di pirateria e non di guerra: secondo Bravo, una spedizione intrapresa koina%i, con una decisione pubblica e a nome di una comunità, è necessariamente un'azione di guerra, mentre la pirateria non può che essere un fatto privato. Io non porrei una distinzione così rigida tra i due fenomeni.

15

Cfr. Brulé 1978, p. 85; Muttelsee 1922, p. 63; Mijnsbrugge 1931, p. 33; van Effenterre 1948, p. 149.

16

Cfr. Buraselis 2003, p. 157. Sulla “falsità” delle concessioni di asylia anche tra “mortali nemici”, cfr. Rigsby 1996, p. 27.

17

Basti osservare la stretta connessione tra l’istituzione della theorodokia e quella della prossenia: vd. pp. 34-36.

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l’ingresso di Roma: Tenos, sede ufficiale della Lega dei Nesioti, riorganizzata dalla potenza rodia, doveva essere in costante necessità di sicurezza.

Van Effenterre notava come le città protagoniste dei decreti superstiti (Gortina, Tylisos, Lappa, Axos, Aptera) mostrino che a quell'epoca l'isola doveva essere pacificata, essendo presenti, con Gortina (a capo del koinon), città tradizionalmente legate a Cnosso, come Aptera e Tylisos. Com'è esplicitato sia nel decreto di Axos che in quello di Tylisos, si tratta del rinnovo di precedenti accordi, conclusi il secolo precedente (tra il 278 e il 261), ai quali appartiene quello della città di Phaistos rinvenuto a Lebena18.

A questa prima serie di accordi è stato collegato un decreto collettivo di prossenia da Tenos19, datato alla prima metà del III secolo a. C.20. Esso si colloca nel momento in cui i

Tenii, annunciando il restauro del tempio di Poseidone, inviarono teori (o presbeutai, come faranno per la richiesta di rinnovo21) in tutto il mondo greco per domandare

l'asylia per il santuario. Probabilmente i Cretesi22 e gli altri prosseni23 sono onorati per

aver accolto e garantito la sicurezza degli inviati theori tenii nelle loro città 24. Gli etnici

dei personaggi superstiti mostrano l'adesione sia di Gortina che di Cnosso, oltre che di numerose altre città, probabilmente unite nel koinon (lo stesso quadro visibile nel

18

IC I, Phaistos, 1; IC IV, 166; IG XII Suppl., p. 137, n. 310.

19

Il decreto prescrive, per tutti i beneficiari, l’onore di una corona: Graindor 1910, pp. 233-236, n. 25; IG XII

Suppl. pp. 133-4, n. 304; cfr. van Effenterre 1948, pp. 140-141; Brulé 1978, p. 71.

20

Concordo con la datazione di P. Brulé (loc. cit.); diverse quelle proposte da P. Graindor (Graindor 1910, loc. cit.: secondo quarto del III secolo) e da H. van Effenterre (van Effenterre 1948, loc. cit.: ultimo quarto).

21

L’invio di presbeutai piuttosto che di theoroi nella richiesta di rinnovo, conferma quella “confusione” tra riconoscimento politico e riconoscimento religioso di cui si parlava sopra; vd. avanti, nt. 26.

22

Si tratta di […]okleéouv }A[ . . . .] ? (l. 1), [. . . ]aéristov Daijo[.]o[.]ou Luéttiov (l. 2), Feòd[w]n Luésiov

}Eleujerna_ov (ll. 2-3), Kuédav {Ermaércou Knwésiov (ll. 3-4), Pos[ei]dwéniov Mhtrodwérou Gortué[ni]ov (ll. 4-

5), }Apellh%v }Amfikleéouv Lappa_ov (l. 5), }Apol[lwé]niov Nòkwnov }Istrwéniov (ll. 5-6), Puéjeov

}Ajhnòkw[nov] [M]alla_ov (ll. 6-7), Tòmwn Timokr[aé]touv Kudwniaé[thv] (l. 7), [. . . . .]eiov [.]lwn[ov {Ie]rapuétniov (l. 8), Nòkaiov S […]Gor[…]? (ll. 8-9). A proposito di Kuédav {Ermaércou Knwésiov, Graindor

proponeva di identificarlo con il Kuédav che compare spesso, senza patronimico, verso il 220, sulle monete di bronzo di Cnosso (Svoronos 1890, I, p. 83, nn. 142-151); l'ipotesi mi sembra abbastanza azzardata, considerando la diffusione del nome a Creta.

23

Insieme con i Cretesi sono leggibili un Acheo, uno di Alicarnasso, uno di Cos.

24

Meno probabile è, come pensava van Effenterre, che fossero gli ambasciatori incaricati dalle diverse città di portare a Tenos le risposte – positive, evidentemente – alle domande di asylia, onorati di conseguenza dai Tenii.

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rinnovo dei decreti nel II secolo, laddove, si è visto, sarà presente sia la città di Gortina che quelle di Tylisos e Aptera, tradizionalmente legate a Cnosso).

Tornando ai decreti di II secolo, il fatto che essi rappresentino un rinnovo significa che le mutate condizioni politiche, sia nei rapporti di alleanza e di supremazia tra le città cretesi, che in quelli di potenza tra gli stati ellenistici, avevano causato un indebolimento dei precedenti accordi25. Nei testi è menzionato un ambasciatore di

Tenos che, recatosi a Creta, si era rivolto a un oracolo di Apollo Pizio. Dunque dai Tenii era partita la richiesta di una nuova asylia, sostenuta dall’oracolo delfico, che garantisse loro sicurezza: erano stati inviati degli ambasciatori26 che prima si erano

recati all'assemblea generale del koinon, poi, essendo stata accolta la loro richiesta, avevano evidentemente visitato le singole città27.

A questa ricerca di sicurezza e garanzie potrebbero di nuovo collegarsi altre prossenie, quelle concesse a }Akousòlav Swtaéda Gortuéniov e a {Erwnòdav {Ierapuétniov, datate rispettivamente alla metà e alla fine del III secolo a. C..

Il primo, }Akousòlav Swtaéda Gortuéniov28, beneficia della concessione di prossenia ed

evergesia, della cittadinanza, del diritto di proprietà, dell'iscrizione a una tribù e a una fratria, della proedria negli agoni cittadini, dell’accesso all'assemblea; viene inoltre onorato con una corona di jalloév.

}Amfeérwn {Ierapuéjniov29 è omaggiato con prossenia, evergesia, proedria negli agoni e

accesso all'assemblea, nonché con la concessione di una corona.

25

Tuttavia Rigsby (1996, p. 159) ventilava la possibilità che potesse anche trattarsi, data la frammentarietà del testo e la possibilità di differenti integrazioni, di “rinnovo di amicizia”, preliminare alla richiesta di

asylia.

26

Nel testo di parla di presbeutaò, e non di jewroò: secondo Rigsby (1996, p. 159), ciò sarebbe segno di una concessione non assicurata, e indicherebbe che la missione concerneva l’esecuzione dell’iscrizione piuttosto che una reale modifica dello stato del culto.

27

Forse la richiesta di un patronato era legata all'elevazione del luogo di incontro della Lega dei Nesioti: cfr. Rigsby 1996, p. 27.

28

IG XII (5) 819; cfr. Brulé 1978, p. 82.

29

CIG 2332; Le Bas-Waddington, Inscriptions, II, 1856; BMI, n. 375; IG XII (5) 840; cfr. Graindor 1910, p. 49, n. 5; IC I, p. 153; IG XII Suppl. p. 135; Guarducci 1939, pp. 28-29; IC III, p. 20; Brulé 1978, p. 82. La lettura corretta del nome del beneficiario, già effettuata da Graindor 1910 (loc. cit.), è stata confermata dalla Guarducci (Guarducci 1939, pp. 28-29; IC III, p. 20), dopo diverse oscillazioni degli studiosi (}Amferwnòdhv

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I decreti si collocano, secondo P. Brulé, tra le mosse dei Tenii per garantire la propria sicurezza contro i pirati cretesi: dopo aver già beneficiato di decreti di asylia nella prima parte del III secolo, essi, prima di inviare a Creta ambasciatori per richiederne il rinnovo, attestato dai nuovi decreti di II secolo, si premunirono nominando prosseni cretesi che potessero garantire la sicurezza dei loro inviati. Ovviamente nulla impedisce che i personaggi in questione potessero essere nominati prosseni dopo il ritorno degli ambasciatori tenii da Creta (perché lì avevano garantito la loro sicurezza). E nulla impedisce che, non essendovi nel testo del decreto alcun accenno all'asylia, le benemerenze ottenute dai due fossero di tutt'altro tipo.

Un altro documento, conservatoci su pietra, nel quale i sinedri e il koinon cretese riconoscono l'asylia, riguarda l’isola di Anaphe, e risale anch’esso al II secolo. Più precisamente, il decreto prescrive un allargamento dell’asylia del santuario di Apollo alla città e al territorio dell’isola; si tratta, ancora una volta, di una garanzia contro azioni piratesche cretesi: in esso si stabilisce che, in caso di violazione, il colpevole sarà giudicato ad Anaphe secondo le norme lì vigenti, e a Creta dal koinodikion, una sorta di tribunale federale.

Sulla pietra esso precede un decreto di prossenia ed evergesia, con l’omaggio di una corona d’argento, per Nikagoérav Luéttiov30, emanato dal popolo di Anaphe e datato a

prima del 220 a. C.. Certo è impossibile stabilire un legame diretto tra i due documenti, ma la prossenia, insieme con quella concessa, sempre nel III secolo, a }Aristomeénhv

Tucasòou }Ol[ouéntio]v31, conferma, da parte di Anaphe, la ricerca di buone relazioni

con Creta, che poi culmineranno nella concessione dell’asylia (probabilmente preceduta

Hicks e Newton, Boeck; }Amferwnòdav Hiller in IG XII, loc. cit., poi corretto, seguendo Klaffenbach, in

}Amfeòwn, in IG XII, Suppl., loc. cit.; }Hrwnòdav la stessa Guarducci, RFIC 11, 1933, p. 234; IC I, p. 153).

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Entrambi i documenti (decreto di asylia e decreto di prossenia): IG XII (3) 254. Decreto di asylia del

koinon: Michel 1900, 439; SGDI, 5146; IC IV, 197; cfr. IG XII, 3, Suppl., p. 279; Wilhelm, Beiträge, p. 172; A. Wilhelm, Anzeiger 1924, p. 154; Mijisbrugge 1931, pp. 17-18; Wilhelm, Neue Beiträge, VI, p. 14; Segre1933b, p. 38; Daux 1935, pp. 94-96; Daux 1937; van Effenterre 1948, pp. 129, 142-150, 208; Guarducci 1950, pp. 148- 154; Brulé 1978, pp. 75, 85-6; Rigsby 1996, pp. 358-361, n. 175; Buraselis 2003, pp. 149-150.

31

IG XII (3) 250; cfr. CIG II add. al n. 2482l; Hiller, in Lehmann 1901, p. 219, nt. 6; IG XII (3) Suppl. p. 279. Quanto all’etnico del personaggio, fu Hiller a proporre il più verosimile Ol[ouéntio]v, dopo aver inizialmente supposto }Ol[uénjio]v.

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da un decreto relativo al solo santuario32). Anzi, Creta non dovette essere l’unico

destinatario dei tentativi degli Anaphei, visto che il breve decreto per }Aristomeénhv è accompagnato da altri decreti (si leggono tre nomi con relativa nomina) che, probabilmente, concludono un catalogo di prosseni andato perduto.

Da Andro proviene, infine, una lista di città cretesi che forse riconoscono l’asylia all’isola: datata all’inizio del II secolo a. C., essa menziona per prima la città di Gortina, e poi quelle che, probabilmente, in quel periodo, erano sotto la sua influenza, Lappa, Sybrita, Lato e le due Litto33.

E’ problematico collegare a questo (supposto) riconoscimento di asylia due decreti di cittadinanza da Andro, il primo del II secolo a. C. 34, il secondo datato dubitativamente

al II-I secolo a. C.35. Essi hanno per protagonisti, rispettivamente, […]ònou Krhèv

[Malla_ov] e Swsjeénhv }Aròstwnov Krhèv }Eleujerna_ov: benché Malla e, soprattutto, Eleutherna sembrino essere state in quel periodo alleate gortinie36, esse non

compaiono, infatti, nel suddetto catalogo di città che riconoscono l’asylia.

32

Se la concessione dell’asylia è, come sembra dedursi dal testo mutilo, un allargamento, alla città e al territorio, di un privilegio riservato al santuario, potrebbe, a rigor di logica, essere stata preceduta da quella relativa al solo santuario. In generale, questa estensione conferma quanto K. Buraselis afferma contro Rigsby, ovvero che l’aylia non vada esclusivamente vista come privilegio di carattere religioso, ma comportasse reali vantaggi politici: vd. sopra, p. 75.

33

Cfr. IG XII, 5, 723; cfr. van Effenterre 1948, p. 157, nt. 2; Chaniotis 1996, p. 43, nt. 220.

34

Sauciuc 1914, p. 157; IG XII, Suppl. p. 120 n. 248B; cfr. Hiller 1909, p. 185.

35

Le Bas-Waddington, Inscriptions, p. 1800; IG XII (5) 718.

36

Cfr. Chaniotis 1996, p. 44; anche l’uso del doppio etnico potrebbe indicare che le città facessero parte del

koinon cretese, che fino al 150 rimarrà sotto l’egemonia di Gortina. Sull’utilizzo del doppio etnico, vd. pp. 145, 163; sulla fine dell’egemonia gortinia nel 150, vd. pp. 95-96.

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Nel documento Cretesi fuori di Creta (pagine 74-81)