• Non ci sono risultati.

6. Il sostegno agli Sportelli Unici in Italia

6.1 Le azioni delle Region

Le azioni principalmente realizzate dalle Regioni italiane a sostegno e diffusione degli Sportelli Unici in questi anni sono state rivolte verso quattro direttrici principali:

1. creazione di strumenti a supporto dei processi di semplificazione; 2. diffusione e miglioramento dei servizi offerti dagli Sportelli Unici;

46

Ci si riferisce alla legge costituzionale 3/01 modificativa del Titolo V della Costituzione che ha riconosciuto in capo al legislatore regionale una competenza piena nella materie dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’industria e delle Camere di Commercio ed una potestà concorrente nelle materie del “sostegno all’innovazione per i settori produttivi” e del “governo del territorio” (art. 117, comma 4). Le Regioni sono, quindi, destinate ad assumere sempre di più un ruolo strategico nella promozione dello sviluppo locale.

47

Dell’esigenza di costituire una rete di Sportello Unico si dirà nel capitolo secondo.

48

La dimensione regionale incide fortemente sul livello di diffusione dello Sportello anche se in concomitanza con altri fattori quali, per esempio, la dinamicità del tessuto produttivo di riferimento e della storia degli enti territoriali nell’accogliere le innovazioni amministrative, le iniziative di programmazione negoziata (accordi di programma e soprattutto patti territoriali), che possono facilitare la diffusione degli Sportelli quali strumenti indispensabili per velocizzare la realizzazione di nuovi impianti produttivi e risolvere problemi legati alle varianti in zone sprovviste di adeguati strumenti urbanistici, ecc.

3. predisposizione di servizi per le imprese; 4. emanazione di normativa di semplificazione. Strumenti a sostegno dei processi di semplificazione

I principali strumenti a sostegno dei processi di semplificazione sono costituiti da linee guida e manuali per lo Sportello Unico, da strutture di coordinamento, da accordi di programma, protocolli d’intesa e convenzioni con gli Enti Terzi coinvolti nel procedimento unico e da strumenti di raccolta di informazioni, monitoraggi e trasferimento di buone pratiche.

Le linee guida e i manuali per lo Sportello Unico si sono dimostrati strumenti di utile ausilio per gli operatori dello Sportello Unico e per le imprese. Le linee guida rispondono ad una duplice finalità: rendere più fruibile e chiara la normativa sullo Sportello Unico e fornire indicazioni operative dirette ad agevolarne l’istituzione. Il manuale è utile strumento di consultazione soprattutto per gli aspetti organizzativi e normativi, infatti esso analizza, dettagliatamente, i procedimenti al fine del loro concreto espletamento.

Per rispondere alle esigenze sempre più numerose degli Enti Locali, di chiarezza della normativa di settore, di creazione di una modulistica omogenea, di sollecitazione e coinvolgimento di tutti gli enti coinvolti nel procedimento unico, all’interno delle Regioni, inoltre, sono state predisposte strutture di coordinamento sotto forma di gruppi di lavoro, attraverso il coinvolgimento dei rappresentanti degli Enti Terzi e delle Associazioni di Categoria, svolgenti diverse attività che vanno dall’assistenza ai Comuni e agli Enti Locali attraverso l’individuazione di un modello di riferimento per la gestione dello Sportello Unico, alla formazione dei soggetti coinvolti nel procedimento unico ed anche un’attività di semplificazione delle procedure con lo scopo di snellirle ed omogeneizzarle attraverso una modulistica comune49. I punti di forza dei gruppi di lavoro sono costituiti dalla partecipazione e collaborazione al fine di trovare adeguate soluzioni in ordine ai problemi specifici con i quali si sono dovuti (e si devono) confrontare i Comuni come per esempio la scarsità di risorse, la mancata informatizzazione, la poca chiarezza della normativa di settore, ecc.50

L’esigenza di creare strutture che ricoprano ruoli di coordinamento in tema di informazione, formazione, risoluzione di problematiche giuridiche ed organizzative per lo svolgimento delle attività degli Sportelli Unici dei Comuni del territorio, è emersa anche a livello provinciale, dal momento che le Province, in applicazione al principio di sussidiarietà, sono maggiormente vicine ai Comuni di

49

In particolare, questo è il caso della Regione Emilia Romagna.

50

Per maggiori approfondimenti si può consultare: BRANDIMARTE,R.,CALDAROZZI,A.,CIPULLO,V.,DELLA

NERA,F., ROCCASALVA,R. (2005), I Coordinamenti: modelli, esperienze e percorsi in L’empowerment degli

quanto non lo siano le Regioni in ordine alla prestazione dei servizi e dell’assistenza alle imprese. Inoltre il livello provinciale viene ritenuto come la dimensione ideale per la stipula di accordi con gli Enti Terzi coinvolti nel procedimento unico51.

La predisposizione di accordi di programma, di protocolli e convenzioni rientra in un nuovo modo di agire della Pubblica Amministrazione che passa dal tradizionale modello burocratico ed autoritativo ad un modello sempre più orientato a logiche partecipative: nel caso dello Sportello Unico per le Attività Produttive è ancora maggiormente vero se si pensa che la sua efficienza, intesa come capacità dello Sportello di concludere i procedimenti entro i termini stabiliti dalla normativa, discende molto dall’efficienza delle amministrazioni coinvolte nel procedimento unico. Da qui appunto la produzione di accordi, protocolli e convenzioni che contribuiscono a disciplinare i compiti dei soggetti aderenti, a precisare le modalità di collaborazione tra Enti titolari di Sportelli Unici e altre Pubbliche Amministrazioni, a definire la semplificazione della modulistica e delle procedure., ad indicare i tempi nei quali devono essere conclusi gli endoprocedimenti di loro competenza, ecc.

I monitoraggi, condotti a livello regionale, si pongono l’obiettivo di raccogliere informazioni e dati sullo stato di attuazione e di avanzamento degli Sportelli Unici. I dati possono riferirsi sia alla dimensione quantitativa del fenomeno, ovvero il numero degli Sportelli Unici istituiti ed operanti (in tal senso le rilevazioni effettuate in particolare da Liguria e Basilicata), sia rispetto al numero e tipologia di imprese esistenti sul territorio (ad esempio in Piemonte), sia a quella qualitativa riguardante le attività da essi svolte in concreto (ad esempio in Emilia Romagna).

Le informazioni che vengono raccolte attraverso i monitoraggi riguardano, ad esempio, le differenti esperienze dei vari Sportelli, alcuni dei quali istituiti singolarmente altri in forma associata (e che consentono, in tal modo, di costruire un quadro delle esperienze migliori in atto, best practice, per diffonderle e farne modelli da “imitare”), le criticità riscontrate dagli Enti Locali riguardo le problematiche legislative, procedurali e organizzative, i rapporti con le imprese, le aspettative e le possibili soluzioni oppure avere ad oggetto l’analisi dei procedimenti di competenza degli Enti Terzi (A.S.L., A.R.P.A., VV.FF., ecc.) allo scopo di svolgere un’importante attività di semplificazione per lo snellimento e l’omogeneizzazione delle procedure.

51

Le esperienze presenti nelle diverse aree del paese sono dovute alla differente cultura e al modo di amministrare la cosa pubblica, infatti nelle Regioni del Centro-Nord sono state rilevate diverse iniziative, in tal senso, delle Province che hanno assunto un ruolo di soggetto attivo nella promozione delle politiche locali attraverso la creazione di gruppi di lavoro. Non mancano, tuttavia, esperienze positive anche nelle Regioni meridionali; in particolare si segnala il coordinamento della provincia di Crotone, l’unica esperienza presente in Calabria che si è posto come prioritario il raggiungimento di alcune finalità come per esempio l’informatizzazione degli Sportelli in una rete provinciale che gestisca la pratiche ed effettui funzioni di informazione e promozione dei vari Comuni; la promozione dello Sportello Unico nei Comuni in cui ancora non è stato istituito; la formazione e l’assistenza agli Enti Terzi per un corretto uso del sistema informatico e di gestione dei procedimenti.

Strumenti per la diffusione e miglioramento dei servizi offerti dagli Sportelli Unici

Le azioni promosse dalle Regioni in tal senso sono state finalizzate al sostegno agli Sportelli Unici, allo sviluppo di sistemi informativi, al potenziamento delle dotazioni informatiche e alla realizzazione di infrastrutture tecnologiche, nonché alla formazione del personale.

Il sostegno agli Sportelli Unici è avvenuto tramite il finanziamento dei progetti elaborati dagli Enti Locali sia in merito alla costituzione degli Sportelli Unici che in merito al potenziamento di quelli esistenti e già operativi e sono stati diretti principalmente agli aspetti organizzativi, alla dotazione di opportune tecnologie informatiche (hardware e software), alla formazione e allo sviluppo delle competenze.

In particolare, con l’ausilio delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, a livello regionale, l’obiettivo è quello di costituire una rete volta a consentire il collegamento di tutte le amministrazioni locali, condizione ritenuta necessaria per la creazione e la piena operatività dei servizi informativi, infatti attraverso le reti le Regioni hanno modo di attingere e condurre ad unità le informazioni rilevanti per le imprese, che poi, attraverso la rete stessa, verranno erogati a favore delle imprese. Sempre con riferimento ai sistemi informativi regionali a supporto degli operatori economici, è possibile individuare una tendenza comune a molte Regioni, ovvero la predisposizione di un apposito portale quale strumento per l’erogazione di informazioni e servizi a sostegno del mondo imprenditoriale. Tale strumento viene infatti ritenuto come uno delle preferibili modalità di dialogo tra la Regione ed il mondo esterno in quanto facilmente accessibile da parte di tutti coloro che ne abbiano interesse, siano essi piccole e medie imprese, professionisti o associazioni. Al fine di garantire adeguata visibilità, in genere il portale è accessibile direttamente collegandosi al sito della Regione52. Altra modalità di utilizzo dell’ICT è la creazione di comunità virtuali53 degli operatori degli Sportelli Unici, ovvero spazi virtuali che consentono sia il trasferimento delle migliori esperienze in atto che la possibilità di effettuare chiarimenti in merito alla normativa, ai procedimenti autorizzatori, alla modulistica, ecc.

Anche la formazione del personale si dimostra di primaria importanza se si pensa che gli operatori dello Sportello devono essere capaci di padroneggiare le nuove tecnologie, conoscere la normativa e

52

La Regione Emilia Romagna, ad esempio, attraverso il portale: www.ermesimprese.it, con riferimento alle informazioni relative ad incentivi e finanziamenti agevolati ed ordinari offre all’utente, rispetto a portali di altre Regioni, un servizio maggiormente articolato prevedendo la possibilità di effettuare una ricerca dei vari finanziamenti per tipologia di destinatari: piccole e medie imprese, artigiani, cooperative, imprenditoria femminile,ecc.

53

Tra le esperienze regionali si segnalano quelle dell’Emilia Romagna, della Lombardia e della Toscana. Anche livello nazionale esiste una comunità virtuale rappresentata dalla Community Sportelli Impresa (CSI) di cui si dirà oltre.

le procedure concernenti le attività produttive ed i procedimenti autorizzativi ed interagire con i rappresentanti degli altri Enti coinvolti nel procedimento unico. Essa è stata effettuata in modo classico attraverso seminari destinati agli operatori del settore, tuttavia vi è la tendenza crescente alla formazione a distanza che presenta almeno un duplice vantaggio: sembra, in molti casi, la soluzione più adeguata per coloro che non riescono a sottrarre troppo impegno al lavoro ed è pienamente coerente con l’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche (e più in generale con il processo di

e-government) rispetto alla tradizionale formazione seminariale.

Servizi alle imprese54

In questa direzione, le azioni delle Regioni sono state destinate prevalentemente alla raccolta e diffusione delle informazioni concernenti l’insediamento e lo svolgimento delle attività produttive sul territorio regionale e gli strumenti di agevolazione contributiva e fiscale a favore dell'occupazione dei lavoratori dipendenti e del lavoro antonomo; all’indicazione dei criteri per l'individuazione degli impianti a struttura semplice; alla determinazione di criteri e tipologie generali per l’individuazione delle aree da destinare all'insediamento di impianti produttivi; all’individuazione delle aree industriali e alla definizione delle forme di gestione dei servizi, ecc.

Tra i servizi alle imprese rientra, si è detto, anche l’individuazione degli impianti a struttura semplice e delle aree ecologicamente attrezzate.

Gli impianti a struttura semplice sono quelli rientranti nei criteri stabili dalle Regioni55 e per i quali, fermo restando l’obbligo di acquisire l’autorizzazione nelle materie nelle quali non è consentita l’autocertificazione, l’intervento si dovrà intendere autorizzato se la struttura, entro 45 giorni dal ricevimento della domanda non comunica il proprio motivato dissenso al richiedente o non provveda a convocarlo per l’audizione.

Le aree industriali ed ecologicamente attrezzate, alle quali si accennava in precedenza, sono legate al concetto di sviluppo sostenibile dal momento che rappresentano un considerevole vantaggio per le imprese che decidano di localizzarvi un proprio impianto, essendo esonerate dall'acquisizione delle autorizzazioni concernenti l'utilizzazione dei servizi ivi presenti, in quanto sono già ottemperati i canoni del rispetto ambientale, della tutela della salute e della sicurezza. Le Regioni devono disciplinare con proprie leggi l’individuazione di tali aree, le forme di gestione delle infrastrutture e

54

Per ulteriori approfondimenti si veda in particolare: FORMEZ (2002), Sportello unico e servizi alle imprese. Le

azioni delle Regioni. Serie Azioni di Sistema per la Pubblica Amministrazione, Roma.

55

La Regione Emilia Romagna, ad esempio, ha definito gli impianti a struttura semplice come quelli che non contrastano con le previsioni urbanistiche, con la disciplina in materia di qualità dell’aria, che non presentano rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali e che non debbano essere sottoposti alla procedura di VIA sia regionale che nazionale.

dei servizi che possono essere poste in essere sulle aree stesse, nonché le modalità di acquisizione dei terreni compresi nelle aree industriali anche mediante espropriazione56.