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La seconda parte dello schema di bilancio riguarda la determinazione del va- lore aggiunto prodotto dalla azienda e la successiva distribuzione tra gli stakehol-

der. 96

Naturalmente, questa parte è strettamente legata al bilancio d’esercizio, in quanto tutte le informazioni relative alla determinazione del valore aggiunto deri- vano da una operazione di riclassificazione del conto economico aziendale. 97

Lo schema di rendicontazione proposto, si presenta formato in due sezioni bilancianti:

• la prima sezione determina il valore,

• la seconda sezione illustrata la distribuzione di tale valore tra i di- versi stakeholder.98

La prima sezione viene definita come “prospetto di determinazione del valo- re aggiunto” e si presenta come differenza tra il Valore della Produzione e i costi intermedi della Produzione.

Il Valore della produzione, così come indicato nel nostro codice civile, è da- to dalla sommatoria tra:

96 Sulla definizione e determinazione del valore aggiunto si veda Gabrovec Mei O. (2002) 97

<<Le determinazioni del valore aggiunto (VA) sono di tipo sistemico; i flussi informativi ven- gono mutuati dalla CO.GE. e in pratica si può operare mediante un semplice riordino delle classi di valori contenuti nei tradizionali prospetti del conto economico, integrati dai flussi informativi sulla destinazione del risultato contenuti nel “Conto di riparto (o destinazione) del reddito”, o, semplicemente, nella Relazione dell’amministraztore. Valgono, infatti, le seguenti relazioni: [1] VA= VGP-CI;

[2] VA=∑ remunerazione degli interlocutori interni;

dove VGP è il Valore Globale della Produzione e CI rappresentano i Consumi Interme- di.>> Gabrovec Mei O. (2002);

98 <<L’equivalenza tra i due prospetti viene dimostrata dalle seguenti relazioni algebriche che e-

sprimono la determinazione del reddito e il suo riparto:

[3] R.Car. – (C.I. + R.P. + R.P.A. + R.C.C.) + (+/-) CO.Acc. e Str. – Amm. = U; [4] U = Div. + Acc.Ris. + D.L. + I.R.;

dove R.Car. = ricavi caratteristici; C.I. = consumi intermedi; R.P. = remunerazioni del personale; R.P.A. = remunerazione della P.A.; R.C.C. =remunerazione capitale di credito; I.R. = imposte sul reddito; CO. Acc. e Str.= componenti accessori e straordinari; Amm. = ammortamenti; Div. = dividendi; Acc. Ris. = accantonamenti riserva; D.L. = distribuzioni liberali.

Congiungendo a sistema le due relazioni e operando le necessarie trasposizioni si ottiene la se- guente eguaglianza che esprime l’equivalenza numerica tra il VA determinato nei due prospetti. {R.Car. – C.I.}+ (+/-)CO.Acc. e Str. – Amm. = R.P. + R.P.A. + R.C.C. + Acc.Ris. + Div. + D.L.; >> Gabrovec Mei O. (2002);

• Ricavi di vendita (prodotti e/o servizi) • +/- Var. dei lavori in corso su ordinazione • +/- Var. delle rimanenze di prodotti finiti • Altri ricavi

I costi intermedi della produzione sono invece definiti come quei costi legati alla produzione, ma che non rappresentano remunerazione degli interlocutori in- terni, non rappresentano cioè remunerazione del fattore lavoro.99 Essi sono dati da:

• Consumo di materie prime (Acquisti −+Var. delle rimanenze di materie prime e merci)

• Acquisti di servizi

• Godimento di beni di terzi

• Accantonamento per rischi e oneri • Altri accantonamenti

• Oneri diversi di gestione

La differenza tra il valore della Produzione e i costi intermedi dà luogo al Valore Aggiunto Caratteristico, legato cioè all’attività tipica o caratteristica dell’azienda.

Il modello proposto dal GBS tiene però conto del Valore Aggiunto Globale, per la determinazione del quale si considera l’apporto derivante dai proventi e da- gli oneri legati alle gestione accessoria o a quella straordinaria, e degli ammorta- menti del capitale immobilizzato.

Il prospetto si presenta generalmente in questo modo (tav. 3):

99 <<Nella traslazione dalla categoria di costo d’esercizio a quella di costo intermedio, si tratta

dunque di individuare i costi-remunerazione. Il residuo costituisce il costo intermedio>>. Gabro- vec Mei O. (2002)

Tavola 3 - Prospetto di determinazione del valore aggiunto nel modello GBS (prima sezione)

VALORE AGGIUNTO GLOBALE ESERCIZI (val./arr.)

(n) (n-1) (n-2)

A) Valore della produzione

1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni - rettifiche di ricavo

2. Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti (e merci)5

3. Variazione dei lavori in corso su ordinazione 4. Altri ricavi e proventi

Ricavi della produzione tipica

5. Ricavi per produzioni atipiche (produzioni in eco- nomia)

B) Costi intermedi della produzione

6. Costi di acquisto di merci, Consumi di materie prime, sussidiarie, di consumo

7. Costi per servizi

8. Costi per godimento di beni di terzi 9. Accantonamenti per rischi

10. Altri accantonamenti 11 Oneri diversi di gestione

VALORE AGGIUNTO CARATTERISTICO LORDO

C) Componenti accessori e straordinari

12. +/- Saldo gestione accessoria Ricavi accessori

- Costi accessori

13 +/- Saldo componenti straordinari Ricavi straordinari

- Costi straordinari

VALORE AGGIUNTO GLOBALE LORDO

- Ammortamenti della gestione per gruppi omogenei di beni

Gli aggregati che in tale prospetto vengono messi in evidenza sono:

− Il VALORE AGGIUNTO CARATTERISTICO LORDO, dato dalla dif- ferenza tra Valore della Produzione (A) e Costi intermedi della Produ- zione (B);

− Il VALORE AGGIUNTO GLOBALE LORDO, dato dalla somma alge- brica tra il Valore Aggiunto Caratteristico Lordo e i risultati della Ge- stione Accessoria (C.12) e della Gestione Straordinaria (C.13);

− Il VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO, dato dalla differenza tra il Valore Aggiunto Globale Lordo e gli ammortamenti della gestione. Quest’ultimo valore rappresenta la capacità remunerativa dell’azienda nei confronti degli interlocutori, le cui evidenze vengono esposte nella seconda sezio- ne del modello GBS.

La seconda sezione dello schema di Bilancio Sociale illustra, infatti, la di- stribuzione del Valore Aggiunto Globale Netto tra le diverse categorie di stake- holder, mettendo in evidenza in che misura l’azienda riesce ad andare incontro al- le aspettative degli interlocutori. Tale sezione prende il nome di prospetto di ripar- to del Valore Aggiunto.

Tavola 4 - Prospetto di distribuzione valore aggiunto nel modello GBS (seconda sezione) ESERCIZI (val./arr.) DISTRIBUZIONE DEL VALORE AGGIUNTO

(n) (n-1) (n-2) A) Remunerazione del personale

Personale non dipendente Personale dipendente

a) remunerazioni dirette b) remunerazioni indirette c) quote di riparto del reddito

B) Remunerazione della Pubblica Ammini- strazione

Imposte dirette Imposte indirette

- sovvenzioni in c/esercizio

C) Remunerazione del capitale di credito

Oneri per capitali a breve termine Oneri per capitali a lungo termine

D) Remunerazione del capitale di rischio

Dividendi (utili distribuiti alla proprietà)

E) Remunerazione dell’azienda

(Ammortamenti)

VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO

Le categorie di stakeholder individuate dal modello proposto sono sostan- zialmente 5. Esse sono:

− Il personale,

− La Pubblica Amministrazione − Gli intermediari finanziari, − Gli azionisti

− L’azienda, intesa come struttura autonoma

Il personale, la cui remunerazione è indicata al punto A del prospetto, ri- guarda tutti quei soggetti che hanno con l’azienda un rapporto di lavoro, indipen- dentemente dalla configurazione giuridica ed economica del rapporto. Rientrano in tale categoria sia coloro che intrattengono un rapporto di lavoro di durata (a tempo determinato o indeterminato), sia coloro che intrattengono rapporti di lavo- ro con l’azienda sulla base di contratti di natura atipica o, più in generale, non su- bordinata. Inoltre, la quota corrisposta al personale viene suddivisa in quote di remunerazione diretta e quote di remunerazione indiretta.

La remunerazione diretta rappresenta la parte della retribuzione, in danaro o in natura, direttamente elargita al dipendente: la retribuzione netta, la quota del TFR, le provvidenze aziendali, i “fringe benefit”.

La remunerazione indiretta rappresenta quella componente che, pur sostenu- ta nell’interesse del dipendente, ritorna sottoforma di beneficio indiretto, quali gli oneri sociali a carico dell’azienda.

Al punto B, il modello propone di indicare la quota parte del valore aggiunto che viene destinato allo Stato sottoforma di imposte dirette e indirette e, al punto

C, di indicare la quota di valore aggiunto destinata a remunerare il capitale di cre-

dito. In questo caso deve essere evidenziata l’entità di interessi passivi corrisposti sia per l’acquisizione del capitale di finanziamento sia per quello di funzionamen- to, distinguendo tra breve e lungo periodo.

Alla voce D, viene indicata la quota di valore che viene distribuita agli azio- nisti sottoforma di dividendi, ed infine al punto E la parte che invece viene desti- nata ad alimentare l’autoinvestimento. In quest’ultimo caso devono essere indicati gli accantonamenti ai fondi di riserva previsti in bilancio.