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3.3. Gruppi bancari per paese

3.3.1 Italia

3.3.1.2 Banche di media dimensione

3.3.1.2.1 Banca Monte dei Paschi di Siena SpA

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. è un operatore bancario situato prevalentemente nel territorio italiano, eppure nel 2013, collocava le sue 2.793 filiali anche in Belgio e Francia (diminuite a 2.344 nel 2014, come previsto dal piano industriale). L’incarico fondamentale impostosi, è quello di supportare i processi di internazionalizzazione delle imprese clienti del territorio nazionale, coordinandole con i principali mercati finanziari esteri.

Esso possedeva un totale attivo pari a 199.105,9 milioni79, principalmente rilevato grazie all’attività di commercial bank, soprattutto orientata al retail e al risparmio privato. La situazione patrimoniale della società, è stata caratterizzata da una presenza massiccia di prestiti lordi concessi alla clientela (pari al 72,43% delle attività complessive), evidenziando inoltre uno squilibrio patrimoniale rispetto ai depositi concessi agli stessi clienti (Loan to Deposit Ratio pari al 213,33 %).

A fine 2013, si presentava con una perdita di 1.438,90 milioni, rilevata effettivamente anche dalla BCE. L’andamento della redditività dal 2011, presenta una depressione del margine di intermediazione, a seguito della contrazione dei tassi di interesse (richiesta dalla BCE), della diminuzione degli interventi nel settore del credito al consumo, e dell’eccessiva presenza di rettifiche su crediti, che incidevano significativamente sul reddito operativo (189,31%). Secondo il

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piano industriale redatto dal gruppo, il quadro economico avrebbe dovuto basarsi sull’incremento della prestazione di servizi e della distribuzione di prodotti di terzi, ottenendo così maggiori commissioni (incidenza sul reddito operativo aumentata a 96,55% rispetto al 78,00% del 2012). Dalla prima valutazione della BCE, si è rilevato un CET 1 maggiore rispetto a quello presentato dalla banca stessa (con un aumento di 1.293,38 milioni di €) e una diminuzione del Tier 1 di 106,25 milioni. La differenza della variazione interposta tra il patrimonio di base e quello di livello primario, ha portato a supporre che la BCE abbia constatato alcuni elementi iscritti nel Tier 1 aggiuntivo da trasferire in parte al patrimonio di base primario e in parte al Tier 2. Il patrimonio primario del gruppo, rispetto al 2012, è diminuito di 1.264,30 milioni; il decremento registrato derivava dalla copertura della perdita del 2012, con l’azzeramento delle riserve sovrapprezzo azioni, e dalle maggiori deduzioni e filtri prudenziali che la società ha voluto effettuare.

In aggiunta, anche le RWA sono state svilite di 1.007,2 milioni, presumibilmente per effetto di una consistente riduzione dei rischi diversi dal rischio di credito e di controparte; questi ultimi, sono stati percepiti dal calo degli impieghi creditizi e dell’aumento del NPE Ratio80

. Le esposizioni non ponderate per il rischio sono state diminuite addirittura di 29.624,49 milioni di €. Tale situazione, ha provocato un incremento del CET 1 Ratio al 10,19%. Il Tier 1 Ratio è rimasto invariato al 10,62%, superiore al requisito minimo dettato da Basilea 3 (del 6,00%). Il Leverage Ratio (pari al 4,30%) permetteva di rilevare un primo passo verso l’equilibrio patrimoniale e finanziario.

Il Coverage Ratio individuato dalla BCE è diminuito di 3,53 punti percentuali, per una carenza di riserve disponibili per la copertura del credito deteriorato (rispetto a quelle inizialmente garantite dalla banca) e per il peggioramento delle condizioni creditizie.

Dalla fase dell’AQR si è potuto constatare che, secondo l’analisi del 60-80% delle esposizioni creditizie, gli aggiustamenti sono avvenuti solo nelle esposizioni di tipo corporate, evidenziando una carenza di 4.180,39 milioni di €. La BCE ha effettuato un efficace controllo anche sugli strumenti finanziari valutati al fair value, per i quali sono stati evidenziati minor valori per 55,52 milioni di € nella registrazione di titoli di debito, di investimenti in partecipazioni, di Real Estate e delle altre esposizioni al fair value. Inizialmente, non è stato selezionato il portafoglio di strumenti di CVA, (probabilmente perché non individuato da bilancio) ma è stato modificato l’impatto di esso sul CET 1 per 10 milioni di €.

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L’elevata presenza delle NPE sul totale dei prestiti erogati (Impaired Loans (NPLs)/Gross Loans % pari al 21,50%) influenzava la qualità degli elementi dell’attivo, soprattutto per effetto della politica di credito espansiva della nuova acquisita Banca Antonveneta, oltre che per il basso livello degli standard del credito erogato.

Il NPE Ratio è aumentato di 2,9 punti percentuali, a seguito di un aumento delle esposizioni deteriorate (a 37.564,38 da 36.054,99 milioni) classificate in incagli e sofferenze, così come in crediti ristrutturati.

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L’impatto complessivo sul CET 1 è stato di 2.671,74 milioni (netti dall’effetto fiscale), abbattendo il CET 1 Ratio dal 10,19 al 6,99%. Il livello del coefficiente patrimoniale era dunque inferiore al

CET 1 Ratio richiesto dal SSM.Il Leverage Ratio invece, successivamente alle revisioni effettuate, è diminuito al 2,92% , non rientrando così nei parametri richiesti.

In definitiva, il CET1 Ratio dopo l’AQR, è risultato utile nella fase di joint-up dello Stress Test81; in quest’ultima fase, sono apparsi decrementi del volume delle RWA (a 81.393 milioni) e del patrimonio primario (a 5.687 milioni), posizionando il CET1 Ratio al 6,01% nello scenario di base e a -0,09%82 nello scenario avverso. Il patrimonio primario, richiesto dalla BCE per superare l’AQR, era di 6.532,37 milioni mentre nello scenario di base e in quello avverso, era rispettivamente pari a 5.900 e 4.178 milioni.

La BCE ha dunque richiesto un aumento di capitale di 4.249,52 milioni di € che la banca avrebbe dovuto emettere nel corso dei successivi nove mesi, oltre al pagamento di una contravvenzione per spese processuali di 63,06 milioni83. La banca nel corso del 2014 ha aumentato il capitale di 5.138,75 (mediante azioni offerte in opzione ai soci) riuscendo a coprire in parte la carenza patrimoniale; allo stesso tempo ha dovuto rimborsare 3.000 milioni per i Nuovi Strumenti Finanziari “Monti Bonds”, dovendo dunque aumentare necessariamente il capitale di ulteriori 2.110,77 milioni.

In seguito, si riassumono i principali risultati del CA (tabella n.7).

“Il Consiglio di Amministrazione della Banca ha nominato UBS e Citigroup quali advisors finanziari per la definizione, strutturazione e implementazione delle azioni di mitigazione relative al

Capital Plan, nonché per valutare tutte le opzioni strategiche a disposizione della Banca. In data 5

novembre il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena ha approvato il

Capital Plan da proporre alle competenti Autorità per colmare il deficit patrimoniale di 2,1 mld di

euro proveniente dal Comprehensive Assessment e riconducibile all’analisi di scenario avverso dello

Stress Test. Il Capital Plan approvato prevede la copertura del capital shortfall interamente

81 Il bilancio utilizzato nell’analisi dei diversi scenari corrisponde a quello dinamico, a differenza delle altre

banche italiane.

82 Dallo scenario avverso appartenente allo Stress Test si è evidenziato un valore prospettico di CET 1 pari a -

72 milioni.

83 Già nel corso del 2011, l’EBA aveva individuato una carenza patrimoniale di 1.728 milioni e per coprirla,

MPS SpA aveva utilizzato gli aiuti di Stato attraverso strumenti finanziari computabili nel patrimonio di vigilanza, ai sensi del Decreto Legislativo n. 87 del 2012 “Misure urgenti in materia di efficientamento, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, di razionalizzazione del patrimonio delle imprese del settore bancario”.

Nel corso del 2013 la banca è stata sottoposta a procedimenti sanzionatori per la non ottemperanza di norme antiriciclaggio, di segnalazioni di operazioni sospette, anatocismo, collocamento di titoli obbligazionari emessi da paesi o società poi risultate in default e collocamento errato di piani e prodotti finanziari (a seguito dell’operazione di acquisizione di Banca Antonveneta e di finanziamenti a favore della fondazione MPS).

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attraverso forme di rafforzamento patrimoniale che miglioreranno ulteriormente la struttura e la qualità del patrimonio della Banca, tra le quali:

- un aumento di capitale in opzione fino a un massimo di 2,5 mld di euro, già assistito da un accordo di pre-garanzia e che sarà sottoposto all’approvazione di una assemblea straordinaria degli Azionisti;

-azioni non diluitive per gli azionisti, rappresentate da ulteriori misure di capital management stimate in circa 220 mln. di euro;

- la richiesta di mitigazione del deficit per un ammontare pari alla differenza positiva tra gli utili operativi stimati per l’anno 2014 (il c.d. “expected pre-provision profit”) e i medesimi valori stimati nello scenario avverso, che hanno contribuito negativamente alla determinazione del suddetto deficit patrimoniale, stimata dalla Banca pari a circa 390 mln. di euro.”

(BMPS, 2014, Progetto di Bilancio 2014, p. 25)

Se fossero stati considerati suddetti aumenti di patrimonio, il requisito patrimoniale sarebbe stato di gran lunga superiore a quello minimo richiesto, ottenendo un coefficiente pari al 9,62% in sede di AQR e addirittura aumentato al 10,89% nello scenario di base. Nello scenario avverso invece, sarebbe stato comunque inferiore al 5,50% (2,72%) evidenziando una carenza patrimoniale pari a 2.111,77 milioni di euro.

Tabella n.7:

Monte dei Paschi di Siena S.p.A

. Punti base Percentuale

CET 1 % 2013 8,53%

CET 1% AQR iniziale 165,21 10,19%

CET 1 % AQR aggiustato -319,86 6,99%

CET 1 % da Stress Test base -97,42 6,01%

CET 1 % da Stress Test avverso -708,17 -0,09%

Capital Shortfall Punti base Milioni di €

per AQR 101,25 845,37

per Scenario di Base 198,67 1.515,59

per Scenario Avverso 559,42 4.249,52

Capital Shortfall aggregato 559,42 4.249,52

Principali misure di Rafforzamento Patrimoniale 2.138,75

Eccedenza/Carenza finale dopo principali misure di Rafforzamento -2.110,77

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