Il testo del Bando di concorso per il 1975 (anno accademico 1975-1976) è stato diffuso il 15 marzo 1975 ed era così formulato:
La Fondazione Luigi Einaudi è sorta a Torino nel 1966 per favorire gli studi economici, storici e politici. Essa ha sede a Palazzo d'Azeglio dove è sistemata la sua biblioteca. Alle grandi collezioni di Luigi Einaudi, apportate in dono alla Fon-dazione, si sono aggiunti gli acquisti dell'ultimo decennio. Oggi la Biblioteca pos-siede oltre 120.000 volumi e opuscoli, archivi politico-economici del periodo fra le due guerre, e riceve circa 1.500 pubblicazioni periodiche, di cui molte fra le più importanti complete dal loro inizio.
Nei limiti consentiti dallo spazio, e tenuto conto dell'importanza della ricerca, la Biblioteca è aperta a quegli studiosi qualificati che facciano domanda di utiliz-zarne le risorse. Notevoli soprattutto i fondi di economia dal secolo XVIII ad oggi; di storia del pensiero economico e sociale, delle classi operaie e del socialismo uto-pico; di storia delle istituzioni economiche, bancarie e monetarie; di scienze so-ciali contemporanee; di economia e politica dell'America Latina.
1. — Come in passato, la Fondazione è in grado anche nel 1975 di offrire ausi-lio finanziario e scientifico ad un certo numero di giovani studiosi, di ogni paese, che abbiano già dato chiara prova di maturità e di capacità nella ricerca, ed i cui interessi possano essere così definiti:
a) storia del pensiero e delle istituzioni economiche nell'età moderna; b) teoria economica finanziaria e monetaria;
c) sviluppo economico e politico italiano dall'Unità ad oggi; d) storia intellettuale italiana dal XVIII secolo ad oggi;
e) problemi di storia piemontese con particolare riguardo agli aspetti econo-mici e sociali.
2. — Le assegnazioni verranno effettuate per periodi di tempo variabili, di regola, da un minimo di sei mesi ad un massimo di due anni, a seconda della ricerca proposta. I beneficiari riceveranno un assegno mensile di L. 175 mila, che potrà essere maggiorato in caso di ricerche all'estero.
La Fondazione si riserva, inoltre, piena facoltà di assegnare, in qualsiasi mo-mento, contributi di studio a condizioni da stabilirsi caso per caso.
3. — È anche messa a concorso una borsa annuale della Provincia di Torino, intitolata ad Amilcare Cicotero, di L. 1.500.000, cui potranno concorrere candidati « possibilmente nati in Piemonte e, in ogni caso, ivi residenti » e la cui ricerca verta sul problema dell'assetto territoriale.
4. — Le domande potranno essere inoltrate alla Fondazione: a) direttamente dal candidato;
b) indirettamente, mediante lettera particolareggiata di presentazione della candidatura da parte di uno studioso competente che abbia conoscenza personale
delle qualità scientifiche del candidato e sia in grado di avallare la relazione di cui alla lettera c dell'art. 5.
5. In ogni caso, ogni candidatura dovrà essere accompagnata da:
a) un curriculum vitae, la cui narrazione, rigorosa e senza soluzioni di con-tinuità cronologica, sia atta a chiarire gli studi, la carriera e le attività del candidato.
b) copia della tesi di laurea e degli eventuali lavori a stampa;
c) una relazione di non meno di cinque pagine che indichi in modo preciso e separatamente: 1) il programma di ricerca; 2) i tempi necessari per portarlo a compimento; e indichi altresì in modo particolareggiato (ove la natura della ri-cerca lo comporti), i materiali a stampa e le fonti di archivio o altre da utilizzare e i luoghi nei quali la ricerca dovrebbe svolgersi;
d) nel caso di domanda diretta (lett. a dell'art. 4), i nomi e gli indirizzi di almeno due studiosi qualificati in grado di attestare le attitudini scientifiche del candidato.
I documenti di cui alle lettere a e c, presentati in forma dattiloscritta e su carta semplice, dovranno essere redatti e firmati dal candidato.
6. — Le domande che non soddisfino integralmente le condizioni di cui agli articoli 4 e 5, non potranno essere prese in considerazione. I candidati potranno essere convocati a Torino, o in altra sede, per colloqui con membri del Comitato scientifico.
7. — Il beneficiario:
a) sarà tenuto ad inviare alla Fondazione rapporti trimestrali scritti sull'avan-zamento della sua ricerca;
b) potrà svolgere altre attività, retribuite o meno, compatibili con l'adempi-mento del suo programma di ricerca e salva, ove giustificata, una congrua ridu-zione dell'assegno mensile, ma ad esclusione del godimento di contratti di ricerca o di borse di studio di qualsiasi genere;
c) potrà usufruire, su richiesta, di un posto di studio a Palazzo d'Azeglio; d) sarà tenuto a presentare al Comitato scientifico il frutto delle sue ricer-che. Il Comitato scientifico, su richiesta dell'autore, potrà disporne l'eventuale pubblicazione gratuita nelle collane della Fondazione.
8. — Le domande dovranno pervenire alla segreteria della Fondazione entro il termine non prorogabile del 15 maggio 1975. Le decisioni della Fondazione verranno comunicate agli interessati entro il 31 luglio 1975.
Il 30 ottobre 1964 ebbe luogo a Dogliani la commemorazione di Lui-gi Einaudi nel terzo anniversario della morte. Erano presenti la consorte donna Ida, i figli Roberto e Giulio, colleghi della Facoltà torinese, amici, discepoli, uomini di cultura, e tanti cittadini della Langa memori del « professore », del « senatore », del « presidente », che non aveva mai cessato di essere uno dei loro. Il clima spirava semplicità, familiarità, sin-cero compianto; lo scenario era quello sobrio e vivace della Civica Bi-blioteca intitolata al suo nome, aperta a tutti coloro che — studenti, ar-tigiani, contadini — abbiano bisogno o curiosità di sapere. Parlarono in quella circostanza economisti come Francesco Forte ed Antonio Giolitti, storici come Leo Valiani, giuristi come Giuseppe Grosso, rievocando aspetti dell'opera scientifica di Luigi Einaudi, momenti della sua vita, episodi rivelatori del suo carattere. Ma il primo a prendere la parola, quello che subito impresse all'intera rievocazione un tono di cordialità spontanea, spoglia di retorica quanto ricca di genuino sentire, fu Raffaele Mattioli. Già ascoltatore di Einaudi presso l'Università Bocconi, ideale discepolo e amico per interi decenni, affettuoso rivale nella comune pas-sione della bibliofilia, Mattioli richiamò allora con l'arguzia e il garbo del gran signore, ma con accenti di schietta commozione, alcuni momenti della sua devota conversazione con il maestro e in particolare la vicenda emblematica di un piccolo libro rarissimo che li divise e li unì, fra scherzo e passione, fino a tessere la trama di un bonario apologo esopiano. Ades-so che anche Mattioli ci ha lasciati — e ne serbiamo vivo il ricordo e il rimpianto — ci è caro pubblicare qui per la prima volta le sue parole di allora 1 e veder rivivere in esse per un istante quel suo umanesimo squi-sito, scintillante di erasmiane arguzie, e la sua calda e generosa umanità.
L. F. 1. Un vivo grazie vada al dott. Maurizio Mattioli, che ce ne ha comunicato con l'usata cortesia il testo, autorizzandone la pubblicazione.
P A R A D O X E S
D V S E I G N E V R D E M A »
L E S T R O I C T , C O N S E I L L E R