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Annali della Fondazione Luigi Einaudi Volume 9 Anno 1975

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ANNALI

della

FONDAZIONE LUIGI EINAUDI

TORINO

(6)

Manoscritti e pubblicazioni : Fondazione Luigi Einaudi, Via P. Amedeo 34 - 1 0 1 2 3 Torino

(7)

PARTE I. C R O N A C H E D E L L A F O N D A Z I O N E

I. MARIO EINAUDI, Relazione per l'anno 1975 . . . . p. 9

II. Le persone » 18

III. Seminari e convegni » 28 IV. Bando di concorso . . . . . . . . . . . 29

RAFFAELE MATTIOLI, Commemorando Luigi Einaudi . . . » 33

PARTE II. SAGGI

LUIGI GRAZIANO, Bentley e la scienza politica comportamentista . » 39 GIUSEPPE BERTA, Unionismo e scioperi nel commento dell'o.

Eco-nomist» (1852-1860) » 129 ALICE KELIKIAN, Industria e sindacalismo a Brescia: dalla

mobi-litazione industriale alla legge sindacale » 161 CHIARA VANGELISTA, Immigrazione, struttura produttiva e

mer-cato del lavoro in Argentina e in Brasile (1876-1914) . . » 197 ROBERTO GIULIANO SALVADORI, Il Cile nella pubblicistica e negli

studi italiani » 217

MARCELLO CARMAGNANI e GIOVANNA MANTELLI, Fonti

quanti-tative italiane relative all'emigrazione italiana verso l'America

Latina (1902-1914). Analisi critica » 283

PARTE I I I . T E S T I E D O C U M E N T I

Lettere di Luigi Einaudi a Pasquale d'Aroma ( 1914-1927), a cura

d i ANTONIO D'AROMA e STEFANIA MARTINOTTI DORIGO . . » 3 0 1

PARTE I V . N O T I Z I A R I O D E L L A B I B L I O T E C A

La biblioteca economica di Luigi Einaudi, a cura di DORA

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_ ' . ' . • • " • • • ' ' ' '

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1. Premessa.

Visita del L'anno accademico 1975-76 è stato inaugurato il 20 settembre ministro 1975 c o n u n a visita privata alla Fondazione del Ministro per i beni

pa 0 un c uit u r ali e ambientali sen. prof. Giovanni Spadolini, che ha voluto così rendersi conto personalmente di quanto la Fondazione avesse operato nei suoi primi dieci anni di vita. Al Ministro furono illu-strate in quella occasione le direttive principali di azione e di svi-luppo per il prossimo decennio, che sono quelle ormai bene collau-date e cioè: fornire agli studiosi i servizi di una Biblioteca di con-tinuo accresciuta ed aggiornata; appoggiare quanto più possibile ricerche che, nella piena autonomia di lavoro dei giovani prescelti, possano dare utili frutti al progresso culturale ed economico del paese; continuare, infine, a diffondere con le pubblicazioni i risul-tati di queste attività.

Compiti tutti di non facile realizzazione in un momento non solo di crisi generalizzata ma anche di difficoltà specifiche causate dalla sensibile riduzione in termini reali dei mezzi finanziari a di-sposizione della Fondazione che può tuttavia asserire, in questo inizio del 1976, di avere continuato ad adempiere nel modo più rigoroso alle funzioni che le competono e con una presenza sempre più ampia di studiosi che riconoscono nella Fondazione uno stru-mento necessario ed insostituibile del loro lavoro.

2. La Biblioteca e l'Archivio.

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To-rino nella sua nuova sede. Il tasso di aumento si è accelerato nel corso dell'anno ed ha raggiunto nel primo bimestre del 1976 una cifra superiore del 40% a quella del primo bimestre del 1975, sic-ché sono da prevedere per l'anno in corso non meno di 5.000 in-gressi esterni, il doppio della cifra raggiunta nel 1974. Questo maggior uso si è tradotto in un aumento, dal 1974 al 1975, del 30% nel numero dei volumi presi in prestito ed in un aumento ulteriore del 4 0 % nei primi due mesi del 1976 rispetto allo stesso periodo del 1975.

L'arco delle ricerche effettuate dai lettori si viene allargando e dimostra uno sfruttamento sempre più articolato delle risorse della Biblioteca. In modo particolare l'utilizzo delle riviste si fa più intenso. Vengono costantemente richieste annate risalenti alla se-conda metà del secolo scorso, riviste straniere difficilmente otte-nibili altrove, bollettini economici e statistici di banche centrali di tutto il mondo e di organizzazioni internazionali essi pure di assai difficile reperimento, resoconti di inchieste parlamentari italiane e di altri paesi.

Gli utilizzatori vanno da giovani studenti che preparano la tesi di laurea a ricercatori di livello avanzato, italiani e stranieri, e a membri del corpo accademico. E tutti rendono testimonianza pre-cisa della superiorità della Biblioteca della Fondazione rispetto alle biblioteche universitarie che troppo spesso non sono in grado di funzionare in modo efficace.

I servizi

Le riviste in aumento

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Ma dimi-nuiscono gli acquisti di libri Gli opuscoli di Roberto Michels L'archivio L'attività parla-mentare di Luigi Einaudi

Ma mentre il numero dei periodici ricevuti aumenta gradata-mente, quello dei volumi nuovi entrati in Fondazione è sceso di molto rispetto ai livelli raggiunti negli anni 1971-73. A confronto di una media annua per quel triennio di 3.700 volumi, sta la me-dia corrente di 2.400 volumi, livello certamente non sufficiente a mantenere il grado di aggiornamento e di completezza raggiunto negli ultimi anni e a venire incontro a quelle che saranno le vero-simili esigenze degli utilizzatori negli anni a venire. Si tratta senza dubbio di un problema decisivo per il futuro della Biblioteca e ri-solubile soltanto con un aumento delle disponibilità finanziarie. Il

1976 non si presenta purtroppo sotto auspici favorevoli, poiché la recente svalutazione della lira rende ancora più gravosi gli acquisti all'estero, spesso purtroppo già trascurati, o per ovvie ragioni tra-lasciati dalle altre biblioteche, acquisti che costituiscono invece un punto fermo nella politica della Fondazione e ai quali essa non in-tenderebbe rinunciare.

Nel corso dell'anno sono entrati a far parte delle collezioni della Fondazione circa 5.000 opuscoli della biblioteca di Roberto Michels. Si tratta di una raccolta formata negli anni dal 1895 al 1935 e di grande importanza, fra l'altro, per gli studi di storia eco-nomica e politica, sul marxismo e il post-marxismo, sul socialismo, sui movimenti operai in Europa, sul sindacalismo italiano e inter-nazionale, sul femminismo, sui fenomeni migratori e di urbanesimo. La raccolta viene ad aggiungersi a quelle in questi campi già pos-sedute dalla Fondazione ed anche se non ancora catalogata, può sin d'ora essere utilizzata come lo è anche quella degli opuscoli di Luigi Einaudi.

È stato portato a termine lo smistamento di tutto il materiale dell'Archivio di Luigi Einaudi nelle quattro sezioni previste: ope-re, corrispondenza, documenti, iconografia. Le carte già ordinate de-finitivamente, ma ancora da schedare, sono circa 12.000.

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Lo schema previsto in linea di massima è il seguente:

1. Discorsi e interventi (1920-1948) al Senato, alla Consul-ta Nazionale e all'Assemblea Costituente;

2. Relazioni parlamentari (1919-1921); 3. Messaggi presidenziali (1948-1955).

La raccolta, probabilmente in due volumi, oltre che dei neces-sari indici e riferimenti, sarà anche corredata dei raccordi documen-tari e di cronaca occorrenti a illustrare il discorso, specie nel caso di brevi interventi che altrimenti rimarrebbero oscuri.

3. La ricerca.

Il bando Come in passato, la Fondazione ha pubblicato il 15 marzo 1975 di concorso bando di concorso in cui veniva offerto ausilio finanziario e

scien-tifico a giovani studiosi che avessero già dato prova di maturità e di capacità nella ricerca ed i cui interessi potessero essere compresi nelle seguenti grandi categorie: storia del pensiero e delle istitu-zioni economiche nell'età moderna; teoria economica, finanziaria e monetaria; sviluppo economico e politico italiano dall'Unità ad oggi; storia intellettuale italiana dal x v m secolo ad oggi; problemi di storia piemontese con particolare riguardo agli aspetti economici e sociali.

Vista l'impossibilità di attribuire alla ricerca fondi equivalenti a quelli degli anni precedenti a causa della rigidità di molti altri capitoli di spesa, il Comitato scientifico si vide purtroppo costretto a ridurre le nuove assegnazioni. Ciò nonostante, il numero comples-sivo di persone aiutate finanziariamente nell'anno solare 1975 rag-giunse ancora il totale di quaranta (di cui sei per l'estero), rispetto ai quarantasei del 1974.

Le ricerche iniziate negli anni precedenti hanno continuato a dare frutto con pubblicazioni avvenute sia presso editori italiani sia nel volume IX degli « Annali », di cui verrà dato conto più oltre.

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teoria e della politica economica vengono affrontati i problemi del credito speciale, dei flussi finanziari in un sistema macroeconomico, della distribuzione del reddito, della politica agricola comunitaria europea e dei suoi effetti sui consumatori italiani, della determina-zione dei prezzi in modelli congiunti.

4. Le pubblicazioni.

Annali IX Questa rassegna fa parte del volume IX degli « Annali », vo-lume che nelle parti Testi e documenti e Notiziario della Biblioteca continua le tradizioni dei volumi precedenti. Con la pubblicazione cioè di un gruppo di lettere di notevole interesse dirette da Luigi Einaudi a Pasquale d'Aroma negli anni dal 1914 al 1927, impor-tanti soprattutto per la luce che gettano sui grossi problemi di ri-forma della tassazione dei redditi e dei sovraprofitti nel periodo del primo dopoguerra, a cura del dott. Antonio d'Aroma e della dott. Stefania Martinotti Dorigo. Vi si affianca la quinta puntata del ca-talogo della Biblioteca economica di Luigi Einaudi, a cura della dott. Dora Spinazzola Franceschi. È nel programma della Fondazio-ne di riunire, in un futuro che si spera non troppo lontano, le varie puntate del catalogo in un singolo volume, riordinando il materiale in un unico ordine alfabetico, sì da facilitarne l'utilizzo da parte degli studiosi (la pubblicazione in corso segue invece il criterio di ordinamento per soggetti stabilito da Luigi Einaudi).

La parte dei saggi inizia con una monografia di Luigi Graziano, professore incaricato all'Università di Catania, che offre un'analisi critica delle teorie politiche comportamentistiche con particolare ri-guardo a quelle del fondatore americano della scuola, Bentley. Frut-to di lavori condotti sotFrut-to gli auspici della Fondazione sono gli altri saggi di G. Berta sul movimento operaio inglese nel decennio

1851-1960, visto attraverso le colonne dell'« Economist », di M. Carma-gnani e G. Mantelli sulle fonti quantitative riguardanti l'emigra-zione italiana verso l'America Latina dal 1902 al 1914, di C. Van-gelista sull'immigrazione, la struttura produttiva e il mercato del lavoro in Argentina e in Brasile dal 1876 al 1914, di R. Salvadori sul Cile nella pubblicistica e negli studi italiani, e di Alice Kelikian sulle origini del sindacalismo fascista a Brescia, prima parte di uno studio più ampio avviato dall'autrice su questo periodo.

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re-cupero filologico ed esegetico di testi importanti della nostra let-teratura economica, destinati a vedere la luce nella collana « Scrit-tori italiani di economia, politica e sScrit-toria ». È di pubblicazione im-minente il volume che presenta in testo critico l'opera Nuovo esame

delle sorgenti della privata e pubblica ricchezza di Carlo Bosellini, l'economista modenese del primo Ottocento alla cui teoria dell'im-posta, raffrontata a quelle di Hobbes e di Petty, Luigi Einaudi ave-va dedicato nel 1933 un saggio pubblicato negli Atti dell'Accade-mia delle Scienze di Torino.

Sono in avanzata fase di elaborazione i complessi lavori diretti al recupero integrale degli scritti economici di Antonio Genovesi: esaurita l'esplorazione minuziosa degli autografi, resa necessaria dal-l'incuria abituale e dalle vistose oscillazioni grafiche delle edizioni originali, sono ora pressocché ultimati i due volumi destinati ad ac-cogliere, l'uno, la mole cospicua degli scritti economici minori, l'al-tro, i Dialoghi in larga parte inediti, le pagine autobiografiche e il carteggio. È previsto a non lunghi intervalli un terzo volume con-clusivo dedicato alle diverse stesure delle Lezioni di commercio.

5. Seminari e visite.

Cozzi II prof. Terenzio Cozzi ha completato il seminario sulla

Gene-ral Theory di J. M. Keynes iniziato nell'anno accademico

1973-1974. Nei mesi di febbraio-giugno 1975, il prof. Cozzi ha tenuto un seminario sul tema: « Le controversie tra le due scuole di Cam-bridge a proposito della teoria del capitale ». Oggetto di studio e delle discussioni sono stati i temi contenuti in G. C. H A R C O U R T ,

Some Cambridge controversies on the Theory of capital,

Cam-bridge, 1972.

Goodwin Nei giorni 17 e 18 marzo 1975, il prof. Richard Goodwin

del-l'Università di Cambridge ha tenuto due seminari, il primo, sul tema: « Utilizzazione di coordinate generalizzate in un modello di sviluppo ciclico », il secondo, sul tema: « Considerazioni sulla teoria del capitale ».

Morishima II prof. Michio Morishima della London School of Economics,

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Peacock II 27 maggio 1975, il prof. Alan T. Peacock, Chief Economie

Adviser, Department of Industry, Londra, ha tenuto una conferen-za sul tema: « Gli economisti e la crisi petrolifera ».

A tutte le riunioni hanno partecipato studiosi interni e invitati delle Università di Torino, Milano, Pavia e Bologna.

Billington II p r of . James H. Billington, direttore del Woodrow Wilson

International Center of Scholars di Washington, stabilito di re-cente dal Congresso degli Stati Uniti per onorare la memoria del suo Presidente per favorire le ricerche nelle scienze umanistiche e sociali, ha reso visita alla Fondazione nei giorni 25 e 26 giugno 1975. Scopo della visita era quello di stabilire rapporti utili al rag-giungimento dei fini comuni alle due istituzioni.

6. Previsioni finanziarie per il 1976.

In un quadro generale di incertezza circa l'andamento dei prez-zi ed il potere d'acquisto della lira sui mercati internaprez-zionali, ogni previsione per il 1976 riesce particolarmente difficile e soggetta a continui cambiamenti. Tuttavia, come nel 1975, la Fondazione de-sidera offrire alcune cifre indicative accompagnate da qualche ri-flessione, per definire la situazione come essa è vista in questo ini-zio d'anno dai suoi amministratori.

Il confronto è fra il 1971, il primo di gestione più o meno nor-male nella sede definitiva di Palazzo d'Azeglio e un primo preven-tivo per il 1976.

BILANCIO DELLA FONDAZIONE

(in milioni di lire)

Provenienza dei fondi Loro utilizzo

Previs. Variaz. Previs. Variaz.

1971 1976 /O 1971 1976 /O

Pubblici 1 4 8 1 2 6 — 1 5 Ricerca 91 5 6 — 3 9

Privati 9 9 8 3 — 1 6 Biblioteca 4 3 5 8 + 3 4

Mezzi propri 3 0 4 3 + 4 3 Pubblicazioni 2 0 3 6 + 8 0 2 7 7 2 5 2 — 9 Personale 7 4 116 + 5 7

Esercizio e

attrezzature 4 9 3 2 — 3 5

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Le entrate Per quanto riguarda le entrate, si nota una grave riduzione, dal

1971 al 1976, di quelle provenienti da fonti pubbliche, soprattutto a causa delle' difficoltà che oggi Comune e Provincia incontrano nel far fronte a spese estranee ai compiti essenziali dei loro bilanci. La diminuzione è paradossale, tenuto conto del maggior contenuto pubblico dei servizi resi oggi dalla Fondazione rispetto a 5 anni fa. La Fondazione confida che le conversazioni attualmente in corso con la Regione Piemonte e la presentazione in Senato il 13 febbraio 1976 del disegno di legge n. 2442 mirante ad estendere ed ade-guare il contributo dello Stato (che viene a scadere l'anno venturo), possano porre rimedio a questa situazione.

Le entrate private sono anch'esse ridotte in simili proporzioni, anche se alcune mancate entrate risultano sostituite in parte da contributi di nuovi amici della Fondazione. I mezzi propri sono aumentati essenzialmente grazie all'aumento dei tassi di interesse, mentre il patrimonio della Fondazione è rimasto invariato.

Le spese Per quel che riguarda le spese, si deve notare anzitutto la

gra-ve riduzione del 39% nelle spese di ricerca. Questa è una riduzio-ne che tocca riduzio-nel vivo le attività della Fondazioriduzio-ne ed alla quale si dovrebbe poter porre rimedio al più presto. Ma non è tuttavia nem-meno da escludere un aggravamento della situazione se a metà an-no il deficit dovesse ancora profilarsi nella misura di 46 milioni attualmente previsti.

L'aumento del 34% nelle spese della Biblioteca è interamente illusorio. Si è già visto come il numero dei volumi entrati in Fon-dazione nel 1975 sia diminuito del 38% rispetto al triennio 1971-73. L'aumento nominale è dovuto al quasi raddoppiato costo uni-tario dei libri acquistati e ad una uguale maggiorazione dei costi di rilegatura che la Fondazione ha tuttavia ridotto all'essenziale, cioè alla rilegatura dei periodici.

L'incremento previsto per le pubblicazioni è dovuto sia ali au-mento dei costi sia all'obbligo di soddisfare i precisi impegni assunti dalla Fondazione nei confronti del Consiglio Nazionale delle Ri-cerche.

(19)

Nell'ultima categoria, infine, la riduzione è dovuta sia al venir meno delle spese iniziali di impianto, sia alle rigorose economie in-trodotte nell'amministrazione quotidiana.

La Fondazione è convinta di aver raggiunto in un breve spazio di tempo una posizione di primo piano fra le istituzioni dedicate alle scienze sociali in Italia e all'estero. Con le sue strutture acca-demiche e le sue collezioni di materiale scientifico essa confida di poter continuare a rendere negli anni avvenire reali servigi alla comunità. La Fondazione è certa che lo Stato, gli organi territoriali, i privati, vorranno, ciascuno nella misura a loro adeguata, concor-rere a garantire l'ottenimento di questi fini.

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II. LE PERSONE 1

CONSIGLIO DI A M M I N I S T R A Z I O N E JONA prof. Luciano, presidente

presidente dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino; consigliere comu-nale di Torino; presidente della Deputazione borsa valori di Torino. BORGOGNO ing. Elio

presidente dell'Amministrazione provinciale di Torino. D ' A R O M A dott. Antonio

segretario della Banca dei Regolamenti Internazionali, Basilea (Svizzera); segretario del Comitato dei governatori delle banche centrali della Co-munità Economica Europea.

E I N A U D I prof. Mario

presidente del Comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi di Torino; professore di Scienze politiche, Università di Cornell, Ithaca, New York (U.S.A.).

E I N A U D I ing. Roberto

vice-presidente della Compagnia Tecnica Internazionale, Milano. LOMBARDINI prof. Siro

in rappresentanza dello Stato italiano; professore ordinario di Politica eco-nomica e finanziaria, Università di Torino.

R O T A dott. Francesco

vice-presidente e amministratore delegato della Società Assicuratrice In-dustriale, Torino.

S A S S O prof. Guido

magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Torino. SAVIO on. Emanuela

presidente della Cassa di Risparmio di Torino.

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P R A T I dott. Giovanni, segretario

segretario generale reggente dell'Amministrazione provinciale di Torino. Il Consiglio di amministrazione ha tenuto nel corso dell'anno tre riunioni nei giorni 21 ottobre 1974, 5 marzo e 18 luglio 1975.

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

TABUSSO rag. Giuliano, presidente ragioniere capo del Comune di Torino. GRANGIOTTI rag. Giuseppe

capo ufficio ragioneria dell'Università degli Studi di Torino. PAVIOLO prof. Albino

ragioniere capo dell'Amministrazione provinciale di Torino.

C O M I T A T O SCIENTIFICO E I N A U D I prof. Mario, presidente (predetto) BOBBIO prof. Norberto

ordinario di Filosofia della Politica, Università di Torino. B U S I N O prof. Giovanni

ordinario di Sociologia, Università di Losanna (Svizzera). Cozzi prof. Terenzio

ordinario di Economia politica, Università di Torino. FIRPO prof. Luigi

ordinario di Storia delle dottrine politiche, Università di Torino. LOMBARDINI prof. Siro (predetto)

M O M I G L I A N O prof. Franco

della Direzione degli studi economici e programmazione della Ing. C. Oli-vetti & C. s.p.a.

P A S I N E T T I prof. Luigi Lodovico

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R O M E O prof. Rosario

ordinario di Storia moderna, Università di Roma.

VA LI ANI prof. Leo

studioso di Storia, membro del Comitato di redazione della « Rivista sto-rica italiana » , Torino.

V E N T U R I prof. Franco

ordinario di Storia moderna, Università di Torino.

Il Comitato scientifico ha tenuto nel corso dell'anno quattro riunioni, nei giorni 22 ottobre 1974, 19 febbraio, 26 giugno e 16 luglio 1975.

BENEFICIARI DI A U S I L I O FINANZIARIO E SCIENTIFICO 1

A N A F U Moses Kumbasenba

(King's College - Cambridge [Inghilterra]). Nato a Tongo (Ghana) nel 1947. B. A. in Storia (Università del Ghana) nel 1971.

Ricerche sul movimento cooperativo nel reggiano dal 1889 al 1914.

The impact of colonial rule on Tallensi Politicai Institutions, 1898-1967, in: « Transactions of the Historical Society of Ghana », XIV, n. 1, giugno 1973, pp.

17-37.

A S S E R E T O dott. Giovanni (v. « Annali », V i l i , 1974, p. 20).

La Repubblica ligure. Lotte politiche e problemi finanziari (1797-1799), Torino, 1975.

B A R B E dott. Carlos

(v. « Annali », V I I I , 1974, p. 19).

Progresso e sviluppo. La formazione della teoria dello sviluppo e lo sviluppo come ideologia (Auguste Comte - Herbert Spencer), Torino, 1974, pp. xxiv-244.

La sociologia latino-americana della dipendenza nei confronti di alcuni aspetti della teoria sociale in Comte e Marx, in « Sociologia », IX, 1975, pp. 69-84

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BARTOLI dott. Gloria

(corso Einaudi, 3 - Torino). Nata a Torino nel 1950. Laureata in Lettere (Università di Torino) nel 1973. Tesi di laurea in Politica economica: « La ricostruzione capitalistica in Italia (1945-1948) », relatore il prof. Siro Lom-bardini.

Ricerche sull'industria meccanica in Italia nel periodo della Ricostruzione. BELLINGERI dott. Marco

(corso Brunelleschi, 46 - Torino), (v. « Annali », V i l i , 1974, p. 24). BERNABÈ dott. Franco

(v. « Annali », V i l i , 1974, p. 21). BETTANIN dott. Fabio

(via del Corno, 4 - Firenze). Nato a Fabriano (Ancona) nel 1950. Laureato in Lettere moderne (Università di Firenze) nel 1974. Tesi di laurea in Storia moderna: « Il XVI Congresso del V K P », relatore il prof. Giuliano Procacci. Ricerche sulla collettivizzazione dell'agricoltura nell'U.R.S.S. (1929-1933). B U T T I N O dott. Marco

(v. « Annali », V i l i , 1974, p. 21). CALABRIA dott. Antonio

(2980 Otis Street - Berkeley-California [ U S A ] ) .

Ricerche sulle finanze napoletane nel secolo xvi, svolte a Napoli e Simancas (Spagna).

C A M P A R I N I dott. Aurelia

(via A. Provana, 5 - Torino). Nata a Genova nel 1948; laureata in Lettere (Università di Torino) nel 1971. Tesi di laurea in Storia delle dottrine poli-tiche: « La condizione politica della donna », relatore il prof. Gian Mario Bravo. Laurea in Scienze politiche (Università di Torino) nel 1974; tesi di laurea in Storia delle dottrine politiche: « Il dibattito sulla questione fem-minile nella Terza internazionale (1919-1935) », relatore il prof. Gian Mario Bravo.

Ricerche per uno studio monografico su Anna Kuliscioff e il suo ruolo nel movimento socialista italiano e internazionale.

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C E C C O N I dott. Pier Francesco

(via P. Toselli, 148 - Firenze). Nato a Firenze nel 1949; laureato in Lettere (Università di Firenze) nel 1974. Tesi di laurea in Storia contemporanea: « Torino operaia nel primo dopoguerra e l'agitazione dell'aprile 1920 » , re-latore il prof. Roberto Vivarelli.

Ricerche sul movimento operaio e contadino in Piemonte nel biennio rosso (1919-1920).

C E S A R E T T I dott. Gian Paolo

(via Merulana, 209 - Roma). Nato a Roma nel 1943; laureato in scienze agrarie (Università di Napoli) nel 1970. Tesi di laurea in Economia agraria: « Economia della floricoltura in serra nella provincia di Latina » , relatore il prof. Manlio Rossi Doria.

Ricerche sulla politica agricola comunitaria ed i suoi effetti sugli agricoltori e consumatori italiani, svolte presso l'Università di Reading (Inghilterra). [In collaborazione con F. DE STEFANO] Interdipendenze settoriali ed agricoltura:

nuovi spunti di politica agraria, « Rivista di Economia agraria », XXIX, 1974, n. 1,

pp. 3-53.

[In collaborazione con M. D'ANTONIO] Tavole intersettoriali dell'economia

italia-na, 1959-1969, a prezzi costanti, Milano, 1975.

Crisi agricola e sviluppo economico in: Crisi e ristrutturazione nell'economia ita-liana, a cura di A. GRAZIANI, Torino, 1975, pp. 147-166.

C O N T I dott. Piero

(v. « Annali », V i l i , 1974, p. 21).

C O P P I N I dott. Romano Paolo

(via XX Settembre, 98 - Calci [Pisa]). Nato a Calci (Pisa) nel 1938; laureato in Giurisprudenza (Università di Pisa) nel 1968. Tesi di laurea in Storia mo-derna: « L'opera politica di L. G . Cambray-Digny nell'età della Destra: dal-l'Unità al Ministero » , relatore il prof. Alberto Aquarone.

Ricerche sul capitalismo agrario-finanziario toscano nel primo cinquantennio dell'Unità.

I moderati toscani e G. Devincenzi di fronte all'interpellanza Jacini del 1885, «

Ri-vista di Sociologia », VII, 1973, n. 25, pp. 219-252.

L. G. de Cambray-Digny sindaco di Firenze capitale e ministro delle finanze, Ro-ma, 1975.

D O G L I O dott. Manuela

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« La politica giolittiana e il Ministero dell'Interno dal 1898 al 1905 », rela-tore il prof. Brunello Vigezzi.

Ricerche sulla struttura e il funzionamento del Ministero dell'Interno dal 1860 al 1915.

FORNI ANTONIOTTO dott. Elisabetta

(via Maria Vittoria, 23 - Torino). Nata a Parma nel 1951; laureata in Let-tere (Università di Torino) nel 1973. Tesi di laurea in Sociologia: « Tradi-zione e modernizzaTradi-zione nell'Ujamaa tanzaniano », relatore il prof. Luciano Gallino.

Ricerche (condotte sul campo) sui rapporti tra struttura economica e sociale nei paesi in via di sviluppo con particolare riguardo alla Tanzania.

G I O L I T T I dott. Giuseppe

(Ripa Ticinese, 7 - Milano). Nato a Perugia nel 1947; laureato in Filosofia (Università di Milano) nel 1973. Tesi di laurea in Storia della filosofia: « I fondamenti metodologici dell'opera di J. B. Say e la teoria del valore in quanto utilità », relatore il prof. Mario Dal Pra.

Ricerche sulla teoria degli sbocchi in J. B. Say e il dibattito con gli economisti contemporanei.

G I U S T I dott. Maria Luciana

(via Quadalto, 79 - Palazzuolo sul Senio [Firenze]). Nata a Livorno nel 1949; laureata in Scienze politiche (Università di Pisa) nel 1974. Tesi di laurea in Storia contemporanea: « Discussioni sull'imperialismo e sull'espansione co-loniale nell'età giolittiana », relatore il prof. Giuseppe Are.

Ricerche sulla problematica dell'emigrazione e i suoi legami con la situazione internazionale nel periodo 1898-1914.

[In collaborazione con G. ARE] La scoperta dell'imperialismo nella cultura italiana del primo Novecento, « Nuova Rivista storica », LIX, 1974, nn. VI, pp. 549-589, e LX, 1975, nn. I-II, pp. 100-168.

Recensione di R. WEBSTER, L'imperialismo industriale italiano 1908-1915. Studio sul prefascismo, « Storia contemporanea », VI, 1975, n. 2, pp. 381-394.

KELIKIAN dott. Alice

(6921 N. Ridge Avenue - Chicago [ U S A ] ) . Nata a Chicago, Illinois (USA) nel 1951; A . B. in Scienze politiche (Università di Princeton, New Jersey, USA) nel 1972.

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L A M B E R T I dott. Maria Carla

(v. « Annali », Vili, 1974, p. 22).

M A R O C C O dott. Gianni

(v. « Annali », Vili, 1974, p. 22). Laureato in Lettere (Università di Torino) nel 1975. Tesi di laurea in Storia moderna: « G. B. Vasco tra il 1774 e il

1796 », relatore il prof. Franco Venturi.

Prose inedite di Dalmazzo F. Vasco, « Annali della Fondazione Luigi Einaudi », VII, 1973, pp. 317-349.

Documenti sulla storia del giornalismo in Piemonte, « Studi piemontesi », III, 1974, pp. 369-375.

La ribellione del capitano Luigi Garretti di Ferrere, « Bollettino storico bibliogra-fico subalpino », LXXIII, 1975, n. 2, pp. 665-683.

Musi dott. Aurelio

(v. « Annali », Vili, 1974, p. 22).

La burocrazia dello « Stato macchina », « Ricerche di storia sociale e religiosa », HI, 1974, n. 5-6, pp. 329-358.

Interventi su Storia e storia della scienza e su Strutturalismo e ricerca storica, in: AA. VV., Nuovi metodi della ricerca storica, Milano, 1975.

N A R D I dott. Adriano

(via Terenzio, 7 - Roma). Nato a Roma nel 1945; laureato in Giurisprudenza (Università di Roma) nel 1972. Tesi di laurea in Storia e politica monetaria: « La ricostruzione monetaria post-bellica in Italia (1943-1947) », relatore il prof. Paolo Baffi.

Ricerche sulla teoria della distribuzione del reddito in Kalecki e negli autori post-keynesiani. Un tentativo di articolare alcune ipotesi in tema di anda-mento della distribuzione del reddito in un'economia aperta caratterizzata dal-la presenza dominante di forme di mercato oligopolistiche.

N I E R I dott. Rolando

(corso Matteucci, 5 - Pisa) Nato a Pisa nel 1938; laureato in Giurisprudenza (Università di Pisa) nel 1967. Tesi di laurea in Storia moderna: « Ammi-nistrazione e politica a Pisa nell'età della Destra storica », relatore il prof. Alberto Aquarone.

Ricerche sul problema della tassazione agraria in Italia (1861-1886).

La discussione parlamentare del 1863 sulla tassazione dei redditi agrari, « Rivista

(27)

PAZZAGLI dott. Carlo

(v. « Annali », Vili, 1974, p. 20).

Classi sociali e ricerca storica (a proposito del Saggio di P. Sylos Labini), « Studi Storici », XVI, 1975, n. 3, pp. 710-732.

Gino Capponi in: Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclo-pedia Italiana, voi. XIX, 1976.

Francesco Carega in: Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della En-ciclopedia Italiana, voi. XIX, 1976.

Girolamo Caruso in: Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della En-ciclopedia Italiana, voi. XIX, 1976.

Bettino Ricasoli in: I protagonisti della storia d'Italia. Il secolo XIX, Milano, 1975.

Il paesaggio agrario della mezzadria in Toscana (secoli XVII-XIX), « Regione e città », I, 1976.

P E T R U S E W I C Z dott. Marta

(via Marconi - San Fili, Cosenza). Nata a Varsavia nel 1948; laureata in Scienze politiche (Università di Bologna) nel 1973. Tesi di laurea in Storia economi-ca: « L'economia polacca nel XVII secolo: un dibattito storiografico »,

rela-tore il prof. Carlo Poni.

Ricerche sull'organizzazione e il funzionamento della grande proprietà ter-riera in Calabria nel secolo xix.

PIERONI dott. Walter

(via Galliano, 129 - Firenze). Nato a Firenze nel 1947; laureato in Scienze economiche (Università di Siena) nel 1974. Tesi di laurea in Economia inter-nazionale: « Politica ed economia nella strategia dei partiti operai fra il 1944 e il 1947 », relatore il prof. Marcello De Cecco.

Ricerche sulla concezione del lavoro produttivo e improduttivo negli econo-misti classici.

PUNZO dott. Lionello

(via Nazionale, 6 - Napoli). Nato a Sarezzo (Brescia) nel 1949; laureato in Scienze economiche (Università di Siena) nel 1974. Tesi di laurea in Economia politica: « Caratteristiche dell'equilibrio e della crescita del modello di von Neumann », relatore il prof. Lucio Izzo.

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R A N C H E T T I dott. Fabio

(via V. Monti, 16 - Milano). Nato a Milano nel 1948; laureato in Filosofia (Università di Milano) nel 1973. Tesi di laurea in Storia della filosofia: « Eco-nomia politica e filosofia nel pensiero di Francois Quesnay », relatori i pro-fessori Mario Dal Pra e Giorgio Lunghini.

Ricerche sul pensiero di Quesnay nei suoi rapporti col pensiero di Turgot, Smith e Marx.

Recensione di: RONALD L. MEEK, Turgot on progress, sociology and economics, Cambridge; University Press, 1973, « Rivista critica di storia della filosofia », XXIX, 1974, IV, pp. 467-468.

Recensione di: CARLO BORGHERO, La polemica sul lusso nel Settecento francese, Torino, 1974, « Rivista critica di storia della filosofia », XXX, 1975, II, pp. 228-229.

R E S C I N A dott. Gianfranco

(piazza Irnerio, 10 - Milano). Nato a Milano nel 1946; laureato in Scienze politiche (Università di Milano) nel 1974. Tesi di laurea in Storia contempo-ranea: « La politica giolittiana e il ministero dei lavori pubblici dal 1898 al 1905 », relatore il prof. Giorgio Rumi.

Ricerche sulla struttura e il funzionamento del ministero dei lavori pubblici dall'Unità alla prima guerra mondiale (1860-1915).

SALITURO dott. Bruno

(via Torelli, 6 - Bologna). Nato a Cosenza nel 1950; laureato in Scienze po-litiche (Università di Bologna) nel 1974. Tesi di laurea in Economia politica: « Sviluppo, politica monetaria e credito speciale in Italia dal 1961 al 1973 », relatore il prof. Carlo D'Adda.

Ricerche sul « credito speciale », svolte presso il Linacre College di Oxford.

SCARZANELLA dott. Eugenia

(via P. di Mattiolo, 2 - Bologna). Nata a Bologna nel 1950; laureata in Scienze politiche (Università di Bologna) nel 1974. Tesi di laurea in Storia contempo-ranea: «Alcuni aspetti dell'emigrazione italiana in Argentina (1860-1880)», relatore il prof. Salvatore Sechi.

Ricerche sul ruolo svolto dagli emigranti italiani nell'Argentina degli anni 1880-1930.

SIMIAND dott. Caterina

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Risorgimen-to: « Correnti democratiche e socialiste sotto la Monarchia di luglio », relatore il prof. Alessandro Galante Garrone.

Ricerche sull'egualitarismo e il socialismo in Francia dal 1830 al 1835. TASGIAN dott. Astrig

(v. « Annali », V i l i , 1974, p. 20).

BIBLIOTECA E A R C H I V I O SPINAZZOLA FRANCESCHI dott. Dora, direttrice. M A R T I N O T T I DORIGO Stefania, bibliotecaria archivista.

Di PRISCO Alessandro, aiuto bibliotecario. V I T T O R I Cesare, aiuto bibliotecario.

V I T T O R I CORALLINI Anna Gabriella, aiuto bibliotecario.

As SELLE TONARELLI Anna Maria, vice aiuto bibliotecario. BERTO Daria, vice aiuto bibliotecario.

BRIGANTI G U G L I E L M I N E T T I Laura, vice aiuto bibliotecario. G I A N N A T E M P O CAMPAGNA Adriana, vice aiuto bibliotecario. M A I O N E PICCIOTTI Maria Antonietta, impiegata d'ordine. ALBERGONI Francesco, distributore.

R A M E L L O Mariano, operatore.

A M M I N I S TRAZIONE GIORDANO A R M A N D - H U G O N Estella, segretaria. M O R O S I N I Giovanna, contabile.

(30)

I I I . S E M I N A R I E C O N V E G N I

SEMINARIO SULLA TEORIA GENERALE

Nei mesi di dicembre 1974 e gennaio 1975, il prof. Terenzio Cozzi ha completato il seminario sulla General Theory in Keynes iniziato nell'anno accademico 1973-74. Il seminario si è articolato in diversi incontri, cui hanno partecipato studiosi della Fondazione e studiosi esterni, nei quali sono stati analizzati e discussi gli ultimi capitoli della General Theory di J. M. Keynes.

SEMINARIO SULLA TEORIA DEL CAPITALE

Nei mesi febbraio-giugno 1975, il prof. Cozzi ha anche concluso un semi-nario sul tema: « Le controversie tra le due scuole di Cambridge a proposito della teoria del capitale ». Oggetto di studio e delle discussioni sono stati i temi contenuti in G. C. HARCOURT, Some Cambridge controversies on the

theory of capital, Cambridge, 1972. Hanno seguito il seminario studiosi della

Fondazione e dell'Università di Torino.

SEMINARI DI ECONOMIA

Nei giorni 17 e 18 marzo 1975, il prof. Richard Goodwin, dell'Università di Cambridge, ha tenuto due seminari a beneficio di studiosi di economia della Fondazione, dell'Ateneo torinese e di altre città, il primo sul tema: « Utiliz-zazione di coordinate generalizzate in un modello di sviluppo ciclico », il se-condo sul tema: « Considerazioni sulla teoria del capitale ».

Il prof. Michio Morishima, della London School of Economics and Poli-ticai Science, nei giorni 12 e 13 maggio 1975, ha tenuto due seminari, rispet-tivamente sulla « Stabilità della teoria dell'oligopolio di Cournot » e sul « Confronto fra le teorie di Walras, Keynes e Marx ». Hanno partecipato ai seminari studiosi torinesi e di altre città italiane.

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IV. BANDO DI CONCORSO

Il testo del Bando di concorso per il 1975 (anno accademico 1975-1976) è stato diffuso il 15 marzo 1975 ed era così formulato:

La Fondazione Luigi Einaudi è sorta a Torino nel 1966 per favorire gli studi economici, storici e politici. Essa ha sede a Palazzo d'Azeglio dove è sistemata la sua biblioteca. Alle grandi collezioni di Luigi Einaudi, apportate in dono alla Fon-dazione, si sono aggiunti gli acquisti dell'ultimo decennio. Oggi la Biblioteca pos-siede oltre 120.000 volumi e opuscoli, archivi politico-economici del periodo fra le due guerre, e riceve circa 1.500 pubblicazioni periodiche, di cui molte fra le più importanti complete dal loro inizio.

Nei limiti consentiti dallo spazio, e tenuto conto dell'importanza della ricerca, la Biblioteca è aperta a quegli studiosi qualificati che facciano domanda di utiliz-zarne le risorse. Notevoli soprattutto i fondi di economia dal secolo XVIII ad oggi; di storia del pensiero economico e sociale, delle classi operaie e del socialismo uto-pico; di storia delle istituzioni economiche, bancarie e monetarie; di scienze so-ciali contemporanee; di economia e politica dell'America Latina.

1. — Come in passato, la Fondazione è in grado anche nel 1975 di offrire ausi-lio finanziario e scientifico ad un certo numero di giovani studiosi, di ogni paese, che abbiano già dato chiara prova di maturità e di capacità nella ricerca, ed i cui interessi possano essere così definiti:

a) storia del pensiero e delle istituzioni economiche nell'età moderna; b) teoria economica finanziaria e monetaria;

c) sviluppo economico e politico italiano dall'Unità ad oggi; d) storia intellettuale italiana dal XVIII secolo ad oggi;

e) problemi di storia piemontese con particolare riguardo agli aspetti econo-mici e sociali.

2. — Le assegnazioni verranno effettuate per periodi di tempo variabili, di regola, da un minimo di sei mesi ad un massimo di due anni, a seconda della ricerca proposta. I beneficiari riceveranno un assegno mensile di L. 175 mila, che potrà essere maggiorato in caso di ricerche all'estero.

La Fondazione si riserva, inoltre, piena facoltà di assegnare, in qualsiasi mo-mento, contributi di studio a condizioni da stabilirsi caso per caso.

3. — È anche messa a concorso una borsa annuale della Provincia di Torino, intitolata ad Amilcare Cicotero, di L. 1.500.000, cui potranno concorrere candidati « possibilmente nati in Piemonte e, in ogni caso, ivi residenti » e la cui ricerca verta sul problema dell'assetto territoriale.

4. — Le domande potranno essere inoltrate alla Fondazione: a) direttamente dal candidato;

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delle qualità scientifiche del candidato e sia in grado di avallare la relazione di cui alla lettera c dell'art. 5.

5. In ogni caso, ogni candidatura dovrà essere accompagnata da:

a) un curriculum vitae, la cui narrazione, rigorosa e senza soluzioni di con-tinuità cronologica, sia atta a chiarire gli studi, la carriera e le attività del candidato.

b) copia della tesi di laurea e degli eventuali lavori a stampa;

c) una relazione di non meno di cinque pagine che indichi in modo preciso e separatamente: 1) il programma di ricerca; 2) i tempi necessari per portarlo a compimento; e indichi altresì in modo particolareggiato (ove la natura della ri-cerca lo comporti), i materiali a stampa e le fonti di archivio o altre da utilizzare e i luoghi nei quali la ricerca dovrebbe svolgersi;

d) nel caso di domanda diretta (lett. a dell'art. 4), i nomi e gli indirizzi di almeno due studiosi qualificati in grado di attestare le attitudini scientifiche del candidato.

I documenti di cui alle lettere a e c, presentati in forma dattiloscritta e su carta semplice, dovranno essere redatti e firmati dal candidato.

6. — Le domande che non soddisfino integralmente le condizioni di cui agli articoli 4 e 5, non potranno essere prese in considerazione. I candidati potranno essere convocati a Torino, o in altra sede, per colloqui con membri del Comitato scientifico.

7. — Il beneficiario:

a) sarà tenuto ad inviare alla Fondazione rapporti trimestrali scritti sull'avan-zamento della sua ricerca;

b) potrà svolgere altre attività, retribuite o meno, compatibili con l'adempi-mento del suo programma di ricerca e salva, ove giustificata, una congrua ridu-zione dell'assegno mensile, ma ad esclusione del godimento di contratti di ricerca o di borse di studio di qualsiasi genere;

c) potrà usufruire, su richiesta, di un posto di studio a Palazzo d'Azeglio; d) sarà tenuto a presentare al Comitato scientifico il frutto delle sue ricer-che. Il Comitato scientifico, su richiesta dell'autore, potrà disporne l'eventuale pubblicazione gratuita nelle collane della Fondazione.

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Il 30 ottobre 1964 ebbe luogo a Dogliani la commemorazione di Lui-gi Einaudi nel terzo anniversario della morte. Erano presenti la consorte donna Ida, i figli Roberto e Giulio, colleghi della Facoltà torinese, amici, discepoli, uomini di cultura, e tanti cittadini della Langa memori del « professore », del « senatore », del « presidente », che non aveva mai cessato di essere uno dei loro. Il clima spirava semplicità, familiarità, sin-cero compianto; lo scenario era quello sobrio e vivace della Civica Bi-blioteca intitolata al suo nome, aperta a tutti coloro che — studenti, ar-tigiani, contadini — abbiano bisogno o curiosità di sapere. Parlarono in quella circostanza economisti come Francesco Forte ed Antonio Giolitti, storici come Leo Valiani, giuristi come Giuseppe Grosso, rievocando aspetti dell'opera scientifica di Luigi Einaudi, momenti della sua vita, episodi rivelatori del suo carattere. Ma il primo a prendere la parola, quello che subito impresse all'intera rievocazione un tono di cordialità spontanea, spoglia di retorica quanto ricca di genuino sentire, fu Raffaele Mattioli. Già ascoltatore di Einaudi presso l'Università Bocconi, ideale discepolo e amico per interi decenni, affettuoso rivale nella comune pas-sione della bibliofilia, Mattioli richiamò allora con l'arguzia e il garbo del gran signore, ma con accenti di schietta commozione, alcuni momenti della sua devota conversazione con il maestro e in particolare la vicenda emblematica di un piccolo libro rarissimo che li divise e li unì, fra scherzo e passione, fino a tessere la trama di un bonario apologo esopiano. Ades-so che anche Mattioli ci ha lasciati — e ne serbiamo vivo il ricordo e il rimpianto — ci è caro pubblicare qui per la prima volta le sue parole di allora 1 e veder rivivere in esse per un istante quel suo umanesimo

squi-sito, scintillante di erasmiane arguzie, e la sua calda e generosa umanità.

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P A R A D O X E S

D V S E I G N E V R D E M A »

L E S T R O I C T , C O N S E I L L E R

du Roy , & Maiitrc ordinane de fes

comptes, fur le faid des Monnoyes,

au moys de

Juec la reffoncc de Jean Bodin

aufdtlh Paradoxes.

A P A R I S ,

Che*. Tacqucs.du Puys Libraire iuré

l'vniuerfitc,rueS.Iean de Latran,à

e n

(36)

DE IE A N B O

D I N S V R L E R E H A V S

-S E M E N T E T D I M I N V T I O N

des monnoycsjtant d'or que d'argcnf,

& le moyen d'y rcraedier:& refponcc

aux Paradoxcs de Monficur de

Male-ftroid.

Plus vn rccueil des principaux aduis donnea enlaftemblee d e f a i n d G c r m a i n d e s p r e z , a u mois d'Aouft dernier,aucc les Paradoxcs fur le

f a i d des monnoycs.par Francois Garrault, Seigneur des G o r g c s , Confeillcr du

R o y Se general en fa Cour des monnoyes.

¥

A P A R I S ,

Chez Iacques du Puys Libraire iuré en i ' V n i -ucrfitc,ruc S. Ican de Latran, ì l'enfeigne

de la Samaritane, 15 7 S.

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[Commemorando Luigi Einaudi]

Ci sono — o si dice che ci siano — dei luoghi predestinati per alto disegno dei Fati. Ma ce ne sono anche di quelli che il solerte proposito degli uomini sembra avere predestinato a funzioni che trascendono la loro finalità immediata. È comunque pieno di significato augurale che noi ci troviamo oggi riuniti qui, a commemorare Luigi Einaudi, in questa giovane biblioteca.

L'uomo di cui celebriamo il ricordo era troppo di questa terra, trop-po vivo e concreto, perché trop-possiamo pensar di lui come di un etereo

« nume tutelare »; ma ci viene spontaneo di immaginarlo, e direi quasi di vederlo, muoversi alacre tra questi scaffali e questi tavoli, curiosando, aprendo golosamente un volume e in esso sprofondarsi in immediata e intima comunione mentale. Einaudi e i libri erano veramente duo in

car-ne una, e non per un mistico connubio, ma per un naturale e fecondo

impulso di appropriazione conoscitiva.

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per noi girovagare insieme per le bottegucce di libri usati e per gli il-lustri magazzini dei librai antiquari, segnalandoci a vicenda i pezzi più interessanti e magari qualche volta invidiandoci l'un l'altro le ghiotte

trouvailles e le prede acciuffate; e ancora nella biblioteca della Bocconi, dove io ero invadente aiutante del bibliotecario, il professor Einaudi ve-niva spesso a trovarmi, ed a passare in rassegna le ultime pubblicazioni pervenute. . .

Poi, con il correr degli anni, la passione comune, senza che mai si affievolisse, venne assumendo nuove sfumature: e da cameratesca con-sorteria prese l'accento di una pur sempre amichevole emulazione, che in qualche caso si alimentò di una, ahimè, tanto umana quanto biasime-vole, reciproca vanità di possesso.

Ricordo che una volta mi accadde di comprare un superbo esemplare dei Paradoxes di Malestroit, in una stupenda rilegatura settecentesca. Einaudi, con mia viva soddisfazione, me lo invidiava, e mi chiese di

ce-derglielo.

Nulla rende un bibliofilo tanto attaccato a un libro quanto il sapere che un altro bibliofilo lo desidera. La proprietà, con buona pace di Prou-dhon, può dare un più acre piacere che il furto. Ed io confesso di essere soggetto quanto un altro alla tentazione di dir di no, e non soltanto in fatto di libri.

Passarono gli anni. Einaudi assurse alla Presidenza della Repubblica, e un giorno mi chiese: — Ce l'ha ancora quel Malestroit? — ; e sog-giunse, « raggiandomi d'un riso », per dirla dantescamente: — Non vuol cedermelo ora? — E io, protervo, ma sicuro di essere da lui assolto: —

Ora meno che mai, Eccellentissimo Presidente.

Anche il settennio giunse a fine: e uno degli ultimi giorni del man-dato, nel recarmi al Quirinale per rendere omaggio al Capo dello Stato « uscente », quasi obnubilato, mi cacciai in tasca il volumetto.

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Bentley e la scienza politica comportamentista

SOMMARIO: Introduzione (Il problema; Impostazione del saggio). - I. Impatto del comportamentismo in scienza politica: l'analisi del processo. - II. Bentley e la scienza politica comportamentista. - III. Analisi del pensiero di Bentley (a. Atti-vità; b. Gruppo; c. Regole del gioco; d. Governo; e. Potere). - IV. Bentley epistemologo: metafisica e conservatorismo. - V. Bibliografia.

INTRODUZIONE *

Il problema.

Al centro della scienza politica contemporanea vi è un paradosso che può riassumersi nella domanda: perché una scienza nata dalla rivoluzione empirica e dalla ricerca di realismo, sembra a molti irrilevante per lo studio dei grandi problemi del nostro tempo? Perché il comportamen-tismo, movimento intellettuale dominante nelle scienze sociali, sorto, come dice il nome, per l'analisi del comportamento dell'uomo, si è ri-solto assai più nello studio dell'attività che dell'uomo, al punto che

l'in-dividuo come attore concreto sembra scomparso dalle scienze sociali? Oggi che la democrazia rappresentativa è in crisi in molti paesi europei, che cosa ci dice la scienza politica sulle condizioni atte a produrre

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La risposta è che il comportamentismo non ci ha molto arricchito. Questa risposta critica non viene solo da politologi così detti « radicali », ma, ciò che più sorprende, da alcuni degli stessi artefici della nuova scienza politica. Uno di questi è Heinz Eulau, l'autore che ha contribuito, forse più di ogni altro, a fare del comportamentismo l'indirizzo prevalente nella politologia statunitense del dopoguerra. Eulau (1968) * ha redatto un bilancio dei contributi del comportamentismo all'analisi politologica, che è, a dir poco, deludente. E deludente proprio sotto i due profili che fanno l'originalità del movimento comportamentista: rigore di metodi (approcci) e di tecniche di ricerca.

Dei sei approcci presi in esame da Eulau — approccio del sistema, del gruppo, decisionale (decision-making), delle comunicazioni, del po-tere, e dei ruoli — nessuno, salvo l'ultimo, esce indenne dalla sua critica. Quanto alle tecniche di ricerca, campo in cui ci si attendereb-bero i risultati più brillanti data l'importanza annessa dai comporta-mentisti agli strumenti di analisi, Eulau scrive (ibidem)-. « L'analisi del comportamento politico ha dato pochi contributi originali e autonomi alle tecniche di ricerca e praticamente nessuno alla metodologia ».

A questa critica di Eulau, se ne potrebbero aggiungere altre ugual-mente autorevoli, moltiplicatesi specie dopo gli eventi del '68. Easton (1969), di fronte alla costatazione che nessuno dei grandi conflitti degli anni sessanta era stato previsto e studiato (conflitti razziali, problema degli studenti, ecc.),. ha auspicato l'avvento di una politologia « post-comportamentista » più attenta alla ricerca applicata che all'analisi teo-rica. Wolin (1969) ha individuato nel « metodismo », ossia nell'interesse quasi esclusivo per i metodi d'analisi piuttosto che per la sostanza dei problemi da studiare, il vizio capitale della scienza politica comporta-mentista. Egli sembra riecheggiare l'interrogativo posto negli anni cin-quanta da un altro studioso, A. A. Rogow (1957): che ne è venuto dei grandi problemi della politica? Apter, infine, ha fatto un bilancio an-ch'esso negativo in un settore fondamentale della nuova politologia, gli studi sulla modernizzazione, rilevando che in tema di mutamento poco è stato aggiunto alle teorie di Marx, Weber e di altri classici ( A P T E R e MUSHI, 1972).

Tutti questi autori hanno chiesto, con varietà di accenti, un nuovo orientamento della scienza politica, una maggiore sensibilità allo studio di problemi rilevanti per gli attori oggetto d'indagine. Non sembra, pe-raltro, che dal 1968 ad oggi vi siano stati mutamenti di fondo nella

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scienza politica statunitense. Sono stati certo tentati nuovi campi d'in-dagine, il più importante dei quali mi sembra l'analisi delle decisioni

governative (public policy analysis), che ha in parte corretto la priorità sinora accordata allo studio dei processi di input (trasmissione della do-manda dai cittadini al governo). Questo nuovo campo di studi è peraltro ancora agli inizi (Lowi, 1 9 6 4 , 1 9 7 0 ; R A N N E Y , 1 9 6 8 , 1 9 7 4 ) . Ciò detto,

credo sia corretto ribadire che nulla di fondamentale è mutato nella disci-plina: la scienza politica è rilevante (o irrilevante) oggi tanto quanto lo era nel 1 9 6 8 .

Poteva essere diversamente? Una scienza ha la forza dei suoi concetti e l'apparato concettuale di una scienza non può essere ristrutturato in breve tempo. L'apparato concettuale della scienza politica continua ad essere, in gran parte, quello del comportamentismo. L'analisi dei concetti cardine che stanno alla base di questa prospettiva dovrebbe quindi aiu-tarci a spiegare i ritardi della disciplina e le difficoltà che incontriamo nello studio di problemi fondamentali come il conflitto, il mutamento e la partecipazione politica.

Impostazione del saggio.

Questo saggio offre una critica del comportamentismo in scienza poli-tica attraverso lo studio di uno dei suoi fondatori: Arthur Fisher Bentley

( 1 8 7 0 - 1 9 5 7 ) .

Esaminare un movimento così complesso e vasto attraverso l'opera di un solo autore, è in parte arbitrario; ma è un'arbitrarietà che ha due attenuanti. La prima è di natura pratica: l'economia del saggio con-sente un'analisi articolata di uno o di pochi autori. Bentley è stato scelto perché come epistemologo (e non solo come fondatore della così detta « teoria del gruppo ») è una figura centrale della nuova scienza politica. Inoltre la sua opera è poco conosciuta in Italia. Ovunque possibile, l'opera di Bentley sarà collegata a quella di altri influenti comportamen-tisti (Merriam, Easton, Truman, Coser, Dahl, Almond).

La seconda attenuante è più importante: non concerne i limiti di questo saggio, ma dello stesso movimento comportamentista. Compor-tamentismo è un termine dai confini assai incerti. Che cosa precisamente significhi non è chiaro neanche ai suoi proponenti. Dahl (in E U L A U , 1 9 6 9 )

parla di un clima intellettuale (« behavioral mood ») che sta semplice-mente per « approccio scientifico » allo studio della politica. Truman

(ibidem) di un « punto di vista » da cui osservare il comportamento degli uomini. Easton (in C H A R L E S W O R T H , 1 9 6 7 ) sottolinea soprattutto la

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molte-plicità di autori che si richiamano a un vago movimento, è parso più opportuno ricavare i concetti cardine dell'approccio da uno dei suoi più importanti esponenti.

Ciò posto, il saggio si articola in quattro parti:

1) definizione di scienza politica comportamentista. Il movimento in esame ha determinato una ridefinizione del campo del politico in ter-mini di attività (non più di istituzioni) e di processo;

2) Bentley e la nuova scienza politica. Il contributo fondamentale di Bentley alla politologia comportamentista sarà individuato nell'analisi

del processo-,

3) disamina delle cinque categorie concettuali che sono alla base del pensiero di Bentley e che Bentley ha legato alla nuova scienza poli-tica: a) attività; b) gruppo; c) regole del gioco; d) governo come attività rappresentativa; e) potere come interdipendenza;

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IN SCIENZA POLITICA: L'ANALISI DEL PROCESSO

Con il termine comportamentismo (Behavioralism) s'intende un vasto movimento intellettuale sorto negli Stati Uniti intorno alla prima guerra mondiale, e la cui influenza è stata avvertita in modo crescente da tutte le scienze sociali (psicologia, antropologia, sociologia, scienza poli-tica, ecc.). I suoi cultori pongono l'accento sull'osservazione del compor-tamento manifesto degli uomini, in contrasto con i precedenti metodi d'introspezione (di idee, sentimenti, ecc.). Il fine è di formulare propo-sizioni teoriche circa uniformità di comportamento nei rapporti sociali. In quanto movimento interdisciplinare, il comportamentismo rientra in quella tendenza verso l'unità delle scienze (naturali e sociali) che nel secondo dopoguerra ha trovato espressione nella teoria generale dei si-stemi ( B E R T A L A N F F Y , in T A Y L O R , 1 9 5 7 A ) \

1. Originariamente l'indirizzo comportamentista si manifestò nel campo della psicologia ad opera di un gruppo di studiosi il più noto dei quali è J. B. WATSON

(Psicologia dal punto di vista di un comportamentista, 1919, e altri scritti). Watson

intendeva fondare « una scienza naturale che assumesse] come propria sfera d'in-dagine l'intero campo degli adattamenti dell'uomo » all'ambiente (cit. da KALLEN, 1934, 495). Per fondare una psicologia scientifica, occorreva anzitutto sbarazzarsi della « mente » e della « coscienza » come modi di adattamento dell'uomo all'am-biente; tutto doveva essere ridotto a comportamento esteriore, direttamente osser-vabile o inferito. Watson respingeva pertanto i concetti di coscienza, sensazione, percezione, volontà, immagine, per ridurre l'uomo a un sistema di stimoli-risposte. L'uomo era una « macchina organica pronta a funzionare » (Watson), un sistema di abitudini inculcabili, e quindi eliminabili, mediante stimoli appropriati (KALLEN,

ibidem).

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In scienza politica, l'impatto istituzionale e culturale del comporta-mentismo risale essenzialmente agli anni 1 9 4 9 - 5 0 2. Nel ' 4 9 il Social

Science Research Council statunitense crea un Comitato per il Compor-tamento Politico (Committee on Politicai Behavior) che svolgerà un'azio-ne determinante un'azio-nel promuovere e diffondere il nuovo orientamento un'azio-nel mondo accademico americano ( R A N N E Y , 1 9 7 4 ) . Nel 1 9 5 0 , Peter

Ode-gard, autore di uno dei primi studi sui gruppi di pressione ( O D E G A R D , 1 9 2 8 ) , viene eletto presidente dell'Associazione americana di scienza

po-litica. È un altro segno dell'ascesa di un movimento la cui affermazione è scandita dall'apparire delle opere di Truman ( 1 9 5 1 ) , Easton ( 1 9 5 3 , 1 9 6 5 ) , Eulau ( 1 9 5 6 , 1 9 6 3 ) , Almond ( 1 9 6 0 ) e Dahl ( 1 9 5 6 , 1 9 6 1 ) . comportamentismo (Watson: miriamo a formulare « leggi e princìpi con i quali la società organizzata possa controllare le azioni dell'uomo », cit. da KALLEN, 495); un esteso controllo sociale era anche una delle esigenze primarie della società ame-ricana del tempo (inizio del '900), di una società, cioè, scossa da imponenti feno-meni di immigrazione, urbanesimo e industrializzazione. Horace M. Kallen ha così descritto la funzione storica del comportamentismo nell'alleviare i traumi del muta-mento: La tendenza teorica dei comportamentisti « verso una precisione meccani-cistica e formulazioni quantitative », egli scrive (ibidem, 497), « veniva ora [ca. 1910-1915] rafforzata da esigenze derivate dalla industrializzazione della vita economica americana... Era in corso una riorganizzazione profonda e, dal punto di vista umano.... molto dolorosa della vita nazionale. Uomini con abitudini proprie di un'economia [rurale] non si adattavano facilmente a un altro tipo di economia... L'azione politica e le riforme legislative... non avevano sortito alcun effetto... Sem-brava vi fosse bisogno di qualcosa d'intrinseco alla stessa industria. Ne derivò il movimento dell'efficienza [Taylorismo], il tentativo cioè di adattare l'uomo alla mansione e la mansione all'uomo. In questo processo, la psicologia svolse un ruolo di primo piano ».

I rapporti fra psicologia comportamentista e scienza politica non vanno esa-gerati, ma neanche minimizzati, come tende a fare Easton (in CHARLESWORTH, 1967, 12). Intanto tale psicologia è alla base di The Process of Government, l'opera fon-damentale di Bentley, opera in cui Bentley esclude tassativamente dall'analisi qual-siasi dato soggettivo (vedi oltre). Bentley criticò in seguito la dottrina di Watson in un'articolo del 1928 (« Critica sociologica del comportamentismo », in BENTLEY, 1954, cap. 3), argomentando che la dicotomia ambiente-attore (stimolo-risposta) impediva una descrizione unitaria e esaustiva dell'attività sociale (vedi oltre).

Ma al di là dell'influenza sul primo Bentley, la psicologia comportamentista ha soprattutto legato alla scienza politica il miraggio di un « controllo scientifico » della società (Merriam), il miraggio di poter risolvere le disfunzioni e i conflitti sociali sulla base dei dati fattuali e imparziali della scienza. È questo uno dei temi ricorrenti negli scritti e nelle allocuzioni di Charles E. Merriam (MERRIAM, 1970, 100, 167, 169, 321 e passim). Si veda anche in Merriam il concetto di governo come « serie di regolari tropismi », ossia di risposte dell'organismo governativo a stimoli esterni, che mi sembra di derivazione nettamente comportamentista (ibidem, 208). Al ruolo di Merriam nella nuova scienza politica accennerò fra poco. Analoga

conce-zione nel sociologo George A. Lundberg (v. oltre, p. 115).

2. Uno dei migliori studi sul rapporto fra movimento comportamentista, e la cultura e le istituzioni culturali statunitensi, è l'opera di BERNARD CRICK, The

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Le premesse erano state poste all'inizio del '900, quando si mani-festò, negli Stati Uniti e in Europa, l'esigenza di uno studio realistico e

scientifico della vita sociale. Il comportamentismo sorse in efletti come una triplice protesta: contro il formalismo giuridico, che precludeva una visione realistica della vita sociale; il metodo storico-descrittivo, al quale si voleva sostituire l'indirizzo teorico-generalizzante delle scienze esatte; le teorie etiche della filosofia (EULAU, 1968). Primi esempi di questa pro-testa sono l'opera di Bentley [1908] e Beard [1913] negli Stati Uniti, e di Graham Wallas (1908) in Gran Bretagna. Sul continente europeo, questo stesso realismo positivistico trovò espressione nelle « teorie del-l'élite » di Mosca, Pareto e Michels.

Un ultimo nome è da ricordare in questo breve cenno agli antefatti storici del movimento: Charles Merriam. Come fondatore della Scuola di Chicago, come esponente e poi presidente ( 1 9 2 5 ) dell'Associazione

americana di scienza politica, Merriam svolse un ruolo di primo piano nell'accreditare la nuova scienza come disciplina accademica (v. prefa-zione di B . D . Karl in M E R R I A M , 1 9 7 0 ) . Gli scritti raccolti in New

Aspects of Politics ( M E R R I A M [ 1 9 2 5 ] ) , sono una sorta di breviario per

una scienza politica che Merriam voleva fondata su rigorose tecniche di ricerca, in ispecie sulla tecnica dell'inchiesta (survey).

Ciò detto, possiamo precisare le caratteristiche distintive del com-portamentismo in scienza politica, che sono riducibili a tre ( E U L A U ,

1968; E A S T O N, in C H A R L E S W O R T H, 1967):

1) ricerca di rigorose tecniche di analisi, basate, per quanto possi-bile, sulla misurazione dei fenomeni sociali (raccolta sistematica di dati attraverso interviste, analisi fattoriale, del contenuto, ecc.). Il motto era, e resta, al riguardo: «la misura conquista il caos» (Bentley);

2) formulazione di teorie empiriche (in contrapposto alle teorie etiche della filosofia), ossia di proposizioni generali i cui termini abbiano riscontro nella realtà. L'accento è sull'esigenza di spiegare (non solo descrivere) classi di fenomeni mediante proposizioni verificabili sulla base di dati empirici-,

3) ricerca di unità di analisi elementari e universali, riscontrabili cioè nei più svariati processi e nelle più svariate istituzioni, sulle quali poter fondare tali teorie. « L'idea chiave dell'approccio — ha scritto Easton (in C H A R L E S W O R T H , 1 9 6 7 , 2 3 ) — è stata la convinzione che vi

siano certe fondamentali unità di analisi connesse al comportamento umano sulla base delle quali... formulare generalizzazioni ».

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sociale. Era questa la condizione per fare della disciplina una scienza teo-rica. La soluzione a tale problema è ciò che differenzia i diversi approcci all'analisi dei fatti politici (approccio del sistema, del gruppo, decisio-nale, ecc.).

Prima che tali approcci potessero specificarsi a seconda dei punti di vista che li caratterizzano (sistema, gruppo, ecc.), occorreva « riconcettua-lizzare » il campo del politico in modo da liberarlo da quelle strutture (par-lamento, istituzioni giudiziarie, ecc.) che erano state l'oggetto della vec-chia politologia; strutture che essendo concepite come aventi un proprio, autonomo status ontologico, non potevano essere ridotte a unità di ana-lisi elementari. In altri termini: se un'istituzione è qualcosa di più della somma dei suoi componenti (è questo il senso di status ontologico auto-nomo), non poteva essere ridotta ai suoi componenti, come la nuova scienza politica richiedeva.

Di qui la necessità prioritaria di riconcettualizzare il campo del poli-tico in termini di un'unità più generale e più elementare. Questa unità è il concetto di attività. Al di là dei diversi punti di vista che li caratteriz-zano, i diversi approcci all'analisi politica hanno in effetti questo in

comune: di basarsi tutti sul concetto di attività. Gli approcci del sistema, del gruppo, decisionale, delle comunicazioni, del potere, e dei ruoli, che sono gli approcci oggi dominanti, non sono che specificazioni di un ap-proccio più generale fondato sull'attività. Il gruppo, come vedremo, è definito non sulla base delle persone fisiche che vi partecipano, ma come attività di gruppo. Lo stesso vale per il processo decisionale. Il ruolo è un aspetto dell'attività di un individuo e il potere è concepito dai com-portamentisti come interazione. Al concetto d'interazione si richiamano infine le nozioni di sistema e di comunicazione.

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espres-sione di queste attività, il meccanismo preciso, che sia un modello orga-nizzativo chiamato stato o qualche altro tipo [di istituzione], è sempre un problema di ricerca empirica ». In altri termini, i politologi tradi-zionali avevano scambiato « l a parte [stato] per il tutto [politica] e tenta[to] di descrivere le proprietà di un'attività sulla base di un solo esempio, per quanto importante » (ibidem, p. 142).

Si può aggiungere che un rilievo analogo era stato fatto anni prima da G. E. G. Catlin, autore che ha svolto un ruolo importante in questo processo di ridefinizione del campo del politico. Identificare nello stato l'oggetto della politica — aveva già osservato Catlin (1927, 234) — « è altrettanto inadeguato quanto sarebbe affermare che oggetto dell'eco-nomia è l'impresa commerciale ». La soluzione di Catlin, basata sui con-cetti di uomo politico e potere, è in parte diversa da quelle di Bentley e Easton, ma l'esigenza epistemologica era la stessa.

Come è noto, Easton definisce la scienza politica come studio delle

decisioni politiche vincolanti per l'intera società. L'abbandono del con-cetto di stato comporta difficoltà che esaminerò più avanti (v. sezione sul governo). Qui vorrei indicare le ragioni storiche e logiche che hanno portato, secondo Easton, alla ridefinizione della scienza politica in ter-mini di attività. Da un lato, vi sono situazioni abitualmente descritte come politiche nelle quali lo stato non appare affatto. Ciò avviene, ad esempio, in quelle società « primitive » dove i conflitti sono risolti sulla base della consuetudine o per intervento degli anziani; in politica inter-nazionale; ovvero quando parliamo di « politica accademica », per indi-care i rapporti di potere all'interno di un sistema universitario. In tutti questi casi, riscontriamo funzioni politiche (decisioni imperative) svolte da agenti diversi dallo stato. Questa è la ragione storica.

La ragione logica che rende inadeguata la nozione della politica come scienza dello stato, è che il riferimento al concetto di stato implica una definizione imprecisa dell'oggetto della disciplina. Vi sono due modi per definire una classe di fenomeni: denotarli o connotarli ( S A L M O N, 1963). Si ha una definizione denotativa quando si indica la totalità degli oggetti che vi rientra, senza precisare che cosa tali oggetti hanno in comune; una

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