• Non ci sono risultati.

3. Tecniche e attrezzature di pesca

3.6. Le barche di pesca

I testi di Flavio Giuseppe, i Vangeli e l’evidenza iconografica non ci offrono molti dettagli riguardo alle barche da pesca, menzionano soltanto delle barche o delle “piccole barche” in modo generico. In realtà, è molto probabile che ci siano stati diversi tipi di imbarcazioni, adatte a svariati usi. Prendendo in considerazione i tipi di reti che potavano essere impiegate nell’antichità risulta che ci sarebbe stato bisogno di almeno tre tipi di barche di diverse dimensioni: uno più grande per la pesca con la sagena, che doveva permettere di trasportare almeno 8-12 persone; uno medio per la pesca con reti statiche, che poteva

112 L’effetto dell’adozione di questa tecnica può essere visto nel picco nella pesca di

sardine attorno alla metà degli anni quaranta nel grafico fornito da Landau, “Mirogrex Terraesanctae (Cyprinidae) of Lake Kinneret,” 3.

trasportare 4-6 persone ed uno più piccolo utilizzato dai pescatori con reti da lancio, adatto soltanto a 1 o 2 uomini.

Chiaramente ci sarà stata una certa flessibilità riguardo le dimensioni delle barche ed il loro impiego, barche leggermente più grandi o più piccole potevano essere impiegate per tutti gli scopi e le dimensioni delle reti potevano variare anche di molto, ma ci sono anche dei limiti fisici. Non è possibile trasportare molti uomini in una barca troppo piccola ed un solo uomo non può navigare in una barca grande che richiede più rematori. Ogni pescatore quindi avrebbe cercato di avere una barca che fosse il più possibile adatta al tipo di pesca da lui praticato.113

Ancora una volta, i dati etnografici potrebbero rivelarsi utili. All’inizio del novecento J. Hornell menziona che nel lago si utilizzavano 4 tipi diversi di navi, tutti molti simili a quelli impiegati nella costa mediterranea, ed infatti nessuno veniva costruito nei pressi del lago ma venivano prodotti a Haifa o a Beirut.

Il tipo più grande era noto col nome di Arabiyi, e Hornell aggiunge che si trattava dello stesso tipo di barca che a Haifa veniva chiamato M’battani, in riferimento al tipo di reti per cui veniva utilizzato. Probabilmente le m’battan utilizzate nel mediterraneo erano più grandi di quelle del Kinneret, poiché nel lago queste barche si utilizzavano per la pesca con il tipo di rete più grande: la sagena. Queste barche avevano due coperte: una a prua e una, molto grande, a poppa per permettere di trasportare l’enorme sagena. Secondo Hornell le arabiyi potevano arrivare a 24 piedi in lunghezza e 8 piedi in larghezza, ma la maggior parte di esse era di dimensioni inferiori.114

Il secondo tipo è il hassaki che s’impiegava per la pesca con i tramagli ed era simile all’arabiyi ma più stretto e leggero. Il terzo tipo è chiamato sambuk, Hornell commenta soltanto che si tratta di una barca di forma simile al hassaki ma con le estremità più appuntite, forse ancora più leggera. Infine il quarto tipo è il Keek, una barca che possiede dei sedili, usata normalmente per il trasporto di passeggeri. Tutte queste barche sono aperte, eccezion fatta per le coperte a prua e poppa delle prime tre, e tutte possedevano una vela del tipo arab lateen.115

113 von Brandt, Fish Catching Methods, 91.

114 Hornell, Report on the Fisheries of Palestine, 72–73.

115 Ibid., 73. Cfr. Wachsmann, The Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee

L’unico esempio di barca antica utilizzata nel lago disponibile attualmente è quella ritrovata tra Magdala e Ginosar nel 1985.116 Una barca datata tra il primo secolo BCE ed il primo secolo CE117, di circa 9 metri di lunghezza per 2,5 metri di larghezza e 1,25 metri di profondità, con la poppa più profonda e arrotondata e la prua più stretta. L’imbarcazione aveva probabilmente una coperta a prua e una più ampia a poppa mentre la parte centrale era aperta per permettere l’utilizzo della barca sia per la pesca che per il trasporto. Aveva un albero centrale per la navigazione a vela e quando il vento calava poteva anche essere condotta a remi.

118

Gli studiosi sostengo che si tratta di una barca da pesca, (durante gli scavi sono stati rinvenuti dei pesi da rete) e la sua forma e dimensioni rassomigliano a la più recente arabiyi per cui si suppone che potrebbe essere stata utilizzata per la pesca con la sagena.119

La barca è stata costruita in un modo molto curioso. La chiglia è fatta da due assi di legno di tipi diversi, Cedro (Cedrus) e Jojoba (Ziziphus spina-christi), uniti con un incastro a tenone e mortasa. R. Steffy, lo studioso che ha fatto la prima analisi sulla costruzione della barca commenta che è molto strano che la chiglia sia fata di due tipi di legno diverso, e soprattutto che uno di questi pezzi sia di Jojoba, una specie poco usata nella fabbricazione di barche.120 Inoltre l’altro pezzo della chiglia presenta dei fori di unione a tenone e mortasa non utilizzate, il ché ha fatto ipotizzare che si trattasse di legno utilizzato precedentemente in un’altra imbarcazione. Allo stesso modo, anche le tavole del fasciame hanno forme curiose e l’ordinata è fatta di rami di legno estremamente contorti, al punto che un costruttore di barche del Mediterraneo li avrebbe considerato spazzatura.121 D’altro canto, le unioni a tenone e mortasa, i tasselli e la lavorazione del legno in generale suggeriscono che l’imbarcazione sia stata prodotta da un artigiano

116

La storia della scoperta della barca, gli scavi e la sua conservazione viene raccontata in modo approfondito in Shelley. Wachsmann, The Sea of Galilee Boat : An Extraordinary 2000- Year-Old Discovery (New York: Plenum Press, 1995).

117

Per la datazione e per i risultati degli esami al Carbonio 14 si veda Shelley Wachsmann, ed., The Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee (Lake Kinneret), vol. 19, ’Atiqot (Jerusalem: Graph-Press, 1990), 129–30.

118 Richard J. Steffy, “The Boat: A Preliminary Study of Its Construction,” in The

Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee (Lake Kinneret), ed. Shelley Wachsmann, vol. 19, ’Atiqot (Jerusalem: Graph-Press, 1990), 37.

119 Vedi Wachsmann, The Sea of Galilee Boat, 2009. Cfr. Nun, The Sea of Galilee and Its

Fishermen in the New Testament.

120 Steffy, “The Boat: A Preliminary Study of Its Construction,” 37. 121

esperto nella fabbricazione di barche che imparò il mestiere nella costa mediterranea o da qualcuno che seguiva quelle tradizioni. Durante il secolo scorso le barche venivano prodotte sulla costa mediterranea ed importate, ma nell’antichità un’operazione del genere sarebbe stata molto dispendiosa per cui sembra più probabile che le barche si costruissero nei dintorni del lago, importando eventualmente i materiali richiesti.

La tecnica costruttiva impiegata è molto comune nel Mediterraneo antico e viene denominata oggi “shell-first”. Il nome deriva dal processo di costruzione stesso che prevedeva la costruzione per prima cosa del “guscio” esterno della barca e poi della struttura interna (al contrario di quanto ci si aspetterebbe oggi).122

Gran parte della fasciatura della barca è di cedro e l’ordinatura è di quercia, ma in totale è stato usato il legno di 12 specie diverse di alberi. Il cedro non poteva essere trovato nella zona del lago, per cui doveva essere importato dal Libano (cresceva nelle montagne del Libano, a Cipro, in Turchia e nel nord Africa).

Tutti gli altri tipi di legno invece crescono o crescevano in antichità in zone vicine al lago: La quercia nella valle del Dan, nella pianura di Hula, nella zona costiera della Galilea e nell’alta valle del Giordano. Il Pino nella zona costiera delle Galilea, nella valle del Giordano, nell’alta Galilea, nella Samaria e sui monti della Giudea; la jojoba nella Galilea, nella valle del Giordano e nella pianura di Hula; il salice vicino all’acqua nella alta valle del Giordano e nella Galilea; il biancospino nella alta e bassa Galilea; 123il carrubo nella parte orientale della Galilea, il sicomoro nella costa mediterranea e nella valle del Giordano; l’alloro nella Alta e Bassa Galilea e nella Valle del Dan; la pistacia ed il platano crescono invece nell’alta valle del Giordano, nell’Alta e Bassa Galilea, nella valle del Dan e nella pianura di Hula. 124

122 Wachsmann, The Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee (Lake

Kinneret), 19:132. Riguardo alla costruzione di barche vedi Daniel Sperber, Nautica Talmudica, Bar-Ilan Studies in Near Eastern Languages and Culture (Ramat-Gan: Bar-Ilan University Press ; Leiden, 1986).

123

I principali tipi di legno impiegati sono stati individuati in Ella Werker, “Identification of the Wood,” in The Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee (Lake Kinneret), ed. Shelley Wachsmann, vol. 19, ’Atiqot (Jerusalem: Graph-Press, 1990), 67–73.

124 Per l’identificazione delle restanti specie si veda Ella Werker, “Identification of the

Questo sembra suggerire che la barca fosse stata utilizzata per tanti anni125 subendo molte riparazioni nel corso del tempo. Sebbene la maggior parte dello scafo è fatta in cedro e quercia, sembra che il legno di buona qualità fosse scarso nella regione rendendo necessario anche l’uso di legno di seconda mano,126

e sembrerebbe che le riparazioni fossero fatte con legni di più scarsa qualità. Ad esempio alcuni assi della ordinata sono in salice e non in quercia, questo legno è molto più morbido e meno adatto allo scopo, ma cresce nella costa del lago, per cui sarebbe stato il più facile da reperire. Inoltre, la barca sembra essere stata abbandonata perché non era più utilizzabile, ma prima di abbandonarla ne furono asportate tutte le parti che potevano essere state riutilizzate, il che fa pensare che i materiali fossero costosi o difficili da reperire.

Il fatto che nelle fonti vengano menzionate delle barche “piccole” suggerisce che probabilmente esistevano altri tipi di barche. I dati etnografici relativamente recenti ci dimostrano che, per ogni uso esisteva un tipo di barca adatto, è possiamo supporre che sarà stato cosi anche nell’antichità. Ma per quanto riguarda il tipo di barche “piccole” abbiamo molto meno dati a disposizione. Non sappiamo quanti tipi di barca esistevano e non sappiamo neanche se gli altri tipi di barche più piccole fossero simili a quelli di fine Ottocento. Ma considerando che la tecnica di costruzione utilizzata in antichità aveva molti limiti e non permetteva grandi variazioni nella forma, è probabile che tutte le barche del lago fossero più o meno simili a quella rinvenuta vicino a Ginnosar, variando principalmente nelle dimensioni a seconda degli scopi.

Possiamo quindi ipotizzare che esistevano almeno 4 o 5 tipi diversi di barche. Un tipo rappresentato dalla barca antica appena menzionata, utilizzato per la pesca con la sagena e forse anche per il trasporto commerciale. Un tipo di dimensioni medie per la pesca con le reti semplici, ed un terzo tipo più piccolo per la pesca con le reti da lancio o eventualmente con arpioni, trappole, ami, etc. Probabilmente c’erano anche barche destinate specificamente al trasporto di persone e altre al trasporto di merci, ma considerando che alcune barche di pesca

125 È difficile stabilire la vita utile della barca, sulla base di studi sulle barche utilizzate

nel Nilo è stata ipotizzata una vita di circa 8 o 9 anni, vedi Wachsmann, The Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee (Lake Kinneret), 19:134. Tuttavia M. Nun racconta che le barche tradizionali utilizzate dai pescatori del Kinneret potevano avere una vita utile di più di 20 anni.

126

non erano attive durante tutto l’anno è logico pensare che ce ne fosse anche un uso promiscuo.

Per poter navigare una barca deve anche essere attrezzata di vele, remi, corde, ancore e quant’altro. Per quanto riguarda le vele e corde, queste erano fatte delle stesse fibre vegetali delle reti, per cui è possibile ipotizzare che fossero prodotte nella zona nord del lago, dove è attestata la coltivazione del lino. Probabilmente le corde e le vele erano prodotte dagli artigiani che si occupavano della lavorazione del lino e i tessuti, e poi erano vendute ai pescatori o ai marinai.

Le ancore invece erano fatte generalmente in pietra in modo simile ai pesi di rete per cui sembra possibile che fossero fabbricate dai pescatori stessi. Vicino alla barca antica ne sono stati rinvenuti due campioni: l’ancora A è una pietra non lavorata con un foro biconico simile ai pesi di rete sopra descritti ma più grande, pesando circa 19.3 kilogrammi. L’ancora B invece è una pietra ovoidale con una scanalatura centrale di circa 31,3 kilogrammi.127 Tante ancore simili sono state rinvenute nel lago, pesano in media tra i 40-50 kili, e alcune raggiungono anche i 100 kili. Ovviamente, barche più grandi richiedevano ancore più pesanti oppure tante ancore legate a corde indipendenti o alla stessa cima. Le ancore potevano anche rimanere bloccate o le corde si potevano rompere per cui spesso le barche, anche quelle piccole, portavano un’ancora di scorta. Questo tipo di ancora a “peso” pero può non essere sufficiente in condizioni di tempesta o forte vento. Per questo nel mediterraneo si svilupparono altri tipi di ancore in metallo o in pietra con aggiunte in legno, ma nel Kinneret non è stata rinvenuta nessun ancora di questo tipo.128

Riguardo ai remi, infine, non abbiamo nessun dato a disposizione, ma è probabile che fossero prodotti dagli stessi falegnami o artigiani che producevano le barche, utilizzando il legno reperibile nella zona.

127 Wachsmann, The Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee (Lake

Kinneret), 19:107–08.

128 Vedi Nun, Ancient Stone Anchors and Net Sinkers from the Sea of Galilee, 9–12. In

realtà un ancora in metallo è stata trovata da Moshe and Yuval Lufan nei giardini di Kibbutz Ginosar, dove serviva come ornamento. Secondo quanto raccontato l’ancora rimase impigliata tra le reti di dei pescatori vicino a Cafarnao. Questa è forse l’unica ancora antica in metallo nota nel Kinneret e dalla forma sembra essere di epoca imperiale romana. Ma viste le dimensioni ed il suo peso non sembra adatta alle barche del Kinneret. Sembra piuttosto un’ancora da mare, che in qualche modo finì nel lago, forse utilizzata come ancora di una boa per l’ormeggio, più che come ancora da portare su di un’imbarcazione.Wachsmann, The Excavations of an Ancinet Boat in the Sea of Galilee (Lake Kinneret), 19:109–10.