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3. Tecniche e attrezzature di pesca

3.5. Ami, arpioni e trappole

3.5.3. La lancia, il tridente e l’arpione

La lancia, il tridente e l’arpione possono essere utilizzati da barche o dalla costa in acque poco profonde, come menziona Eliano,104 ma richiedono una certa abilità ed esperienza. 105 Questi attrezzi possono essere impiegati solo per la pesca di pesci medio-grandi, e vengono collocati da Bekker-Nielsen tra quelli meno produttivi e che richiedono un impegno considerevole da parte del pescatore.106

La lancia costituisce l’attrezzo più semplice, dotata di una sola punta, generalmente dotata di un ardiglione per evitare che la preda possa scappare. Secondo i dati forniti da Hornell nel lago si utilizzava in passato una semplice lancia, con una sola punta, dotata di un solo ardiglione, per la pesca delle tilapie; e per la pesca dei Barbi nei fiumi, ma questa pratica era già in disuso al momento in cui lui scrive.107

Quando la lancia veniva utilizzata per la pesca di grandi pesci in movimento, spesso questi non venivano uccisi con il primo colpo, ma continuavano a dimenarsi. Le lancia quindi poteva staccarsi o rompersi, e se il pesce andava verso il fondo si rischiava di perderla. Si sviluppò quindi l’apione, che al contrario della lancia, aveva una punta staccabile collegata ad una corda.

103 Ci sarebbe anche il sistema di pesca all’amo passiva, cioè lasciando l’amo in acqua e

la lenza legata sulla costa. Ma questo sistema è ancora meno produttivo. Senza il controllo dell’uomo può capitare che l’esca si stacchi dall’amo, rendendo inutile l’attesa, i pesci si possono mangiare l’esca senza rimanere agganciati, si possono staccare dall’amo, rompere la lenza, etc; per cui per essere effettiva la pesca all’amo richiede qualche attenzione da parte del pescatore. Infatti normalmente si legano alla lenza o canna degli oggetti che fanno rumore quando un pesce abbocca e tira, in modo che il pescatore se ne accorga e possa intervenire di conseguenza.

104 Eliano, La Natura Degli Animali, 12.43.

105 A causa della rifrazione della luce nell’acqua i pesci si vedono dall’esterno in una

posizione diversa a quella reale, per cui il pescatore che intende prendere un pesce con l’arpione non solo deve essere veloce e preciso nel lancio, ma anche avere l’esperienza necessaria per calcolare in modo giusto la posizione della preda. Al riguardo vedi von Brandt, Fish Catching Methods, 44.

106 Vedi tabella in Bekker-Nielsen, “Fishing in the Roman World,” 189. 107

Quando l’arpione colpisce il pesce, la punta penetra nella carne, mentre l’asta si stacca. In questo modo i movimenti del pesce non rischiano di danneggiare l’attrezzatura, ed il pesce può essere recuperato con la corda.108

Questo sistema però è adatto a pesci molto grandi, nel caso di pesci di medie dimensioni come quelli del lago invece sarebbe stato più conveniente l’uso di lance semplici o tridenti.

Il tridente è un successivo sviluppo della lancia semplice, a cui si aggiungono più punte per aumentare le probabilità di prendere il pesce e ridurre le possibilità di fuga. La pesca con tridenti è una della pratiche di pesca meglio attestate in antichità. 109 I tridenti possono avere diverse forme, e anche se sembra contradittorio, un diverso numero di punte. Generalmente i tridenti romani sono dotati di tre punte, da cui deriva il nome, ma esistono anche “tridenti” di 5 o più punte. Nella costa mediterranea di Israele, a Dor, è stato trovato un campione di “tridente” a 5 punte di epoca bizantina. Gli archeologi sostengono che questo tridente venisse impiegato, insieme a delle reti, per la pesca notturna; impiegando una torcia o lanterna per attirare i pesci. Nello stesso contesto sono stati rinvenuti 159 pesi di piombo, e un artefatto metallico di forma ovale interpretato come una cesta per il fuoco della lanterna.110

Nella Halieutica, Oppiano descrive una scena di pesca con questa tecnica. I pescatori bruciavano del legno di pino in una lanterna che sporgeva dalla nave, i pesci attirati dalla luce si avvicinavano alla superfice e quindi i pescatori li catturavano con il tridente.111

Non sappiamo però se tecniche del genere fossero impiegate nel lago di Galilea in antichità. Attorno agli anni quaranta del novecento si iniziò ad utilizzare la luce per la pesca notturna ma con purse-seines, un tipo di rete moderno che non era conosciuto in antichità. La tecnica permise ai pescatori di lavorare tutto l’anno anche fuori dalle zone tradizionali di pesca, ma le autorità

108 Morales Muñíz, “Inferences about Prehistoric Fishing Gear Based on Archaeological

Fish Assemblages,” 35–36.

109 Cfr. Bernal Casasola, “Fishing Tackle in Hispania: Reflections, Proposals and First

Results,” 132.

110 Galili, Rosen, and Sharvit, “Fishing-Gear Sinkers Recovered from an Underwater

Wreckage Site, off the Carmel Coast, Israel.” Cfr. Bernal Casasola, “Fishing Tackle in Hispania: Reflections, Proposals and First Results,” 132.

111

fermarono questa pratica perché la pesca eccessiva metteva a rischio la popolazione ittica del lago.112

Non avendo altri dati a disposizione è difficile trarre conclusioni riguardo alla pesca nel lago. Pare probabile che delle lance o tridenti venissero utilizzate per la pesca occasionale, tuttavia non ci sono riscontri archeologici. È anche possibile che si utilizzassero torce o lanterne per attirare i pesci durante la notte, come descrive Oppiano, ma non abbiamo nessun dato al riguardo. Sappiamo soltanto che venne utilizzata nel Mediterraneo secoli più tardi. L’unico caso noto nel lago riguarda la tecnica adottata durante gli anni quaranta del novecento, coinvolgeva però attrezzature moderne e che non aveva precedenti tra le tecniche tradizionali.

Al pari della pesca all’amo e quella con le trappole, la pesca con la lancia o il tridente è un metodo a bassa capacità produttiva, che richiede inoltre molta abilità ed esperienza. Una lancia semplice può però essere ricavata da una stecca di legno, per cui virtualmente si potrebbe praticare anche senza un investimento economico per l’attrezzatura. Una lancia del genere durerà molto meno che una dotata di punta in metallo ma per i più poveri potrebbe rappresentare una opzione per trovare di che mangiare. In ogni caso, il rapporto tra lavoro richiesto e resa economica è di molto inferiore a quello della pesca con grandi reti per cui doveva avere un ruolo marginale nell’industria peschiera.