3. Tecniche e attrezzature di pesca
3.5. Ami, arpioni e trappole
3.5.2. Le nasse, trappole e ceste
Esistono molti tipi di trappole antiche per la cattura dei pesci. Alcuni sistemi di trappole era permanenti e spesso venivano usati in mare lungo le rotte migratorie dei grandi pesci. Questi sistemi richiedono un grande investimento economico ed una sorveglianza costante, ma possono essere altamente produttivi.94 Ma questo sistema non sembra adatto alle condizioni del lago.
Alcuni interpretano che la “kela” menzionata in Baba Kama 81a-b era un tipo di trappola permanente, se fosse cosi, il testo indicherebbe che queste erano vietate nel lago perché ostacolavano la navigazione. Ma la beraisa in 81b aggiunge che delle nasse o delle trappole piccole erano invece permesse, per cui è possibile che fossero utilizzate nel lago.
Questo tipo di trappola difficilmente si conserva nel tempo, ne abbiamo soltanto alcuni esempi antichi provenienti da siti archeologici sub-acquei, per cui non abbiamo molti dati al riguardo.95 Ma l’uso di trappole di pesca è menzionato da Oppiano nel secondo secolo96 anche se non viene descritto in modo approfondito; è comunque da segnalare che delle nasse sono state rappresentate in alcuni mosaici e bassorilievi antichi.97
In generale le nasse sono degli attrezzi per la pesca passiva, che vengono lasciati in un luogo per un certo tempo, senza bisogno di altre attenzioni da parte del pescatore. Si tratta di ceste o di piccole strutture di legno con delle reti attorno che, per la loro forma, permettono ai pesci di entrare ma non di uscire. Spesso sono dotate di pesi per farle affondare, una corda per recuperarle, e delle esche al loro interno per attrarre i pesci.
Sebbene il Talmud menziona l’uso di trappole nell’antichità, il testo non ci permette di stabilire se fossero utilizzate nello specifico durante primo secolo. Basandoci sul ragionamento della sezione precedente possiamo dire che, se la pesca con trappole veniva praticata, questa non era considerata un’attività economicamente importante. Era dunque permessa a tutti al pari della pesca
94 Vedi Bekker-Nielsen, “Fishing in the Roman World,” 192–93.
95 alcuni resti di una trappola per la pesca di moluschi sono stati rinvenuti sulla coperta
del relitto trovato nelle valli di Comacchio, e resti di una cesta per la pesca sono stati trovati più recentemente a San Rossore, Pisa. CfrBernal Casasola, “Fishing Tackle in Hispania: Reflections, Proposals and First Results,” 130–31.
96 Oppian, Halieutica, 3.82–85.
97 Bernal Casasola, “Fishing Tackle in Hispania: Reflections, Proposals and First
all’amo a patto di non rappresentare un ostacolo alla navigazione. A questo bisogna aggiungere che probabilmente erano permesse soltanto al di fuori dai porti, visto che nelle zone portuali sarebbero state d’intralcio.
Qualcosa di simile suggerisce il rapporto di Hornell per quanto riguarda la costa Mediterranea durante il secolo scorso: la pesca con trappole o reti non era permessa nei porti di Haifa e Jaffa, ma ciò implica che delle trappole fossero impiegate in mare al di fuori dei porti.98 D’altra parte peró, sia Hornell che Masterman non menzionano l’uso di trappole nel lago. Visto che entrambi descrivono molto accuratamente tutti i metodi di pesca che hanno riscontrato, la mancanza di menzione indicherebbe che il metodo non fosse in uso agli inizio del Novecento.99 Neanche attualmente vengo utilizzate delle nasse per la pesca nel lago, ma Joel ben Yosef, responsabile della “House of Anchors”, il museo della pesca a Kibbutz Ein Gev, mi ha commentato in un’intervista100 che lui ricorda l’impiego di queste trappole in tempi recenti.
Considerando i dati sembra quindi possibile che la pesca con nasse fosse praticata nel lago nel primo secolo. Era un metodo comune in altri luoghi del Mediterraneo ed era permesso a tutti secondo il Talmud. Tuttavia, al pari della pesca all’amo, era un sistema di pesca non professionale. In un contesto come quello del lago sembra improbabile che si impiegassero grandi sistemi di trappole permanenti,101 si dovevano usare delle nasse o piccole trappole e secondo l’analisi di Bekker-Nielsen questo sistema aveva una capacità produttiva simile a quello della pesca all’amo.102
Essendo un sistema passivo richiede però impegno da parte del pescatore e l’investimento economico rimane relativamente basso, le nasse potevano essere fatte in casa con del giunco o dei pezzi di reti e legno, e delle semplici pietre all’interno della cesta potevano servire come pesi.
98 James Hornell, Report on the Fisheries of Palestine (London: Govt. of Palestine by the
Crown Agents for the Colonies, 1935), 20.
99 Vengono menzionate da Hornell nella costa Mediterranea me non nel lago di Galilea.
Vedi Hornell, Report on the Fisheries of Palestine; Masterman, “The Fisheries of Galilee.”
100
Joel ben Yosef, “House of Anchors”, Kibbutz Ein Gev, interview by Facundo D. Troche, June 18, 2014.
101 Forse il sistema era vietato perché bloccava la navigazione. Inoltre, nel lago non ci
sono grandi specie di pesci. Soltanto alcune specie realizzavano migrazioni stagionali verso l’ingresso o uscita dei fiumi, ma posizionare delle trappole in questo contesto comporterebbe gravi rischi alla riproduzione dei pesci, per cui sarebbe una pratica controproducente. Non a caso Hornell menziona che non era permesso nessun tipo di rete, trappola o dispositivo che blocchi la migrazione naturale dei pesci da o verso qualsiasi fiume o estuario. Hornell, Report on the Fisheries of Palestine, 20.
102
Questo sistema sarebbe dunque ideale per il pescatore occasionale che intende prendere qualche pesce per la sua famiglia103, ma deve anche dedicarsi ad altri lavori durante la giornata. L’unico rischio sarebbe quello di lasciare le nasse o le lenze incustodite, e che un’altra persona raccolga i pesci. Ed infatti il Talmud menziona in Gittin 59b che sottrarre un animale, uccello o pesce da trappole messe da altri è considerato furto.