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A BBREVIARE IL B RUT : ALCUNI PROGETTI SISTEMATIC

Abbreviare il Roman de Brut : La versione γ e altre esperienze insular

II. A BBREVIARE IL B RUT : ALCUNI PROGETTI SISTEMATIC

Alla luce della generale tendenza alla sintesi appena messa in luce, bisogna però distinguere il caso di alcuni manoscritti insulari che presentano invece dei veri e propri progetti sistematici di riduzione del testo di Wace. Essi non si limitano cioè a intervenire in modo sporadico sul dettato del normanno, ma, attraverso un sistema ordinato di tagli, ne forniscono delle vere e proprie redazioni abbreviate. Di queste ultime, di particolare interesse è quella che chiameremo versione γ, prendendo in prestito dallo studio della tradizione manoscritta dell'Estoire des Engleis realizzato da Ian Short, la sigla utilizzata per definire l'antigrafo comune dei nostri mss. D e L. La versione γ del Brut, alla quale è consacrato il presente capitolo, è infatti trasmessa da quei due codici oltre che da Z che però, come si ricorderà, si interrompe poco dopo v. 7000. Come vedremo, si tratta di un caso di particolare interesse sia per l'ampiezza dell'operazione che per la sua precocità. Ricordiamo infatti che, se si esclude il frammento X1, il ms. D è il codice più antico del Roman de Brut.

Prima di passare a descrivere le caratteristiche della versione γ e di affrontare le varie questioni ad essa collegate, è però opportuno porre l'accento su un aspetto a mio parere rilevante e finora poco valorizzato dalla critica, se si escludono le recenti riflessioni di Judith Weiss,16 ovvero la presenza di altre redazioni complessivamente

abbreviate del Roman de Brut.

In almeno altri tre codici, l'opera di Wace è infatti trasmessa in una forma ridotta. Si tratta dei mss. R2 ed E2 e del frammento W. Nei primi due, tale riduzione è

connessa alla tipologia di progetto librario entro il quale il Brut è incluso. Si ricorderà infatti che il ms. R2 è un rotolo genealogico che racconta l'intera storia inglese, da

14 Allo stesso modo, tra i luoghi relativi alle precisazioni tecniche fornite da Wace, si noti che mancano ai

mss. DLZ i vv. 2299-2300, 2609-2610, 2627-2628, 5233-5254, 5259-5262; al ms. H i vv. 2305-2306, 14048- 14049; al ms. S il v. 2612; al ms. R i vv. 2629, 2632; al ms. G i vv. 5243-5244, 14048; al ms. K i vv. 5255-5256; al ms. C i vv. 14049-14088, 14099-14100, 14105-14106; ai mss. FHN i vv. 5241-5242.

15 Per questo motivo, si consideri inoltre che, come si vedrà più diffusamente nel prossimo capitolo, le

lacune, specialmente se intervengono sugli elenchi, le strutture ripetitive o le precisazioni di carattere tecnico, sono spesso poligenetiche. Nei casi appena presi in esame, ad esempio, nulla spinge a pensare che le lacune condivise da SH e da FHN siano dovute a un antigrafo comune: specialmente per quanto riguarda SH, la tendenza di entrambi i codici a sintetizzare il passaggio in questione suggerisce al contrario che il loro accordo sia il frutto di una coincidenza.

16 Cfr. J. Weiss, Two fragments from a newly discovered fragment manuscript of Wace's «Brut», in

«Medium Ævum», LXVIII (1999), pp. 268-277; ead., The text of Wace’s «Brut» and how it istreatedby its earliest manuscripts, in L’Historia regum Britannie de Geoffroy de Monmouth et les « Bruts » en Europe. II: Production, circulation et réception (XIIe-XVIe siècle), ed. H. Tétrel, G. Veysseyre, Paris, Classiques Garnier, in corso di stampa.

Bruto a Edoardo I, e in cui il testo ha la funzione di accompagnare un diagramma in cui viene rappresentata in forma di albero discendenza dei sovrani insulari. Nel ms. E2 il Brut viene invece affiancato da un corredo di numerose miniature cosicché la

fisionomia del testo è strettamente collegata al programma decorativo.

1. Il caso di R2: il Roman de Brut come cronaca genealogica

Come si è visto nel capitolo precedente, il ms. R2 racconta l'intera storia insulare

servendosi per la prima parte, fino all'incoronazione di Uther, di una cronaca ottosillabica datata agli ultimi decenni del XII secolo, il Roll Brut,17 per la sezione

arturiana e per i regni subito successivi, fino all'invasione di Gormond, del nostro Roman de Brut, e per la parte successiva, fino a Edoardo I, di una breve cronaca in prosa.

La scelta dell'opera di Wace per la sezione arturiana risponde alla volontà di utilizzare per uno snodo della narrazione di grande valore ideologico, la versione più ricca dal punto di vista espressivo.18 Il responsabile del manoscritto interviene però

sul testo del Roman de Brut19 con numerosi tagli che tradiscono la necessità di

rendere l'opera adatta a essere inclusa in un rotolo genealogico. Un testo troppo lungo sarebbe stato infatti difficile da inserire all'interno di uno schema che, per conservare la sua efficacia rappresentativa, deve permettere di visualizzare in uno spazio relativamente ridotto il susseguirsi dei sovrani inglesi. Alla luce di ciò, la sezione arturiana, nonostante i tagli, costituisce già di per sé un'eccezione considerevole se si pensa che, caso unico in tutto il rotolo, interrompe per più di tre carte la continuità del diagramma genealogico.20 È evidente che una lunghezza

ancora maggiore sarebbe stata inaccettabile per il progetto editoriale in cui questo frammento del Roman de Brut è incluso.

Il ms. R2, oltre a eliminare numerosi singoli couplets, attraverso i quali vengono

omessi vari dettagli ritenuti superflui o versi giudicati ripetitivi,21 e oltre a tagliare

17 Cfr. infra.

18 Non è però da escludere che il responsabile di R

2 avesse a disposizione solo una versione frammentaria

del più sintetico Roll Brut e che si sia dovuto servire giocoforza del ben più diffuso Roman de Brut.

19 È probabile che il redattore di R

2 agisca in modo simile anche con il Roll Brut. I dati a disposizione su

quest'ultimo sono molto pochi. Ciò nonostante, il confronto con altri due rotoli che ne conservano un'altra redazione, abbreviata anch'essa, dimostra che il responsabile di R2 ha operato alcuni tagli anche su

quest'altra cronaca. Per ulteriori informazioni, si rinvia alla seconda parte di questo lavoro.

20 Come si è detto nel capitolo precedente, il diagramma è costituito da tanti cerchi verdi e rossi nei quali

sono inscritti i nomi dei singoli re, uniti tra loro da linee colorate. All'interno della lunga sezione arturiana, non essendoci nessun'avvicendamento di potere, il diagramma si interrompe e il testo è copiato a piena pagina. Se la sezione arturiana inizia a f. 1v, il diagramma è ripreso infatti solo a f. 4v con un cerchio verde e rosso dedicato a Costantino, il successore di Artù.

21 Si faccia il caso, ad esempio, dei vv. 9107-9108 e 9111-9112 che mancano nella descrizione del

travestimento da giullare del sassone Bladhuf attraverso il quale riesce a penetrare nella città di York, assediata da Artù. Leggiamo infatti da v. 9105 (in corsivo i versi tagliati): «Pur aler parler a sun frere, / se fist parmi la barbe rere, / e le chief parmi ensement / e un des gernuns sulement. / Bien sembla lecheur u fol, / une harpe prist a son col, / puis s'est issi cuntenuz / que de nul ne fud mescreuz». Oppure, poco oltre, si faccia il caso dei vv. 9179-9186 nei quali Wace descrive la strage che gli uomini di Artù fanno dei Sassoni

quei passaggi che circostanziano in modo preciso una sequenza,22 o molte delle

allocuzioni retoriche,23 presenta anche lacune più ampie che privano la narrazione di

intere sequenze. Di seguito, una lista delle sue principali omissioni permette di capire quanto sia estesa l'operazione di R2:24

• vv. 9069-9100: Agguato di Blahduf alle truppe di Artù. Blahduf in R2 va direttamente in

aiuto di Colgrin penetrando nella città assediata travestito da giullare;

• vv. 9275-9300: descrizione di Artù;

• vv. 9421-9448: descrizione delle meraviglie dello stagno di Limonoi;

• vv. 9647-9656: descrizione di Ginevra;

• vv. 9683-9698: descrizione della guerra contro l'Irlanda;

• vv. 9735-9746: fama di Artù nel mondo;

• vv. 9759-9772 e 9775-9786: menzione della varia provenienza geografica dei cavalieri che

accorrono alla corte di Artù per entrare a far parte della Tavola Rotonda e riferimento alle qualità di Artù;

• vv. 9931-9954: descrizione della guerra tra Artù e Frolle;

• vv. 9961-9970, 9973-9974, 9977-9990, 9993-9998: descrizione dell'assedio di Parigi;

• vv. 10013-10028: preparativi del duello tra Artù e Frolle;

• vv. 10175-10196: manifestazione di gioia dei parenti dei soldati tornati dalla Francia;

• vv. 10211-10236: descrizione di Carliun;

• vv. 10249-10300, 10305-10312: lista dei partecipanti alla festa di Pentecoste. Restano solo i re di Irlanda e Islanda e i feudatari francesi (vv. 10313-10322, tranne v. 10320 che manca);

• vv. 10333-10358: preparativi della festa;

• vv. 10365-10424: processione e incoronazione di Artù e Ginevra;

• vv. 10429-10444: ultimi momenti del rito religioso;

• vv. 10449-10458: divisione a tavola di uomini e donne

• vv. 10497-10620: descrizione della ricchezza degli invitati a tavola; dopo il pranzo si passa ai giochi e duelli; descrizione del gioco d'azzardo; descrizione dei doni di Artù agli invitati (è verosimile che all'antigrafo di PN mancassero già i due passaggi 10543-10588 e 10601- 10620 di cui è priva parte della tradizione, come si vedrà nel prossimo capitolo.

• vv. 10763-10776: intervento di Galvano in difesa del tempo di pace;

• vv. 11093-11124: vassalli romani convocati dalle province dell'Impero;

• vv. 11133-11162: convocazione dei cavalieri bretoni;

• vv. 11191-11204, 11207-11238: descrizione della partenza delle navi bretoni verso la Normandia;

(«Getent armes, laissent chevals, / fuient par munz e par vals; / par les eues vunt trebuchant / e mult espessement neiant. / Bretun, quis enchaucent as dos, / ne lur laissent aver repos; / des espees dunent granz cops / es cors e es chiés e es cols»). Nel ms. R2, che taglia anche i vv. 9176-9177 («ne si grant laide

destructiun / ne tel besil ne tel dolur») restano allora solo i vv. 9175 e 9178: «Unques si faite occisiun / ne fud de Saisnes en un iour», peraltro con frattura dello schema metrico.

22 Si veda il caso dei vv. 9193-9206, nei quali Wace descrive con precisione la strategia con cui Artù riesce

ad assediare i Sassoni nemici in una porzione delimitata del bosco e le sofferenze di questi ultimi che cominciano a patire presto la fame: «Artur duta qu'il s'en fuissent / e que par nuit del bois eississent. / D'une part firent le bois trencher / e bien espessement plaissier, / arbre sur arbre traversier / e trunc sur trunc fist encroer. / De l'autre part se herberja, / puis n'en issi nuls ne entra. / cil del bois forment s'esmaierent / k'il ne burent ne ne mangierent. / N'i ot tant fort ne tant manant / ne tant riche ne tant savant, / ki là eust od sei porté / ne pain ne vin ne char ne blé».

23 Il discorso con cui Artù motiva i suoi soldati nella guerra contro i Sassoni, ad esempio, è infatti ridotto a

metà: dei vv. 9317-9336 restano solo i vv. 9317-9319, 9323, 9327-9328. Allo stesso modo sono ridotti vari tra i discorsi dei baroni e dello stesso Artù dopo la lettura della lettera dell'imperatore Lucio; si veda in particolare, nel caso di una delle battute del sovrano, l'omissione dei vv. 10781-10782, 10787-10788, 10795- 10797, 10803-10818, 10821-10824, 10831-10840, 10843-10844, 10847-10848, 10858, 10879-10881, 10885- 10894.

24 Includo solo le lacune superiori a sei versi e che contengano un contenuto semantico autonomo. Sono

• vv. 11243-11280: il sogno di Artù;

• vv. 11293-11318: descrizione sia dei tentativi dei locali di affrontare il gigante di Mont Saint-Michel che delle violenze di quest'ultimo;

• vv. 11380-11388: battuta della nutrice di Elena. Il ms. R2 taglia anche parte di una

successiva battuta della vecchia (vv. 11427-11430 e 11433-11449), nonché la menzione del dolore di Beduer nell'ascoltare la sua storia (vv. 11455-11466);

• vv. 11502-11544: descrizione delle varie fasi intermedie del duello tra Artù e il gigante;

• vv. 11561-11598: ricordo dell'episodio di Rithon;

• vv. 11613-11646, 11649-11656: avvicinarsi delle truppe di Artù a quelle dell'imperatore;

• vv. 11674-11703, 11705-11708: percorso di Galvano, Gerin e Bos (messaggeri di Artù)

che raggiungono la tenda dell'imperatore;

• vv. 11812-11820: descrizione di Marcel;

• vv. 11839-11904: nuovo scontro di Galvano, Bos e Gerin: uccisione del cugino di Marcel;

arrivo dei seimila soldati bretoni;

• vv. 11941-12262: tutta la seconda parte della battaglia tra le truppe di Artù e quelle romane, guidate da Petreius;

• vv. 12311-12392: organizzazione delle varie legioni di Artù;

• vv. 12399-12430, 12435-12440: gran parte del discorso con cui Artù prova a motivare le

sue truppe prima della battaglia finale;

• vv. 12447-12578, tranne 12555: avvicinarsi delle truppe e discorso dell'imperatore; inizio della battaglia finale;

• vv. 12583-12589, 12592-12626: descrizione di vari combattimenti nella battaglia finale;

• vv. 12635-12654: Keu trova Beduer morto; morte di Keu;

• vv. 12667-12686, 12689-12706, 12709-12734: Attacco di Hyrelgas e suo discorso di incoraggiamento ai soldati bretoni;

• vv. 12749-12786: intervento di Galvano e Hoel;

• vv. 12815-12828, 12831-12832, 12835-12840: reazione di Galvano e Hoel;

• vv. 12845-12847, 12851-12870: duello tra Galvano e Lucio;

• vv. 12895-12904, 12911-12958: prodezze di Artù;

• vv. 12995-13030: sepoltura di Keu e Beduer; tradimento di Mordret;

• vv. 13045-13076: Mordret si prepara a ricevere l'attacco di Artù;

• vv. 13085-13097: descrizione degli scontri tra gli uomini di Mordret e quelli di Artù; • vv. 13105-13248, tranne i vv. 13119-13120: intera guerra tra Artù e Mordret dopo la

morte di Galvano e Anguissel; il testo riprende con la battaglia di Cornovaglia;

• vv. 13385-13588; restano i vv. 13401-13402 («De lui25 prophetiza Merlyn / que ceo serreit un lus maryn»), 13413-13414 («Maint ille prist, maint rei venqui, / mainte terre prist e seisi»), 13515, 13516-13517 («Gurmunt ala Cariz querant [...] / que en Circestre fu suppris / e Gurmund l'ad illuec assis»), 13539-13540 («La cité unt si close / que nul issyr n'i ose»), 13567-13568 («A son oés fist faire une tur / où il esteit tut asseur»), 13583- 13584 («Lungement se sunt defendu / e lungement se sunt tenu»): l'intero episodio di Gormond è ridotto a pochi versi. Il testo riprende con la descrizione dello stratagemma dei passeri infuocati attraverso i quali viene incendiata Chichester;

• vv. 13623-13636: Distruzioni di Gormond;

• vv. 13639-13652: Il passaggio della terra ai Sassoni; • vv. 13667-13674: Divisioni interne tra i Sassoni.

Questo complesso sistema di tagli è accompagnato da due tipologie di intervento. Innanzitutto, in vari casi il responsabile di R2 interviene sui versi liminari del

passaggio omesso per garantire la coerenza del discorso che in qualche caso i tagli compromettono. È però particolarmente interessante che, al contrario di quanto accade in altri manoscritti, come ad esempio D o L, egli non si preoccupa di garantire alcuna regolarità metrica, ma in più occasioni rende alcuni versi anisosillabici o ne lascia altri irrelati. Si veda il caso emblematico di v. 9679 in cui viene ripristinato il soggetto del periodo che era menzionato nei versi omessi subito prima (vv. 9670-

9678): «combatre s'ala cuntre Artur» diventa «Gillemur li rois cumbatre s'ala contre Artur», con forte ipermetria.

Si tratta di una caratteristica omogenea al progetto complessivo del rotolo che, poco attento alla forma originaria delle sue fonti, tende a passare dai versi alla prosa senza soluzione di continuità26 e, nelle sezioni in versi, dimostra scarso interesse a

problematiche propriamente metriche.27 Il responsabile del codice sembra infatti

essere guidato perlopiù da ragioni contenutistiche cosicché lì dove ha bisogno di modificare il dettato dell'autore, come nel caso del verso appena citato, non esita a infrangere lo schema metrico qualora lo reputi necessario.

Per quanto riguarda invece la seconda caratteristica del ms. R2 dal punto di vista

tecnico-formale, si noti che, in alcuni casi, il responsabile del nostro manoscritto conserva un unico ottosillabo necessario alla comprensione del discorso e alla rappresentazione della sequenza, in mezzo a tagli di lunghezza pari a decine di versi. Si pensi per esempio a quanto accade tra i vv. 11673-11708: il nostro copista mantiene infatti il primo verso («Li messagier d'Artur turnerent»), in cui viene detto che i messaggeri di Artù si misero in moto, e della sequenza successiva seleziona solo il v. 11704: «le mandement Artur cunterent». In questo modo, lo scriba ricrea un perfetto couplet e preserva l'unica informazione essenziale del discorso, e cioè che Galvano, Bos e Gerin si dirigono nel campo dell'imperatore Lucio e comunicano a quest'ultimo il messaggio di Artù.

È ancora più notevole, in questo senso, il caso dell'adattamento dell'episodio di Gormond: tra i vv. 13384-13588, il ms. R2 conserva solo quattordici ottosillabi non

contigui attraverso i quali viene però ricostruito un racconto che, benché estremamente sintetico, rispetta il senso complessivo dell'episodio. Leggiamo infatti:

De lui28 prophetiza Merlyn

que ceo serreit un lus maryn (vv. 13401-13402). Maint ille prist, maint rei venqui,

mainte terre prist e seisi (vv. 13413-13414). Gurmunt ala Cariz querant (v. 13515) que en Circestre fu suppris

e Gurmund l'ad illuec assis (vv. 13516-13517). La cité unt si close

que nul issyr n'i ose (vv. 13539-13540). A son oés fist faire une tur

où il esteit tut asseur (vv. 13567-13568). Lungement se sunt defendu

e lungement se sunt tenu (vv. 13583-13584)...

26 Sono infatti in prosa il prologo dedicato ai giganti e la breve sintesi con cui viene fatto cenno alla storia

anglosassone e normanna, mentre il Roll Brut, ovvero quella traduzione in couplets di ottosillabi dell'Historia regum Britanniae attraverso cui viene raccontata la prima metà della storia bretone, è volto in prosa in alcuni passaggi. Cfr. I Short, Un «Roman de Brut» anglo-normand inédit, in «Romania», CXXVI (2008), pp. 273-295.

27 Secondo Ian Short, il responsabile del progetto allenta grandualmente le tecniche di prosificazione del

testo originale: «On pourrait conclure que le compilateur dérimeur a assez tot choisi la solution de la facilité pour alléger sa tache en se transformant en simple copiste», ivi, p. 275.

A conferma della cura con cui questi tagli vengono effettuati, si noti inoltre che il verso con il quale il racconto riprende subito dopo, ovvero il v. 13589, è modificato in modo da rafforzare la consequenzialità con quanto precede: invece che «Cil defors, par grant tricherie», leggiamo infatti «Mais cil defors, par tricherie», in opposizione a quel «e lungement se sunt tenu» che nel nostro manoscritto è subito precedente. Peraltro lo scriba di R2 elimina anche il «grant» della lezione originale,

a testimonianza di una certa preoccupazione a evitare versi ipermetri non necessari. Se prendiamo invece in considerazione le omissioni di R2 dal punto di vista

stilistico e letterario, è evidente che ci troviamo davanti a una versione non solo più semplice del testo di Wace, ma anche priva della densità emotiva, del tono drammatico che caratterizzano i versi del normanno. Si pensi, ad esempio, al momento in cui Artù viene a sapere del tradimento di Mordret e Ginevra. Wace spiega nel dettaglio i contorni del delitto del nipote e non lesina giudizi ed esclamazioni retoriche. Leggiamo infatti:

Deus quel hunte! Deus quel vilté! [...] Emprés ceste grant felunie

fist Modred altre vilainie

kar cuntre cristiene lei

prist a sun lit femme lu rei,

femme sun uncle e sun seignur

prist a guise de traitur (RdB,vv. 13016, 13025-13030)

Questi versi mancano in R2 dove troviamo invece soltanto i successivi, molto più

asciutti:

Arthur oy e de veyr sout que Modret fei ne li portout; sa terre tint, sa femme out prise:

ne li sout gré de sun servise (RdB, vv. 13031-13034).

Se Wace enfatizza l'orrore del tradimento compiuto da Mordret, R2 prova a

passarlo sotto silenzio: di fronte alla ricerca di concretezza dell'autore normanno, a quella volontà di raccontare con precisione ciò che accade, R2 preferisce un dettato

più scarno e denotativo che si limiti a dire l'azione nei termini più essenziali possibili.

2. Il caso di E2: un Roman de Brut per immagini

Il testo del ms. E2, ovvero il cosiddetto Egerton Brut, è stato analizzato dal punto

di vista letterario dal suo editore Vernon Underwood e più di recente da Jean Blacker. Per una riflessione complessiva, si rimanda quindi a quei due contributi.29

29 V. Ph. Underwood, An Anglo-Norman Metrical «Brut» of The Fourteenth Century (British Museum MS

Egerton 3028), PhD dissertation, University of London, 1937; J. Blacker, Courtly Revision of Wace's «Roman de Brut» in Egerton MS 3028, in Courtly Arts and the Art of Courltiness, ed. K. Busby, Ch. Kleinhenz, Cambridge, D. S. Brewer, 2006, pp. 237-258.

In questa sede mi preme invece mettere in rilievo alcuni aspetti pertinenti a un'analisi complessiva della tradizione del Roman de Brut.

In primo luogo l'Egerton Brut, riassumendo in 2914 versi i vv. 4883-14866 del Roman de Brut, costituisce un caso specialissimo della tradizione manoscritta dell'opera di Wace. Come Jean Blacker ha messo in evidenza, tale riduzione del testo di oltre i due terzi avviene in gran parte attraverso tagli netti, rispettando dunque alla lettera il dettato del normanno. Solo il 12% degli ottosillabi dell'Egerton è infatti il risultato di interventi originali e, anche in questi ultimi, il copista del manoscritto si limita di solito a comprimere due o più versi del Roman de Brut.

Gli elementi davvero innovativi sono insomma pochi e si situano specialmente in prossimità delle miniature, come sottolinea Underwood.30 In modo simile al caso del

rotolo R2, anche per il ms. Egerton la scelta di abbreviare il Roman de Brut dipende

dunque dal progetto librario in cui il testo è inserito. Le scelte propriamente testuali fanno infatti tutt'uno con quelle relative al ricco programma decorativo: