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Il Bene economico di Firenze

2. Il blocco dell'ordine

2.6. Il Bene economico di Firenze

Agli inizi di febbraio compare nel panorama politico cittadino una nuova organizzazione chiamata il bene economico di Firenze.427 La nascita dell'associazione è inizialmente coperta da un 425Cfr. 'L'assemblea dell'associazione democratica toscana del lavoro', “La Nazione”, 25 giugno 1914, 'L'associazione

del lavoro delibera l'astensione', ivi, 26 giugno 1914, e 'L'assemblea dell'associazione democratica del lavoro', “Il

Nuovo Giornale” 27 giugno 1914.

426Il manifesto riporta: 'Industriali, commercianti, esercenti! Un comitato di illustri cittadini ha presentato agli elettori

una lista di candidati per le imminenti elezioni amministrative, la quale ha già raccolto su di sé l'approvazione di tutti coloro a cui sta a cuore l'ordine, il progresso ed il bene della nostra Firenze. Non è tempo di discussioni ormai! Il disordine e l'anarchia incalzano e tentano di affermarsi! Contro di noi una bene ordinata falange muove agguerrita, dichiarando lotta ad oltranza contro le classi borghesi e specialmente contro la nostra, che ha voluto esclusa dalla civica amministrazione.

Industriali, commercianti, esercenti! E' ancora vivissimo nella vostra mente il ricordo delle due terribili giornate di questo giugno fiorito, quando Firenze fu in balia di alcuni scamiciati teppisti e facinorosi i quali, ubbidendo ciecamente ai deliberati di un partito e di una confederazione del lavoro, tentavano con ogni mezzo di far trionfare le loro aspirazioni rivoluzionarie e settarie. Cotesto partito oggi si presenta a chiedere i vostri suffragi con un programma che quelle violenze è la espressione teorica. Guai a voi, guai a Firenze, se non saprete ricordare tutto questo. Invitandovi a votare la lista concordata dai partiti costituzionali, noi vogliamo anche ricordarvi che, sotto le istituzioni che felicemente ci reggono, il nostro paese ha potuto progredite meravigliosamente in ogni ramo del civile progresso fino ad essere alla avanguardia per quanto si riferisce a concessioni di diritti civili a quelle classi che oggi indegne di appartenere alla grande famiglia italiana, contro queste istituzioni si rivoltano con movimenti inconsulti e pericolosi.

Industriali, commercianti, esercenti! Il porgere ascolto ai consigli di scissione mentre il partito dell'ordine e quello della rivoluzione sono in armi uno di fronte all'altro, è tradimento; il porgere ascolto a consigli di astensione dalle urne è viltà! Dia la classe nostra una nuova prova dell'affetto che essa porta alla prosperità ed al benessere di Firenze; ciascuno di voi dica nelle associazioni e federazioni consorelle che ogni dissenso è sopito nell'ora della lotta che vi proponiamo e che sola da affidamento di saper tutelare la nostra città e che solo sforzi concordi e collaborazioni leali potranno far trionfare'. Ivi, 26 giugno 1914.

alone di mistero. L'associazione si dichiara fin dall'inizio apolitica e rappresenta principalmente la categoria dei 'bottegai'.428 Ancora a febbraio non è terminata la stesura dello statuto. Alla prima

assemblea quindi partecipano esclusivamente i 33 soci fondatori, vista la necessità di stilare lo statuto stesso.

Secondo questo, possono partecipare all'associazione 'quanti, professando principi

democratici, intendono in particolare difendere, incoraggiare e promuovere, indipendentemente da apriorismi di dottrine politiche, gli interessi economici della città, anche in rapporto con gli interessi generali della regione'.429

L'associazione però non si presenta come un partito:430 'né socialisti, né repubblicani, né

democratici cristiani saranno respinti se accetteranno il nostro statuto, perché nessuno, venendo con noi, deve rinunciare al proprio partito e alla sua azione di organizzato. Noi non cerchiamo che dei soci i quali ingrossino le nostre fila, portino idee, suggeriscano iniziative, vigilino sugli interessi cittadini, formulino voti ecc'.431

Nel terzo articolo dello statuto, viene infatti stabilito che: 'l'associazione si interdice ogni e

qualsiasi manifestazione politica o religiosa, essa intende curare gli interessi generali di Firenze col promuovere istituzioni, esposizioni, convegni, comizi, discussioni, conferenze, pubblicazioni; col richiamare la considerazione dei corpi elettivi e della autorità sui problemi economici e morali di Firenze. Può inoltre partecipare con liste proprie alle elezioni comunali, camerali, dei probiviri, e fare opera di penetrazione coi suoi rappresentanti in istituti e sodalizi d'ogni materia, quando l'interesse economico della città lo consigli'.432

L'associazione del bene economico è ben cosciente che, se non riesce a conquistare qualche seggio in consiglio comunale, la propria azione risulterebbe sterile. Il fiorentino medio, nell'immaginario dei beneconomici, sarebbe alieno dall'iscrizione ad un partito poiché agisce in

428'Il partito dei bottegai', ivi, 25 gennaio 1914.

429'Il bene economico di Firenze, associazione per gl'interessi generali della città', “Il Nuovo Giornale”, 8 marzo 1914.

430Le modalità di ammissione all'organizzazione sono esplicate nel secondo articolo dello statuto. 'Una commissione di

cinque membri, nominata d'anno in anno nell'assemblea generale di gennaio, delibera inappellabilmente sull'ammissione dei soci'. Questi sono classificati in base al personale contributo economico all'associazione stessa.

Così nel quarto articolo dello statuto: 'i soci sono di tre categorie. La prima categoria comprende coloro che pagano

per una sola volte una somma non inferiore a trecento lire. A tali soci è rilasciata una tessera permanente. Sono della seconda categoria i soci i quali si obbligano al pagamento mensile di una quota non inferiore a cinque lire, e ricevono gratuitamente la tessera all'atto dell'ammissione, col pagamento della prima quota mensile. Alla terza categoria appartengono i soci i quali contraggono l'obbligo di provvedersi all'atto dell'ammissione e di rinnovare annualmente, nel mese di gennaio la tessera sociale, per la quale corrispondono centesimi cinquanta'. Secondo l'art.

6 dello statuto, l'associazione non ha un presidente ma è governata da tre rappresentanti che la presiedono a turno. I soci votano per due rappresentanti, due segretari, due consiglieri, tre componenti della commissione ammissioni, due presidenti delle assemblee ed un consigliere amministratore. Nel caso in cui si superi i 500 soci, viene stabilito dallo statuto che debba aver luogo la rappresentanza della minoranza. L'art. 9 stabilisce che il bene economico di Firenze si debba riunire ordinariamente ogni mese. Ibidem.

431'La nuova associazione per il bene economico di Firenze', ivi, 11 febbraio 1914. 432Ibidem.

base ai propri bisogni economici.

Questo contesto storico è caratterizzato da una sfiducia diffusa nei confronti di tutti i partiti esistenti e da un conseguente desiderio di vedere in azione degli uomini nuovi. Il beneconomico mira pertanto a trasformare questa apatia in provvidenziale risveglio ed alla conseguente conquista del consiglio comunale. Nello statuto non viene fatta menzione al livello provinciale.

Proprio per questa componente di localismo è evidente che non ci siano finalità nazionali. Il programma del beneconomico fiorentino è costituito pertanto da: 'un'amministrazione tecnica,

indipendente dai partiti [la quale] potrà riordinare il prestito comunale, applicare, elevandola, la tassa sul valore locativo, [da applicare] più equamente e [distribuire] con migliori criteri di quella di famiglia'.433

Altro obiettivo è quello della municipalizzazione di alcuni servizi, quali i cinematografi ed i trasporti delle merci. Un altro punto importante è inerente alla cinta daziaria, che il beneconomico fiorentino vorrebbe riportare ai vecchi limiti.

L'allargamento della cinta avrebbe infatti ucciso 'il risveglio edilizio'434 creando

disoccupazione, impedendo di ovviare al problema igienico ed economico delle case popolari, e rallentando lo sviluppo delle poche industrie presenti nel territorio.

'Ogni fiorentino intelligente vede i bisogni nella nostra città che non ha pulizia, non sa ricevere i forestieri, non ha strade, non ha ponti, non ha acqua, non ha fogne e non è riuscita a rappresentare nulla nel mondo […]. Firenze è conosciuta per il suo passato, ma ora [...] non ha che l'industria degli oggetti d'arte, la quale rappresenta pochi milioni. Potrebbe essere il centro degli studi d'Itala'.435

Il programma dell'associazione, per quanto venga presentato come apolitico, risulta essere fortemente politicizzato. La neonata associazione viene accostata dai quotidiani locali al fascio democratico.436 In linea con radicali e repubblicani infatti, anche quest'associazione tenta di

conquistare l'elettorato bottegaio.

Questo è rintracciabile nel desiderio che il beneconomico fiorentino ha di ridurre la cinta daziaria.437 Tuttavia l'associazione rimane un'organizzazione sulla carta. Forse proprio a causa della

mancata nascita del fascio democratico, forse a causa dei pochi associati, il beneconomico fiorentino non parteciperà alle elezioni amministrative, né con candidati propri, né appoggiando schieramento alcuno.

433Ibidem. 434Ibidem. 435Ibidem.

436Cfr. 'I beneconomici fiorentini', “La Nazione”, 12 febbraio 1914 e 'Una nuova associazione a...politica', cit.

437'Il bene economico di Firenze, associazione per gl'interessi generali della città', cit., 'La nuova associazione per il