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2. Il blocco dell'ordine

2.4. I cattolici

Il presidente dell'unione elettorale cattolica, Gentiloni, dirama un comunicato a fine febbraio 1914 contenente le linee guida. 'L'obiettivo nostro nelle elezioni amministrative […] deve essere

l'onesta e saggia amministrazione, l'elevamento morale e materiale delle classi inferiori, e, sopratutto il rispetto della religione cattolica che è il patrimonio più prezioso della grande maggioranza degli italiani'.386 Per seguire queste direttive, prosegue il comunicato, è necessario che

i cattolici si affidino, per le amministrative, a candidati che abbiano studiato approfonditamente il contesto economico ed i bisogni del proprio comune. Il conte Gentiloni ritiene sia necessario rilevare le esigenze dei pubblici servizi, degli esercenti e i bisogni dei cittadini, come mutualità, case popolari, ospedali.

In vista delle amministrative si dovrà predisporre quindi una lista di candidati propri, senza però escludere una possibile collaborazione con altre forze.387 Queste dovranno proporre a loro volta

dei propri programmi e candidati. Saranno poi i vari comitati elettorali locali a stabilire la compatibilità con le altre forze. I cattolici, a inizio febbraio, dichiarano in sostanza che sono disposti ad accordarsi con i moderati, 'a patto di imporre il proprio programma e alle proprie condizioni'.388

I cattolici risultano agli occhi dei partiti in competizione una forza compatta e coesa. Oltre alla propria struttura organizzativa possono inoltre contare sul malcontento e l'astensionismo degli elettori liberali. Nelle elezioni politiche del 1913 quest'ultimi avevano già manifestato il proprio disappunto per l'atteggiamento dell'Unione, proprio in relazione ai cattolici.

La struttura organizzativa dei cattolici è, insieme a quella dei socialisti, la più ramificata nel

384'L'assemblea dell'Unione liberale', “Il Nuovo Giornale”, 28 giugno 1914. 385Cfr. 'Il comizio dei liberali tenuto ieri sera sotto gli Uffizi', ivi, 29 giugno 1914. 386'I cattolici e le prossime elezioni amministrative', ivi, 27 febbraio 1914. 387Cfr. 'Per la lotta elettorale', “L'Unità Cattolica”, 1 marzo 1914. 388'I cattolici e le prossime elezioni amministrative', cit.

territorio italiano. Agli inizi di marzo il conte Gentiloni inizia a preparare la lotta amministrativa coordinando l'azione elettorale proprio grazie alla solida struttura capillare di cui dispone. Attraverso comunicati e circolari viene infatti coesa l'azione politica, coordinata da Vescovi e maggiorenti del partito. La forza dei cattolici spaventa molto le altre forze politiche. 'Essi

dispongono […] di grandi mezzi e sono riusciti a far iscrivere nelle nuove liste molte migliaia di elettori. Malgrado ciò, non si crede che riusciranno a spuntarla, perché anche i popolari si riorganizzano e, sommati gli elettori di costoro, essi appaiono di un quinto superiori agli altri. Ma i clericali contano sull'apatia e conseguente astensione dei liberali e conservatori, nonché di buona parte dei democratici, non ascritti ai partiti popolari'.389

Agli inizi di maggio, tuttavia, i cattolici fiorentini non hanno stabilito una linea ben definita da seguire. Decisi nell'affermarsi come forza autonoma, non chiudono a priori la porta alle forze affini. L'unico elemento che frena la costituzione di un blocco costituzionale antisocialista è l'atteggiamento apertamente anticlericale dei liberali.

Secondo le parole del dott. Gatteschi, medico attivo negli ambienti cattolici da sempre, i vari comitati locali devono stilare un programma minimo per evidenziare le necessità delle differenti aree cittadine.390 In merito a ipotetiche alleanze invece: 'escludere a priori ogni accordo,

evidentemente è assurdo per qualsiasi partito. […] Alcuni del nostro campo non riconoscono la convenienza per noi di contrarre alleanze poiché, o per cause riferentesi alla libertà religiosa o a criteri sociali, non sono delineate chiaramente le affinità, da cui potremmo esser spinti ad avvicinarci ad altri gruppi. […] Abbiamo anche dei conciliatoristi, i quali vedrebbero volentieri un forte partito costituzionale, e ridono […] pensando agli atteggiamenti di certi liberali, che si mostrano schizzinosi di noi. […] Per questa falsa tendenza liberale, i costituzionali hanno perduto tre seggi politici in Firenze.'391 I cattolici dunque non escludono un'ipotetica alleanza, e sono ben

consapevoli del peso che hanno in sede elettorale.392 Gli alleati più plausibili si dimostrano i

conservatori nazionali. Il loro atteggiamento favorevole ai cattolici e contrario ad ogni forma di anticlericalismo avvicina infatti le due associazioni. Le pratiche con i conservatori nazionali vengono infatti avviate ben presto.

Intanto, il programma dei cattolici fiorentini viene stilato il 16 maggio.393 Ispirato a quello

389'Dal Vaticano le fatiche del conte Gentiloni', ivi, 2 marzo 1914.

390Gatteschi venne eletto consigliere comunale nel 1904, occasione in cui si candidò con il 'comitato indipendente', che raccoglieva esponenti liberali e cattolici. Sostenitore delle alleanze clerico-moderate, ha coniato il motto 'colpire

uniti, ma combattere distinti'. Cfr. P. L. Ballini, Il movimento cattolico a Firenze, cit., p. 284 e N. Capitini

Maccabruni, Liberali, socialisti e Camera del Lavoro a Firenze, cit., p. 73.

391'Nella imminenza delle elezioni amministrative, nostre interviste con i maggiorenti di diversi partiti, VII, il dott.

Federico Gatteschi e l'unione fiorentina cattolica', “Il Nuovo Giornale”, 11 maggio 1914.

392Cfr. 'Nella imminenza delle elezioni amministrative', “L'Unità Cattolica”, 12 maggio 1914.

dell'unione romana, il programma viene spiegato dall'avv.. Goli. 'Nè interessi di partito, né interessi

di classi né interessi di sette debbono prevalere sugli interessi della città, affermava in questi giorni nel suo memorabile discorso programmatico il presidente della nostra maggiore consorella, l'Unione Romana, né interessi di partito, né interessi di classi, né interessi di sette, ripetiamo noi pure'.394

L'avv. Goli spiega che i cattolici fiorentini desiderano una: 'civica amministrazione [...]

affidata ad uomini rispettosi delle istituzioni, competenti ed onesti, che [...] diano sicurezza da un lato di amministrare nell'interesse di tutti i cittadini, dall'altro di rispettare uniformando [...] l'opera propria dei cittadini delle leggi e delle esigenze della coscienza popolare a quei principi religiosi e morali'.395 I cattolici auspicano: la collaborazione di tutte le classi sociali, il rispetto dei

diritti e la tutela degli interessi sopratutto delle classi lavoratrici.

Fra le proposte pratiche del programma compare la necessità di contrarre un mutuo per le opere pubbliche, destinate al risanamento igienico e la viabilità, di L. 10.000.000 cui far fronte con mezzi ordinari consistenti nell'avanzo del bilancio ordinario stesso ed alcune 'economie'.396 Nel

programma viene affermata l'opposizione all'appalto del servizio di nettezza pubblica e l'inopportunità di municipalizzazioni all'infuori della vuotatura dei pozzi neri. Ampio spazio viene lasciato alla relazione riguardo l'istruzione. Si parla inoltre della beneficenza e viene richiesta l'istituzione dell'assessorato al lavoro. Nel programma viene propugnata la creazione dei magazzini generali e viene proposto l'incremento di tutte le arti. Il suddetto programma e le tattiche da seguire per le elezioni comunali a Firenze e nei i mandamenti per le elezioni provinciali, vengono approvati all'unanimità dell'assemblea nella stessa seduta.397

I principi votati durante l'assemblea del 16 maggio, vengono rinfoltiti a distanza di una decina di giorni. Nell'assemblea del 25 maggio infatti, si declinano i capisaldi del programma per le elezioni: rettificazione della cinta daziaria; diminuzione del canone daziario da pagare allo Stato, per lo meno fino a che una legge non porti maggior elasticità al bilancio comunale; riordinamento dei pubblici servizi in relazione ai problemi: scolastici, igenici, tranviari.398

Intanto, gli accordi portati avanti con i conservatori nazionali riscuotono successo presso l'unione cattolica fiorentina che ufficializza il patto solamente a giugno. Nella seduta del 4, infatti, il consiglio direttivo stabilisce: 'per le elezioni comunali di Firenze, di proporre alla assemblea [...],

l'accordo coi conservatori nazionali e coi nazionalisti, per scendere in lotta con lista di

394'Elezioni amministrative, l'assemblea dei Cattolici', “La Nazione”, 17 maggio 1914. 395Ibidem.

396Ibidem.

397Cfr. 'L'adunanza dell'unione fiorentina fra gli elettori cattolici', “Il Nuovo Giornale”, 19 maggio 1914. 398Cfr. 'L'unione fiorentina fra gli elettori Cattolici', “La Nazione” 26 maggio 1914 .

maggioranza'.399

I cattolici comunque si dedicano alla stesura della lista dei candidati. Su tre dei quattro mandamenti cittadini, e quello di Firenze campagna, c'è ancora indecisione. Per il mandamento di Santa Maria Novella si propone il comm. avv. Guido Feri. Per il mandamento di Santa Croce, l'avv. Basetti Sani. Per il mandamento di Santo Spirito e quello di Firenze campagna i cattolici restano indecisi sul nome del candidato.400 L'unica candidatura su cui rimane assoluta certezza resta quindi

quella dell'avv. Donati per il mandamento di S.Giovanni.401

Dopo le due giornate di sciopero anche i cattolici devono rivedere le proprie posizioni. Di fronte alla pressioni dell'Unione liberale e del commissario prefettizio, nel tentativo di costituire un blocco unico, anche i cattolici decidono di cambiare rotta. Così il 18 giugno viene votato l'ordine del giorno che stabilisce che: 'l'assemblea degli elettori cattolici fiorentini, considerato che dopo gli

ultimi avvenimenti è da deplorarsi che i partiti d'ordine costituzionale esitino ancora all'opera di concentrazione e di conciliazione, delibera, approvando l'accordo con i conservatori nazionali, di conferire al consiglio ampio mandato sia per eventuali trattative, sia per promuovere o secondare l'opera di unione di tutti gli elementi di ordine, al quale fine non debbano fare ostacolo né dissensi né ambizioni personali'.402 Così i cattolici entrano in contatto con i liberali delegando alla

commissione senatoriale la stesura della lista dei candidati.

L'operato dei commissari del comitato elettorale cattolico fiorentino non convince tuttavia l'assemblea, che vorrebbe qualche candidato cattolico: l'idea di correre insieme ai liberali non piace fino in fondo, sopratutto perché la commissione senatoriale dei liberali ha escluso tutti i candidati cattolici. Delusi pertanto dalla troppa autonomia concessa ai quattro senatori, l'assemblea dei cattolici si divide in tre fazioni. La prima propende per l'astensione, una per il disinteressamento alla lista di candidati proposta dai senatori, una che vorrebbe offrire appoggio parziale, sostenendo solo i candidati più vicini agli ambienti cattolici.403

L'assemblea vota pertanto la sfiducia ai commissari Gatteschi e Zoli, che si dimettono, per aver dato troppo mandato ai quattro senatori.404 Nella seduta del 25 giugno l'assemblea vota pertanto

l'appoggio parziale: i cattolici sono liberi di astenersi dalla votazione o al massimo votare un numero parziale di candidati, che saranno scelti da una commissione ad hoc.405

399'L'atteggiamento dei cattolici nelle prossime elezioni', 'ivi, 6 giugno 1914.

400Per il mandamento di Firenze campagna i cattolici hanno individuato solo due candidature su tre, l'avv. Gino Mario, l'avv. Bordoni ma manca ancora il terzo candidato. Cfr. 'Le candidature clericali al consiglio provinciale', “Il Nuovo Giornale”, 4 giugno 1914.

401Cfr. 'I clericali', ivi, 6 giugno 1914.

402'L'adunanza dell'unione elettorale cattolica fiorentina', ivi, 21 giugno 1914. 403Cfr. 'L'assemblea dei cattolici elettori', “L'Unità Cattolica”, 26 giugno 1914. 404Cfr. 'L'adunanza dei cattolici', “Il Nuovo Giornale”, 26 giugno 1914.

405La commissione è composta da: prof. Meli, dott. A Torricelli, ing. Alessandro Alessandri, sig. Tesi e prof. Solone Monti. Ibidem.

Proprio l'odg dell'appoggio parziale sembra aver influito sull'esito delle elezioni. Votando solo 30 candidati della lista proposta dalla commissione senatoriale, i cattolici dimostrano che senza il loro appoggio, i liberali non sono in grado di avere la maggioranza in consiglio comunale.406 Per

quanto riguarda il consiglio provinciale, i cattolici non appoggiano le candidature del blocco.407