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Le tabelle 12 e 13 riassumono rispettivamente i parametri di costo e beneficio fin qui ricavati e forniscono il primo risultato di analisi di costi-efficacia, comparando gli interventi in termini di efficacia sociale. Le tabelle sono l’interfaccia grafica del foglio di lavoro allegato, che contiene le formule utilizzate per i calcoli e che può essere utilizzato per successive modifiche e simulazioni. In tale schema si ma in fase di inflazione sostenuta le distorsioni sarebbero forti. In secondo luogo, lo scopo dell’indagine è raffrontare l’efficacia di interventi diversi. Lo sconto dei valori correnti allo stesso tasso di interesse non altererebbe la classifica, dato che si ipotizza che gli interventi siano distribuiti nel tempo in modo uniforme.

Il foglio di lavoro (tab.12 e 13) è diviso in sezioni.

La sezione A raccoglie i costi diretti per intervento FSE, cui si è aggiunta la spesa indiretta FSE (attività FSE di servizio e assistenza tecnica esclusi i CIOF) riproporzionata in base al peso degli interventi. In essa sono raccolte anche le percentuali di successo ricavate dall’analisi controfattuale e i corrispondenti valori assoluti nei sette anni di programmazione.

La sezione B, Costi di Gestione, attribuisce ad ogni intervento il costo del personale della Regione e degli Organismi Intermedi dedicato alla gestione del FSE. Si assume che il personale delle Province abbia lo stesso costo medio di quello regionale. A tale personale è stata attribuita la quota di costi di struttura dell’amministrazione regionale per unità di personale, desunta dal bilancio di competenza 2015 (acquisti beni e servizi del Settore 1 – Ordinamento Uffici diviso per il costo totale del personale). La quota di ribaltamento delle spese generali e di struttura è del 36%, criterio che è stato adottato anche per le Province, per i sette anni di funzionamento pieno del programma.

La sezione C raggruppa i costi di produzione del reddito di coloro che, avviati con successo al lavoro, incorrono nelle spese (riduzioni di benefici) di trasporto o di cura dell’infanzia (che in stato di disoccupazione non avevano).

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48 Per quanto riguarda i benefici, la sezione D stima a seconda dei tipi di intervento i redditi diretti generati per i lavoratori e per le imprese; i redditi indiretti degli insegnanti e delle agenzie formative (trasferimenti) e gli incentivi alle imprese. Si sono adottate le percentuali di successo delle valutazioni di impatto per i destinatari delle misure e si è ricavato il salario medio per caratteristiche del partecipante (genere, titolo studio, età, ecc.) usando Istat-Silc 2013 e lo si è applicato al numero di mensilità aggiuntive ottenute grazie alle politiche attive.

Infine la sezione E raccoglie e contabilizza i benefici sociali attribuibili agli interventi, sempre a seconda del tipo di destinatario coinvolto. Si tratta del minor costo delle indennità di disoccupazione a seguito del successo delle politiche attivate; della stima dei minori costi sanitari e del beneficio dovuto alla riduzione della criminalità attribuibile allo stato di disoccupazione.

Si ottiene per somma algebrica il rapporto benefici / costi, che rappresenta un primo risultato in termini di efficacia degli interventi e che li rende quantitativamente comparabili.

Tutti gli interventi confrontati evidenziano un risultato di efficacia sociale positivo, ma con dimensioni differenti.

L’efficacia è più forte (tre volte rispetto ai costi) nella formazione per il reinserimento degli adulti e nell’occupazione generata dalla creazione di nuove imprese.

L’efficacia sociale è media (i benefici sono 1,5 volte i costi) per le work-experiences e per la formazione post-obbligo e diploma.

L’efficacia è minima (ma pur sempre positiva) per gli incentivi alle trasformazioni in contratti duraturi.

Ciò che fa la differenza non è l’imputazione dei benefici sociali: già a livello dei soli benefici individuali l’efficacia è positiva e mantiene lo stesso ranking tra gli interventi.

La differenza è data invece dalla combinazione di tre fattori: la diversa percentuale di successo tra interventi; la diversa tecnologia di intervento (costi) e, infine, gli effetti distributivi dei benefici che i diversi tipi di intervento comportano. Ad esempio, le misure rivolte ai disoccupati nel caso del reinserimento hanno un impatto sociale molto forte per il buon successo relativo, per il basso costo e per il reddito generato (pur partendo da un livello salariale inferiore); nel caso della creazione d’impresa, per la durata del reddito

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49 generato dalle imprese sopravvissute (3 anni) e per la ricaduta sul reddito d’impresa generata dall’incentivo. Le misure rivolte agli inoccupati hanno una percentuale di successo relativamente minore, costi più elevati (specialmente le borse di lavoro) e ricadute sociali più basse (anche se il reddito generato, trattandosi di persone qualificate, è più alto). Infine, gli incentivi alla trasformazione dei contratti precari in permanenti non generano molto reddito per i lavoratori, che erano già occupati. Non ci sono elementi per indicare in quale misura queste trasformazioni nel breve periodo si traducano in progetti di vita quali nuove famiglie o attivazione di mutui, come pure ragionevolmente ci si aspetterebbe.

A voler essere precisi, si dovrebbe calcolare una diversa ripartizione delle spese di gestione tra interventi che si sono svolti nell’arco dei sette anni e interventi concentrati in 3-4 anni, come gli incentivi o la creazione d’impresa. Ma il rapporto finale non si sposterebbe di molto.

Analisi di sensibilità

Si prova pertanto ad usare la leva dei tre fattori suddetti per una prima analisi di sensibilità. Si cerca di vedere cioè qual è la variazione del rapporto benefici / costi al cambiamento di tre parametri:

- miglioramento degli impatti pari al 15% dei risultati ottenuti (attraverso una azione più mirata e il miglioramento della tecnologia degli interventi)

- riduzione dei costi di gestione del 15% (semplificazione bandi, riordino competenze tra province e regione e relative sinergie)

- miglioramento del 50% dei benefici sociali attraverso una più mirata azione verso destinatari bisognosi, un coordinamento con i servizi sociali, ecc.

I risultati sono riportati nella tabella seguente.

Tabella 11 Analisi di sensibilità del rapporto benefici / costi secondo diverse ipotesi ANALISI DI SENSIBILITA'

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50 Il rapporto B /C mostra la sensibilità maggiore al fattore di impatto: un piccolo miglioramento dell’efficacia dell’impatto degli interventi darebbe la maggior variazione del beneficio sociale.

Il fattore che fa variare meno il rapporto B / C – ma che comunque lo farebbe variare in modo importante - è la riduzione dei costi di gestione.

Due considerazioni conclusive.

L’analisi ACB è stata svolta con attenzione alla teoria economica e alle esperienze migliori reperite in letteratura. L’attribuzione dei costi e dei benefici è stata effettuata con la validazione dell’AdG circa le modalità di costruzione del processo e la scelta dei dati.

La maggior forza dell’approccio consiste nello sfruttare i risultati delle valutazioni controfattuali fatte da Regione Marche al fine di rendere abbastanza preciso il numero dei casi di successo, cui attribuire i benefici, senza dover ricorrere ad assunzioni arbitrarie quali la perdita di efficienza (deadweight).

Non va sottaciuto comunque che il ricorso ad assunzioni per la stima dei benefici sociali (salute, criminalità) rimane grossolano e suscettibile di ulteriori discussioni e miglioramenti. Tuttavia va detto che i costi stimati, allineati a quelli del Regno Unito, appaiono ragionevolmente prudenti e senza dubbio imprecisi per difetto, e non per eccesso.

Il risultato finale dell’analisi di efficacia è basato su una “finzione”, ovvero che i diversi interventi siano fungibili, e che un disoccupato “valga” tre trasformazioni contrattuali. In realtà sappiamo bene che gli interventi messi a confronto hanno destinatari diversi e che rispondono a rilevanti problemi sociali e di funzionamento del mercato del lavoro, individuati dal decisore pubblico con il contributo delle forze sociali.

Lo scopo dell’analisi non è di suggerire quindi alcuni interventi a scapito di altri, o di selezionare i bisogni sociali più importanti (perché quantitativamente più

“redditizi”). Semplicemente si intende rendere trasparente l’interazione tra i fattori fondamentali della performance dell’intervento FSE: l’impatto (efficacia);

il controllo della tecnologia di intervento e di costo (efficienza); la ricaduta sociale (rilevanza).

Da questo punto di vista si può concentrare l’attenzione sui margini di miglioramento, tenendo comunque presente che la recessione economica ha

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51 oggettivamente spostato lo schema della rilevanza tra le priorità. Il tema della disoccupazione di lunga durata è il più rilevante dal punto di vista sociale ed economico. Qualora in futuro si voglia ampliare la quota di destinatari di questa natura, si troverebbero anche in questo rapporto elementi di riflessione.

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Tabella 12 Schema analitico dell’analisi costi benefici. I COSTI

schema ACB tipo interventi totali e/o input

work-experiences

inputs 1 spesa impegnata per intervento 80,243,318 40,316,099 11,775,903 5,196,007 10,848,018 12107291

2 % spesa impegnata su spesa totale 30% 15% 4% 2% 4% 5%

3 quota attività di supporto agli interventi 9,327,436 4,686,319 1,368,824 603,981 1,260,967 1,407,344

4 n.destinatari (*) 23,836 6,597 9,611 2,924 2,415 2,289

5 impatto medio tra 6 mesi e 12 mesi 12% 16% 8% 13% 30%

6 successi 3,564 792 1,538 234 314 687

A Costi Intervento diretti 89,570,753 45,002,418 13,144,727 5,799,988 12,108,985 13,514,635

costi gestione

dir. e indir. 7 personale dedicato FSE regione per anno 27.5

8 costo personale FSE regione medio annuo 1,108,697 1,164,013 339,996 150,020 313,206 349,564

9 costi generali e di struttura regione medi annui 36% 419,045 122,398 54,007 112,754 125,843

10 personale dedicato FSE province per anno 74.3

11 costo personale FSE province medio medio anno 2,963,409 3,111,263 908,767 400,985 837,160 934,340

12 costi generali e di struttura province per anno 36% 1,120,055 327,156 144,355 301,378 336,363

B Costi gestione diretti e eindiretti 5,814,375 1,698,317 749,366 1,564,498 1,746,110

parametri

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individuali 13 spese di produzione: trasporto annuo 600 474,984 922,656 140,352 188,370

14 spese di produzine: asilo bambini annuo 675 129,749 26,490

15 quota disoccupati con figli piccoli 12.5%

C Costi di produzione 474,984 1,052,405 140,352 214,860 0

TOTALE COSTI 51,291,777 15,895,448 6,689,706 13,888,342 15,260,745

Segue…..

Tabella 13 Schema analitico analisi costi benefice. BENEFICI e RAPPORTO BENEFICI / COSTI

16 mesi di lavoro dopo l'intervento 12 12 12 36 3

17 salario medio annuo lordo (in base a eta, genere, ecc) 23,489 22,873 22,841 21,867 25,080

18 salario aggiuntivo per successo intervento 18,594,768 35,173,220 5,342,925 20,595,371 4,305,572

19 spesa per insegnanti in % impegnato 40% 4,710,361 2,078,403

20 spesa per coordinamento e spese generali agenzie formative 20% 9,000,484 2,628,945 1,159,998 2,421,797 2,702,927

21 indennità workexperience mensile (- costi trasporto) 450 17811900

22 quota di valore aggiunto dell'impresa 40% 25,567,806 13,730,247 10,896,562

D Benefici individuali 70,974,958 42,512,526 8,581,325 36,747,415 17,905,061

RAPPORTO BENEFICI / COSTI INDIVIDUALI 1.4 2.7 1.3 2.6 1.2

parametri

sociali 23 indennità giornaliera disoccupazione Marche (euro) 25

24 giorni disoccupazione risparmiati in caso successo 60 2,306,640 470,925

25 minori spese annue giustizia per disoccupato avviato (euro) 7,000 5,541,480 10,764,320 1,637,440 2,197,650

26 minori spese annue salute per disoccupato avviato (euro) 800 633,312 1,230,208 187,136 251,160

E Benefici sociali 6,174,792 14,301,168 1,824,576 2,919,735 0

TOTALE BENEFICI 77,149,750 56,813,694 10,405,901 39,667,150 17,905,061

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RAPPORTO BENEFICI / COSTI SOCIALI (EFFICACIA) 1.5 3.6 1.6 2.9 1.2

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